Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

IL NUOVO CORSO

lunedì 23 novembre 2009

Ieri ho ricevuto una e-mail da Dario. La cosa lì per lì mi ha stupito perché il mio amico, come me, con i pc e le diavolerie informatiche non ci capisce un tubo (e meno male che io almeno ho Roberto che, cortesemente, mi tiene questo blog).
Diceva tra l’altro la lettera virtuale: ‘E’ parecchio tempo che non ci vediamo e non ho potuto chiedere il tuo parere su una cosa che mi sta particolarmente a cuore. Cosa ne pensi del nuovo corso che Bersani prepara per il PD? Sai, l’apertura a tutti, l ‘accoglienza nella grande casa madre, il ritorno di coloro che si erano fatti da parte e così via. Ti pare una cosa fatta bene? Ciao (ecc. ecc.)’.
Lì per lì mi ci è venuto da ridere, ma la sera, approfittando del computer di mio figlio già acceso e inutilizzato, impazzendo con i tasti ma determinato ad arrivare in fondo, sono riuscito in qualche modo a scrivere la risposta il cui testo si può leggere qui di seguito:
‘Carissimo. Devo dire che la tua lettera (se si può parlare di lettera), è giunta in un momento che avevo tutto in mente fuori che Bersani e il nuovo corso del PD. Stavo infatti cercando di risolvere, per la terza volta!, un tremendo Sudoku che mi impegnava mica da ridere da quasi tre ore (e poi dicono che non ho niente da fare!). Bene: ho approfittato del fatto che mi hanno chiamato a leggere la tua missiva per lasciar perdere quel rompicapo e dedicarmi volentieri a risponderti, visto che ci tieni.
Del nuovo corso del PD ti dirò solo una cosa: Finalmente! Era ora! Non ce la facevo più con tutti questi pidiisti di ora, così tristi, sfigatissimi e menagrami quando si presentano davanti alla TV.
Pare non sappiano far altro che citare il Cavaliere qui e il Cavaliere là, a torto e a ragione, a proposito e a sproposito al punto che, insomma, più che una ossessione pare diventata una specie di paranoia insuperabile che sarà penosa per loro, certo, ma purtroppo altrettanto penosa per noi che dobbiamo sorbirceli ad ogni ora del mattino, del pomeriggio e della sera. Accendi la TV, aspetti un telegiornale (uno a caso, tanto il teatrino è lo stesso dovunque) ed eccoli lì, uno dietro l’altro, tutti con la voce cavernosa, gli occhi incavati nelle buie occhiaie, la bocca stretta con gli angoli volti all’ingiù ad indicare disgusto e tristezza esistenziale ma sempre impegnati, mentre parlano del Cavaliere, a fargli “le facce cattive” per cercare di impaurirlo, come ci facevano quando eravamo bambini, i nonni, mentre, raccontandoci le fiabe, evocavano l’Orco.
E allora ecco, prima Franceschini (che ora però sembra dissolto nel nulla), poi Fassino (che se c’è ancora, non si nota), e poi Di Pietro, e dulcis in fundo Bersani, anche lui indossando per l’occasione l’espressione funerea d’ordinanza, tutti lì, in TV, e tutti cupi, preoccupatissimi, tesi, noiosi, deprimenti, minacciosi, spesso fuori dalla grazia di Dio, sul punto di perdere la ragione, quasi.
Vuoi mettere con quelli di una volta? Vuoi mettere con quelli del Governo Prodi, che Dio ce lo conservi e ce lo rimandi? Non sembrava ma lui era allegro, vivace, magari poco eloquente, ma, si sapeva divertire, oh se lo sapeva, l’omarino! Prodi quando era al governo, non sapeva nemmeno dove stesse di casa la tristezza! (Come puoi verificare osservando la foto allegata).
Insomma era una belluria. E ora ritornano, tutti sdoganati da Bersani a rinverdire il suo partito. Torneranno i tre ex-padroni del vapore (Prodi, Visco e TP Schioppa tutti e tre scomparsi prudentemente da allora, ma ancora vivi, vegeti e pronti alla bisogna), torneranno tutti quelli del circo mediatico, quelli che ad ogni telegiornale venivano intervistati, in ossequio alla par condicio, un minuto per uno e ci comparivano davanti, a mezzo busto, uno via l’altro, come i concorrenti del Grande Fratello nel confessionale; anche lì c’era il trans, e poi l’ecologo verde (il più divertente, quello che disse che il mare, in Italia, si riscaldava quattro volte di più che nei Paesi confinanti), poi l’ex-terrorista e via cantando in una specie di galleria esilarante tipo Zelig che la tristezza se ce l’avevi, dopo quel teatrino spassoso, era diventata un lontano ricordo. E poi le votazioni! Quelle sì che erano piene di suspense con quella maggioranza ultrarisicata, mica quelle scontate e risapute di ora! Allora, ad ogni votazione, sorgeva l’interrogativo: ‘Sarà arrivata?’ (la Montalcini a dare l’appoggio); ‘Gliel’avranno detto?’ (a Scalfaro, che c’era da votare) e ancora: ‘Avrà preso in tempo l’aereo?’ (riferendosi a quel senatore eletto in Sud America che ogni volta doveva partire da Buenos Aires e precipitarsi in aula a Montecitorio per non far mancare il voto vitale alla precarissima maggioranza).
Quindi, amico mio, posso dirti con sincerità che, se non altro come amante dello spettacolo mediatico, sono arcicontento che il PD si rinnovi facendo largo ai vecchi (scusa il modo di dire). Ma soprattutto è il ritorno di Veltroni che mi toglie un peso dal cuore. Come sai il Nostro, dopo l’insuccesso alle ultime elezioni, aveva minacciato (anche se non so dirti a chi fosse rivolta la minaccia) di lasciar perdere la politica e di andare in Africa a fare beneficenza. Beh, la cosa era preoccupante. L’Africa non è mica una cosa da poco: è pericolosa, pericolosissima e Veltroni, dovrai ammetterlo anche tu, non sembra avere le fisique du role per certe imprese. Insomma c’era il fondato pericolo che gli potesse accadere come allo sprovveduto esploratore citato nel sottovalutato capolavoro del Ragazzoni, (il De Africa). Dice, tra l’altro lo scapigliato Poeta, riferendosi ai pericoli di quel paese esotico:
..
Ma la cosa che c’è in Africa
che più merita attenzione
è il terribile leone
ruggibondo e divorier.

Non è ver che per malanimo
sia malevolo e cattivo,
solo ha l’animo un po’ vivo
e va in bestia volentier.

E così, Dio scampi e liberi
incontrarlo per la strada!
Se per lì non ci si abbada
si finisce entro il leon

Affamato quei ti stritola
ti trangugia a larghe falde
poi, tra ciuffi d’erbe calde
digerito ti depon.

Ecco Dario quale era la mia preoccupazione prima che Bersani con il nuovo corso del PD la vanificasse: che Veltroni l’Africano potesse, per così dire, finire entro il leon. Onestamente non sarebbe stata una fine degna di lui. E non sarebbe stata una gran cosa neanche per chi sarebbe dovuto andare a raccoglierne i resti sotto i ciuffi di erbe calde. Munito di una paletta, credo.
Saluti, tuo Biri’

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