tag:blogger.com,1999:blog-79711237147023523052024-03-06T01:17:27.298+01:00il Taccuino del BiriNote del taccuino personale del Biri pubblicate, con il suo permesso, dal suo amico Roberto Mulinacci.Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.comBlogger137125tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-84780774690650310292013-06-23T16:21:00.001+02:002013-06-23T16:21:12.307+02:00COMUNICAZIONE IMPORTANTE!<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><u>Il Biri cessa le pubblicazioni su questo blog!!</u></b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Eh sì, proprio così. Il Biri ormai si ritiene abbastanza esperto di informatica da volare con le sue ali: al sottoscritto, che fino ad adesso lo aveva aiutato disinteressatamente, non resta che prenderne atto.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Non è però che il Biri cessi del tutto le sue pubblicazioni, anzi!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ora di blog ce ne ha addirittura 3 (TRE!) e ci ha anche un profilo Facebook assai seguito.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">I blog del Biri sono i seguenti:</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><i><span style="color: blue;">biribixi.tumblr.com</span></i></b> (dove il Biri scrive le sue cose)</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><i><span style="background-color: white;"><span style="color: blue;">biriarte.tumblr.com </span></span> </i></b>(i quadri che piacciono al Biri)</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><i><span style="color: blue;">birifilm.tumblr.com</span> </i></b> (dedicato al Cinema del Biri).</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La mia missione pertanto è finita. Chi vuol continuare a seguire il Biri lo potrà fare ancora meglio accedendo a questi link o, anche meglio, andando a vedere la sua bacheca <span style="color: red;">Facebook</span>.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Saluti a tutti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">R. Mulinacci</span>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-80653061079479168362013-01-19T15:06:00.001+01:002013-01-19T15:06:37.669+01:00La scomparsa di Re Giorgio I.<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ma dove diavolo si è cacciato Napolitano?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">La domanda che angoscia milioni di italiani non può restare senza risposta. Chi deve, si dia da fare nei modi e con le modalità opportune; i mezzi allo Stato non mancano; li si adoperino dunque e al più presto. Dice: ma non c'è da preoccuparsi... Si sarà preso una breve vacanza; forse sarà andato a passare qualche settimana dai nipotini; chissà? C'è chi sussurra che abbia contratto una lieve infreddagione... </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Balle.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Invece di fare ipotesi campate in aria ci si muova e subito. Capito Professor Monti? Dice: ma non si sa come fare... da dove cominciare.. e comunque non c'è da preoccuparsi...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Non c'è da preoccuparsi? Ma, dico: siete matti?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il Presidente sparisce dalla circolazione, dai giornali, dalle TV, da ogni organo istituzionale mediatico e fate finta di niente? Minimizzate? Fate spallucce? Sotto, perdìo, e subito: l'Italia e l'Europa vogliono una spiegazione. E plausibile, per giunta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dice: ma non sarebbe meglio non allarmare i mercati? E poi ci sono i partners europei; la CEE; l'FMI; la BCE; Obama e Michelle...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ridìco: scherziamo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il popolo italiano, quello che sta tanto a cuore al suo Presidente, esige una risposta alla sua accorata domanda di spiegazioni. Ma non possiamo sapere dove si trova, dicono.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Guardiamo, allora. Per cominciare: sono stati perquisiti gli Ospedali? Le Cliniche Private? Le Case di Riposo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Avete sguinzagliato i Carabinieri? I NAS? La Guardia di Finanza? La Guardia Forestale? Avete avvertito la Celere? Avete fatto ricerche utilizzando i mezzi che la moderna tecnologia vi mette a disposizione? Google; lo conoscete Google, signori del Governo? Avete provato a digitare "Napolitano Giorgio sparito"? Provate. E gli informatori? Li avete sentiti? Avete setacciato gli ambienti della mala? Non potrebbe essere tenuto prigioniero in un buio sottoscala di periferia? Non potrebbe esser stato drogato e tenuto in stato di incoscienza in attesa di chiederne il riscatto?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dice: ma perché preoccuparsi tanto? Forse vuole solo un pò di privacy. Forse i giornali e le TV in questi giorni hanno cose che reputano più importanti che star a seguire quello che fa o dice il Capo dello Stato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ah sì, eh? E chi volete prendere per i fondelli? E perché volete negare l'evidenza? Qui c'è sotto qualcosa di misterioso. O di losco. Come faccio a dirlo, dite?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Guardiamo i fatti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dopo anni (dico: anni) in cui ogni giorno (dico: ogni giorno) ogni telegiornale della TV non ha mai mancato in ogni sua edizione a tenerci informati su tutto quello che il Capo dello Stato faceva o non faceva, diceva o non diceva, esternava o non esternava; e ci ha resocontato approfonditamente e dettagliatamente di tutti i suoi Alti Moniti, di tutte le sue inaugurazioni, di tutte le sue raccomandazioni, di tutte le sue preoccupazioni; e ci ha mostrato tutti i suoi incontri, e i suoi viaggi, e le sue passeggiate alle Mostre di ogni tipo e contenuto; e ci ha dettagliato le sue rimostranze parlamentari, e i suoi legittimi puntigli costituzionali, e le sue (di volta in volta): felicitazioni, contestazioni, deplorazioni, interpretazioni....</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">dico: dopo tutto questo, di punto in bianco, da un giorno all'altro, in men che non si dica, improvvisamente, immantinente, immotivatamente tiè!! Giorgio sparisce dalla scena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Scompare. Si eclissa. Evapora. Sgombra. Non c'è più.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E hai voglia a girar manopole; hai voglia ad azionar bottoni del telecomando; hai voglia a cercar notiziari di ogni tipo compresi quelli regionali, quelli comunali, quelli parrocchiali, quelli alternativi, quelli sotterranei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Non si vede più. Qualcuno dice che lo fa apposta perché fra poco ci sono le elezioni e lui non vuole che la gente si ricordi di chi fu a mettere un certo Professore a Capo del Governo dopo averlo nominato, poche ora prima, Senatore a vita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Maldicenze. Io non ci credo. Io voglio solo che qualcuno mi riporti Napolitano in TV come ai bei tempi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Anche perché mia suocera, che abita con noi e che prima si addormentava immancabilmente appena quello appariva nel televisore, ora che lui non c'è resta sveglia con gli occhi sbarrati come lampadine e non si riesce a mandarla a letto prima di mezzanotte. E io e mia moglie si vorrebbe invece che dormisse un pò di più. Per il suo bene.</span></div>
Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-34773927168521036602012-11-26T15:52:00.001+01:002012-11-26T15:52:39.136+01:00Senso Civico<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma Biri, cosa diavolo ti succede?</i>" Dario sembrava veramente preoccupato "<i>Non ti si sente più, non ti si vede più...; non ti si legge nemmeno più </i>(si riferiva a questo blog). <i>Cosa fai? Hai smesso di esternare? Ti sei ritirato a vita privata proprio ora?</i>" (che ce ne sarebbero di cose da dire, intendeva). Eravamo in quel bar, seduti ad un tavolo davanti al nostro solito (caffè per lui, tamarindo caldo per me) e mi trovavo in uno stato fisico e mentale di così buona disposizione che non mi sentivo di lasciar cadere la domanda, né di svicolare (dialetticamente, intendo). </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>A cosa ti riferisci, in particolare?</i>" gli risposi gentilmente ma con un'altra domanda, così, per lo spettacolo.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Beh, alla situazione politica, economica e sociale del momento; all'aria particolare che si respira; alle prossime elezioni, per esempio</i>". Si zittò. Un sorrisino gli aleggiava sulle labbra. Alzò la tazzina alle labbra scolandone l'ultima goccia e si pose in paziente attesa. Attesa vana. Muto, me ne restai.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ecco</i>" riprese il mio amico vedendo che la conversazione non proseguiva "<i>Scommetto che tu alle prossime elezioni ti asterrai. Disfattista</i>" concluse, per provocare la mia reazione.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il bicchiere di tamarindo era ancora mezzo pieno; ce n'era di tempo da perdere, tanto valeva dargli spago anche perché l'argomento, a esser sinceri, si prestava a diverse, allegre, intorcinature dialettiche.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma Dario, cosa mai ti salta in mente. Astenermi io? Ci mancherebbe altro. Diciamo che mi sto guardando intorno per cercare di decidere a chi dare il mio voto. E lo sai Dario? Sono veramente perplesso. Indeciso. Titubante. Insomma, se proprio lo vuoi sapere non so ancora a chi darò la mia fiducia. Guardo. Osservo. Cerco di informarmi. Leggo i giornali, guardo la TV.. Astensionista io? Tu non mi conosci</i>".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E giù un'altra sorsata di quella nera, calda, profumata, corroborante bevanda.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il ghiaccio era rotto, la conversazione poteva cominciare; le prospettive erano invitanti. Dario ci si buttò a capofitto.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Allora un'idea te la sarai fatta. Se non altro di schieramento</i>." Raccolse le forze: "<i>Senti, Biri, ci conosciamo</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>da una vita, a me puoi dirlo. Destra o sinistra?</i>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Lo sapevo. Lo aspettavo al varco. Alzai gli occhi al cielo (insomma, al soffitto del bar) e cercai di assumere un'espressione sofferta e partecipata.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Destra. Sinistra. Cosa mai significano, <b>adesso</b>, queste parole? La destra non era quella che difendeva i padroni, gli industriali, il profitto e il ceto medio? Beh, hanno governato per anni e oggi il ceto medio è impoverito, le industrie chiudono e i profitti calano incessantemente. E la sinistra non era quella che difendeva gli operai, i lavoratori e il pubblico impiego? Anche loro hanno governato per decenni e ecco che la disoccupazione è salita alle stelle, le famiglie si sono impoverite e le pensioni sono diventate un miraggio... Dario, ormai non si parla più di destra o di sinistra ma di persone. Io voglio trovare una persona alla quale dare il mio voto che sarebbe poi la mia fiducia, una persona che vorrei vedere a Capo del Governo, una persona della quale condivido il programma a prescindere se questa persona è considerata alla vecchia maniera e cioè di destra o di sinistra. Non si votano le ideologie, ma gli uomini</i>" e con questa frase ad effetto ho rilanciato la palla nella sua metà campo.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dario era rimasto spiazzato, si vedeva lontano un miglio, tuttavia replicò come c'era da aspettarsi:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma ti sarai guardato in giro... ti sarai fatto un'idea...