Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

C'è Miss e Miss

martedì 1 febbraio 2011

Da tempo la Lega Nord di Pisa,  minuscola propaggine della formazione politica presente in forma massiccia nell’Italia Settentrionale, aveva programmato a San Miniato, ridente cittadina posta quasi a metà strada tra Pisa e Firenze, una manifestazione centrata sull’elezione della Miss Padania provinciale.
Sia chiaro, l’unica cosa di padano che c’è in toscana (a cercar bene) è il grana (anche perché costa meno del parmigiano); per il resto noi toscani siamo e restiamo orgogliosamente autoctoni, autosufficienti e autoreferenti. Non ci piacciono le novità e diffidiamo da chi viene a proporci da chissà dove (e chissà perché) manifestazioni che puzzano lontano un miglio di propaganda occulta (nemmeno troppo).
Però: c’è un però.
L’elezione della Miss Padania sanminiatese era libera. Libera nel senso che erano libere le ragazze di parteciparvi, liberi gli spettatori di andarci, liberi gli sponsor di aderirci. Era autorizzata dal Comune e dalle varie Autorità che di solito vengono interpellate in casi come questi. La manifestazione aveva inoltre una data certa, un orario prestabilito e un luogo deputato: insomma non c’era niente di illegittimo, niente di eversivo, niente di peccaminoso, niente di costrittivo, niente di niente che non fosse un semplice e forse ingenuo, concorso di bellezza come quelli che si organizzano da anni, e senza scandalizzare nessuno (almeno in modo visibile) in ogni Casa Culturale, o Casa del Popolo, o Circolo Arci, o Festival dell’Unità (che Dio li abbia in gloria, quei tempi!) che dir si voglia.
C’è anche da ricordare che la Lega Nord, organizzatrice dell’evento, è una forza politica democratica, radicata da tempo in gran parte del territorio nazionale, e presente (nemmeno in piccola parte) nei due rami del Parlamento della Repubblica.
Sembrerebbe, detto così, tutto assai facile, normale e condivisibile: le autorizzazioni c’erano e c’erano anche le ragazze partecipanti; ragazze normali, di queste parti, per nulla diverse da quelle che partecipano alle stesse competizioni di bellezza che vengono organizzate in ogni occasione dai partiti dichiaratamente e orgogliosamente Democratici (nonché Tolleranti, Pacifisti e, ovviamente, Antirazzisti).
Con queste premesse pensavo che le alternative che si presentassero ad una persona normale messa di fronte a cotanto fatto (l’elezione della Miss leghista) fossero due; una morale: approvarla o disapprovarla, e una fisica: andarci o non andarci.
E invece no: ho imparato (e ne avevo evidentemente bisogno), che il mio atteggiamento rispetto a quella manifestazione (e cioè: fregarmene) era, a dir poco, antidemocratico e razzista; che ci sono concorsi e concorsi, elezioni e elezioni, ragazze e ragazze e anche miss e miss, e quello che avevo scambiato ingenuamente per un concorso di bellezza era nientepopodimeno che “una provocazione”.
Ecco quindi giustificatissima e sacrosanta la manifestazione antirazzista, antifascista, policulturale, multietnica e antiimperialista (nonché equa-e-solidale) con la quale un discreto numero di ferventi democratici ha manifestato contro le giovani debuttanti e i loro organizzatori riuscendo, coraggiosamente e con sprezzo del pericolo, a rovinare la manifestazione “razzista” (almeno così è stata definita con una plateale - e indelebile - scritta su un muro). I sedicenti padani, che con sprezzo del pericolo, pensavano di potersela giocare da pari a pari con coloro che hanno idee diverse dalle loro, hanno risalito in fretta e furia le valli dalle quali erano scesi alla volta della Rocca di Federico con orgogliosa sicurezza.
Dopo breve schermaglia verbale, la Democrazia ha trionfato ancora una volta, e da oggi le rosse bandiere della Tolleranza e della Solidarietà possono sventolare di nuovo, indomite, progressiste e rassicuranti con il loro messaggio proletario e rivoluzionario: Miss Padania, da qui, non passerà!.

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