Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

La scienza da Cesira

martedì 27 settembre 2011


"Insomma" disse il Biri quando, pressoché finita la cena, ci si apprestava a riempire l'ultimo spazio lasciato nello stomaco con i soliti cantuccini al vinsanto "Insomma pensatela come volete ma questa scoperta della velocità del neutrino, se non è la solita boiata, pare che sia roba da cambiare il mondo: che dico il mondo? L'Universo, la Storia, il Futuro, la Vita stessa". Silenzio. Gli amici che con lui dividevano la tavola dell'Osteria "da Cesira e Zaraballe" sembravano tutti intenti a inzuppare nel vinsanto più cantuccini che potevano e alle sue parole (per la verità abbastanza criptiche) nessuno, lì per lì, dette seguito.
Ma, essendo il Biri un tipo difficile da smontare, ciò non bastò a spostare la conversazione su un argomento diverso, più solido e verificabile, del tipo se erano più sode le pocce della figliola più giovane della Cesira o quelle della nuova spazzina (pardon: operatrice ecologica) che, a detta di chi pretendeva di averle testate, tendevano alla consistenza di un popone marmorizzato; pertanto, interpretando estensivamente il silenzio dei compagni di bisboccia come un invito a spiegarsi meglio, il nostro proseguì:
"Come si sa niente può superare la velocità della luce, una velocità quasi inimmaginabile, una velocità fantastica che permetterebbe di andare da Milano a New York in qualche centesimo di secondo, una velocità sulla quale ci si è basati addirittura per definire le distanze cosmiche fra i corpi celesti, come le galassie, le stelle e i pianeti che si misurano in giorni, mesi e anni-luce". "E allora?" chiese incautamente, tra un boccone e l'altro, Alberto del Pacciani (soprannominato "Lo stròlogo" da quando, dicendo: "Presagisco una grossa vincita", scommise 10.000 euro presi a prestito sulla vittoria del Pescara a Milano contro il Milan; risultato finale 5 a 0 per i lombardi).
"Beh, tutto falso. Contrordine ragazzi. La luce, se si mette a far gara col neutrino, arriva seconda. Battuta irrimediabilmente; distrutta; umiliata; polverizzata" rispose il Biri esagerando alquanto.
Poldo Zani ("Tanfino" per gli amici, per una ragione che non starò qui a spiegare), ingoiò alla svelta il decimo cantuccino onde liberare la mano destra che poi agitò due o tre volte davanti al proprio mento tenendo le cinque dita riunite a pizzicotto come a dire, fissando il Biri: "E a noi?....".
"Amici, ma non capite?" fece allora il Biri dando inizio alla sua perorazione "Se la luce non è la cosa più veloce che esiste, allora tutte le leggi fisiche, astronomiche e galattiche vanno a rotoli. Niente è più vero: la teoria del big bang, l'espansione dell'Universo, la distanza delle stelle, la legge di casualità e nemmeno il fatto che oggi sia oggi e non ieri, o domani. Il mondo che ci siamo costruito, ci crolla addosso; il futuro può essere già passato e il presente non esiste: vi rendete conto? Eppure ci dicono che sia proprio così. Hanno fatto la prova. Hanno spedito un neutrino dal Gran Sasso a Ginevra e lì è arrivato ben 60 nanosecondi prima di quanto ci avrebbe messo la luce! Ma ci pensate? E' una rivoluzione! Il mondo accademico e scientifico è in sobbuglio e la Hack ha già affermato che il vecchio Alberto (Einstein, n.d.e.) non era altro che un millantatore megalomane un pò toccato. Il nostro mondo è andato in pezzi da un momento all'altro. E senza preavviso. Se penso che ora dovranno ricalcolare le distanze di tutte le stelle, l'età dell'universo e la dimensione dell'infinito mi sento mancare" chiuse il Biri melodrammaticamente prima di chetarsi e vedere l'effetto che le sue parole avevano avuto sulla compagnia.
Tanfino riempì un gotto di vinsanto e glielo passò.
"Ma... come hanno fatto a misurare la velocità di codesto come-si-chiama? E come hanno fatto a dargli il via?  E, sono proprio sicuri che è arrivato primo? Chi c'era a controllare all'arrivo? Hanno fatto il fotofinish?" Povero Tanfino, pensò il Biri senza degnarsi di rispondergli, è brutta essere ignoranti. Poi però, dopo il terzo vinsanto, ripensò alle domande dell'amico. Gli altri lo videro scuotere la testa e sorridere tra sé e sé, come gli passasse per la testa una cosa buffa, o ridicola. Pensava il Biri. Pensava. ("Siamo sicuri che hanno misurato bene? Siamo sicuri che hanno fatto le cose come si deve?"). Pensava a tutti quei fisici nel Gran Sasso che, curvi sui loro monitor, dopo aver esaminato innumerevoli diagrammi, girato fior di manopole e confrontato migliaia di grafici, si erano riuniti per decidere se annunciare o no la Grande Scoperta. "Ma il mondo, sarà preparato a questa notizia? Non si potrebbe generare il panico nelle borse finanziarie, e proprio in un momento come questo?" dicevano, preoccupati i più pavidi; "Ma cosa dite?" rispondevano i più battaglieri "Sappiate colleghi che le scoperte della scienza devono sempre essere divulgate. Sempre. Succeda quel che succeda!", e fremevano per comunicare la storica notizia alla stampa. 
Il Biri scosse la testa come per allontanare quei pensieri e si guardò intorno. Ora, nella saletta dell'Osteria dove Cesira aveva allestito il tavolo per la piccola congrega di amici, si stava proprio d'incanto. La cena era stata ottima e abbondante e nessuno aveva più voglia di parlare, desideroso solo di gustarsi in tutta tranquillità quei momenti indicibili in cui ci si sente in pace col mondo, con gli altri e con noi stessi.
Sollecitata dall'ostessa, la figliola di Cesira venne a portare in tavola un'altra bottiglia di vinsanto, accolte da caldi e incondizionati apprezzamenti (lei e la bottiglia).
Il Biri, fino ad allora perso nei suoi pensieri, tornò velocemente alla realtà. Prese la bottiglia, versò il vinsanto agli amici, poi ne riempì il suo bicchiere fino all'orlo e fece cenno agli altri per richiedere attenzione. Si alzò, tese davanti a sé la mano con il bicchiere e lanciò il brindisi: "Al grande, vecchio Alberto!".
Senza far domande su chi fosse costui, tutti bevvero, e del neutrino, per quella sera, non si parlò più.

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