Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

INTERCETTAZIONE SCONVENIENTE

mercoledì 28 aprile 2010

Dal rapporto (marcato: STRETTAMENTE CONFIDENZIALE) inviato dai Carabinieri a ...omissis... avente per oggetto la trascrizione di una intercettazione telefonica registrata su una utenza riservata e personale del Presidente del Consiglio. (Il Cavaliere è indicato come S e l'interlocutore come PL).


Un pomeriggio di fine Aprile; è quasi sera:

driiinn.. driinn (suona il telefono)

S:
Pronto?.. Pronto? Chi parla?.... (silenzio)

S:
Ma insomma, che scherzi da prete sono questi... chi parla! Sei tu Bersani?.. Dai, non fare il bischero. Vuota il sacco e fai presto per favore. Ci ho un party stasera e non voglio far tardi. Parla: che vuoi stavolta?

PL:
Scusami Silvio, lo so che è tardi, ma.. la faccenda è grave... se puoi darmi un consiglio.. una rassicurazione...

S:
Ci risiamo. Davanti ai giornalisti fai il duro, rivolteresti il mondo, e poi sei sempre a chiedermi dei favori. Di che si tratta, stavolta?

PL:
E'... Mortimer. Sono preoccupato per Mortimer. Non so se mi capisci.

S:
Francamente no, Gigi. E poi, caso mai dovrei essere io ad essere preoccupato, non ti pare? E invece sto tranquillo; la situazione per quanto mi riguarda è sotto controllo.

PL:
Silvio, Silvino, che cosa dici? Sotto controllo? Ma quello là ti vuol fare la fronda interna... ti vuole spaccare il partito. Ti vuole mandare a casa e dici che la situazione è sotto controllo? Cosa vuoi dire? Mi spaventi. Lo so cosa pensi. Lo so cosa vuoi fare per mettere in condizione Mortimer di non nuocerti. Vuoi andare alle elezioni anticipate. Ma a me non ci pensi? Silvino se vai alle elezioni non so se ci guadagnerai, pensaci bene.

S:
Ma che elezioni, Gigi! Io Mortimer l'ho già disinnescato. Anche se mi sei avversario voglio dirti che ho pensato di fare di... Mortimer. Dunque. Quello io lo conosco bene; vuole contare qualcosa. Quello che gli interessa è apparire. Sai cosa voglio dire. Rilasciare interviste, tagliare nastri, presenziare, andare ai dibattiti... roba così. Pensa di mettere fieno in cascina per quando io non mi occuperò più di politica. Insomma vuole visibilità. E io gliela do. Per tenermelo buono fino al tempo opportuno. Non te ne sei accorto? Ora è sempre in televisione e non solo nei TG. Va da Santoro, dall'Annunziata, va a parlare alle Università, va a disquisire con Costanzo, da Vespa. Va da Chiambretti, dalla Dandini, da Vaime. Viene ospitato come esperto, o come opinionista. A volte come persona offesa, a volte come accusatore ma il nostro amico, facci caso, è sempre in televisione. E sui giornali. E così, non solo non mi rompe più i ...omissis... ma ora ha fatto anche marcia indietro e va a dire in giro che no, non mi vuole male. Vuole solo spazio. Vuole spazio? E io glielo dò. Ma per poco.

PL:
Silvio, Silvino cosa vuoi dire, per poco? Mi fai paura. Lo sapevo, lo sapevo. Vuoi le elezioni. Ma lo sai che se si va alle elezioni ora... insomma noi... io... Silvio, Silvino, se si va alle elezioni ora, non solo la Lega prende il 30 per cento anche a Canicattì ma il PD muore, sparisce, evapora... Insomma Silvio, hai pensato che cosa succede se io, insomma, se noi non ci siamo più? L'opposizione te la fa Di Pietro, Grillo, i Centri Sociali... Silvio, pensaci bene. Se noi non ci siamo più, tu come farai?

