Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

L'INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI ELETTORALI

mercoledì 31 marzo 2010

Stamani Dario era più scontroso del solito. C’era qualcosa che gli era andato storto, si vedeva. Per tirarlo su mi sono offerto di pagargli un caffè. “Grazie” ha bofonchiato.

Seduti uno di fronte all’altro al tavolo del bar, ho visto che, poco a poco, cominciava a sciogliersi.

Dopo qualche minuto al mio: “Sarai contento, no?” ha sorriso amaro. Sapevo che ci saremmo arrivati, al punto cruciale; ho fatto il nesci:

“Contento di che?” ho chiesto, candido e innocente.

“Dai, non far finta di niente. Lo sai benissimo. Le elezioni. La sconfitta della sinistra; il trionfo del Cavaliere: sarai contento. O no?”

“Beh, a dir la verità “ero” contento; ma solo all’inizio, subito dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali. Oddìo, contento si fa per dire. Come sai io non tifo per nessuno e della politica adopero in maniera utilitaristica e strumentale solo gli spunti polemici, o grotteschi, o comici, che, a iosa, mi propone continuamente. Però come sai avevo una certa simpatia per il Cavaliere; mi sarebbe dispiaciuto che pagasse dazio dopo tutte le carognate che da un anno e più gli stanno propinando i tuoi amici.”

Dario aveva aggrottato le sopracciglia ma era rimasto silenzioso; aveva capito benissimo a cosa mi riferivo. Ho proseguito: “Così devo confessarti che ero rimasto piacevolmente sorpreso dal responso elettorale. All’inizio.”

Dario non capiva. “Che vuol dire: all’inizio? Perché: ora?”

“Amico mio” ho risposto “devi perdonarmi, ma cosa vuoi: io, e come me quasi tutti coloro che hanno votato per la coalizione del Cav, siamo gente semplice, ingenua e ignorante al punto giusto (dato che altrimenti, come dice La Repubblica, voteremmo per Bersani-Di Pietro e Company). Mi perdonerai quindi se pensavo che per la sinistra cedere al centrodestra 4 Regioni e passare così da 11 Regioni amministrate a 7 fosse una sconfitta e mi scuserai se, analogamente, pensavo ad una vittoria del centrodestra avendo visto che aveva strappato 4 regioni alla sinistra passando da 2 a 6 Regioni amministrate. Il risultato delle Provinciali poi lo avevo completamente travisato: pensavo che fosse una grande vittoria dei berluscones strappare alla sinistra tutte le Amministrazioni Provinciali per le quali si votava. Chiedo la tua comprensione: è ovvio che in politica non ci capisco niente.”

Dario, anche se non la pensa come me, sa stare al gioco. Mi ha fatto da sponda:

“E poi?” ha chiesto, cautamente.

“Poi mi sono informato. Ho cominciato a leggere i giornali, quello di Scalfari in primis, ho visto l’approfondimento a Porta a Porta e ho capito tutto. Diavolo di una Sinistra! Altro che perdere le elezioni: un trionfo, è stato per voi! Un trionfo!”. Dario restando muto, l’ho rincalzato di brutto:

“Il primo dubbio alle mie certezze me l’ha messo Bersani quando, come prima dichiarazione ufficiale, ha sentenziato : -Non posso affermare che abbiamo vinto ma certamente posso dichiarare che non abbiamo perso.-, poi, di fronte ad una certa perplessità di fronte a tale criptica enunciazione, ha tirato fuori l’asso dalla manica: -Abbiamo conquistato la maggioranza delle Amministrazioni Regionali!-. Non ci avevo pensato, o meglio, mi era sfuggito. Diavolo d’un uomo! Era vero! La sinistra aveva vinto in 7 Regioni su 13! E quelli del Cav, cretini che non avevano capito niente, ad esultare! Che figura da barboni! Eppure la cosa è indubbia. Pensiamo ad esempio ad una guerra. Ipotizziamo una guerra contro l’Austria. Comincia la guerra e le ostilità vanno avanti per alcuni anni. Al momento dell’armistizio (facciamo l’ipotesi) ecco che l’Austria si ritrova ad aver conquistato tutta l’Italia settentrionale che quindi, da quel momento, diventa una provincia austriaca. -Abbiamo perso la guerra-, direbbero gli ignoranti come me. -Niente affatto- spiegherebbe a quegli sprovveduti Bersani, che se ne intende, -Dato che il Centro ed il Sud dell’Italia non sono state conquistate dagli austriaci è chiaro che la maggioranza dell’Italia è ancora italiana ed è quindi evidente che la guerra l’abbiamo vinta noi e gli austriaci hanno subito una cocente sconfitta” e giù, ad esultare con le bandiere al vento, bande e majorettes mentre volontari in divisa viola distribuiscono La Repubblica al popolo festante (frastornato, ma festante).”

“Scherza, scherza” ha fatto Dario, amaro “Non c’è niente da fare. Il tuo Cavaliere resterà a vita al governo. Cos’altro potrebbe fare la sinistra per scalzarlo?”

“Cosa potrebbe fare? Due cose. Una: si trova un leader credibile, si leva diversi scheletri dagli armadi, fa una bella autocritica e si prepara bene bene per cercare di vincere, fra tre anni, le prossime elezioni governative. Oppure: continua come adesso con la sua ossessione berlusconesca con gli Spatuzza, le D’Addario, le spiate, le carognate, i cavilli, le prese in giro, le intercettazioni, i processi inventati, le Procure amiche, i girotondi, le calunnie, gli attentati, le offese, le santorate e tutto il solito teatrino di nani e ballerine che l’ha ridotta quello che è, la sinistra, in modo che si ridurrà ad una sparuta minoranza da proteggere come una specie in estinzione. Ma non vincerà più.”

Dopo un attimo di silenzio Dario si è alzato: “Si è fatto tardi” ha detto, significando che era arrivata l’ora di salutarsi. Prima di lasciarlo ho cercato di tirarlo su di morale: “A proposito” gli ho fatto “le sai le ultime sui grandi protagonisti della scena politica italiana degli ultimi mesi?

Marrazzo, pare abbia rinunciato a chiedere la libertà su cauzione. Vuole restare in prigione. Pare che uno come lui, abituato a pagare per andare a trans non se la passi poi male a passare le giornate (e le notti) in una stanza 4 metri per 4 con tre marocchini come compagni di cella (e, presumo, ferocemente allupati).

La D’Addario si accinge a scrivere un altro libro dove racconterà per filo e per segno tutti i dettagli delle sue avventure erotiche con il Cavaliere. C’è da immaginare che sarà un best seller; dopotutto la cortigiana più famosa d’Italia, oltre che belloccia, è sveglia e senza peli sulla lingua (o, se li ha, non sono suoi).

Franceschini, c’è da giurarsi, vorrà vendicarsi su Bersani. La spiegazione della vittoria della sinistra non l’ha convinto per niente e dice che, senza bisogno di fare tante ca…te inutili come le famigerate Primarie Democratiche, a perdere con il Berlusca, riusciva anche a lui.

Ne vedremo delle belle”.

Con Dario ci siamo salutati con simpatia. Ho proseguito la mia passeggiata a cuor leggero; mi sentivo allegro e rilassato. Anche se, come dice Bersani, aveva vinto la sinistra.

0 commenti:

Posta un commento