Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

LA BEFANA...

domenica 2 gennaio 2011

Si sa, oggi la Befana non dice mai di no. A nessuno. Una volta si pensava che i regali li portasse solo ai bambini buoni, intendendo così quelli che durante l’anno avevano dato rètta ai genitori, quelli che il pomeriggio si mettevano tranquillamente a fare i compiti senza bisogno delle solite implorazioni inascoltate, dei soliti ordini disattesi o delle solite minacce velleitarie, quelli che dopo cena, andavano da sé a dormire senza nemmeno bisogno di ricordargli che, dopo “Carosello”, bisognava mettersi a nanna. Poi, col passare degli anni e sulla rotta del buonismo dilagante anche la cara Befana, che per buona parte dell’anno in attesa dell’Epifania non ha letteralmente niente da fare, dopo averci pensato su per un bel po’, ha cambiato leggermente quelle regole che lei stessa si era imposta e che prevedevano per i piccoli che erano stati discoli nient’altro che una calza piena zeppa di carbone. Beh, come darle torto? Dopo anni ed anni spesi a leggere “Repubblica” e altri quotidiani consimili votati al perdonismo e al giustificazionismo ad oltranza (con le dovute eccezioni s’intende), considerate bene le sentenze dei tribunali e le loro scarcerazioni facili, e dopo aver visto che anche un terrorista pluriomicida basti che emigri all’estero e, se quando ammazzava militava dalla parte “giusta”, qualcuno che lo perdona, o che lo protegge, o che persino lo venera, lo trova sempre, beh allora, si è detta la vecchietta con la scopa, devo cambiare anch’io.
Da allora la regola alla quale si attiene la Befana è strapolitically correct: purché si appenda la calza, regali a tutti, nessuno escluso. Unica condizione: che si tratti di regali utili affinché non si vada in giro a dire che anche la vecchietta propaganda il consumismo.
Ecco quindi che da qualche decennio, i bambini ricevono i regali della Befana a prescindere dalla loro “bontà” pregressa; anzi. Siccome la ragione (ha pensato la vecchia volante) è di chi grida più forte degli altri (è entrata in questa convinzione da quando è diventata spettatrice assidua dei talk show così pacatamente e signorilmente animati, sotto l’imparziale giurisdizione di Santoro, da quel grande giornalista televisivo che è Travaglio, il mite Campione del Bon Ton), ecco che sono invariabilmente i più beceri ad aggiudicarsi i doni migliori. Non va bene, ha pensato la Befana, ed ha esteso la gamma dei beneficiati dai suoi regali anche agli adulti. Perché no? si è chiesta retoricamente; sono forse i grandi da meno dei piccoli? E per evitare di fare una discriminazione in tal senso ha messo l’Abarth alla scopa, ha aumentato la capacità del suo sacco ed ha anticipato di qualche giorno il periodo delle consegne per poter portare i regali della notte dell’Epifania anche ai grandi.
Ovviamente la lista dei doni è assolutamente top secret essendo la privacy una cosa importantissima (un’altra cosa che la vecchina ha imparato vedendo con quale integerrima scrupolosità si tutelino da noi gli affari privati dei cittadini) ma, utilizzando una tecnica sofisticata approntata e perfezionata da quel burlone di Assange (sì, il volpone di Wikileaks)  io (sì, proprio io)sono riuscito a conoscere il contenuto dei pacchi che, via scopa-bus, la Befana porterà ad alcuni politici italiani. (Ovviamente non posso mettere la mano sul fuoco sull’autenticità di queste notizie di per sé riservatissime ma, appellandomi alla famosa libertà di stampa e di opinione non dubito di poter stroncare sul nascere qualsiasi velleità censoria nei miei confronti. Quanto alla possibilità che le notizie siano inesatte che devo dire? Non posso escluderlo; non più però di quelle che la velina rossa più amata dagli italiani propina giornalmente a schiere di fedeli lettori; del resto che cos’è la verità se non una bugìa non ancora scoperta? Quello che mi interessa di una notizia, più che sia vera è che essa sia verosimile: è la verosimiglianza il massimo che possiamo aspettarci da una notizia, la qualità più prossima all’inafferrabile verità).
Allora ecco la lista (parziale) dei VIP politici con i regali che la Befana metterà nelle loro calze:
a Fini:                                  Un piffero di abete, tutto fatto a mano da un vecchio boscaiolo di Cortina (SPIEGAZIONE: come è noto, il Presidente super super partes appartiene honoris causa alla Congrega dei Pifferai di Montagna, quelli che partirono per suonare e tornarono suonati…)
a Bocchino:                    Un megafono da 2000 decibel (SPIEGAZIONE: dal fatidico 14 Settembre, il Carneade che in poco più di tre mesi era diventato uno dei politici più autorevoli e considerati da “Repubblica”, Santoro, Fazio e affini; colui che era ambitissimo dagli anchor men, quello sempre presente in ogni dibattito, convegno, intervista o talk show televisivo, si è improvvisamente eclissato dalle telecamere e dagli editoriali. Non lo si vede più, non lo si sente più: è completamente sparito. Si è parlato di una rara malattia simile alla vertigine. Essa colpisce chi si trova improvvisamente ed immeritatamente spinto in alto: se uno non ci è abituato ecco che l’altezza gli dà alla testa la quale comincia a girargli, a girargli e gli impedisce, per quanti sforzi faccia, di parlare. Il megafono di Babbo Natale riuscirà a fare in modo che lo sventurato riesca, come una volta, a far sentire la sua voce?).
a Scalfari:                         Un contratto decennale di collaborazione esclusiva con “Repubblica” di Barbara Alberti, Signorini e Solange (SPIEGAZIONE: affinché il suo giornale, scaduto in pochi anni da quotidiano più autorevole d’Italia a bollettino specializzato in propaganda politica, cronaca pruriginosa e chiacchiericci scandalistici, se deve proprio dedicarsi agli oroscopi, al gossip o alle puttan-news lo faccia almeno in modo professionale e divertente)
a Bersani:                         Un maglione di lana merinos a coste larghe e un passamontagna di pile. (SPIEGAZIONE: dopo essersi scagliato in ogni occasione contro il Cav, ora il Bersa si accorge che i pericoli per lui vengono dai suoi, tutti intenzionati a farlo fuori a cominciare da D’Alema, Fassino e il pugliese con l’orecchino. Tutti, nel PD, cospirano contro di lui alle sue spalle e così tanti spifferi provenienti da tutti i lati tengono il povero Bersani in costante apprensione; un bel maglione di lana caldo e pesante potrà almeno aiutarlo a sopportare meglio, se non il defenestramento che sembra imminente, almeno il torcicollo).
A Di Pietro:                                            Un vocabolario Burino-Italiano e Italiano-Burino completo di indicazioni per la corretta pronuncia dei vocaboli. (La simpatica vecchietta ha però molte perplessità sul fatto che il Campione di Tutti i Giustizialisti riesca a consultarlo da quando ha saputo che il leader dell’iddivù stette per due anni senza riuscire a telefonare a nessuno fino a che Donadi, impietosito, gli disse che i nomi nell’elenco telefonico, quello che Di Pietro consultava per ore senza mai riuscire a trovare il numero della persona che cercava, erano ordinati in ordine alfabetico).

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