</i>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il tamarindo era finito, il bar era accogliente e calduccio e comunque c'era ancora un sacco di tempo prima che fosse ora di pranzo; la conversazione (praticamente il mio solito monologo) poteva iniziare. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Vedi Dario</i>" partii lento "<i>Vedi Dario, tu mi consideri a torto o a ragione, un cinico, un disfattista, un tipo disimpegnato insomma. Beh, hai torto a pensare che sia così. Torto marcio. In verità sono molto attento a tutti gli aspetti del mondo che mi circonda e la cosa che più mi interessa, non lo crederai, è proprio la politica, quella di casa nostra. So che probabilmente ci saranno le elezioni a breve termine e sto cercando di orientarmi, di guardarmi intorno per decidere al meglio. Ebbene, non lo crederai ma ancora non ho trovato un partito o un uomo politico al quale dare il mio voto..</i>" vidi un sorrisino sulle labbra di Dario: lo spensi subito: "<i>..e non perché non ce ne siano di partiti e di uomini degni di fiducia ma perché ce ne sono troppi</i>". Rimase di stucco; quando dopo qualche secondo si accinse a replicare lo precedetti:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Pensiamo ad esempio al PD. In quel grande Partito di persone valide ce ne sono a bizzeffe, e tutte preparate a puntino per fare il Primo Ministro. Chi sarebbe il più indicato a fare il premier? Vediamo un pò, mi sono detto. Prendiamo Bersani. Chi può mettere in dubbio la sua onestà adamantina, la sua grande umanità, il suo costante interessamento alla causa dei lavoratori alla quale (causa) dedica ogni minuto della sua giornata lavorativa? E si può tacere la sua capacità dialettica, il grande seguito che ha in ogni strato della popolazione, la sua abilità nell'interloquire con qualunque interlocutore (</i>mi scuso per queste tre ultime parole oggettivamente cacofoniche<i>), la sua grande esperienza di finanza internazionale e la sua perfetta conoscenza delle lingue e delle culture europee, provvido viatico ad eventuali escursioni in altri Paesi? Ergo Bersani va benissimo; approvato; votabile.</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>E Renzi? No, scusate, dico: e Renzi? Un giovane romantico e battagliero, amatissimo dai giovani di ogni estrazione sociale che ha conquistato con la sua spontaneità e la freschezza dei suoi giovani anni; un uomo che, passo dopo passo, si è avvicinato al top del Partito facendosi largo con la sua vitalità, la sua ansia di rinnovamento, le sue idee rivoluzionarie.. Renzi è a posto; approvato; il mio voto è cosa fatta.</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>Ventola poi non si discute. Un ragazzo del Sud che è giunto alla ribalta europea della politica grazie al suo coraggio, alle sue idee lungimiranti, alla sua correttezza e all'integrità della propria vita che fa da specchio ideale al suo programma sociale. Ventola, un nome, una garanzia; sai che ti dico? mi ci vedrei benissimo rappresentato da lui in questa nostra Italia: per me è OK.</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>Del centrodestra si può dire altrettanto. Uomini e donne validissime caratterizzano la dirigenza di quel Partito. Dopo i successi di Berlusconi (che potrebbe ricandidarsi; avrebbe la mia approvazione) ecco che qui troviamo Alfano. Il giovane delfino ha le idee assai chiare e sa esporle molto bene ai milioni di seguaci che lo seguono e lo apprezzano per il suo decisionismo e la sua specchiata onestà; potrebbe fare il premier? Ovvio che sì; per me, approvato. Dice: potrebbe venir fuori il nome di Maroni. Maroni? E chi meglio di lui, dico. Sa come parlare alla gente ed è un vulcano di iniziative brillanti e popolari... anche Maroni è a posto. Sì; sì anche a lui. Poi ci sarebbe la Santanché e la Meloni; dunque....</i>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dario ha approfittato di un attimo in cui riprendevo fiato per interrompermi:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma insomma Biri a chi lo dai il tuo voto? Parli, parli ma ora vieni al dunque..</i>" la voce di Dario era stranamente alterata.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Dario mio, non hai capito che non posso votare un <b>solo </b>nome, a <b>qualsiasi </b>Partito appartenga? Sono tutti bravissimi, onestissimi, preparatissimi e assolutamente incorruttibili, disprezzano il denaro e gli onori, disdegnano la moda vana di cercar di apparire in TV a tutti i costi. Li stimo tutti; li amo tutti; come votarne uno solo? Come penalizzare tutti gli altri?</i>". Mi tacqui; Dario taceva. Dopo un minuto di stallo pensieroso ruppi il silenzio:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Dario, tu ti preoccupavi per una mia possibile astensione, io ti rispondo con l'annuncio della mia an-astensione: un Partito solo è troppo poco, un candidato solo è troppo poco; pertanto ho deciso: il giorno delle elezioni li voterò <b>tutti</b>. Sei contento?</i>".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Era giunta (finalmente) l'ora di pranzo, così, in silenzio, ci siamo avviati verso le rispettive case.</span></div>
Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-59818545631427253982012-10-04T15:16:00.002+02:002012-10-04T15:16:30.564+02:00Tripolineide<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Alla fine quella che è stata definita di volta in volta come: la Madre di tutte le telebojate; la fiction più "gore" che sia mai apparsa sui teleschermi italiani; quella che ha contribuito a creare un nuovo genere dell'intrattenimento televisivo (lo <b>Splattrasher, </b>acronimo formato da Splatter + Trash); insomma, alla fine "<b>L'onore e il rispetto</b>" è giunto, faticosamente però, alla sua (temporanea) conclusione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">C'è da dire che l'ha fatto col botto. Nell'ultima puntata era impossibile trovare una logica negli efferati ammazzamenti, negli insensati accoppiamenti o fra gli scambi di battute degli stravolti protagonisti che esulassero dalla più fantasmagorica demenzialità; sopraffatti dai bagni di sangue e dalle smorfie dei poveri interpreti (i quali si sono trovati costretti da una sceneggiatura infame e dall'incongruenza narrativa a prodursi nelle più orrende facciacce e nei più istrionici atteggiamenti che, spero ardentemente, mai più avranno occasione di ripetere nella loro futura carriera), i telespettatori più caparbi dopo solo una quindicina di minuti, incapaci di seguire il passo dell'insulsa vicenda, abdicata ogni velleità critica, si sono lasciati docilmente trasportare dall'infernale sarabanda granguignolesca che andava in onda e, persi in una specie di catatonica fissità e indifferenti ormai all'universomondo, hanno atteso pazientemente la fine del sovrabbondante macello solo per la curiosità infantile di voler vedere come sarebbe andata a finire l'atroce mattanza che si svolgeva sotto ai loro occhi.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Qualcosa di inaudito poi, a onor del vero, c'è in questa fiction. E' infatti l'unico sceneggiato televisivo (ma anche nei film veri ci sono pochi riscontri...) in cui, al termine delle puntate, ogni personaggio sopravvissuto (pochi, pochissimi) si ritrova più cattivo, più maledetto e più incarognito di quanto non fosse al principio. Qui scordatevi le morali, le redenzioni, i pentimenti e quisquilie del genere; ognuno si impegna ad ammazzare quelli che gli si trovano più a tiro, siano pure essi amici, parenti stretti o genitori. Chi non lo fa, alla fine si suicida, e comunque tutte queste carneficine avvengono senza la presenza o l'interessamento delle cosidette "forze dell'ordine" (basti pensare al proposito che solo uno fra le decine di mafiosi che popolano lo strambo mondo rappresentato in questa fiction, alla fine, finisce in carcere, il cretino). E c'è un'altra particolarità in "L'Onore e il Rispetto": è una delle pochissime fiction in cui, alla fine, non viene dissipato alcun nodo narrativo; insomma, al termine dell'ultima puntata, siamo nelle stesse condizioni in cui eravamo quando tutto cominciò, tutti gli accadimenti sono avvenuti per così dire, gratis, e la situazione è più confusa e intricata di quanto fosse all'inizio. Un bel risultato per chi ha scritto il soggetto della bojatissima, non c'è che dire...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Di scene memorabili (se così vogliamo definirle...) ce ne sono, a dire il vero, a fiumi, a valanghe, ma qui mi preme ricordarne tre in particolare.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Già all'inizio la Tripolina (ignara di dover crepare - come gli altri del resto - di lì a qualche minuto) si esibiva in atteggiamenti da Gran Stronza umiliando ai limiti dell'inverosimile la donna e i figli del vecchio Padrino, fino ad ieri suo unico protettore (oltre che privilegiato cliente delle sue arti zoccolesche) ma caduto poi dalle sue grazie una volta che ella scoprì le sue malefatte. Tripolina si vuol vendicare sull'uomo e sulla sua famiglia; si stabilisce nella sua casa e pretende che i suoi figli e la sua donna (che prima l'angariava) le facciano da servi. Prima costringe la donna a portarle dentro casa le pesantissime valige, poi le annuncia che da ora in avanti dovrà fare le veci di domestica e cuoca a tutto servizio e per cominciare le ordina di preparare, a lei e ad un suo figlio stronzo, un pranzo luculliano per la cena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">La donna abbozza e del resto che potrebbe mai fare?: la Tripolina gira per casa con un pistolone a tamburo in bella vista nella tasca della vestaglia manco fosse la Barbara Stanwyck di "Quaranta pistole" e non perde occasione per offenderla ("<i>Puttana</i>" la chiama!) ed umiliarla davanti ai figli e allo stesso Padrino, quest'ultimo ormai ridotto ad un rottame d'uomo che si trascina per casa, incapace di ogni reazione e indifferente alle offese più sanguinose come nemmeno Berlusconi dopo l'avvento di Monti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">La sera poi, ecco a tavola Tripolina e figlio, serviti dalla donna e dal figlio di lei. Quando questi stappa una bottiglia di vino, l'altro gli ordina di versarglielo nel bicchiere: "<i>E se sa di tappo t'ammazzo!</i>" (sic!) gli dice mostrandogli la pistola (tutti hanno una pistola, in questa fiction). Poi, la donna è chiamata a portare in tavola la zuppiera colma di prelibata pastasciutta alla pommarola (ai lettori: non sono io a inventarmi queste str...zate: è proprio la fiction che è così!) ma (ohi, ohi) inciampa e fa cadere a terra tutto il fumante primopiatto mediterraneo.. Dovreste vedere la Tripolina! Tira fuori la pistola, e, puntandola alla tempia della donna vuole assolutamente che questa si inginocchi e mangi le tagliatelle atterrate senza aiutarsi con le mani o con le posate: "<i>Come una cagna!</i>" le ordina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Un'altra scena che, spero ardentemente, non passerà inosservata ai cultori del pulp in salsa sìcula, è quella in cui il vecchio padrino, stufo ormai di vedersi comandato e ridotto a zimbello da colei che una volta era la sua puttana personale, decide di farla finita e dà fuori da matto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dopo essere riuscito a disarmare la Tripolina (benedetta donna, un pò di accortezza! Sempre in giro con quel pistolone in bella vista e facile da perdere...) dà inizio alla mattanza cominciando dai suoi familiari (sic!). Ammazza la sua donna (pistolettata in pieno petto), poi il figlio (due colpi nello stomaco) e quindi la figlia che gli si era rifugiata fra le braccia, terrorizzata. Lentamente gira per le stanze facendo secchi tutti quelli che gli si parano davanti. La Tripolina si accorge di quello che sta accadendo; corre a prendere la pistola, ma non la trova: maledizione! pensa la disgraziata... Poi, si odono dei colpi: la porta viene aperta a pistolettate ed ecco che entra il Padrino, con la pistola in pugno. La Tripolina non ha scampo; un colpo e viene colpita alla spalla destra. Cade a terra sanguinante, non può difendersi.. il Padrino, ritto davanti a lei la prende ancora di mira: "Pam!" altro colpo, altra spalla. La Tripolina è in un lago di sangue ma ancora lucida; lo guarda dritto negli occhi e gli dice (testuale): "<i>Padrino, ora ti riconosco. Sparami ancora, ti prego. Noi sappiamo solo sparare</i>". Ovviamente quello non se lo fa dire due volte: "Pam! Pam!" e addio Tripolina. </span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Altra scena imperdibile (che avviene dopo una mezz'oretta, quando tra agguati, tradimenti e scontri a fuoco se ne sono già andati al Creatore qualche decina di mafiosi legati al clan del Padrino, quattro o cinque affiliati ad una cosca rivale, dieci o dodici giunti apposta dall'America per farsi ammazzare oltre a parenti e amici di questo o di quello che sarebbe troppo difficoltoso nominare) è quella dell'uccisione della moglie del Fortebracci ad opera di quest'ultimo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">La donna (che infoiata come una capra in primavera ha voluto sposare il Fortebracci nonostante questi la disprezzi) è venuta a sapere con l'aiuto di una intercettazione telefonica (che originalità!) che il marito tiene una figlia nascosta da qualche parte. Subito lo affronta e, a muso duro gli ordina: "<i>Devi subito farmi fare un figlio, così ti legherò a me!