Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Persecuzione

domenica 11 ottobre 2009

Ho incontrato Dario in su per il Corso. Era solo, come me, e ne ho approfittato per accompagnarmi un po' con lui. Abbiamo camminato avanti e indietro, su e giù per la larga strada, a tirar mezzogiorno fermandoci ogni poco davanti alle vetrine delle librerie, salutando gli amici e parlando del più e del meno.

Questa volta, in politica, c'è entrato lui. Lo spunto? La locandina di un giornale che strillava: "Respinto il Lodo Alfano" e sotto: "Possono ripartire i processi al premier".

- I nodi vengono al pettine – ha fatto Dario tutto allegro – Voglio proprio vedere se il Cavaliere riesce a cavarsela anche questa volta –

Non ho aperto bocca. Ad essere sinceri stavo pensando che se fosse piovuto (il cielo stava oscurandosi rapidamente) sarei stato in difficoltà a tornare a casa dato che, prevedendo al contrario come spesso mi succede per le faccende meteorologiche, non avevo preso l'ombrello.

- Stavolta deve andarsene. Non lo salva nessuno. E' finito – ha proseguito Dario.

- E questa volta al governo ci andiamo noi. E le cose cambieranno – ha insistito per vedere come reagivo.

Forse non sarebbe piovuto; il cielo si stava rischiarando. Ho voluto approfondire: - Pensi che alle prossime elezioni vincano le sinistre? – ho chiesto.

- E' sicuro! Chi pensi che voterà per uno che è indagato per corruzione, uno che se la fa con le prostitute, uno che è stato condannato a risarcire il suo avversario con una cifra enorme, uno che è colluso con la mafia? Lui e il suo partito sono finiti; e per sempre'.

Titubavo.

- E allora chi pensi che andrà al governo? – ho chiesto retoricamente.

- Le sinistre! Il popolo! I lavoratori! E questa volta nessuno potrà mettersi di traverso. Anche tu dovresti essere contento - ha concluso amichevolmente.

Non sarebbe piovuto più, almeno per quel giorno. Stava addirittura uscendo un pallido sole e io potevo finalmente dedicarmi al mio amico.

- E tu, posto che tu abbia ragione, anche se ne dubito profondamente, saresti disposto ad accettare quello che sarebbe, a quanto dicono, il programma di governo dei tuoi amici? – gli ho fatto.

Certo che sarebbe stato disposto, lo vedevo dal suo atteggiamento. Ho voluto ricordarglielo velocemente, prima ancora che rispondesse alla mia domanda, con un piccolo elenco di intenzioni:

- Sai a cosa mi riferisco: ripristino della tassa dell'ICI sulla prima casa; tassazione dei BOT e dei titoli pubblici; fine dei rimpatri per i clandestini; cittadinanza agli extracomunitari dopo 5 anni; abolizione delle norme anti-fannulloni; cancellazione della meritocrazia a scuola e nei servizi pubblici e via cantando. Saresti d'accordo? – gli ho domandato guardandolo negli occhi.

Ho proseguito senza aspettare la sua risposta:

- E mettici anche la fine della satira anti-Cav con tutti quei comici, intrattenitori, disegnatori, imitatori e giornalisti che si ritroverebbero disoccupati dall'oggi al domani. – ho fatto una pausa -  Non ci pensi a Santoro? Non ci pensi a Travaglio? E a Fazio? Alla Dandini, non ci pensi? –

- Accetto tutto e tu lo sai. Tutto pur di non essere più governato da quel fascista. Io sono per l'uguaglianza tra tutte le persone, per la non violenza fisica e morale, per l'abolizione di ogni discriminazione religiosa, politica, razziale o sessuale, per la tolleranza delle idee altrui, per il dibattito e la democrazia. Io quello là non lo posso vedere. Pensa di essere simpatico ma non è che un ometto basso; un nano puttaniere e pedofilo, che va in giro col parrucchino e coi tacchi rialzati. Malato, per giunta. E grave. – ha concluso trionfalmente.

Finalmente avevo avvertito nelle sue parole il fremito orgoglioso della vera Tolleranza di sinistra, l'alito della Democrazia che nasce dalla Resistenza e contro la quale è da folli volersi opporre.

La nostra conversazione è finita lì, ma prima di salutarlo gli ho chiesto notizie di sua figlia. Sapevo che stava per sposarsi e volevo sapere chi fosse il suo futuro sposo per congratularmi con lui, fosse stato uno che magari conoscevo.

- E' un suo ex compagno di studi alla Università. E' straniero, forse lo conosci; si chiama Pierre-André – m'è parso avesse risposto.

Mi sembrava di conoscere quella persona. Era uno studente gentile e affabile, laureatosi da poco a pieni voti.

- Ho capito! – ho esclamato; – Pierre-André; certo che lo conosco. E' del Gabon, non è vero? – gli ho chiesto.

Il suo umore è cambiato improvvisamente. Si è voltato per guardarmi bene in faccia poi mi ha quasi gridato:

- Ma cosa conosci, ma cosa conosci! Quel Pierre-André che dici te è un negro. Il fidanzato di mia figlia è francese di Parigi e si chiama Perendé, ma di cognome; il suo nome è Ambroise. –

Mi sono scusato per la gaffe e l'ho salutato allontanandomi velocemente mentre quello continuava a dire:

- Ma guarda un po': Pierre-André e mia figlia. Pierre-André è un negro! Roba da matti! -

1 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao Biri, a me non la fai!. Ti conosco da quando cavalcavi "Lola" su per le "vie cave" per andare a "vallelunga" in quelle terre del tufo e alla sera per rinfrescarsi si andava al "finestrone", illuminato da una miriade di lucciole (sono sparite da circa 40 anni). Già da allora apprezzavo la tua intelligenza e sagacia; ma oggi ancor di più !!! Dal momento che hai aperto quel tuo taccuino dalle pagine candide e dalla copertina nera che, per non sciuparla, ogni anno la foderi con carta cerata colorata e lo chiudi con due elastici incrociati. Finalmente le note, le curiosità, i pensieri, i fatti quotidiani che custodivi gelosamente vengono alla luce.
E .... per dar ragione a Oscar Wilde, una critica della devo proprio fare: quel Dario lo tratti troppo bene, con i guanti di velluto. Forse sarà perché quelli come Dario in quel per il Corso ci sono ancora troppi e con qualcuno bisogna pur parlate per arrivare all'ora di pranzo?
Un grande ringraziamento a Roberto perché ha permesso con la sua perizia di condividere le tue idee, pensieri ed esperienze.
Un abbraccio, Daniele

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