Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

UN CHIARIMENTO DOVEROSO (Prima parte)

lunedì 7 dicembre 2009

Benché fermamente deciso a limitare la mia opera alla mera assistenza tecnica inerente la pubblicazione dei frequenti parti intellettuali del Biri (per la maggior parte solamente curiosi aforismi, strampalati dialoghi, estemporanee conclusioni, inutili citazioni) ho ritenuto, come moderatore ad interim di questo blog, di convocare il mio amico per chiarire un argomento che essendo oggetto, da qualche tempo, di critica, abbisognava, a mio avviso, di alcune precisazioni.

Pertanto l’ho invitato a casa mia e l’ho fatto accomodare in salotto dove, davanti ad un boccale di nerissima birra (beve la birra, il Biri) l’ho posto, immediatamente e brutalmente, di fronte alla domanda che mi premeva.

- Biri - gli ho fatto – tu hai sempre proclamato di considerarti imparziale, di pensare con la tua testa, di non volerti appiattire sui pensieri prevalenti e di fare dell’obiettività la tua bandiera. E’ anche per questo che, dietro tua richiesta, ti ho approntato, in questo blog, uno spazio virtuale dove, da un po’ di tempo, puoi liberamente dare sfogo a tutti i tuoi sarcasmi e illustrare le più strane teorie. Ma ora, sembrerebbe che la tua tanto conclamata obiettività si sia appannata e che tu ti sia un po’ troppo schierato a vantaggio di una sola parte. Giù la maschera e fuori la verità. Tu sei per il Cavaliere. Non negarlo anche perché non ci sarebbe niente di male, in fin dei conti ognuno ha le sue idee; solo, in tale evenienza, non andare più a millantare che sei indipendente, che ti riservi il diritto di critica di ognuno e che non ti riconosci nelle teorie e nei programmi di alcun partito o personaggio politico. Vuota il sacco, quindi (parlavo come i gangsters dei film americani degli anni Quaranta). Ti prometto che continuerò in ogni caso ad essere tuo amico anche se, non posso nasconderti che dovrei valutare, risultasse un tuo schieramento ideologico, l’opportunità di continuare a tenere questo blog che ti ho approntato solo alla condizione che non scadesse in polemiche di parte (blogs del genere ce ne sono a milioni, sul web). –

Il Biri non è sembrato affatto stupito. Mi ha guardato, e dopo aver sorseggiato fino in fondo la Guinness che gli avevo versato per invogliarlo a rispondermi, si è deterso la schiuma che gli era rimasta agli angoli della bocca con il dorso del braccio, si è messo comodo sulla (mia) poltrona e mi ha risposto, più o meno, così:

- Amico mio, rassicurati. Nessun cedimento alle parti in gioco. Hai ragione: da un certo tempo non mi riconosco più per quel tipo così anticonformista e indipendente come spavaldamente mi ero sempre reputato; faccio quindi autocritica e ammetto: sì, nell’agone politico del nostro Paese c’è uno schieramento che mi interessa al punto monopolizzare i miei interessi di piccolo scrittore. E’ a quello schieramento che guardo con più attenzione, è quello che mi ispira, quello della parte politica che ho eletto, per il momento, a protagonista delle mie cronache minimali. E’ la sinistra. –

Sono rimasto allibito. Si vedeva, così il Biri ha proseguito nella sua confessione di responsabilità:

- Vedi, caro, per noi, cinici qualunquisti, nella lotta tra il centrodestra e la sinistra non è possibile restare a lungo indifferenti. Bisogna decidersi presto a scegliere quale è la parte che merita più attenzione, quella che dà più spunti creativi, quella che “ha bisogno”, direi, di una sferzata di vis polemica. Bene, mi son detto; urge una scelta. Il centro destra l’ho scartato subito per un motivo evidentissimo e decisivo: non c’è, e che non c’è risulta evidente a tutti dato che anche i suoi avversari (la sinistra) non lo attacca, non lo considera, non lo affronta, limitandosi (si fa per dire) a concentrarsi sul suo leader indiscusso. Il Cavaliere. -

Ha fatto una pausa ad effetto apposta perché lo spronassi a continuare;

- Se il centro destra non c’è (come oggetto di satira) ci sarebbe comunque Lui (il Cavaliere) che però è impermeabile, anzi, repellente ai cazzeggi (la cosiddetta satira) e agli attacchi anche quelli più scomposti ed eclatanti per almeno due motivi il secondo dei quali è che ogni critica, ogni attacco e ogni sfida al Nostro, si rivolge in un immediato danno per chi la propone e la esercita e per un immancabile, subitaneo, irresistibile e assolutamente inspiegabile aumento di consenso e popolarità per colui che avrebbe dovuto esserne la vittima designata.