S:
Calma, calma, Gigi. Te l'ho detto che non voglio le elezioni ma mi pare strano che non le voglia nemmeno tu. E' la prima volta che succede. In Italia e forse nel mondo. Voglio dire, la maggioranza ha delle difficoltà e l'opposizione invece di gridare ai quattro venti di andare alle elezioni, si dà da fare affinché, per carità, di elezioni non se ne parli nemmeno. Qualcuno dei tuoi è arrivato a minacciare il mio governo e la mia maggioranza dicendo che le elezioni anticipate sono una vera e propria minaccia. Un atto "fascista" insomma. Gigi, io non vi capisco più. Ma ti voglio rassicurare; alle elezioni non ci voglio andare ma se Mortimer continua a dar di fuori lo sai che cosa faccio? Lo sbologno in un attimo. Tanto al posto suo ne trovo cento. Rassicurati.

PL:
Ma che rassicurati, che rassicurati! E' proprio questo il problema. Se lo mandi via, quello.. sì, Mortimer, si mette con Rutelli e Veltroni e fonda un nuovo partito della sinistra. E io dove andrò? Silvino, non vorrai ammettere che preferisci aver per avversari Mortimer e Cicciobello piuttosto che il sottoscritto!
Io ti sono sempre stato leale.

S:
Gigi, s'è fatto tardi. Sai, il party.. Comunque non ti preoccupare.

PL:
Dici bene, te. Io mi preoccupo, invece.... Pensa a quello che ti ho detto. Ciao. A proposito: c'è ancora un posto per quel party? Sai, ho la serata libera e vorrei tirarmi un pò su.

S:
Mi dispiace Gigi, siamo al completo. Pensa alla salute.

PL:

Macché salute! Gr....(omissis).... e Mortimer... fac... a c.....! Va... acca....hà..... (omissis)..... (omissis).....

La conversazione si interrompe.

LA DEVIAZIONE

domenica 25 aprile 2010

La notizia si era sparsa come un fulmine nel piccolo centro di ****, nella provincia pisana. "Ma davvero?", "Siamo sicuri?"... le domande fioccavano dovunque, nei negozi, alla Posta, per le stradine del centro storico. La notizia sembrava inverosimile; ma come? Il leader della sinistra avrebbe fatto una sosta proprio in quel paesino sperduto; e perché mai? Si decise di andare in massa alla Casa del Popolo: tempo dieci minuti ed una grande folla si era assiepata nel vasto piazzale prospiciente la struttura ma anche lì, i responsabili del Circolo non ne sapevano niente. Però la notizia sembrava vera; pareva che, causa un incidente alla sua auto che avrebbe dovuto portarlo urgentemente a Roma, il famoso personaggio fosse stato costretto a fare una deviazione imprevista per far riparare il mezzo e che, ripreso il viaggio, non avrebbe potuto fare a meno di passare proprio da **** per riimmettersi, poi, nell'autostrada per la Capitale. Telefonarono al meccanico dell'unica Autoriparazione della zona; il meccanico confermò la riparazione e la deviazione e dissolse ogni dubbio: il leader indiscusso della classe operaia, il più fiero antagonista dell'odiato Cavaliere, colui che avrebbe ricompattato in un unico partito il Popolo Viola, quello Arcobaleno, i Girotondi, gli Antagonisti, i Pacifisti, i Verdi e tutti i vari movimenti eco-anti-solido-progressisti sarebbe passato proprio da lì. Alternative non ce n'erano; la strada era una sola e passava proprio davanti alla Casa del Popolo (ribattezzata, pomposamente e in modo abbastanza fuorviante Casa Culturale). Fu deciso di aspettarlo per salutarlo, omaggiarlo ed incitarlo a proseguire nella sua missione.
Dopo una mezz'oretta buona, ecco finalmente la macchina blu che spunta da dietro la curva: la folla è un turbinìo; i due vigili urbani non riescono a trattenere la gente che si accalca in mezzo alla strada; spuntano alcune bandiere rosse, poi, come ad un comando prestabilito, mentre l'auto si ferma, impossibilitata a muoversi, e la figura seduta nel sedile posteriore apre il finestrino per ringraziare i presenti di quella dimostrazione spontanea ed entusiasta, tra le grida di "Grazie di esistere!", "Fallo nero, il Berlusca!", "Pensaci te!", parte irrefrenabile un incitamento ritmato come un coro da stadio: "Gian-Fran-co! Gian-fran-co!". Tutti guardano verso l'auto, chi si appresta a scattare una memorabile foto col telefonino, chi alza sopra la testa il bambino che ha con sé perché possa vedere meglio.. Ecco, il vetro scende lentamente, una faccia si sporge; spunta un viso stupito, addolorato, inaspettato. Il boato della piazza scema, s'arresta. Cade il silenzio. Le bandiere vengono riarrotolate, i telefonini riposti, un vecchio militante sputa in terra prima di andarsene; si fa silenzio e la grande piazza si svuota in un baleno.
Il vetro del parabrezza si richiude, poi l'uomo seduto nel sedile posteriore, tristemente si rivolge all'autista con un velo di stizza nella voce: "A Roma, a Roma. E veloce". Era Bersani.

