Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Il salvatore della Patria

martedì 6 dicembre 2011

"Allora che ne pensi del Professor Monti? Credi che riuscirà a salvare l'Italia dal baratro?" era ansioso come non mai, Dario, di conoscere il mio pensiero riguardo il decreto "salva-Italia" (così era stato chiamato) del celebre economista chiamato al governo del nostro bel Paese.
La mia risposta è stata di quanto di più collaborativo e responsabile ci si potesse attendere; anche da parte di un vecchio ex-comunista come il mio amico. (Ho notato che comunisti-comunisti non ce ne sono più. Io credo che li abbia fatti abiurare Berlusconi con la sua nota antipatia per tutto quello che sapeva di rosso. Non si spiega altrimenti come vecchi arnesi del bolscevismo più crudo adesso si dichiarino semplicemente "di sinistra" o "vecchi socialisti" e saltino su tutti arrabbiati se li si definisce solamente "ex-comunisti". La parola "comunista" nuda e cruda è diventata offensiva, un aggettivo infamante di cui vergognarsi. Toh! Così all'improvviso. Tutto insieme. Misteri della vita).
"Amico Dario" gli ho fatto offrendogli una castagna (poco prima mi ero fermato a comprare dieci caldarroste da un venditore ambulante che le arrostiva su un padellone forato posto sopra un largo braciere sfavillante. "Cinque euro" aveva fatto l'uomo porgendomi il cartoccio. Quando mi sono provato a protestare quello mi ha zittito subito: "Lo sa no che c'è la crisi?" mi ha fatto tutto compunto), "Amico Dario, che devo dirti? Questa volta sono perfettamente d'accordo con il premier dato che penso, come lui, che le sue misure sono le uniche che ci possono far uscire dalla crisi e andare a testa alta dalla Merkel dicendole che la Germania non deve temere niente dato che in quattro e quattr'otto risaneremo il bilancio, abbasseremo i tassi del debito pubblico, recupereremo il rispetto internazionale per il nostro Paese e, dulcis in fundo, salveremo l'Europa. Nessuno potrà permettersi di dire che noi italiani siamo egoisti; se ne accorgeranno con quale aplomb digeriremo il blocco delle pensioni "alte" (quelle oltre i 1000 euro al mese), l'aumento della benzina, dell'IVA, dell'IRPEF regionale, la stangata sulle case di proprietà e sui conti bancari; glielo faremo vedere con che dignità ce ne andremo in pensione a 66 anni senza fare una piega; li faremo stupire nel constatare con quale determinazione accetteremo di prendere pensioni più magre (e più lontane nel tempo) senza lamentarci!
Del resto se persino il Cavaliere (anche se disarcionato) e Gargamella (anche se contestato) dicono che non si può fare a meno di questi sacrifici, non vedo chi può permettersi di non essere d'accordo con questi esimi luminari della politica. Anzi, devo dire che la parola "sacrifici", è abbastanza fuorviante per definire queste misure così indipensabili e sacrosante: non sacrifici ma "benedizioni" sono e devono essere considerate! Quale sacrificio potrà mai essere per un vero patriota quello di essere chiamato a salvare la sua Patria! (e, come auspica Napolitano, oggi dobbiamo essere tutti piccoli fratelli Bandiera, tutti stretti intorno alla nostra grande Nazione in quest'anno in cui si celebra il Centocinquantesimo Anniversario dell'Unità d'Italia (che Dio ce la conservi!).
Semmai, c'è una piccola cosa (ma piccola piccola, insignificante, una quisquilia..) che gradirei sapere.
Vorrei sapere com'è che ci si sta per aprire questo abisso sotto i piedi proprio adesso, dopo che tre o quattro mesi fa tutti dicevano che le cose andavano a gonfie vele. Qualcuno ha sbagliato i calcoli? Qualcuno ha sottovalutato qualche segnale? E poi, sempre umilmente, sempre con la massima deferenza, vorrei sapere com'è che una decina di anni fa si fecero carte false (letteralmente) per entrare in Europa, si misero tasse, si consumarono espropri notturni ai danni dei cittadini (che comunque non furono mai interpellati per sapere cosa ne pensassero) per far parte della Grande Comunità dicendo che solo in questo modo il futuro sarebbe stato un futuro di sviluppo e di benessere e poi (ora) si dà la colpa di tutto quello che accade a quella stessa Europa per entrare a far parte della quale ci siamo impoveriti drammaticamente (per dire: tutti i redditi, le pensioni e i patrimoni in lire svalutati del 50 per cento).
Ora qualcuno si accorge che in nessuno degli ultimi 11 anni (dal Duemila, anno dell'ingresso nell'area euro) c'è stata crescita, che la Banca Europea non garantisce il debito pubblico italiano e che i due capataz dell'Unione cercano in tutti i modi di accollare a noi i loro problemi.
Ora, sia chiaro; lo so bene che indietro non si torna. Ma qualcuno che viene in televisione a chiedermi scusa per aver sbagliato così tanto le sue previsioni, lo vorrei vedere.
Li vorrei vedere Prodi, Amato e i loro consulenti economici venire a dirci, il cappello in mano (se non portano il cappello glielo presterei io): "Siamo dei fessi, scusateci. Non ci abbiamo capito niente, siamo stati consigliati male, abbiamo preso un abbaglio. Vi abbiamo stangato per poter entrare in Europa e, ora che ci accorgiamo che l'Europa fa schifo e l'euro è una fetecchia, altri vi stangano ancora di più pur di restarci!". 
Se questo avvenisse giuro che resisterei alla tentazione di scaraventare uno scràcchio(1) grosso, grasso, denso e cremoso nell'occhio destro del Mortadella. Mi conosco: cercherei di resistere e ci riuscirei. E poi come si fa a non cercar di salvare il culo alla Merkel, poveretta, che rischia, cadendo l'euro, di dover rinunciare ai dodici wurstel dodici che ogni mattino ingurgita nel suo capacissimo ventre germanico.
Noi italiani siamo buoni: ci commuoviamo per i cani abbandonati, accogliamo i profughi di mezzo (terzo) mondo, mandiamo i nostri soldati in terre lontane pronti a farsi saltare in aria pur di salvare qualche indigeno sconosciuto... come potremmo non rispondere al grido di dolore dell'Europa? Della nostra cara, amata, vecchia, stronza Europa" conclusi melodrammaticamente.
Dario era giunto alla fine del mio sproloquio affranto nel fisico e nel morale. Il mio vecchio amico non aveva capito dove diavolo fossi andato a parare (e sì che mi conosce) e come se non avesse udito la mia accorata entusiastica professione di solidarietà alla manovra montiana, dopo un minuto buono di silenzio, commentò (è un pensionato anche lui):
"Sì, sì, va bene. Ma a questo Monti lo so io che manovra gli farei" e, uniti i pugni davanti a sé fece il gesto di strizzare un asciugamano bagnato...
Caro, vecchio Dario, amico mio. Come avevo potuto pensare che non mi avesse capito.


(1) Scràcchio: grosso sputo che si ottiene raschiando più e più volte la gola a ricavarne un bòlo nauseabondo, untuoso, grasso e pieno di effluvi endocatarrali.

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