Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Il polso del Paese

martedì 8 maggio 2012

Dario non credeva alle sue orecchie. Insomma: gli pareva impossibile. Eccolo quindi dal suo più caro amico (io; me; il sottoscritto) a chieder solidali parole di conforto o almeno un commento anestetico e rassicurante a ciò che aveva udito (o gli era parso di udire?). Arièccoci quindi al solito bar, seduti davanti al solito tavolino, di fronte al solito caffè (lui) e tamarindo con ghiaccio (io) a cercar di scoprire l'arcano. Di che si trattava? Cosa era successo?
"Forza, raccontami quale è la cosa che ti ha così turbato. Di che si tratta?".
Senza riportare integralmente le parole di Dario ecco qui il veloce riassunto di ciò che lo aveva così sfavorevolmente colpito: niente di eccezionale, solo alcune dichiarazioni che aveva sentito in televisione, al telegiornale. Il mio sensibile amico aveva ascoltato (o gli era sembrato?) il nostro beneamato Presidente che, di fronte ad una delle solite platee che giornalmente lo ospitano per dar modo ai cronisti di riportare in prima pagina le  sue imperdibili frasi (siano esse mòniti, o dichiarazioni patriottiche, o larvate minacce a chi non fa quello che lui vorrebbe...) aveva detto  (o gli era parso?) 
1: che chi non paga le tasse è un antiitaliano, delinquente e traditore, e 
2: che non bisogna voltare le spalle alla politica (intendendo con la parola "politica", i partiti appoggiaMonti). 
Ma come? (diceva Dario) Per quanto riguarda l'evasione bisogna distinguere. Se le tasse sono spropositate o palesemente inferiori ai servizi che lo Stato ci offre, e in presenza di crediti da far valere nei confronti dello Stato stesso, l'evasione è comprensibile e l'accusa di antiitalianità non ci azzecca per niente; e per quanto riguarda i partiti politici, perché mai bisognerebbe continuare a dar loro credito dato che in passato hanno prodotto solo danni portandoci in questa situazione e al presente, ridotti a ratificare sic-et-simpliciter le decisioni dei professori, non servono a niente?
L'ho rassicurato (Dario).
"Vedi, amico mio" -gli ho spiegato- "Tu non hai capito niente di ciò che il Vecchio Nocchiero ha detto. Devi considerare che ad una certa età (anzi, ad una certissima età) e nell'Alta Carica che ricopre, il Nostro non può parlare, per così dire, papale papale. Le sue parole devono essere interpretate. La sua massima preoccupazione è il degrado del Paese, l'aumento della delinquenza, l'inflazione e la disoccupazione a tutti i livelli, quella giovanile e quella di chi più tanto giovane non è. Se la gente mandasse a casa tutta questa plètora di deputati, senatori, consiglieri, portaborse, segretari, sottosegretari e via cantando, tutta gente che vive di politica, che ha fatto sempre e solo politica e che non sa far altro che politica, cosa ne sarebbe di loro e delle loro famiglie? D'accordo, lo so, lo so - dice senza dirlo il vecchio Presidente - che sono parassiti, superpagati, supercoccolati, inutili e spesso corrotti o corruttori ma che facciamo? Li mandiamo a ramengo da un giorno all'altro? E non pensate alle loro mogli, ai loro figli, alle loro amanti, costrette di punto in bianco a vivere come tutti i comuni mortali senza esserci abituate? La perdita di potere è micidiale e passar da padreterni a str...zi patentati nemmeno in grado di fare una raccomandazioncina non è facile per nessuno. Molti si ammalerebbero, altri, forse, la farebbero finita..."
"Come quegli imprenditori che si suicidano perché non riescono a pagare le tasse?" ha interrotto Dario.
"Uguale spiccicato. E allora ecco il Gran Vegliardo che dall'Alto della sua Sua Carica ci indica la strada da seguire. Lasciare che la Casta resti là dove si trova a fare ammuìna (tanto la politica VERA, si sa, la fa la Merkel) e pagare le tasse che quelli della Casta ci impongono per permettere ai componenti della stessa Casta di mantenere le loro prebende, i loro stipendi, le loro indennità e i loro privilegi. Sennò, che Casta sarebbe? Quindi, caro Dario, rassicùrati, il Presidente non ha dato di fuori di brutto, anzi, ha cercato, con le sue parole, di contrastare la piaga della disoccupazione. E dovrai ammettere che la cosa è altamente encomiabile. Per conto mio, lasciami gridare: Evviva il Presidente!"
Dario non mi pareva convinto. Mi ha sventolato una pagina di giornale sotto il naso. Il titolo a caratteri cubitali era dedicato alle elezioni amministrative di Maggio. C'erano alcuni numeri: Astensione dal 30 al 40 per cento; Grillo dal 10 al 20 per cento...
Vedendo che Dario stava per dirmi qualcosa l'ho preceduto:
"Lo vedi? Non tutti si sono astenuti. E qualcuno è andato a votare pure per la Casta. Aveva ragione il Presidente: gli italiani amano la politica e i politici. Sembra un pò rinco , il nostro Presidente, ma bisogna ammettere che ha in mano il polso del Paese."
"Ma leggi qui! Ha detto che non esiste il boom del partito di Grillo! Ha detto che gli Italiani hanno dato fiducia al Governo Monti!" ha sbottato Dario.
L'ho guardato severamente:
"Ma insomma Dario! Si tratta di un ultraottuagenario! Una volta potrà farla fuori dal vaso pure lui, o no?".
Ci siamo lasciati in cagnesco.

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