Quanto al primo motivo per il quale ho scartato il Cavaliere come oggetto dei miei modestissimi sarcasmi (se così vuoi definire gli appunti che pubblichi settimanalmente sul mio (tuo?) blog), è che essi gli vengono rivolti da anni da un intero esercito dei più prestigiosi comici, scrittori, artisti, conduttori, giornalisti, presentatori, commedianti, politici, sindacalisti, avvocati, criminali, avversari e compagni di partito al punto tale che:

a) difficilmente saprei trovare altri spunti originali; e:

b) non potrebbero certamente essere più efficaci, divertenti e con più mass-appeal di quelli escogitati dai professionisti appena citati.

E comunque non sono solo l’unico a trovarmi in difficoltà nell’ideare nuovi spunti di satira che abbiano per oggetto il Cavaliere. Pensa solo che c’è un Grandissimo comico, che è anche un Grandissimo attore oltre ad essere un Grandissimo regista e -ovviamente- Grandissimo fine dicitore (almeno a sentire la qualificatissima unanimità dei suoi recensori) che, evidentemente a corto di spunti anche lui a proposito del Nostro, ma desideroso di non deludere il foltissimo ed intellettualissimo pubblico che presenzia ai suoi spettacoli e che aspetta da lui l’ennesima battuta originale e corrosiva, (quella che provoca l’irresistibile risatona a bocca larga, fa scattare l’applauso scosciante della platea e rende quasi liberatoria la standing ovation accompagnata dal lancio in aria di cappelli, berretti e giarrettiere con imploranti richieste di bis da parte di tutto l’uditorio presente..) ebbene, anche lui, il giullare, il monellaccio, quello che ha sempre pronta la battutaccia e la risata da simpatica canaglia, non avendo evidentemente più spunti originali da spendere, da un po’ di tempo si presenta di fronte alla platea dove, dopo alcuni minuti di applausi da parte del suo pubblico adorante, si limita, fatte alcune risatacce e ghigni furbeschi, nel silenzio carico di attesa degli spettatori (tele e non) a dire, piano e scandendo bene la parola: “Berlusc…”. E’ troppo, basta. Non lo lasciano finire. Irresistibile, irrefrenabile, parte l’applauso. Ci sono urla, fischi di approvazione, gridolini di femmine prossime all’orgasmo collettivo; il nome del comico, anzi, dell’Artista (Grandissimo, ca va sans dire) viene scandito dall’intera platea in deliquio. Lo spettacolo è interrotto e ci vogliono cinque minuti buoni prima che possa riprendere.

E io, cosa potrei fare al cospetto di fior di artisti come questo? E gli altri satiri (nel senso che praticano la satira), non sono certo da meno. Colpiscono il bersaglio con battute fini e intelligenti, lo mettono alle corde con argomenti seri che non scadono mai nella volgarità o nel cattivo gusto e sopratutto non si permettono mai di far entrare nella loro vis polemica la vita privata dell’oggetto dei loro ironici ma pacifici strali. Devo essere sincero: io non me la sento di confrontarmi con professionisti di tanto valore. Sono quindi ripiegato, quasi per forza, sul centro sinistra. Lì sì che ce ne sono, di spunti! Terreno vergine! Lì la satira non ha fatto tabula rasa di argomenti; da quelle parti non si è nemmeno vista: è tutta per me! Ecco il motivo, assolutamente non politico, della mia scelta: è una scelta forzata tra una parte dove ogni creatività si è spenta ed una dove ci sono ancora milioni di opportunità da esplorare.

Quindi ecco la mia risposta, che per te deve suonare come una rassicurazione: nessuna scelta di campo politica, solo una mera scelta utilitaristica di chi, come me, crede nella politica e nei politici quel poco che basta per prenderli benevolmente in giro e poco più. -

Alla luce di tali precisazioni e poiché il tempo concesso all’intervista era spirato, dopo aver concordato con il mio interlocutore ed amico un altro incontro (perché rispondesse finalmente alla mia domanda; domanda che aveva accuratamente schivato), ho comunque deciso, nell’attesa, di continuare la pubblicazione del suo Taccuino su questo blog dopo aver offerto al Biri (e lui prontamente scolato), un’altra birra.

R. Mulinacci

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