Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

THREE IMAGINARY KILLERS (3) - L'attentato

martedì 8 novembre 2011

"Ditemi cosa ne pensate e ascoltate quanto ho da dirvi" continuò dunque Maria Rosaria portando al massimo l'attenzione dei suoi due interlocutori. 
"I nostri servizi segreti hanno appurato senza ombra di dubbio che lo sconosciuto che mise alla berlina il nostro compagno Franceschini, (il quale, ricordiamolo, da allora non si è più ripreso e si è ridotto a far volantinaggio davanti alle fabbriche della Brianza), era il Berlusca. Quell'uomo è un demonio. Pensate che era riuscito a trasformare completamente il suo aspetto, la sua andatura, la sua voce al punto che nessuno avrebbe potuto riconoscerlo. Così era riuscito a passare indenne dal nostro servizio d'ordine e ad aspettare, in disparte, il modo di poter intervenire al momento opportuno per ridicolizzare il nostro povero Franceschini." La Bindi fece una pausa carica d'effetto.
"Ma ora basta. Lo ripagheremo con ugual moneta e chi lo condannerà sarà proprio quella che fu la sua vittima. Chiamatemi Franceschini."

Quello che fu ad un passo dal divenire il massimo dirigente del Partitone fu trovato solo dopo una buona mezz'ora; vergognandosi come un cane bastonato si era nascosto nella mensa aziendale dove stava preparando il foglio con i menù da attaccare nella grande bacheca posta all'ingresso della sala.
Chiamarlo, metterlo al corrente del progetto bindiano ed ottenere la sua entusiastica adesione fu un attimo.
"Ma.. te la senti?" gli chiese Maria Rosaria al termine della sua illustrazione del piano ideato per distruggere definitivamente la reputazione dell'odiato premier.
Franceschini tentennava: "Non so. E se... non mi riesce?". Da giovane qual'era, quel valoroso dubitava del proprio sangue freddo.
"Mi offro volontario io!" gridò con un moto d'orgoglio Gargamella, pronto al martirio pur di riconquistare la fiducia dei suoi compagni di partito (scesa al minimo storico) ma la Camussa lo gelò con lo sguardo: "Zitto tu. A cuccia!" gli intimò, e il segretario, chetato così bruscamente da allora non osò più aprire bocca. Alla fine Franceschini accettò la proposta: due urla della Bindi e la minaccia di passare a vie di fatto della Scioperaia lo convinsero meglio di quattro mesi di indottrinamento politico alle Botteghe Oscure. 
C'è da dire che il piano era ben studiato. Si trattava di un attentato in piena regola. A giorni era programmato un grande evento mediatico: un dibattito politico fra i leaders dei più importanti partiti. Il dibattito si sarebbe tenuto a Roma, in Piazza del Popolo, davanti ad un pubblico di centinaia di migliaia di persone, alla presenza delle telecamere delle maggiori televisioni pubbliche e private e dei giornalisti dei quotidiani più autorevoli. I Grandi della politica italiana si sarebbero sfidati su un palco enorme posto proprio al centro della grande Piazza. Ecco cosa t'aveva inventato la diabolica chianina (Maria Rosaria, da Sinalunga): verso la fine del dibattito, quando i leaders invitano i presenti a fare domande su questioni di interesse nazionale, Franceschini si sarebbe prenotato per porre la sua domanda al Cavaliere.
"" disse il sicario democratico, "Ma che domanda gli devo fare?". "Ascoltami bene" gli fece la diabolica femmina: "Non devi far altro che chiedergli se conosce un certo Oreste."
"E poi?" domandò Franceschini.
"Poi, quando lui ti chiederà: - Chi Oreste? - tu, in piedi, a voce alta  e scandendo bene le parole, gli risponderai: -Quello che te lo mette nel c..o nei giorni delle feste! -. Immaginati la scena! L'immensa platea che sghignazza alla faccia del premier, e il pubblico di casa e i giornalisti delle televisioni e i commentatori politici e i satiri professionisti: tutti in tutto il mondo che ridono del Berlusca. E pensa ai satiri professionisti. Pensa agli spunti per Santoro, per i due Guzzanti, per Benigni, per Travaglio, per Cozza, per Cornacchione, per...."
"Basta, basta!" gridò entusiasticamente Franceschini: "Ho capito!".
E ora spostiamoci in Piazza del Popolo, alle 22 di sera. La piazza è piena come un uovo. Sul palco si sono dati dialetticamente battaglia il Berlusca, Maria Rosaria, Casini, Di Pietro e Marco Pannella. Siamo al momento clou; quello delle domande del pubblico. Non vola una mosca, tutti i commentatori sono pronti a prendere appunti, i cameramen inquadrano il Cavaliere che si appresta a dare la parola al pubblico.
Ma seguiamo in diretta gli avvenimenti:

B. - E adesso, se qualcuno del pubblico presente vuole pormi qualche domanda, sarò ben lieto di rispondere -

(l'enorme platea si cheta, in attesa degli eventi. In fondo alla piazza un uomo alto, col viso reso irriconoscibile dal bavero alzato e dalla larga sciarpa che gli copre metà del viso, si alza, inquadrato da decine di televisioni).

B. - Bene, vedo che lei ha una domanda da pormi. Prego."
F. - Senta, lei che dice di sapere tutto, lo conosce Oreste?"

(L'Italia intera è in attesa della risposta, Maria Rosaria, Bersani e tutti i democratici sono pronti a scattare in piedi, pregustando la messa alla berlina del dittatore nero.)

B. - Mi consenta: si riferisce forse ad Oreste il cognato di Pino? -
F. - Chi Pino? -
.............................................
(pietoso sipario)





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