</i>". Fortebracci sogghigna (Diavolo d'un uomo; cosa mai avrà in mente?), poi, inaspettatamente: "<i>Va bene. Hai vinto tu. Ma lo faremo nell'acqua, perché così è più bello</i>" le replica cominciando a togliersi i pantaloni...</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">L'amplesso, fortunatamente per noi e su richiesta (credo) dello stesso Garko, avviene rigorosamente off-screen (dopotutto siamo in fascia protetta); nella scena che segue infatti vediamo i due in bagno dove (si immagina) debbono aver copulato alla grande dato che lei, ancora nella vasca, cinguetta: "<i>Mai avrei creduto di poter provare un piacere così immenso...</i>". Lui, intanto, atteggiato il viso alla sua seconda espressione (quella di profilo), si pettina davanti allo specchio mostrando a lei e alle telespettatrici più arrapate tutti il repertorio dei suoi celebrati pettorali. Poi improvvisamente, impugnato il phon e accesolo, si rivolge alla donna che ancora nuda vagheggia i bei ricordi di non più di cinque minuti prima e: "<i>Maledetta! Volevi legarmi a te! Ma io ti detesto! Non sai quanto ti odio! Muori maledetta puttana!</i>" le urla gettandole il phon acceso nella vasca. Grande fiammata, fumo infernale, la vasca ribolle, la musica impazza, la donna arrostisce, Fortebracci trionfa.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E ora non resta che aspettare il seguito....</span></div>
Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-36792222100014578432012-09-21T16:52:00.001+02:002012-09-21T16:52:41.155+02:00"L'onore e il rispetto" - Tonio e la Tripolina<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dopo il grande successo del precedente post dedicato a L'onore e il rispetto" (la pulp-fiction di Canale 5 che vanta un pubblico di telespettatori sempre crescente) voglio adesso dedicarmi ai suoi due personaggi principali, quelli che da soli, "muovono" la sceneggiatura e con le loro azioni permettono alla storia di progredire. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Senza quindi por tempo in mezzo e senza soffermarmi in noiose digressioni su "quello che è successo" nelle puntate precedenti (chi le ha viste lo sa già, chi non le ha viste non leggerà, presumibilmente, nemmeno questo post e chi sarà invogliato a vedere solo quelle che andranno in onda da ora in poi potrà fare benissimo a meno di un riassunto) esaminerò da vicino il carattere e la psicologia dei protagonisti indiscussi della fiction: Tripolina e Tonio.</span><br />
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<b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">"Tripolina"</b><br />
<b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Giuliana De Sio interpreta la stagionata, ma sempre appetibile puttana, conosciuta da tutti, in paese e nei dintorni, come "la Tripolina" (da notare, in proposito, la banalità del soprannome: in ogni bordello o lupanare della prima metà del secolo scorso c'era sempre una prostituta dai capelli mori, normalmente quella meno restìa a praticare certi servizi di bassa manovalanza, chiamata con questo simpatico diminutivo). </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Nonostante la non più verde età Tripolina esercita ancora e, sembra, con profitto ed entusiasmo; il suo primo e privilegiato cliente è nientepopodimenoché il Padrino "in person", quello che comanda a bacchetta la gang di mafiosi che aspirerebbe a divenire dominante nel territorio: egli protegge Tripolina fin da quando (si indovina) essa era ancora una giovinetta, e lei lo ricambia, volenterosamente, somministrandogli appena può (lui) qualcuna di quelle pratiche nelle quali è maestra indiscussa e conclamata. Nonostante la sua professione e benché si dimostri una donna timida e riservata, la Tripolina ha una innata vocazione familiare; di più: la famiglia è la sua stessa ragione di vita. Ma un giorno la vita di Tripolina cambia drammaticamente; alla sua unica figlia (una giovinetta, ignara dell'antichissimo mestiere in cui eccelle la madre, che è stata allevata fino all'età di sedici anni in un convento di suore) appena uscita dal luogo santo dov'era relegata capitano tutte insieme più disgrazie che alla celebre gatta di Masino: cinque guappetti la sequestrano, la stuprano a turno, e alla fine uno di loro la uccide. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Tripolina non ci sta. Si accorge subito che la figlia non è morta suicida (come si vorrebbe farle credere) e indovina anche quale è stato il suo destino cinico e baro. "<i>Basta</i>!" (proclama in cuor suo) e decide di vendicarsi. Detto fatto. Con l'aiuto dei suoi tre figli maschi riesce a conoscere i nomi di tutti coloro che presero parte al tremendo oltraggio e decide di ucciderli tutti, uno ad uno (e per non sbagliarsi di nome e nella cronologia degli ammazzamenti scrive i nominativi dei predestinati in un libretto che legge poi a voce alta al cimitero davanti alla tomba della figlia - e da questa scena capite subito il grado di verosimiglianza dell'intera fiction -). Il primo viene prima torturato a sangue e poi decapitato con un'accetta dalla stessa Tripolina (!); il secondo viene ucciso da un figlio della buona donna (in senso ironico) in un modo talmente orribile da esser ritenuto dagli stessi autori della fiction (due; sono due i responsabili di questo guazzabuglio) assolutamente impresentabile: le modalità della sua morte avvengono fuori-scena e il suo stesso cadavere non ci viene mostrato direttamente anche se si lascia supporre che debba esser ridotto in condizioni abbastanza pietose: il genitore che corre a vederlo prima dà fuori di matto e poi si spara. Sorge in tutti una domanda: cosa diavolo successe al giovane stupratore? Quale morte gli riservò la Tripolina? Fu egli squartato? O triturato? Forse fu macinato? ridotto in poltiglia; affettato? Niente: gli autori non ce lo dicono; sta a noi, esperti estimatori di questo genere di spettacoli, farsene un'idea. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Adesso Tripolina deve pensare a far fuori il terzo candidato all'obitorio; gli mette alle calcagna i suoi figli ma questo riesce a sfuggire alle loro ricerche... si salva quindi? chiederete. Manco per sogno: il misero fa la fine dei suoi predecessori, salvo che a farlo fuori questa volta è (colpo di scena!) Tonio il Fortebracci, l'altro protagonista della fiction!</span><br />
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b>"Tonio"</b></span><br />
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Chi, se non Gabriel Garko, avrebbe potuto (o accettato) di interpretare Tonio Fortebracci, il protagonista conclamato de "L'onore e il rispetto"? Nessuno, spero. Il Nostro (a proposito, da notare l'assoluta inverosimiglianza del cognome di uno che dovrebbe essere l'essenza stessa della sicilianità, ma si vede che gli autori, a corto di un cognome autoctono che avrebbe potuto richiamare alla mente quello di persone pericolosamente viventi, hanno chiesto aiuto alla fantasia) è qui un mafioso che viene fatto uscire di galera dall'Ispettrice Martines (innamorata di lui) in cambio della sua disponibilità a pentirsi. La Mafia subito gli fa fuori (facendoli saltare per aria con la dinamite) moglie e figlioletto; lui risponde facendo finta di esser perito nell'attentato e spedendo la sopravvissuta figlioletta dalle suore (in questa fiction, come c'è da far uscire d scena qualcuno per un certo tempo, lo si manda dalle suore). Poi Tonio (Garko) decide di vendicarsi da solo. Prima manda in bianco per ben due volte l'infoiata Ispettrice che pensava già (dato che l'uomo è fresco vedovo) di papparselo in un boccone (e alla povera donna questo duplice rifiuto non va proprio giù; dopo aver dato per un pò in solitarie escandescenze erotiche la vediamo adesso ormai rassegnata ad una sorta di scipitissimo amor platonico.. scommettiamo che da qui alla fine la darà al primo che gliela chiede?). Strano destino invero quello di Tonio (Garko), quando si tratta di vedersela con le donne.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Tutte sono ansiose di farselo. Quando va al ricevimento che un industriale dà per il compleanno della sua esuberante figlia, non ha ancora varcato la soglia di casa che già trova la giovane festeggiata che fuma spinelli in giardino e che, solo il tempo che lui la guardi e gli dica due o tre bischerate, lo bacia (un bacino) e gli cade tra le braccia. Lui, imperturbabile, la porta dentro casa a ballare. Qui suscita la gelosia della cugina della ragazza, più bruttina ma non per questo meno disposta a non farsi ripassare dal bel tenebroso. Le due parenti diventano rivali (lui, intanto, se ne frega di loro) e ad un certo punto non riuscendo nemmeno a dormire per l'improvviso arrapamento, se ne vanno a fare un bagno (vestite!) in piscina (sic!). E' una scena cult, nella sua inutile gratuità, una scena da far rifulgere come una gemma di nonsense nel bailamme narrativo di questo incredibile papocchio super-trash. Finalmente la ragazza più giovane, dopo aver offerto uno spinello al Fortebracci ed avendolo lui rifiutato, gli si butta letteralmente fra le braccia. "<i>Ti scongiuro</i>" gli dice lei guardandolo in un certo modo (Attenzione prego: trattasi di notevole bionda con tutte le sue notevoli cosine da bionda al posto giusto) "<i>Fammi un favore, te lo chiedo umilmente. Fai l'amore con me</i>". Indovinate cosa succede adesso? Esatto. "<i>Sei solo una bambina</i>" gli fa lui invece di farsela lì su due piedi "<i>e fumare gli spinelli fa male</i>" prosegue, e dopo averla così schifata, se ne va, lasciandola (anche lei!) infoiata come una cagna in calore ma ineluttabilmente, tragicamente, colpevolmente in bianco che più bianco non si può.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">NdA: A tale proposito viene spontaneo guardare all'atteggiamento del Garko verso le donne. In questa fiction non esiste una donna che non se lo voglia scopare e di queste non ne esiste una che non glielo dica chiaro e tondo.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Lui, inevitabilmente le porta a credere chissà quali mirabolanti avventura con tutta una serie di sguardi, ammiccamenti, sottintesi, risolini compiaciuti, giochi di parole e una varietà di allusioni che smuoverebbero la più vegliarda fra le monache di clausura.. Oltre a ciò non manca mai, il Nostro, dal togliersi la camicia mettendo in mostra la sua celebre tartaruga e tutti i pettorali, quadricipiti e dorsali (che farebbero la meraviglia al Gay Pride World Exhibition) inducendo le poverette a credere di poter toccare il cielo con tutte e due le dita e anche di più. Ma quando, alla fine, stremata, la vittima di turno preso il coraggio a due mani lo sfida direttamente su quel campo ("<i>Ovvìa, ti ho capito. Ora smettila con tutta questa coreografia e vieni qui e dimostrami cosa sai fare..</i>"), ecco che il Garko, indietreggia, tituba, si smarrisce, si sgonfia, si smonta e finisce sempre che se ne va con la coda tra le gambe accampando incredibili scuse pur di non far quello che situazione, occasione, natura, e orgoglio, comanderebbero.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">(segue...)</span></div>