I FRATELLI "DE REGE"

sabato 17 aprile 2010

Da settimane la sinistra "de chez nous" si arrovella per trovare un leader che possa far concorrenza al Cavaliere; a tale proposito persino un giornale pieno d'aplomb come "L'Espresso" ha lanciato un sondaggio (segno che sono proprio alla frutta). In effetti non c'è nessuno (nemmeno loro che quanto a esse' duri, sò duri sodo) che si accorga che i capetti odierni della sinistra odierna sono improponibili e non solo all'estero ma persino alla maggioranza dei nostri concittadini. O sono velleitari, o sono presuntuosi, o sono tutte e due le cose insieme ma sempre chiacchieroni, inconcludenti, roboanti di bellissime intenzioni ma ognuno di loro con un curriculum che, se si dovesse valutare una assunzione da quello di buono che hanno combinato in anni e anni di chiacchiere (o se volete: dibattiti, incontri, assemblee e via col liscio con il loro rifrittume di parole d'ordine, di manifesti, di marce e di concerti solidali) senza costrutto, resterebbero disoccupati a vita.
Dopo che il cavaliere ha distrutto politicamente tutti quelli che gli si sono opposti in questi ultimi anni (D'Alema, Prodi, Veltroni, Rutelli, Franceschini solo per ricordare qualche nome) e dopo che le minacce, le calunnie, le procure d'assalto, le intercettazioni e persino gli attentati personali si sono rivelati inconcludenti, è persino comprensibile che quelli della sinistra si guardino attorno sconcertati alla ricerca di qualcuno che possa risollevare il partito e, possibilmente, dare la paga al Berlusca.
Io una proposta ce l'avrei.
Scarterei subito i due galletti del Pollaio Democratico (o PD se volete) che si punzecchiano ad ogni occasione: né Bersani né Franceschini hanno il carisma per controbattere non dico al Cavaliere, ma nemmeno, che sò, al Mago Otelma, a Topo Gigio o alla Maionchi e assomigliano sempre più ai vecchi Fratelli De Rege, quel vecchio duo comico interpretato da Walter Chiari e Campanini dove quello che faceva da "spalla" introduceva l'altro con la frase divenuta celebre: "Vieni avanti, cretino!"; quanto ai vecchi notabili (insomma D'Alema e Veltroni, per non parlar di Prodi) hanno trovato la pace dei sensi (e del portafoglio) in una miriade di cariche inutili ed inconcludenti che comunque hanno fatto perder loro la voglia e sopratutto l'interesse di rimettersi in campo in prima persona contro quel diavolo del Berlusca.
Io proporrei Fini. Fini è il candidato perfetto, l'antiberluscones completo e rifinito. La sua candidatura se l'è conquistata non con quelle pagliacciate delle "primarie" (come quelli di sinistra chiamano la procedura per cui la gente viene chiamata a votare -a pagamento- per chi indicano loro si deve votare), ma sul campo, e rischiando di persona. E poi è ambizioso, elegante, serio, cinico e voltagabbana come si richiede nei salotti radical-chic dove i santorini e gli scalfariani indicano la linea del partito.
E comunque la sua elezione a leader della sinistra sarebbe incredibilmente appropriata come esemplificazione dell'involuzione del partito che si definiva "dei lavoratori": settant'anni dopo Gramsci e sessanta dopo Togliatti, con Bertinotti che ormai esce solo per andare alle "Prime" della Scala, Cofferati che mendica un posto da sindaco e Luxuria che ha deciso di farsi operare a Casablanca non ci resta che vedere i resti di quella che fu "la sinistra" in mano ad un ex fascista (Fini) e ad un neo fascista (Di Pietro). Sarebbe veramente impagabile. Roba da non dormirci la notte.

Biri.