Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Scipione

martedì 19 giugno 2012


Copiando sfacciatamente quanto avviene in America, ecco che da qualche tempo anche da noi è invalsa la moda (o il vezzo), di battezzare con nomi o aggettivi, normalmente riservati agli umani, certi fenomeni climatici particolarmente spettacolari.
Fino a qualche anno fa tale personalizzazione era riservata alle epidemìe o a certe malattie particolarmente pericolose e assai diffuse. Ecco quindi che dopo la famigerata “Spagnola”, che agli inizi del secolo scorso provocò nel mondo centinaia di migliaia di vittime, ci fu l’Asiatica (influenza) e da allora non passa anno che le influenze di stagione e le infezioni virali di massa non si vedano affibbiato il loro bel nome, proprio e personalizzato.
In America si danno nomi propri ai tifoni, ai cicloni e agli uragani. “Occhio, gente! Domani arriva Jimmy”, si legge sui giornali, ed essendo questo Jimmy un uragano, eccoli tutti giù a rinforzare le porte dei garages, a far provviste di cibarie ai supermercati e a mettere sacchetti di sabbia alle finestre. “Speriamo non sia come Humphrey! Quel demonio (l’uragano) mi scoperchiò il tetto della casa di campagna.” fa preoccupatissima una signora all’amica; “Speriamo. Io mi accontenterei che avesse la stessa forza distruttiva di Betty: mi sfondò tutti i vetri delle finestre ma altri danni non ne fece”.
Qui da noi non si è voluto restare indietro, anzi, si è fatto di più (che non si abbia a dire che non sappiamo far niente da noi e che dobbiamo sempre copiar tutto dagli americani). E così, abbiamo cominciato a dare un nome proprio alle tempeste, al vento forte, alle piogge intense e ai temporali di stagione (tifoni, cicloni e uragani da noi, nisba). Che ci volete fare? Così ci sentiamo più importanti. “Dove vai senza ombrello?” fa il padre premuroso al figlio che si appresta a uscire; “O non l’hai letto che alle otto arriva Alfredo?” (temporale accompagnato da folate di vento). “Scusa, babbo, me n’ero proprio dimenticato” fa il giovane e subito corre in camera a mettersi la sciarpa e l’impermeabile.
Al telefono: “Pronto, Giovanni? Sai volevo dirti che io e Armida stasera non veniamo alla solita partita di burraco del venerdì. Nella nostra zona è arrivata Annamaria (forte perturbazione meteorologica caratterizzata da abbassamento repentino della temperatura e intense grandinate) e non vorrei prendermi un raffreddore o rovinare la carrozzeria della mia auto”.
In ufficio: “Tu l’hai già prenotate le ferie per la settimana bianca?
Come no? Dal 20 al 28 Gennaio
Sei ammattito? O non l’hai sentita la TV? Nella seconda metà di Gennaio arriveranno, uno dietro l’altro, prima Ernesto (periodo climatico dove i temporali incessanti si alterneranno a precipitazioni nevose quali mai è dato di ricordare a memoria d’uomo) e subito dopo Renata (la gelata più rigida dal tempo della repubblica Cisalpina)”
Cavolo! Grazie mille; corro subito a cambiarle!”.
Da quest’anno poi la moda di affibbiare nomi identificativi a destra e a manca non risparmia nemmeno i semplici periodi climatici, gli eventi meteorologici “normali”, le usuali alternanze delle stagioni ma con una creatività tutta italiana si aggiunge al nome anche un appellativo qualificativo dal duplice scopo: far subito ricordare agli sbadati a quale evento ci si riferisce e alleviare con un tocco di poesia i disagi insiti nell’evento stesso.
Guardate quest’anno. E’ arrivata finalmente l’estate e dopo aver frignato mesi e mesi per:
il freddo intenso quale mai era stato dato di avvertire;
il cambio delle stagioni che faceva sì che l’inverno si protraesse quasi fino a Giugno;
le troppe precipitazioni (mai registrate di così intense) che rischiavano di provocare esondazioni, inondazioni, smottamenti e maremoti;
la siccità (la siccità c’è sempre. E’ una piaga che viene sempre evocata a prescindere dal fatto che scenda acqua dal cielo. Che non piova, che piova e da quanto tempo piova, non si sfugge mai alla siccità.);
ecco che la RAI scopre che è arrivato il mese di Giugno e che ci saranno alcuni giorni di caldo intenso come ogni anno.
Idea grandiosa! Maxi-ideona! (ripresa da tutti i mass-media). Dunque: non si dirà che è previsto un periodo di gran caldo ma si darà un nome al periodo stesso. E quale nome? Oplà: Scipione, l’Anticiclone!
L’idea è vincente, piace, tutti la adottano. In America gli yankees si mangiano le mani: “Why, why, We didn’t think of that ourselves!” (“Perché, perché non ci abbiamo pensato noi!” E giù drink su drink.)
Sentiti in giro:
Mica vorrai uscire a quest’ora! C’è Scipione l’Anticiclone: rischi una insolazione!
Ho comprato un maxicono da 5 euro. Beh, non sono riuscito a mangiarlo che una metà e già Scipione (l’Anticlone) mi aveva sciolto quello che restava
La prego, vigile, mi lasci restare con le gambe nella fontana! Questo Scipione mi uccide!”
Cosa? Un signore come lui si è denudato, si è tinto di verde, si è arrampicato sulla statua di Garibaldi e ha cominciato a cantare l’Inno di Mameli sulle note di “Osteria numero uno”? Ma è senza alcun dubbio Scipione (l’Anticlone) che gli ha dato alla testa!
Lui: “Cara, scusami, sai che non è da me, ma stasera non mi va. E’ quel porco di Scipione (l’anticiclone) che mi rende così debole
Lei (voltandosi dall’altra parte del letto, sibilando, i pugni levati al cielo): “Maledetto Scipione!”.
Posso immaginare qualche scenetta analoga nel prossimo futuro (ormai la moda è invalsa e non c’è ragione di dubitare che non terminerà così presto):
in spiaggia;
Forza ragazzi, tutti in acqua finché c’è Scipione!”
Ma è la quinta volta oggi che fai il bagno!”
Godiamocela finché dura! Non hai sentito che fra una settimana arriva Pasquale?
E chi è Pasquale?
Pasquale, il maxi-temporale! E porterà anche un calo delle temperature!”
Allora tuffiamoci! Fesso chi arriva per ultimo alla boa! E tu non vieni?
No, lo sai che il mare non mi piace. A me piace sciare. Divertitevi voi e lasciatemi qui. Tanto, prima o poi verrà, Massimiliano….”
Chi?
Massimiliano, il Freddo Siberiano! Vedrai allora che slalom!

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