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Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-30950835962743594752012-09-15T15:48:00.002+02:002012-09-15T15:49:04.625+02:00Onore e rispetto? Ma mi faccia il piacere...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Insomma, pensatela come volete ma a me la fiction di Canale 5 "<b>L'onore e il rispetto</b>" mi affascina. "Perché" chiedete? Guardatela, almeno per una puntata; guardatela e converrete con me che mai si è vista una roba come questa sui teleschermi di casa nostra. Sì è vero, il primo impatto, quello che si matura nei primi venti minuti di visione, potrebbe essere quello, comprensibilissimo, di etichettare il lavoro dei registi (due, ne hanno chiamati, non ne bastasse uno a preparar 'sto minestrone) come la solita "boiata pazzesca", ma...</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Ma bisogna pur dire che c'è boiata e boiata. E "<b>L'onore e il rispetto</b>" è (fino ad oggi, ma non mettiamo limiti alla provvidenza fictionesca) la boiatona per autonomasia, la Madre di tute le boiate, il capolavoro boiatesco tout-court.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Ma qual'è la componente che lo rende così boiatescamente perfetto? Ecco il punto: non c'è una componente in particolare; nella fiction di Canale 5 (il martedì, ore 21 e 20) tutte le componenti presenti in una fiction che dovrebbe (e potrebbe) esser drammatica si integrano a perfezione nel produrre l'effetto finale, quello per cui, a mio avviso, "<b>L'onore e il rispetto</b>" merita attenzione.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Certo non dipende solo dal soggetto non proprio originalissimo (la solita Mafia, i soliti pentiti, la solita droga, le solite forze dell'ordine, la solita corruzione ecc. ecc.) né dalla scarsezza conclamata di alcuni attori (Garko fa tenerezza come alterna le due sole espressioni di cui è capace: vestito o a torso nudo) alcuni dei quali usati in ruoli insoliti (mi auguro) per loro: la De Sio in quello della puttanona "cuore di mamma"; la Martines nei panni di una frustratissima Ispettrice di Polizia alla continua -ma fino ad ora insoddisfatta- ricerca di una liberatoria trombata col Garko di cui sopra; la Torrisi vilmente sprecata in statiche scene di erotismo da oratorio). E posso condividere le vostre critiche all'ambientazione banale e didascalica, ai personaggi ad una sola dimensione e a molto altro.... ma rimango della mia idea: "<b>L'onore e il rispetto</b>" è "nel suo insieme" il vero capostipite di un sottogenere pulp che comprende lui solo e che solo lui ha contribuito a creare; un genere che potrei denominare il "<b>caponata-splatter</b>".</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Innanzitutto c'è già l'uso delle inquadrature (sempre in continuo movimento longitudinale o circolare) e del colore accesissimo (dove imperano i gialli, gli arancioni, i rossi accesi e i blu cobalto) a dare alle scene una ambigua connotazione post-gotica amplificata dall'abuso del primissimo piano e dalla pazzesca incessante colonna sonora che non la smette mai di anticipare, commentandole con effettaci "di colore", quelle che dovrebbero essere le situazioni più paurose o più cruciali della fiction, ma sopratutto la "colpa" è della sceneggiatura che sembra scritta saccheggiando a più mani le opere della letteratura e del cinema più popolare (con rimandi a: l'immancabile "Padrino", "Profondo rosso", "La muta di Portici", Lady Macbeth, "La lupa", Maria Goretti, "Pulp Fiction", "La tarantolata di Petralìa Sottana", "Justine o le disgrazie della virtù", "il Gattopardo" e le storie siciliane di Cicciu Busacca) condendole poi con le più consolidate banalità e stereotipi riguardanti i conclamati usi e costumi del popolo siciliano.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Un breve riepilogo delle prime puntate può aiutare a capire da dove proviene l'insolito fascino(?) di quest'opera così sgangheratamente estrema.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>Riassunto</b>:</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">-Ramo di Garko-</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Garko, ex mafioso, può finalmente uscire di prigione: pagato il suo conto con la Giustizia ora vorrebbe solo poter vivere in pace con la famiglia, ma viene convinto dalla battagliera ispettrice di Polizia Alessandra Martines (perdutamente e segretamente innamorata di lui) a collaborare con l'Antimafia: solo una sua deposizione potrà smantellare la potentissima Cupola palermitana. L'ispettrice non deve faticare molto a convincerlo: Garko accetta di pentirsi senza chiederle niente in cambio (con di lei sommo disappunto, essendo la fedele Custode dell'Ordine dispostissima a donargli, per farlo accettare, il fiore, se pur appassito, della sua virtù). La Mafia, venuta a conoscenza delle sue intenzioni pentitesche cerca di farlo fuori, ma fa cilecca: la bomba che doveva far saltare in aria la famigliola accoppa la moglie e il tenero figlioletto lasciando incolume il Garko stesso e la figlia adolescente che viene subito presa in carico dalla premurosa ispettrice che la nasconde in un collegio tenuto dalle suore (sic!).</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Garko decide di vendicarsi: vuole far fuori l'intera organizzazione mafiosa colpevole di così orrendo delitto e si allea col vecchio Burattinaio (un vecchio boss mafioso stile Marlon Brando-Don Vito Corleone che un giovane mafioso rampante vorrebbe defenestrare). Per conquistarne la fiducia si fa mandare a New York (rifatta in studio) dove entra nell'Organizzazione della Droga. In breve riesce a farsi credere da tutti un vero mafioso (come in effetti era), risolve un certo caso per il Burattinaio e torna subito in Sicilia da trionfatore (non prima di aver mandato in bianco una spettacolosa spogliarellista che si era denudata a bella posta per concederglisi; ma si sa, lui non si lascia attrarre da simili cose, il cretino!).</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Ora può dedicarsi alla sua tremenda vendetta, e dopo averlo annunciato alla povera Martines, che lo aveva incontrato nella notte speranzosa di ben altri, e più porcaccioni, sviluppi, sparisce nella notte accelerando la sua 1100 e lasciando la povera Ispettrice ancora una volta in bianco. In una scena madre (che mi auguro non sarà dimenticata tanto presto dalle antologie della fiction televisiva) si vede l'infoiata femmina, arrapatissima ma ancora una volta privata così brutalmente dell'oggetto del suo desiderio (avete capito...) che si contorce di brutto nel fango gridando al vento il suo amore mentre la musica di fondo raggiunge toni walchiriani e la pioggia, impassibile, le inonda il viso (davvero: vedere per credere!).</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Intanto la Torrisi, sorella di uno della banda dei mafiosi rampanti, è incinta di Garko (non chiedetemi dove, come e perché successe il fattaccio) ma quando lo confessa al fratello, questi, lungi dal ringraziarla di volerlo rendere zio, cerca di farla abortire a forza. A tale scopo il farabutto la sequestra e chiama una orrenda mammana perché adempia all'infame bisogna ma la Torrisi, lo sguardo di fuoco, disposta a tutto, impugnato un coltellaccio da cucina, lo minaccia: "<i>Vogghiu teniri o figghiu miu!</i>" urla. Alla fine la vince lei. Viene cacciata di casa: il figlio se lo vorrà, dovrà farselo e allevarselo da sola. Ecco quindi la tapina, incinta, sola, senza marito ma stranamente allegra, che giunge nella sua vecchia casa (ohibò: aveva una casa. Vuota e perfettamente arredata). "<i>Qui starò da sola e darò alla luce mio figlio</i>" ci spiega opportunamente in una sorta di autoconfessione fatta davanti allo specchio di camera. Che potrà succedere adesso? Ci credereste? Arriva Garko, proprio quella sera stessa, proprio in quella stessa casa (dopotutto era anche casa sua in qualche precedente -non vista- puntata). I due, ovvio, non passan tre minuti sono già a rotolarsi nel letto intenti a fornicare castamente (siamo in prima fascia) in una scena incomprensibilmente avara di gemiti, di nudità e di tutti gli effettacci videosonori che si presume si addicano televisivamente a similari abusatissime situazioni.</span><br />
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">-Ramo della De Sio-</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Ma lasciamo per adesso Garko a concentrarsi sulla sua vendetta (e sulla Torrisi) ed occupiamoci invece della De Sio. E' costei (e ancor più lo era in passato) un celebre puttanone, famosa per aver iniziato alle prime giovanili porcherie tutti i maschi dei dintorni (i mafiosi del posto la chiamano "la nave scuola"); ora, piuttosto stagionata ma sempre appetibile e in servizio, esercita solo di quando in quando, perlopiù a beneficio di un rispettabile Padrino che la mantiene da sempre e al quale lei deve imperitura gratitudine. La De Sio ha anche tre figli, due maschi sui vent'anni e una tenera fanciulla assai bellina che ella ha voluto preservare dalle brutture del mondo mantenendola fino all'età di anni sedici in un collegio tenuto dalle Orsoline. La dolce ragazza è ingenua e pura siccome un angelo; essa è la luce degli occhi di mamma sua: quando esce dal collegio mammà la porta a casa e subito si dà da fare per sistemarla, ma...</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><i>-Dite la verità, anche voi a questo punto, benché stremati, volete che prosegua, vero? Va bene, va bene. Continuiamo:-</i></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">ma la giovane viene adocchiata dal più strafottente della banda dei giovani mafiosi (quello che vuol defenestrare il Burattinaio) il quale riesce a convincere la tenera agnellina a seguirlo in un casolare. Era un vile tranello: qui la ragazza incontra gli altri quattro componenti della banda di delinquenti... </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Basta: il pudore e l'orrore mi impediscono di descrivere appieno il triste fato della fanciulla: basta dire che in pochissimo tempo la disgraziata si trova a passare dallo stato di ingenua verginella a quello di incolpevole plurispulzellata. Gli infoiati energumeni la lasciano solo dopo aver abusato di lei a loro piacimento e, dulcis in fundo, (si fa per dire) al mattino, viene anche strangolata dal cattivissimo mafioso stupratore non appena questi si sveglia.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">La De Sio non ci sta. E quando la sua bambina viene rinvenuta impiccata non crede all'ipotesi del suicidio. Corre dal boss suo protettore ma questi per difendere il figlio (faceva parte della banda degli stupratori, il delinquente!) le dice che per lei è molto meglio se dimentica tutto e le mette in mano un bel paccone di banconote per convincerla. La De Sio capisce che qualcosa di terribile è avvenuto alla figlioletta ma lì per lì non lascia trapelare nulla, anzi, per convincere il boss della sua buona fede, gli sbottona la patta dei pantaloni e gli pratica seduta stante, benché non espressamente richiestane, uno di quei servizi per i quali, ai bei tempi, ella andava, in paese e nel contado, giustamente famosa.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Poi, tornata a casa, arringa i suoi figli perché provvedano immantinente a vendicare la loro povera sorella. Anche essi sono mafiosi (per chi non l'avesse ancora capito in questa memorabile fiction TUTTI gli uomini sono mafiosi) che però (l'onore è l'onore, diamine!) non possono far finta di niente: a costo di mettersi contro il boss vendicheranno l'onta che si è abbattuta sulla loro famigliola. A dire il vero uno di essi fa qualche resistenza: vorrebbe, l'ingenuo, sposarsi con una giovane puttanella (per chi non l'avesse ancora capito in questa mitica fiction TUTTE le donne ancora in vita sono puttane) della quale si è innamorato e ritirarsi a godere dei piaceri della vita familiare, ma mamma sua lo mette in riga: "<i>A sposarrìa solu doppu aviri ancisu u fetusi 'cchì desonorarunu a sòreta!</i>" (In questa fiction la De Sio parla così: è anche per questo che "<b>L'onore e il rispetto</b>" è memorabile). I due giovani si armano fino ai denti e, con uno stratagemma riescono a catturare uno dei mafiosi che fecero sì vile oltraggio alla tenera consanguinea. Il misero viene massacrato a sangue e torturato dai due e dalla De Sio nei panni di una Dea Kalì sanguinaria. Alla fine il disgraziato "fa i nomi" dei suoi complici. Questo non lo salverà da una fine orribile: Giulianona, armata di una pesante mannaia, quale novella Giuditta, lo decapita con un colpo solo. Il giorno dopo la testa sanguinante della vittima viene ritrovata in mezzo alla piazza del paese... </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">Fine della Puntata. <i>(ma continua...)</i></span></div>
Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-26705471300501203222012-09-04T15:22:00.002+02:002012-09-04T15:29:18.878+02:00La Solitudine del Numero Primo<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">La solitudine è una brutta cosa. E se è vero (come è vero) che è brutta per tutti, figuriamoci quanto brutta può essere per chi assaporò un giorno i fasti della popolarità e il dolce profumo del potere ed ora si trova, mutatis mutandis, nella situazione di non avere più alcuna autorità, nessuna influenza sulla pubblica opinione e dovere restar solo come un cane, senza uno straccio di amico.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Del resto, ad esser sinceri, un grande compagnone F******, non lo era mai stato. Era schivo, silenzioso, mancava di dialettica e di spirito e spesso, quando doveva presenziare a qualche festa alla quale era stato invitato, trascorreva il tempo che lo separava dall'ora in cui, finalmente, sarebbe potuto tornarsene a casa, in disparte, addossato alla parete nel lato più buio della sala</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">, sperando in cuor suo di non esser notato da alcuno per non dover intavolare una conversazione che, da parte sua, non sarebbe stata che una sequela di poche frasi sbocconcellate e, per gli altri, incomprensibili. E nonostante che, per qualche inspiegabile miracolo, fosse arrivato a rappresentare il Partito nei più alti consessi politici fino ad esser candidato (lui! F******!) alla carica di Presidente, purtuttavia, anche allora, il suo carattere introverso lo rendeva, agli occhi di chi poteva avvicinarlo, un uomo diverso, un "dropout", un solitario.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ora, chi si ricordava di lui? D'accordo, aveva ottenuto la carica di Sindaco ed era quindi, a tutti gli effetti, ancora un Numero Uno, ma anche se alle riunioni politiche veniva invitato come prima era evidente a tutti che le sue fortune erano svanite, che la sua ora era fuggita e che il futuro che gli si presentava davanti sarebbe stato pieno di rimpianti e di solitudine ancora più penosa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il suo fisico non lo aiutava a superare questa sensazione che a poco a poco si stava trasformando in un vero e proprio complesso: alto, magrissimo, macilento e con lo scarno volto emaciato a incorniciare due occhi grandi e tristi sovrastanti due spaventose occhiaie, il suo aspetto sembrava fatto apposta per allontanare da sé anche le persone più amichevoli e estroverse. Metteva un pò di disagio. Le donne, parlando tra di loro, cominciarono presto a paragonarlo ad un lombrico. Presto tutti, di nascosto da lui ma in ogni occasione, lo chiamarono: il "verme" e, poiché stava sempre solo: il "verme solitario". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Pensate che F****** non soffrisse di questa situazione? Il pover'uomo ne soffriva eccome! Ma non riusciva a cambiare né il proprio carattere né, di conseguenza, le cose, e questo la rattristava profondamente fino a procurargli una specie di dolore quasi fisico. A volte, nelle ore più tarde delle lunghe notti insonni passate a ripercorrere la sua situazione, si alzava e, sceso dal lettone del quale occupava solo la minima parte, traversava la grande camera da letto e, coperto solo dalla lunga, bianca camicia da notte, scendeva nel soggiorno dove si rimirava attentamente nel grande specchio appeso alla parete. Racconta la fida governante, che assistette spesso e non vista a questi fatti, che una lacrima silenziosa scendeva allora sullo scarno volto del suo padrone. Una volta fu udito gridare. La domestica, saggiamente, in questi casi sapeva che era assai meglio non avvicinarglisi, ché il meschino, in preda ad un raptus di follia, avrebbe potuto passare dalle escandescenze ai fatti. Si limitava, la fedele governante, a sbirciare dal buco della serratura, poi, la mattina seguente, uscita a comperare il solito quartino di latte scremato (che insieme ad una prugna secca costituiva la magra colazione del Nostro), raccontava quello che aveva visto alle coetanee (occorre dire che la riservatezza era, fra tutte le sue virtù, quella che faceva difetto alla fida e anziana nutrice). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">-</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>N.d.A.: l'anziana donna, oltre che governante e domestica, a F****** gli era anche nutrice</b></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">-</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"Perché, perché grande Mani (F****** era di religione manichea) non posso anche io avere amici con cui parlare, una compagnia da frequentare, ragazze... (qui esitava, timidamente).. da corteggiare, persone che mi stanno a sentire? Quale è stata la colpa che mi costringe a restare perennemente solo?" diceva egli allo specchio come se questi avesse potuto rispondergli. Poi, aprendo la grande finestra che dava sulla nera campagna e dalla quale </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">nelle limpide notti di luna piena </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">potevano scorgersi le lontane Alpi innevate, alzava i tristi occhi al cielo e scuotendo i pugni verso un invisibile nemico, proferiva orrende bestemmie pagane (la decenza e il timor di Dio impedivano alla pia donna di riportarle per esteso) che risuonando nel livido cielo spaventavano persino i grandi pipistrelli che, a frotte, si radunavano ogni notte presso la sua casa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Quando poi seppe che non solo i suoi ex amici ma perfino i compagni di partito si riferivano a lui con quel nomignolo: "verme solitario", la voglia di reagire al suo triste stato di solitudine gli venne meno. Cessò di uscire di casa; rinunciò ad ogni manifestazione di vita pubblica; nessuno lo vide più per interi mesi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Poi, dopo quasi un anno, la situazione cambiò. F****** a poco a poco era riuscito a trovare in sé le risorse per riemergere da quello stato di abulìa che rischiava di condurlo alla depressione; sforzando la propria volontà riuscì finalmente a maturare la convinzione di potercela fare. "<i>Devo tornare in pubblico; devo mostrarmi brillante, arguto, spiritoso, sagace... il "verme solitario" di una volta sarà solo un ricordo. La gente mi rispetterà</i>" si ripeteva allo specchio in una sorta di parossistico training autogeno. E si fregava le mani.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Venne il gran giorno.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">L'occasione che avrebbe sancito il suo ritorno in politica era stata programmata con cura; non un dibattito pubblico su temi d'attualità e nemmeno una partecipazione come referente ufficiale ad una conferenza stampa dove avrebbe avuto puntati su di sé le telecamere di mezzo mondo; per la sua prima apparizione in pubblico dopo così lunga assenza era stata scelto un Evento culturale: la Settimana della Scapigliatura Milanese (nota corrente letteraria in voga all'inizio del secolo scorso). All'inaugurazione della Settimana (dove sarebbero state presenti tutte le televisioni nazionali nonché politici e giornalisti dei quotidiani più diffusi), F****** avrebbe dovuto tenere il discorso d'apertura e successivamente presenziare in prima fila alle recite dei componimenti degli Scapigliati, conferendo in tal modo a tale rassegna, una valenza politica (oltre che un valore letterario) che, oltre a favorire il Partito, lo avrebbe riportato in auge tra i suoi compagni e tra i primi nel gradimento del pubblico.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">All'inizio tutto andò bene. La prolusione del Nostro sembrò incontrare il favore del pubblico al punto che, al termine del suo preciso intervento, detto per una volta con voce ferma e piglio deciso, si levò nella sala anche qualche applauso.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ci siamo! E' fatta!</i>" diceva tra sé e sé F****** fregandosi le mani: "<i>Sono di nuovo in sella. E ora nessuno parlerà più di me come del verme solitario</i>" concludeva mentalmente, soddisfatto della sua performance.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Poi, sul palco si presentò un giovane il quale dopo aver parlato della Scapigliatura Milanese concentrò il suo intervento sul poeta Ernesto Ragazzoni, descrivendone l'indole ribelle, la produzione poetica e la sua morte prematura.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>E adesso</i>" disse poi, "<i>per commemorarlo degnamente permettetemi di leggervi una delle sue odi più famosa: <b>l'Elegia del Verme Solitario</b></i>". E, mentre a F****** cominciavano lentamente a ronzare gli orecchi, quello cominciò a declamare:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Solo è Allah nel Paradiso</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>del profeta Macometto,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>solo è il naso in mezzo al viso,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>solo è il celibe nel letto,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>ma nessun da Polo a Polo</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>come me sul globo è solo,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>né mai fu, per quanto germe</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>ebbe lume nel lunario,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>perch'io solo sono il verme,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>lungo verme</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>cupo verme</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>bieco verme</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>cieco verme</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>triste verme</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>solitario"</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma... cosa.. che succede? Come è possibile?</i>" F****** si contorceva nella poltrona in prima fila, gli occhi vitrei, i pensieri in tumulto.. "<i>Uno scherzo? Una burla? Chi, come perché?</i>" non poteva pensare, non poteva parlare; mentre quello sul palco continuava la declamare imperterrito, lui poteva solo aspettare che quella tempesta che gli si abbatteva addosso terminasse al più presto....</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Intanto dal palco quelle strofe saltellanti continuavano impietosamente ad abbattersi su di lui che avrebbe desiderato solo di non esser lì, di essersene rimasto a casa, di scomparire....</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il giovane poeta giunse finalmente all'ultima strofa:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Pure il giorno verrà, il giorno</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>che uscirò fuori a vedere</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>come è fatto il mondo intorno</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>miserere, miserere,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>finirò la vita trista</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>nel boccal d'un farmacista</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>pieno d'alcool ed erme-</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>ticamente funerario,</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>perché io non son che un verme</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>lungo....