Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Sic transit gloria mundi

mercoledì 26 ottobre 2011

Finalmente! Può esultare il mondo libero; possono tirare un sospiro di sollievo le superpotenze; i Capi di Governo Occidentali possono festeggiare pavoneggiandosi come i soli debellatori del Male Assoluto, i distruttori della dittatura libica, i giustizieri implacabili del Duce Tripolitano. In soli quattro (o cinque?... o sei?..) mesi, i Paladini del Bene e del Diritto (USA e UE), appoggiando, supportando e finanziando (senza neppure saper bene di che si trattasse) una  prezzolata (da loro) "ribellione popolare" subito rivenduta dai mass-media ai fedeli lettori come "democratica" (la parolina magica che sbianca le coscienze che più bianco non si può) sono riusciti nell'epica impresa; ecco: la Libia è "liberata", l'oppressore è stato "giustiziato" (se così si può definire il linciaggio di uno che chiede pietà e viene letteralmente scannato da un gruppo di bestie sanguinarie in cerca di visibilità mediatica e dei dollari della taglia così opportunamente messa sulla testa del raìs da quel simpaticone pacifista di Obama) e i ribelli, possono, abbandonati i kalashnikov e indossati i doppiopetti, esser ricevuti nei salotti buoni di Washington, Parigi e Berlino (forse anche a Roma) dove avranno la possibilità fare buoni affari  vendendo il loro petrolio agli alleati "democratici".
Il mondo esulta, l'Occidente esulta, esulta persino la Repubblica (intendo la ponderosa velina rossa di Scalfari) che, essendo nota per prendere sempre e a prescindere la parte sbagliata, qualche interrogativo un pò più ragionato sull'accaduto, a me lo suscita.
Lasciando perdere per carità di Patria il tristissimo spettacolo di tutti quei governanti e Capi di Stato che in un amen, dimenticando le dichiarazioni pubbliche di fraterna amicizia col raìs, dopo aver fatto di tutto per ingraziarselo gli hanno voltato la schiena arrivando ad organizzare spietati e sanguinosissimi bombardamenti aerei per aiutare i ribelli a prevalere e ad abbatterlo (e ad ucciderlo come si è visto) vorrei saperne qualcosa di più su coloro che abbiamo così decisamente aiutato a prendere il potere.
Innanzitutto, per far chiarezza almeno sui termini della questione, lasciamo perdere la sempre citata (a sproposito) "democrazia"; i cosiddetti "ribelli" hanno già fatto capire a cosa si ispireranno nel loro modo di governare: alla legge islamica. E così stanno facendo in Egitto, e così in Tunisia, a dimostrazione che  i nostri miopi e sprovveduti governanti ci hanno fatto cadere dalla padella nella brace;  tutte le rivoluzioni benedette dai mass media occidentali in quanto rivolte a far prevalere la democrazia, si rivelano per quello che sono: tappe, tappe fondamentali per la riconquista islamica dell'Europa (Fallaci dixit).
Dunque, ricapitoliamo: l'Italia (lasciamo stare per ora l'Europa e l'America) spende milioni di euro per mandare i suoi aerei a bombardare la Libia dicendo di farlo per cacciare Gheddafi e per favorire la democrazia in quel Paese; così facendo, oltre a perpetrare un tradimento mica da ridere ad un Capo di Stato (anche se dittatore) considerato "amico" fino ad un giorno prima, favorisce lo sbarco incontrollato di decine di migliaia di "profughi" sulle nostre coste e perde comunque il diritto di prelazione sul petrolio libico e sui profitti della ricostruzione. Inoltre, favorisce l'insediamento di Al Qaeda (ma sì, diciamolo!) ad un tiro di schioppo dai nostri confini. Bene! Bravi! Bis!
Ora, io dico, va bene non capir niente di politica estera ma da noi c'è chi se ne approfitta e rischia di far più danni del passaggio di Attila; perché, se proprio siamo destinati ad esser terra di conquista altrui, dobbiamo essere così smaccatamente e improvvidamente masochisti?
Per quanto mi riguarda, via via che vengono alla luce i particolari più torbidi e raccapriccianti sulla sanguinosa mattanza del raìs, mi vergogno sempre di più, di essere italiano ed europeo. Mi vergogno e mi indigno anche se vergogna e indignazione, ai giorni nostri, lasciano amaramente il tempo che trovano. Ed è un tempo di tempesta.

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