Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

LE PRIORITA'

mercoledì 9 marzo 2011

Le priorità del momento, si sa, sono i processi al Berlusca. Per processarlo alla svelta, anzi, alla sveltissima, ne hanno fatte e ne stanno facendo di tutti i colori. A parte la consistenza penale dei “cosidetti” reati che a me sembra ridicola (sono gli unici nella storia giudiziaria italiana che non siano stati denunciati da presunte parti lese; gli unici in cui non ci siano vittime), a parte la sottrazione all’imputato del proprio giudice naturale, è incredibile il frenetico fervore che i magistrati di Milano mettono nel perseguimento del loro vero obiettivo: umiliare il Cav ostentandolo davanti alla gogna mediatica e, va da sé, condannarlo – o si fa finta di credere alla fantomatica “imparzialità” delle toghe rosse? – nella speranza che questo basti per cacciarlo dalla guida del governo (dato e assodato che con libere e democratiche elezioni nessuno della loro parte politica  riuscirà mai, Berlusca vivente e in campo, a prevalere).
Per questo obiettivo viene utilizzato di tutto: intercettazioni illegali, spiate di ogni tipo, maldicenze di corridoio, teoremi ridicoli, prorogazione delle scadenze dei termini, depenalizzazione dei reati commessi contro il premier (l’eroe Tartaglia, ritenuto innocente per aver scagliato una statuetta in viso al Cav è stato subito e precipitosamente scarcerato e messo al sicuro. Non è stato nemmeno condannato a risarcire la sua vittima risarcendogli le spese mediche sostenute per curarsi la parte colpita: il premier ha dovuto pagarsi tutto di tasca sua; “tanto i soldi ce li ha”, è stato il gelido commento dei magistrati), rigetto di tutte le eccezioni a difesa, accoglimento di tutte le aggravanti, composizione del collegio giudicante “ad hoc”, e così via.
Ovvio che, con tutte queste premesse, e magari dopo aver scorso, sia pur di sfuggita, “la Repubblica” o intravisto “Ballarò”, è facile, anche a non voler essere o diventare berlusconiano, perlomeno “fare il tifo” per lui. Non c’è nemmeno bisogno di essere di destra. Basta tenere in giusto conto la democrazia e la giustizia (non la magistratura).
Nel frattempo, mentre la classe politica, i mass media ed i giudici sono occupati con cose come queste o come l’inaudita e demenziale “Festa del Centocinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia”, migliaia di clandestini nord-africani sbarcano ogni giorno, non solo incontrastati, ma accolti, soccorsi, sfamati, ospitati e curati, sulle nostre coste. Ognuno di essi ci costa circa 55 euro al dì (il che significa che, se in un anno arrivassero  200.000 clandestini – cifra stimata al grande ribasso -, essi ci costerebbero, e solo per il primo anno, oltre 4 miliardi di euro – 8mila miliardi di vecchie lire-. Se si considera che questo prezzo si dovrà pagare ogni anno da ora in poi e che il flusso, in mancanza di deterrenti credibili, aumenterà, ecco che ne risulta una cifra mostruosa, insostenibile per qualsiasi Stato occidentale. Sono soldi che verranno sottratti ai futuri pensionati, ai malati, agli scolari, alle opere pubbliche, alla vita quotidiana di coloro che li hanno, prima guadagnati, e poi versati nelle casse dello Stato. Ieri i migranti sbarcati sono stati  1400, in una settimana  10.000 (come una piccola cittadina). In un anno centinaia di migliaia. Tutti vengono senza un vero motivo (non si tratta, come ben si sa, di “rifugiati politici”) che non sia quello di godere delle nostre libertà e del nostro tenore di vita evitando però qualsiasi integrazione (la loro religione “vieta” l’integrazione) ed creeranno obiettivamente un problema alla stessa sopravvivenza non solo del nostro stile di vita, ma della nostra stessa civiltà.
Nel frattempo il Presidente della Repubblica, come fosse il Presidente di uno stato estero non toccato (ancora) dal problema,  dice (anzi, per dirla come i giornali: “ammonisce”)  che, in tema di migranti, non bisogna lasciarsi prendere “né dal vittimismo, né dall’allarmismo”. Che Dio, insieme a tutti coloro che oggi minimizzano, eludono o sottovalutano  il problema, lo perdoni. Con queste premesse, e purtroppo, non sarà l'inquilino del Viminale a risolvere il problema.

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