</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>cupo....</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>cieco....</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>bieco....</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>triste verme</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>solitario.</i>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">L'elegia finì sotto un uragano d'applausi. Che gran poeta era Ragazzoni! E come era bravo il giovane poeta che l'aveva letta così bene! La Settimana della Scapigliatura non poteva cominciare meglio. Poi, tutti cercarono con gli sguardi F****** per vedere come aveva accolto quella performance, forse per udire da lui qualche commento.... ma...</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"F******! Dov'è F******?" si udiva da ogni parte..</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">F****** non c'era più; la sua poltrona era vuota; forse lui era sgattaiolato via, non visto, quando era scoppiata l'ovazione.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Da quel giorno nessuno l'ha più visto.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-26762198239899470992012-09-01T17:15:00.001+02:002012-09-01T17:15:29.317+02:00Mostro cinematografico di Venezia<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Per rendersi meglio conto di come quello attuale sia solo lontanissimo parente (non riconosciuto) di quello che fu il Cinema di una volta, più che mille parole di rimpianto, di rabbia o di sconforto bastano pochi illuminantissimi dati inerenti quella che, con il nome di "Coppa Mussolini" prima e "Mostra internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia" poi, anche oggi, lungi dal dichiarare fallimento per mancanza totale di opere cinematografiche artisticamente valide, viene ostentata come ridicolo vanto da tutta quella miriade di personaggi che la utilizzano solo per alimentare il proprio narcisismo e la propria insopprimibile voglia di apparire ad ogni costo. Che del resto questi cronisti, critici, presidenti di associazioni, politicanti e Alte Personalità non perdano occasione mostrandosi, di elevare lodi sperticate e ingiustificatissime verso prodotti il cui solo merito, semmai ce ne avessero uno, è quello di aver dato lavoro per qualche mese a troupes di cinematografari altrimenti a rischio cassa-integrazione, essendo l'altro e più peculiare obiettivo (quello di essere visti e acclamati dal maggior numero di spettatori ai quali qualunque prodotto cinematografico dovrebbe essere destinato) precluso fin dalla loro gestazione, anzi, dalla loro stessa ideazione. Del resto basta considerare che oggigiorno (e particolarmente, anche se non esclusivamente, in Italia), i film vengono prodotti non da produttori indipendenti che sulle fortune o sull'insuccesso del film rischiano il proprio denaro e la propria reputazione, ma dallo Stato o da sponsor statali o governativi (quali la RAI: a proposito, la Televisione che produce il cinema è o non è roba da matti?), tutti datori di lavoro che sanno benissimo come un soggetto, per essere appetibile, necessiti di alcuni requisiti irrinunciabili: esser riconosciuto di "preminente valore artistico" (!) per usufruire dei contributi statali (in soldoni: lo paghiamo noi); esser gradito ai nostri partner internazionali (per facilitare la sua distribuzione all'estero); non mettersi di traverso alla "political correctness" che ormai imperversa su tutti i campi dove possa estrinsecarsi la creatività, diciamo così, divulgativa o artistica in senso lato.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ricordiamo alcuni capisaldi dello specifico cinematografico:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">I prodotti del Cinema (i film) vengono realizzati per essere mostrati (a pagamento) ad un pubblico, il più vasto possibile, e,</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">qualunque attribuzione di artisticità ad un film è "sempre" arbitraria e assai poco universalmente riconosciuta anche per la difficile determinazione (nonostante quello che ne pensasse Bazin) dell'Autore di un film. Figuriamoci l'autorevolezza del giudizio di una Commissione Governativa (ergo politica) che riconosca a priori (dato che gli elargisce i finanziamenti) l'artisticità o meno di certi film!</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il fatto è che al Cinema oggi, non ci va più nessuno. Le sale cinematografiche chiudono ovunque e, le poche volte che si riempiono, non lo fanno certo nell'occasione della presentazione delle opere "artistiche" premiate al Festival di Venezia. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Con queste premesse e questi dati di fatto l'unico modo che potrebbe avere una Mostra d'Arte Cinematografica di onorare il Cinema sarebbe quello (e non sarebbe poco!..) di far rivivere sugli schermi del Lido, e poi nelle sale italiane, i film di una volta, quelli che piacevano, quelli che riempivano le sale, quelli che rappresentavano le emozioni, i sentimenti, quelli che oggi non si sanno (e non si possono) fare più.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Alcuni dati potranno aiutare a comprendere meglio quanto ho affermato fino ad ora cominciando dalle edizioni degli Anni Trenta:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Nel 1932 erano in concorso, tra gli altri:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"Frankenstein" di Whale, "Doctor Jekyll" di Mamoulian, "A' nous la liberté" di Clair; </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">nel 1934 vinse "L'uomo di Aran" di Flaherty e Capra presentò "Accadde una notte"; </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">nel 1935 erano in concorso: "Anna Karenina" con la Garbo, "Capriccio spagnolo" di Von Sternberg con la Dietrich e "Il traditore" di John Ford;</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">nel 1936: "E' arrivata la felicità" di Capra (un film che viene riproposto continuamente anche ai giorni nostri):</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">nel 1937: "Carnet di ballo" di Duvivier e "La grande illusione" di Renoir;</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">nel 1938: "Olympia" della Riefenstahl e "Biancaneve e i sette nani" di Walt Disney;</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">nel 1939 "L'angelo del male" di Renoir...e così via ngli anni successivi, </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">tutti film (per i quali si può applicare l'attributo di "artistico") acclamati dai pubblici di tutto il mondo (nonché campioni di incassi) che sono entrati a far parte non solo della storia del cinema, ma della nostra cultura "tout court".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Per quanto riguarda il dopoguerra basta ricordare il 1946 anno in cui erano presenti alla Mostra: "Amanti perduti" di Carné, "Paisà" di Rossellini e "Enrico Quinto" di Laurence Olivier; negli anni successivi la Mostra ospitò (e a volte premiò) i migliori film del Cinema Internazionale, moltissimi dei quali sono anche oggi riconosciuti di valore assoluto...</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E oggi?</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Diamo una veloce occhiata ai film che hanno vinto la manifestazione negli anni Duemila (spero di riportare senza errori i nomi dei registi):</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">2000: Leone d'Oro a "Il cerchio", di tale Panahi, iraniano; il Premio Speciale della Giuria andò a... Buddhadeb Dasgupta per "Uttara";</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2001: "Monsoon Wedding" di Nair e "Canicola" di Seidl; </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2002: "Magdalene" di Peter Mullan e "Oasis" di Lee Chang-Dong;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2003: "Il ritorno" di Zviagintsev e "Zatoichi" di Kitano;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2004: "Il segreto di Vera Drake" di Leigh e "Mare dentro" di Amenabar;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2005: "I segreti di Brokeback Mountain" di Lee e "Les amants reguliers" di Garrel;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2006: "Still Life" di Zhangke e "Cuori" di Resnais;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2007: "Lussuria" di Lee e "Redacted" di De Palma;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2008: "The Wrestler" di Aronofsky e "Bumaznyj soldat" di Aleksey german jr. (roba da chiodi!);</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2009: "Lebanon" di Maoz e "Soul Kitchen" di Akin;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2010: "Somewhere" di Sofia Coppola (questo l'ho visto ed mi è parso veramente mediocre) e "Esssential Killing" di Skolimovsky;</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">lo scorso anno infine vinse il Leone d'Oro "Faust" di Sokurov mentre il Premio della Regià andò a "Terraferma" di Crialese.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Avete letto tutto? Avete capito quale è il problema? Quanti di voi hanno visto non dico tutti, ma almeno uno dei film qui sopra elencati? Quanti di questi film hanno la più remota possibilità non solo di poter esser rivisti negli anni che verranno, ma anche di essere semplicemente ricordati al di fuori delle semplici statistiche. La verità è che nessuno (al di fuori di chi li ha fatti e, forse, di chi li ha premiati e recensiti) li ha visti. E anche a chi li avesse voluti vedere non sarebbe stato possibile perché la stragrande maggioranza di quei film NON SONO MAI STATI PROIETTATI AL CINEMA. Una Mostra del Cinema premia dei film "artistici" che la stessa distribuzione cinematografica non reputa opportuno far vedere agli spettatori (prevedendo verosimilmente che la gente non andrebbe a vederli)! Un pittore che dipinge dei quadri prima di seppellirli nel giardino di casa! Poeti che scrivono poemi per poi stracciarli dopo averli declamati a pochi intimi! Avete capito perché il Cinema è finito e quello che va in onda ogni anno a Venezia corredato da sovraesposizione mediatica non è che un vuoto simulacro di quella che fu definita la Settima Arte?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Si tiene in vita un morto (il Cinema) per scopi triviali (guadagnarci sopra del denaro pubblico). Vergognatevi!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Beh, ora che mi sono sfogato, visto che piove, vado a rivedermi "Cantando sotto la pioggia" (di Stanley Donen, con Gene Kelly). E so che non resterò deluso.</span></span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-64322880510743913672012-08-27T16:32:00.001+02:002012-08-27T16:32:46.801+02:00Lucifero e Minosse<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Lo stupidario estivo che ogni anno si accanisce con tutta la sua potenza multimediatica sulle nostre esauste autodifese neuroniche, mai come quest'anno ha dato prova così impressionante della sua forza demenziale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Lasciamo perdere le perle scientifiche che precedettero, in tempi assai più freschi, questo torrido agosto pieno di nequizie (di quel tempo ricordiamo, en passant, il neutrino contaballe che pretendeva di essere Superman; quello che, ad osservarlo si metteva a vibrare e mutava aspetto; il bosone apparso a Higgs una notte di tarda primavera e, ieri, la proteina refrigerante che non fa percepire il caldo...) e concentriamo per qualche minuto la nostra attenzione sui grandi fatti che hanno animato le pettegole cronache della nostra, per altri versi assai poco divertente, estate.