Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

LA DEVIAZIONE

domenica 25 aprile 2010

La notizia si era sparsa come un fulmine nel piccolo centro di ****, nella provincia pisana. "Ma davvero?", "Siamo sicuri?"... le domande fioccavano dovunque, nei negozi, alla Posta, per le stradine del centro storico. La notizia sembrava inverosimile; ma come? Il leader della sinistra avrebbe fatto una sosta proprio in quel paesino sperduto; e perché mai? Si decise di andare in massa alla Casa del Popolo: tempo dieci minuti ed una grande folla si era assiepata nel vasto piazzale prospiciente la struttura ma anche lì, i responsabili del Circolo non ne sapevano niente. Però la notizia sembrava vera; pareva che, causa un incidente alla sua auto che avrebbe dovuto portarlo urgentemente a Roma, il famoso personaggio fosse stato costretto a fare una deviazione imprevista per far riparare il mezzo e che, ripreso il viaggio, non avrebbe potuto fare a meno di passare proprio da **** per riimmettersi, poi, nell'autostrada per la Capitale. Telefonarono al meccanico dell'unica Autoriparazione della zona; il meccanico confermò la riparazione e la deviazione e dissolse ogni dubbio: il leader indiscusso della classe operaia, il più fiero antagonista dell'odiato Cavaliere, colui che avrebbe ricompattato in un unico partito il Popolo Viola, quello Arcobaleno, i Girotondi, gli Antagonisti, i Pacifisti, i Verdi e tutti i vari movimenti eco-anti-solido-progressisti sarebbe passato proprio da lì. Alternative non ce n'erano; la strada era una sola e passava proprio davanti alla Casa del Popolo (ribattezzata, pomposamente e in modo abbastanza fuorviante Casa Culturale). Fu deciso di aspettarlo per salutarlo, omaggiarlo ed incitarlo a proseguire nella sua missione.
Dopo una mezz'oretta buona, ecco finalmente la macchina blu che spunta da dietro la curva: la folla è un turbinìo; i due vigili urbani non riescono a trattenere la gente che si accalca in mezzo alla strada; spuntano alcune bandiere rosse, poi, come ad un comando prestabilito, mentre l'auto si ferma, impossibilitata a muoversi, e la figura seduta nel sedile posteriore apre il finestrino per ringraziare i presenti di quella dimostrazione spontanea ed entusiasta, tra le grida di "Grazie di esistere!", "Fallo nero, il Berlusca!", "Pensaci te!", parte irrefrenabile un incitamento ritmato come un coro da stadio: "Gian-Fran-co! Gian-fran-co!". Tutti guardano verso l'auto, chi si appresta a scattare una memorabile foto col telefonino, chi alza sopra la testa il bambino che ha con sé perché possa vedere meglio.. Ecco, il vetro scende lentamente, una faccia si sporge; spunta un viso stupito, addolorato, inaspettato. Il boato della piazza scema, s'arresta. Cade il silenzio. Le bandiere vengono riarrotolate, i telefonini riposti, un vecchio militante sputa in terra prima di andarsene; si fa silenzio e la grande piazza si svuota in un baleno.
Il vetro del parabrezza si richiude, poi l'uomo seduto nel sedile posteriore, tristemente si rivolge all'autista con un velo di stizza nella voce: "A Roma, a Roma. E veloce". Era Bersani.

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