Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

La sàgoma

giovedì 29 dicembre 2011

A frequentare le persone che hanno la possibilità di conoscere in privato i potenti della politica ne escono fuori di sorprese!
Sentite cosa mi ha detto di Monti (come Monti chi? Ma il Professore, diamine!) il mio amico Artimino che abita a Roma e lavora come cameriere nella trattoria tipica "Da Giggetto er ciociaro", il locale preferito dal nostro premier e dalla sua equipe per la pausa pranzo durante le cruciali sedute innalza-tasse:
"Non devi credere alle apparenze, Biri; nella vita privata il Presidente del Consiglio è un tipo tutto diverso da quel che appare. E' un uomo simpatico, brillante, estroverso; quello che si dice un compagnone. Niente a che vedere con il personaggio pubblico che, sarà perché non ho studiato, ma non capisco mai bene ciò che dice. Ma dimmi, non sei d'accordo che ad ascoltarlo e vederlo in TV il Mario può sembrare monotono, severo, grigio, pedante, noioso e riservato al limite della scontrosità?" Senza nemmeno aspettare la mia risposta (affermativa, ovviamente) Artimino continuò: "Ebbene Biri, ti giuro che il nostro premier a tavola è davvero una di quelle persone speciali che tutti vorrebbero avere come compagno di merende. Innanzitutto non si tira mai indietro di fronte a nessun piatto, nemmeno il più estroso. Niente a che vedere con il professore serio serio che appare ogni tanto in TV e che fa così paura ai giornalisti che non si azzardano nemmeno a intervistarlo. Il Monti a tavola è un altro uomo. Innanzitutto è d'un appetito che fa meraviglia. Biri, dì la verità, tu te lo immagini come uno che mangia poco, e magari solo piatti leggeri e poco saporiti.. Errore! Che forchetta! Per principiare parte sempre dagli antipasti, e non c'è una volta che se li dimentichi; due o tre crostini di beccaccia, qualche fetta di culatello, arselle all'agro e tre o quattro olive all'ascolana. Per primo, poi, la prima cosa che chiede è se c'è la zuppa di fagioli con le cotiche, la sua preferita, ma non c'è da preoccuparsi: Giggetto lo sa che ne è ghiotto e non gliela fa mai mancare. Il Professor Mario allora, contento come una pasqua, mi guarda di sottecchi con uno sguardo come a dirmi: "Artimino, lo sai no che ci vorrebbe?" ed io, se è la stagione giusta, gli porto subito due o tre cipollotti che ho presi freschi freschi dal mio orticello perché possa sgranocchiarseli con la zuppa, che sono la morte sua! In queste occasioni Monti è proprio al settimo cielo; dovresti vedere come s'ingozza di quella zuppa con il cucchiaione nella mano destra e il cipollotto nella sinistra che è un piacere starlo a guardare. Per i secondi non c'è che l'imbarazzo della scelta; quello che si porta in tavola lui lo spolvera! Ah, non c'è da preoccuparsi, il professore è proprio uno di quei clienti che ogni trattore vorrebbe avere. E poi, non è per niente esigente, non fa lo schizzinoso e non vuole ordinare in prima persona perché preferisce godere la sorpresa che gli fa Giggetto quando gli presenta una pietanza che lui non s'aspetta. Ogni cosa viene accolta con entusiasmo e meraviglia; si tratti di maiale arrosto con le patate al forno o in umido con le olive, o di lombatine di vitello tartufate, o scaloppine al madera, o carciofi alla giudìa alla moda antica, o una tegamata di vongole veraci con scampi grigliati, fagioli cannellini all'uccelletto, gobbi rifatti con il sugo di carne, polenta di grano saraceno con tordelli, lepre in agrodolce con olive...insomma, credi a me, quel che c'è c'è, basta portarglielo e lui s'ingegna a pulire in piatto in quattro e quattr'otto. Pensa che specialmente nei giorni in cui doveva tornare presto in ufficio per discutere della manovra economica salva-Italia, gli bastavano dieci minuti per spolverare tutto quel che gli si portava in tavola così prima di uscire gli restava sempre un pò di tempo per chiudere con il vinsanto e i cantuccini di Prato. Negli altri giorni, invece, quando non c'è lo spread da far calare o urgenze troppo gravi da dover risolvere per salvare l'Italia, si trattiene in trattoria qualche minuto di più di modo che, se vede qualche posteggiatore che gira tra i tavoli con la chitarra o l'organino non manca mai di chiedergli di accompagnarlo mentre intona a voce spiegata: "La compagnia dei magnaccioni", la sua canzone preferita. E anche dopo, prima di mettersi il loden ed uscire tutto corrucciato, severo e intirizzìto come il suo solito passa ancora qualche minuto in allegrìa a scherzare con i suoi ministri e noi camerieri. Credimi, Biri, è come un fiume in piena! Ti assicuro che non fa rimpiangere il Berlusca! Sempre trovate spiritose, battute che non si sa da dove le tira fuori! E poi, sai, barzellette a ritrécine! Dopo due o tre gòttini di vinsanto, alé!, si scatena! E giù con quelle sui carabinieri, e poi quelle sui matti, e tutte quelle sui cacciatori, e quelle su Berlusconi (che sono le sue preferite), e quelle sui preti come ad esempio quella della novizia muta e del sacrestano nano che ieri ha fatto sbellicar dalle risate tutti quelli che si trovavano nella trattoria! Che lènza! Lo sai come lo chiamano in privato i suoi ministri? Lo chiamano "Marione la sàgoma": è tutto dire. E se c'è da allungar le mani... beh, .. insomma...  non c'è ragazza che si trovi a passare accanto alla sua sedia che non salti su come un grillo. Un demonietto, credete a me! Ma pur sempre un signore."
Io ero rimasto per tutto il tempo zitto come un perfetto idiota. Non mi ci capacitavo. Ma com'era possibile? L'uomo dalla conversazione più soporifera del Valium, quello dai pistolotti saccenti, quello tutto patria, famiglia e fisco, il prediletto di Napolitano, quello intoccabile dai partiti, inattaccato ed inattaccabile persino dall'onnipotente satira di sinistra poteva trasformarsi tutto d'un tratto in una persona tutta diversa, un estroverso simpaticone amante delle barzellette e della buona tavola? Non ci riuscivo a credere anche se Artimino era famoso per non aver mai detto una bugia in vita sua (tanto che gli amici lo avevano soprannominato "Artimino il verace"). 
Sono tornato a casa che ancora pensavo a quello che mi aveva raccontato il mio amico. Sarà stato vero o no? Non potevo saperlo ma di una cosa ero certo: la gente non si finisce mai di conoscerla.

1 commenti:

Gian Canio ha detto...

Questa volta il Biri ha proprio voglia di ........scrivere e di ....... scherzare !!!

Posta un commento