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Cominciamo dai nomi. Dopo che da un certo tempo si è diffusa l'usanza di affibbiar i nomi più improbabili, ridicoli e grotteschi a quei poveri e indifesi neonati che hanno la balzana idea di venir alla luce qui e adesso, ecco che, lungi dall'esser appagati da tale demenziale moda, gli "scienziati" hanno inaugurato quella di battezzare con nomi altisonanti gli eventi climatici, sia pure quelli di infima rilevanza meteorologica.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ad esempio non so chi è stato il (peraltro) geniale meteocretino che per primo ha avuto l'idea di chiamare con nomi mitologici o storici, i periodi di gran caldo che mai come quest'anno hanno afflitto la nostra beneamata penisola. "Come mai a casa così tardi? Cosa ti è successo?" chiede il marito alla sposina allorché la stessa, accaldata, scomposta e tutta rossa in viso si lascia cadere affranta sulla poltrona rientrando da fuori alle due del pomeriggio.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"Caro, è colpa di Lucifero" spiega quella riprendendo a poco a poco il normale colorito, "Mentre da Scipione, Nerone e Minosse sono riuscita a difendermi, contro Lucifero non riesco più a combattere. Mi sconvolge, mi schianta, mi distrugge, annulla la mia volontà. Non so più come difendermi. Nonostante cerchi di trovare i luoghi più freschi ed ombreggiati e di andare in giro con vestiti leggerissimi non riesco a difendermi da lui. Quel calore mi toglie il respiro, mi fa sudare e dopo poco sono uno straccio. E pensa che ogni volta che esco devo fare i conti con lui. Speriamo che passi presto" e corre a farsi una doccia mentre il marito, affacciatosi alla finestra, roteando i pugni e volgendo gli occhi al cielo dove non appare una nuvola ed il sole splende impassibile cuocendo a fuoco lento chiunque osi sfidarlo, non può far altro che gridare: "Maledetto Lucifero! Così tanto, dunque, tu sconvolgi le donne! Ma verrà Paolino!" con riferimento al prossimo mutamento climatico di fine agosto già battezzato dai creativi scienziati del meteo: Paolino (poco vento e fa freschino).</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Un'altra notizia da prendersi con le molle è quella secondo cui le "Pussy Riot" hanno registrato il proprio marchio. Beh, ognuno ha diritto di farsi una opinione su queste sveglie ragazzotte russe che usano dar libero corso alla loro volontà dissacratoria profanando le chiese con canzonette sconce e balletti blasfemi, ma permettetemi di dire che non pensavo sarebbero arrivate a tanto.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Io, comunque, ricordando che il nome "Pussy Riot" vuol dire né più né meno che "La Rivolta della Passera" non voglio sapere niente di questo marchio, né come è fatto né cosa rappresenta, anche se temo che il soggetto non raffiguri un uccellino che cinguetta "Guantanamera".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Poi c'è la notizia (che ricompare sui giornali ogni tanto) che negli Stati Uniti hanno inventato una macchina della verità in grado di rivelare se le risposte date dai politici alle domande che vengono loro poste dai giornalisti sono vere o false. La notizia è certamente una bufala: nessuna macchina di tal genere per quanto tecnologicamente avanzata, potrebbe essere affidabile anche perché, in tal caso, sarebbe perfettamente inutile: come tutti sanno infatti nessun politico, interrogato durante una conferenza stampa, ha mai risposto o risponderà, seppure su questioni minime o ininfluenti, e neppure per sbaglio, la verità.</span><br />
<br /></div>
Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-12963029617442076472012-08-12T15:12:00.001+02:002012-08-12T15:13:56.148+02:00Badmington e taekwondo<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Sky gli aveva dedicato addirittura dodici canali, poi c'era RAI2, RAISport, Eurosport e tutte le edizioni dei vari telegiornali che ne avevano fatto l'argomento principale.. insomma, solo limitandosi alla televisione, le Olimpiadi erano state di gran lunga l'argomento sportivo più seguito dai mass media nostrani. Che fare? Eravamo tornati da poco dalle nostre solite vacanze in montagna e la città, inondata dal caldo, era pressoché deserta (escludendo le migliaia di turisti che la percorrevano in su e giù, sempre sulla stessa strada, a tutte le ore del giorno e non considerando la folla di badanti polacche, giardinieri filippini, muratori rumeni, ambulanti senegalesi e studentesse americane che, alle prime ore serali, si impadroniva delle piazze, delle strade e dei vicoli da dove se ne sarebbe andata solo alle prime ore dell'alba). Così a uscire non ci si pensava nemmeno; si accendeva il condizionatore e si restava in casa. E quando siamo a casa, e non siamo più adolescenti, e non è più il caso di uscire all'avventura, e l'ADSL non c'è, e i cinema sono chiusi, che si fa per cercare di non morir di noia? Si guarda la TV, porco boia; che altro puoi fare?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Così, si può dire per caso, o per necessità, o per ineluttabilità, eccomi divenuto il massimo esperto stanziale di Olimpiadi di tutta Italia. Uno potrebbe dire, ammiccando: "<i>Dì la verità Biri, non hai fatto nessun sacrificio; a te le Olimpiadi piacciono un mondo e non aspettavi altro. Altrimenti avresti guardato altri canali, avresti seguito altri programmi</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Amico mio</i>" gli risponderei in tal caso "<i>forse non sei al corrente di come si può definire l'intera l'offerta televisiva italiana durante i mesi di Luglio e Agosto ma in tal caso te la sintetizzo in una parola di cinque lettere delle quali la prima è "emme" e l'ultima è "a". Hai capito di che parola si tratta?</i>" e se vedessi una espressione scandalizzata sul suo volto lo toglierei dall'imbarazzo dicendogli: "<i>Morta. Ecco com'è la TV d'estate in Italia: morta. Sepolta</i>" e sono sicuro che, tirato un sospiro di sollievo, si direbbe d'accordo con me senza sapere che in effetti la parolina in questione era un'altra, proprio quella che era venuta subito in mente anche a lui. Ma, signori, guardiamoci negli occhi: chi potrebbe dargli torto?.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Partiamo dalla RAI: il primo canale (Rete Ammiraglia la chiamano, quei fessi) divide le sue ore giornaliere di programmazione tra Quark preistorici (in uno di questi si preconizzava che in un prossimo futuro le persone avrebbero comunicato fra di loro usando addirittura telefoni portatili); riproposizioni di vecchie fictions (quelle che erano state rifiutate dalla maggior parte dei suoi telespettatori, peraltro di bocca assai buona, in tempi normali); quiz demenziali condotti da presentatori di seconda fascia e rivolti a persone esibizioniste pagate per la bisogna; e varietà tristissimi, visti e rivisti, poveri e abborracciati, dove vecchi cantanti, in cambio di miseri cachet e d'una comparsata in TV (ri)cantano (male) i risaputissimi cavalli di battaglia d'antan davanti a uno scarso pubblico distratto (perché pagato poco) e stimolato con poco successo da un capo-claque RAI mentre devono (i cantanti) far fronte alle risate spropositate e agli elogi sperticati di un presentatore riesumato dal Grande Oblìo; e tutti quanti in balìa di un regista esordiente promosso per l'occasione e costretto a starsene lì a girar bottoni, allungar manopole e a far zoomate a sproposito maledicendo il turn-over delle ferie estive RAI che quest'anno l'ha costretto a menar quella boiata mentre i suoi colleghi bravi se ne stanno alle Maldive o a Ibiza in attesa di uscir sul tardi a caccia di stangone tedesche, svedesi o americane disposte all'Avventura....</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Sì, è vero, c'è il telegiornale, il TG RAI, ma a parte il fatto che si occupa per la maggior parte del suo tempo di Olimpiadi (anche lui!), per il resto, se si escludono gli elogi sperticati e rispettosi al Capo del Governo, ai Membri del Governo, al Capo della Chiesa, al Capo dello Stato, ai Capi di Camera e Senato; se si tolgono le solite interviste ai Rappresentanti dei Partiti; se si prescinde dalla storica rubrichetta di colore sulla monarchia britannica e i suoi buffi rappresentanti, se si omettono i servizi sul gran caldo che fa nelle città, quelli sulle ultime ricerche delle più strampalate Università Americane (il cioccolato fa dimagrire; a bere un bicchier di rosso dopo i pasti si digerisce meglio; sudare dopo aver fatto l'amore non è indice di prossimo infarto; il 70% degli uomini preferirebbe, tra le donne giovani, una bionda e con le gambe lunghe a una mora e tarpòna; quando fa caldo è opportuno non dimenticarsi di bere tanta acqua; ecc. ecc.); quelli sugli eccezionali risultati conseguiti dagli eroici rappresentanti delle nostre Forze dell'Ordine nell'ìmpari lotta alla Camorra e la solita marchetta promozionale di Mollica sull'ultimo CD del cantante di turno.. se si toglie tutto questo cosa resta? Niente; non resta niente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Quanto a RAI2, il canale olimpico del servizio pubblico, trasmette solo gare nelle quali gli atleti italiani, a prescindere dai risultati conseguiti, vengono raffigurati dai creativi conduttori come una specie di eroi omerici. Questi Campioni, integri nel corpo come nello spirito, la mente rivolta ad alti ideali patriottici e tesi solo a conseguire i più alti risultati per i bene e l'onore della Patria, si battono con indomito valore sia contro innumerevoli avversari cattivi e fortunati che cercano con vari inganni di negar loro la meritatissima vittoria, sia contro la Jella, specie di Dea del Male anti-italiana, sempre in agguato a tesser le sue oscure trame per cercar di negare la Palma della Vittoria ai nostri valorosissimi rappresentanti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ci sarebbe RAI3 ma dovermi risorbire ogni sera ore e ore di "Storia d'Italia ai tempi del Fascismo", "Cronache del Ventennio", "La Repubblica Sociale Italiana", "Miti della Resistenza in Valdossola", e interviste a generali e ex-generali, a prelati, a generali tedeschi, a ex-partigiani, a storici anglo-americani, a giornalisti, a Ferruccio Parri e a Sandro Pertini (come è ovvio, non si tratta di servizi di prima mano), e vedere e rivedere i cattivissimi tedeschi che alzano la sbarra per entrare in Polonia, e gli Stukas in picchiata, e il bambino piccolissimo a mani alzate tenuto a bada dal ferocissimo soldato germanico, e Hitler che urla, alza il mento e si torce le mani come un mentecatto, e spezzoni di "Roma città aperta" e "Una notte a Roma" e tutto l'armamentario audio-video-culturale adatto alla bisogna.. insomma, cosa dire? Meglio, molto meglio le Olimpiadi. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E così sono diventato espertissimo, oltre che delle classiche specialità olimpiche, anche di nuove e strane discipline che, lo confesso, ho seguito quest'anno, grazie a Sky, per la prima volta. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">C'è ad esempio l'hockey su prato, dove i giocatori delle due squadre si dannano l'anima correndo a testa bassa per l'azzurrissimo campo da gioco dietro ad una pallina bianca che immagino abbastanza pesante e dura. Nell'hockey la massima preoccupazione delle partecipanti donne sembra non tanto quella di segnare dei gol quanto quella di riuscir ad evitare certe dolorosissime legnate negli stinchi che l'avversaria diretta, dribblata in modo ritenuto per lei infamante, non esita a rifilare (facendo finta di non averlo fatto apposta) con quella mazza ricurva di legno stagionato che dovrebbe servire a giocare la palla ma che, in questo e in altri casi, può ottenere lo scopo di guadagnarsi rispetto da parte delle avversarie strafottenti. Se si considera che a questo pericolo gli uomini devono aggiungere anche la possibilità che la pallina scagliata appositamente o per sbaglio a mezza altezza e con la massima potenza, vada a colpirli nelle parti più caratterizzanti la loro virilità con effetti temporaneamente paralizzanti e nei casi peggiori invalidanti, ecco come si può capire come, a scanso di rischi, l'hockey risulti uno degli sport con più fair play delle intere Olimpiadi.