Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

MISSIONE (QUASI) COMPIUTA

lunedì 14 dicembre 2009

Andava di fretta, Dario, stamattina. Non so perché ma l'ho visto preoccupato; voleva salutarmi e andarsene ma l'ho convinto a fermarsi con me dieci minuti, il tempo indispensabile per commentare il fatto del giorno.
Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, ho provato ad aiutarlo ad uscire dall'imbarazzo andando subito al sodo:
"Dai e dai ce l'avete fatta" ho esordito un pò vigliaccamente (Dario è una persona perbene oltre ad essere mio amico: il suo disagio era sincero). "Devo riconoscere che il tiro, per essere stato scoccato da quello che si dice sia "un ciucchettone", ha colpito nel segno, non c'è dubbio. Un pò più in alto, questione di centimetri, e sarebbe stato perfetto. Per te e per i tuoi amici, almeno."
"Dai Biri" ha ribattuto tutto offeso il mio amico "Sei ingiusto. Lo sai che cose come queste sono agli antipodi dei miei desideri. La violenza non fa per me; mi dispiace moltissimo per il Cavaliere e sai che sono sincero."
"E perché devi dispiacerti?" l'ho provocato "O non c'era da aspettarselo, dopo tutto quello che si è visto, sentito e letto in questi ultimi mesi, che prima o poi qualcuno desse fuori di matto? E comunque non venirmi a dire che si tratta di un caso isolato; ci sono decine di migliaia di persone che aspirano a far fuori il Cavaliere per parlare solo di quelle che si autocandidano alla mattanza del Nostro su Facebook e ce ne sono assai di più che, senza esporsi personalmente, lo pensano, lo auspicano e darebbero via moglie e figli perché ciò accadesse.
E poi, devo riconoscere che il Cavaliere è andato a cercarsela. Ho letto la lucida e pacata analisi di Di Pietro che, essendo stato un Magistrato prima e leader di partito poi, ha puntualizzato con raziocinio e acume le "vere" responsabilità dell'attentato.
"Non sono gli altri che sono violenti" ha detto il depositario dei valori italici "E' lui che è Berlusconi".
Folgorato dall'analisi, e confortato dal fatto che sia stata subito approvata dalla Bindi, ho dovuto rivedere il mio primo atteggiamento che era stato di sdegno e di condanna. E' vero. Non c'è alcun dubbio che Berlusconi sia Berlusconi e non c'è alcun dubbio che questo fatto incontrovertibile e insanabile, possa portare al gesto inconsulto chi, notoriamente pacifista, progressista, antirazzista, oltre a biodegradabile, geotermico e sopratutto tollerante, non riesce a tollerare che il Cavaliere sia, dopotutto, quello che è. O vogliamo mettere alla gogna coloro che si augurano ed operano perché si produca tutto il male possibile al loro avversario? Siamo forse razzisti?
Probabilmente, in un processo imparziale come quello che certamente si augura Di Pietro, il signor Berlusconi, sarebbe condannato per istigazione a delinquere. Non c'è dubbio alcuno infatti (argomenta Di Pietro, che si sa, è uomo d'onore) che è proprio lui, il Cavaliere, il solo responsabile, il vero mandante dell'atto delittuoso contro la sua stessa persona. L'altro, quello che ha materialmente effettuato l'atto non è che la vittima inconsapevole e irresponsabile della violenza che il Cavaliere ispira agli altri affinché lo puniscano del fatto di esistere e di essere quello che è. E non cerchi di commuoverci con il labbro gonfio, il naso da pugile e la mezza dentiera: l'origine della violenza degli altri è lui.
Del resto come si fa a non condividere il giusto sdegno di coloro che hanno subìto le vessazioni di quest'uomo, andato al potere solo perché alcuni cretini (la maggioranza degli italiani), lo ha votato?
Con tutti i danni che ha combinato ci vorranno decenni perché quella che è ancora per poco, l'opposizione illuminata, una volta andata al governo, possa riparare ai suoi guasti. Basta vedere le sue "imprese".
Subito si mise in capo di non far pagare l'ICI sulla prima casa, come se le famiglie italiane non fossero fiere ed arcicontente di sovvenzionare i loro comuni; poi volle togliere la spazzatura dalle strade di Napoli, eliminando in un colpo solo i proventi di quella che era diventata una importante meta turistica che il mondo intero ci invidiava e che faceva prosperare decine di famiglie di guappi e camorristi che ora, non sanno più cosa fare per mangiare.
Non contento si dedicò forsennatamente a ricostruire in quattro e quattr'otto le case per i terremotati d'Abruzzo come non sapesse come si fa in questi casi, che bisogna tenerli per anni nelle baracche, i terremotati, che così si possono far lavorare schiere di imprese e fare appalti e subappalti per decenni. (loro poi, (i terremotati) tenerseli buoni a forza di promesse, che possono venire utili per tutte le elezioni, politiche, regionali e comunali negli anni a venire).
E poi, via, come si fa a tenersi un Presidente del Consiglio che è plurilaureato, che conosce due o tre lingue, che sa parlare a braccio e, che si fa capire dalla gente?
O che l'abbiamo sposato questo Berlusconi che non si riesce più toglierselo di torno? Ecco che finalmente qualcosa è si è mosso e il Destino ci ha mandato questo Tartaglia della Provvidenza che, con il suo gesto dinamico, veloce, efficace e imprevisto (Futurista, direi) ha, in un colpo solo, ridimensionato il Cavaliere, esaltatole schiere di volontari assassini che proliferano sui social network, e sopratutto si è candidato a icona della sinistra, dove, da ora in poi, santificato, siederà alla destra della D'Addario e di Spatuzza.
Dopo la Puttana e il Mafioso, ecco ora lo Squilibrato: che Triumvirato perfetto per controbattere la protervia cavalieresca. Bravi! Intanto, per qualche settimana, il Cavaliere, andrà avanti a semolino e dimmi se non è un risultato da poco per l'opposizione."
"Scherza, scherza" ha ribattuto Dario, amaro prima di aggiungere "Io non mi aspetto niente di buono".
Questa volta ho lasciato a lui l'ultima battuta. Il cielo era grigio, faceva freddo; un tuono in lontananza, annunciava un prossimo temporale. Nessuno di noi aveva l'ombrello così ci siamo lasciati velocemente, dopo esserci stretti, forte, la mano.



1 commenti:

Anonimo ha detto...

Eh Biri...Biri...Biribibò...
Meno male che legge Pazzaglia
ha lasciato fuori il gran Tartaglia..
E' stato un tiro ben assestato...
che ha lasciato Silvio sdentato..
Eh Biri...Biri..Biribiribò....
La bella Madunina
ha sfasciato la dentina
che ha baciato la Daddario
Oh mio Silvio che sudario...

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