Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Libertà

venerdì 14 ottobre 2011

Ogni volta che mando un SMS o faccio una telefonata col mio telefonino sono spiato. Non voglio dire che effettivamente qualcuno in carne ed ossa stia lì a leggere i messaggi che mando o ad ascoltare le cose che dico; voglio solo dire che lo potrebbe fare, e potrebbe farlo anche successivamente, dato che in ogni caso l'ora e la provenienza dei miei messaggi e delle mie telefonate vengono registrate (e i dati sono tenuti per un periodo imprecisato) e, volendolo, e a mia insaputa, anche il contenuto. Se mi muovo con il cellulare in tasca lascio una traccia dei miei movimenti; senza che lo sappia, si potrebbe disegnare (anche in un tempo successivo) su una mappa tutto l'itinerario che ho fatto, evidenziando i luoghi per i quali sono passato e a che ora. Questo vale anche se tengo il cellulare spento; dovrei toglierne la batteria per evitare di lasciar traccia di me. Ciononostante nessuno (letteralmente: nessuno) fa a meno del cellulare; nessuno omette di fare telefonate o inviare messaggi e nessuno ne toglie la batteria per non essere tracciato.
Ogni volta che, come altri milioni di italiani, mi siedo davanti al PC segnalo la mia presenza nel posto in cui mi trovo (a prescindere dal fatto che il PC sia un portatile o meno). La mia attività sul computer genera informazioni; ne genera in continuazione, viene registrato anche un semplice clik, anche l'introduzione o l'estrazione di un dispositivo periferico. Dal mio PC (e non parlo per ora di Internet) si può sapere in che giorno, ora e minuto l'ho acceso, l'ho utilizzato (e per quali attività e con quali programmi) e l'ho spento. Si può risalire alle foto che ho visto, ai documenti che ho creato o letto, ai filmati che ho masterizzato o visualizzato e tutto questo ora per ora, minuto per minuto, giorno dopo giorno. Ed è impossibile cancellare queste tracce. 
Se vado su internet, la situazione è ancora più esasperata; sintetizzando si può dire che ogni mia attività sulla Rete è pubblica. Si può sapere con quale dispositivo ho effettuato l'accesso (da PC, da palmare, da iPad o da telefonino) e dove mi trovavo quando l'ho effettuato; si possono conoscere i siti che ho visitato e in che ora e minuto l'ho fatto, si può risalire alla posta che ho inviato e ricevuto (e se ne può leggere il contenuto), e si possono vedere, sentire e leggere le immagini, i filmati, la musica e i documenti che ho scaricato o caricato dalla rete, a da dove, e a che ora e minuto. Si può sapere a che ora ho visitato un sito di prenotazioni alberghiere o di viaggi, quando ho effettuato una operazione bancaria, e inoltre i blog che ho postato, i commenti che ho lasciato nei forum o su Facebook e tutta la cronologia delle mie attività sul web risalente a giorni e mesi fa. Tutto quello che faccio sulla Rete, resta, è controllabile a distanza e non si cancella mai.
Ogni volta che uso il Bancomat per effettuare un acquisto, l'operazione viene registrata con l'ora, il nome, l'importo speso, il nome del negozio interessato, il bene acquistato e (ovviamente) il conto corrente addebitato. Ad esempio, se entro in un Supermercato, faccio la spesa e pago col Bancomat, sarà sempre possibile (anche in futuro) risalire non solo a: quale Supermercato era, che ore erano e quale è stato l'importo, ma anche all'elenco dei prodotti acquistati, uno per uno. Sarà possibile (e molti lo fanno) fare un profilo (a mia insaputa) dei miei gusti alimentari; basterà esaminare i miei scontrini per rilevare, ad esempio, la mia propensione per un certo tipo di formaggio, o per un certo vino e si potrà (sempre ad esempio) inviarmi a casa un volantino promozionale proprio per gli articoli di mio gradimento.
Ogni volta che viaggio in autostrada l'ingresso e l'uscita della mia auto viene registrata (con telecamera ai caselli) e se pago il pedaggio con Telepass o con Bancomat si può risalire al mio conto corrente...
Ogni volta che effettuo un pagamento con assegno o con carta di credito dichiaro (a chi abbia interesse a conoscerlo) l'ora, il beneficiario e il luogo del pagamento (nonché il mio conto corrente)...
Ogni volta che entro in un Banca e chiedo di cambiare un pezzo da 500 euro in 10 pezzi da 50 euro, mi viene chiesto un documento e (posto che l'impiegato soddisfi la mia richiesta) viene registrata anche questo tipo di attività...
Ogni volta che chiedo di far parte di una Associazione o di usufruire di una agevolazione o faccio una qualsiasi domanda o richiesta ad un Ente pubblico devo riempire un questionario con i miei dati anagrafici, sempre gli stessi.... anche quando devo rispondere al questionario del Censimento, come se Essi non mi conoscessero bene dato che quando hanno qualcosa da chiedermi Essi mi trovano al volo.
E quando sono alla stazione, o ad una riunione, o semplicemente cammino per strada c'è (c'è, c'è sempre) una telecamera che, nascosta e inaccessibile, mi inquadra, mi segue, mi controlla....
E registra ogni mio movimento, ogni mio passo.


Tutto questo lo chiamano Libertà.



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