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Poi c'è il badmington, quella specie di tennis che si praticava un tempo da famiglie intere nelle nostre spiagge o nelle attività motorie-digestive dei dopo-picnic. Il badmington si gioca singolarmente o in coppia usando una racchetta tipo tennis (ma più leggera) e una pallina alla quale è stata aggiunta una specie di sottanina eterea che, proprio a metà della sua corsa, la fa scendere in campo lievemente e perpendicolarmente a scorno del giocatore avversario che già si preparava a ribatterla da un'altro punto del campo. Caratteristica del badmington è l'urlo dei giocatori; sembra che non si possa giocare il badmington se non si urla a voce altissima dopo ogni colpo e dopo ogni punto segnato; vien voglia di dir loro: "Signori, un pò di contegno, diàmine! Con tutto questo chiasso non si riesce nemmeno a seguire il vostro gioco!".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E poi c'è il taekwondo. Ragazzi, il taekwondo! Due concorrenti, uno rosso e uno azzurro, si piazzano al centro di una pedana e cominciano a prendersi a calci. Le mani e le braccia non servono a niente, sono i calci dati (e quelli ricevuti) che contano. I concorrenti saltellano qua e là cercando il momento propizio e poi.. oplà!: calcione a mezza vita (1 punto) oppure una piroetta e.. ri-oplà: calcione a mezza vita con avvitamento (2 punti). I calci debbono esser portati a mezza vita ma sono validi anche quelli che colpiscono la testa dell'avversario (un pensiero in più; non avevo ancora considerato la possibilità di esser preso a calci in testa; speriamo di non aver mai da litigare con un praticante di taekwondo).</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">La notizia curiosa (fino ad un certo punto) è che l'Italia ha vinto una medaglia d'oro proprio nel taekwondo. C'è da immaginarsi ora quanti praticanti, per spirito d'emulazione, si avvicineranno al nuovo sport: migliaia e migliaia di giovani e meno giovani si riverseranno nelle palestre per apprendere l'arte di tirar calci a mezza vita e, c'è da giurarci, tempo due o tre anni gli italiani saranno espertissimi nel taekwondo.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Penso che la nuova disciplina potrà anche risultare utile, specie di questi tempi, specie in Italia.. Occhio politici, governanti, sindacalisti! Fra poco tempo ci saranno milioni di persone che potrebbero non limitarsi a fischiarvi.. potrebbero volare calci e posso pensare che non sarebbero tutti indirizzati a mezza vita, ma di dietro e un poco più in basso. Dove non batte il sole!</span><br />
<br /></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-15795606200884575422012-07-05T15:36:00.004+02:002012-07-05T15:36:40.826+02:00Ci siamo!<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dai giornali riceviamo e pubblichiamo:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-07-03/Cern-bosone-di-Higgs-112928.shtml?uuid=Abb2i01F">http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-07-03/Cern-bosone-di-Higgs-112928.shtml?uuid=Abb2i01F</a>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dopo anni e anni di frenetiche ricerche, dopo una caccia che ha occupato a tempo pieno le equipes di centinaia di scienziati sparsi nei laboratori di tutto il mondo, ecco la notizia che viene a sconvolgere irrimediabilmente le nostre vite: ad imperituro scorno degli scettici e dei disfattisti sempre pronti a schernire gli immani sforzi che, nel silenzio ottuso dei media, i nostri scienziati portano avanti tra mille difficoltà ed amarezze... ebbene, è sicuro: il bosone di Higgs esiste!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>E' proprio lui, ne sono sicuro</i>" scrive il prestigioso quotidiano IlSole24 ore, e poi precisa: "<i>Se non è lui è qualcosa che gli assomiglia in maniera stupefacente</i>"; "<i>Bando agli scetticismi fuori luogo" taglia corto "la Repubblica</i>" (nelle pagine dedicate alla scienza, tra la reclame di un dopobarba e i necrologi), "<i>il bosone di Higgs è fra di noi e niente sarà più come prima</i>".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ma cos'è questo bosone di Higgs? (a proposito: si raccomanda, ora e per sempre, di nominare correttamente l'oggetto in questione. Troppo spesso si sente dire, a proposito della celebre particella e del suo scopritore, "Sai, quel busone di Higgs....". Ribadiamo quindi la giusta denominazione: bosone di Higgs. E speriamo di non dover tornar più sull'argomento).</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Gli scienziati, intervenuti ad una conferenza stampa per delucidare noi profani, ci hanno dato la risposta: "<i>Il bosone, detto di Higgs dal suo ipotizzatore, è la particella che spiega perché l'Universo esiste. E' il bosone che dà consistenza alle cose. La chiamano anche "la particella di Dio" proprio per questo. Insomma se non si fosse trovato il bosone c'era da ammattire a capire come aveva fatto a nascere l'Universo</i>".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Certo, ho pensato, la scoperta è grandiosa. Uno si guardava intorno, vedeva i monti, il mare, la luna, il sole, le stelle e si chiedeva, titubante: "<i>Ma l'Universo come fa ad esistere se non hanno mai trovato il bosone di quel Higgs? E se non lo trovassero? </i>(il bosone) <i>Allora l'Universo non potrebbe esistere. E io dove sono? Sono sicuro di essere qui? Cosa ho mangiato oggi a pranzo?</i>" e via con le pensesse, sbroccando.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Beh, ora che è stato trovato il bosone, c'è da star tranquilli</i>" ho pensato e per far vedere che avevo capito a fondo di cosa si trattava nonché per dare nuovo impulso all'intervista, ho domandato: "<i>Ma come avete fatto a scovarlo?</i>" (il bosone, ovvio). "<i>Beh, amico mio</i>" ha risposto con un sorriso di condiscendenza il vecchio astrofisico, "<i>pensi solamente che ci sono voluti 40 anni di ricerche portate avanti da centinaia di scienziati e una spesa di 800 miliardi di euro</i> (all'anima! ho pensato). <i>Ma ne è valsa la pena. Abbiamo provocato milioni di collusioni tra particelle nei nostri laboratori e alla fine abbiamo visto il busone. Era proprio lui, quello di Higgs, quello che cercavamo da anni. E adesso il mondo sarà diverso. Per tutti.</i>" ha poi concluso tra gli applausi dei numerosissimi giornalisti presenti.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Naturalmente..</i>" stavamo già per uscire ma abbiamo sentito che lo scienziato aveva ancora qualcosa da dirci. Ci siamo fermati ad ascoltarlo. "<i>Naturalmente c'è ancora molto da fare. Innanzitutto dobbiamo scoprire da dove vengono tutte quelle particelle scontrandosi con le quali si è formato il bosone di Higgs. Chi ce le ha messe? Da dove vengono? Capirete che si tratterà di una scoperta fon-da-men-ta-le. La scoperta delle scoperte</i>". Si è asciugato la fronte. Nell'aula si era fatto un silenzio irreale. Poi, alzando fieramente il viso come a sfidare le avversità del Fato e della Natura, il vecchio scienziato ha proseguito: "<i>Ma noi lo scopriremo! Scopriremo i segreti dell'Universo! Ci volessero altri trenta, o trecento, o tremila anni, noi lo scopriremo! Ci volessero altri mille, o duemila, o ventimila miliardi di euro, noi lo scopriremo!</i>".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Applausi a scena aperta; lampi dei fotografi; vecchi cronisti che piangevano dall'emozione. "<i>Beh, potrò dire che io c'ero!</i>" ho pensato fieramente apprestandomi ad uscire dalla stanza.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Sono uscito in strada che il cuore mi batteva in gola dall'emozione. Giunto al punto dove avevo parcheggiato la macchina ho visto che qualcuno me l'aveva ammaccata. Mi sono guardato intorno: niente; nessuno aveva visto. Il faro anteriore sinistro era rotto. Mi avevano fatto anche la multa per divieto di sosta: 80 euro. Ci credereste? Non me n'è importato nulla. Sono salito in auto a cuor leggero (e con un faro in meno). "<i>Che m'importa?</i>" pensavo "<i>da domani la mia vita cambierà. Ora che c'è quel tal bus... bosone di Higgs </i>(ho fatto, riprendendomi) <i>niente sarà più come prima</i>". E ho ingranato la marcia. </span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-42167315349902543832012-06-28T15:16:00.000+02:002012-06-28T15:16:04.618+02:00Tutti tipografi!<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Sarà vecchio, sarà bollito, sarà out (almeno così lo dipingono le sinistre) ma non si può negare che quello che una volta tutti chiamavano "il Cavaliere" (oggi ci si riferisce a lui limitandosi a dire, come ci ha insegnato Scalfari,: "Er puzzone"...) di idee ce ne ha a iosa. Alcune geniali; altre demenziali; mai banali, però. Guardate il chiasso che ha sollevato con la sua ricetta per far uscire l'Italia dalla crisi. Beh, sembrerebbe la provocazione di un buontempone, e invece, a giudicare dallo spazio e dalla considerazione con cui l'hanno trattata i quotidiani più prestigiosi, si vede che qualcuno l'ha considerata una proposta seria, degna di essere studiata e valutata a dovere. A me, che non sono un esperto, sembra una classica "boutade" berlusconiana, ma devo ovviamente inchinarmi a coloro che si sono messi a giudicarla per quello che vale. Ricordiamo brevemente l'idea silviesca per far uscire l'Italia dalla crisi. La "consecutio logica" è la seguente:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">1. L'Italia è in crisi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">2. La crisi deriva dalla mancanza di soldi (loro dicono: liquidità).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">3. Senza soldi la gente non spende, non risparmia e preleva i propri risparmi dalle banche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">4. Quindi le banche vanno in crisi di liquidità e devono cercar soldi da altre parti</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">5. Senza soldi i consumi diminuiscono, quindi le aziende chiudono, quindi i disoccupati aumentano, quindi le entrate statali diminuiscono e quindi c'è ancora più bisogno di soldi. Allora il governo emette sempre più titoli di Stato, quindi, aumenta la spesa per interessi, che vengono pagati aumentando le tasse, quindi la gente ha ancora meno soldi, quindi le poche aziende che erano rimaste ancora sul mercato chiudono, quindi....</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">5. Quindi si va verso il fallimento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dice il Cavaliere (geniale! Indiscutibilmente geniale!):</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"La crisi c'è perché la gente non ha più i soldi! Per avere più soldi basta stamparli! Si ordini alla Zecca di stampare euri a palate e in meno di un mese tutti avranno soldi da spendere, le aziende riapriranno, la disoccupazione calerà e le banche vedranno aumentare i depositi".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ma come! E perché nessuno ci aveva pensato? (mi sono chiesto) E perché non ci ha pensato la Grecia, o la Spagna che sono nella stessa nostra crisi?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">A me sembra l'idea del secolo. Tipografie al massimo e euri per tutti (scusatemi ma io uso il plurale). Tornano i soldi per andare in vacanza, per pagare le bollette, per cambiare l'auto, per pagare l'affitto, per aumentare le pensioni.... una bellezza! Fine dei mugugni, delle privazioni, delle rivendicazioni sindacali... si vuole un aumento di 1000 euro per tutti? Oplà! Rotative in funzione per qualche ora e il giorno successivo si potranno ritirare i soldi in qualche ufficio statale autorizzato alla bisogna, o alle Poste, o in Banca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Si potrebbe addirittura perfezionare l'idea mettendo in vendita delle piccole eurostampanti per famiglia, aggeggi delle dimensioni non più grandi di quelle di un forno a microonde, che, con l'aiuto di un kit (in vendita anche quello) composto da qualche cartuccia di colore e da una risma di fogli di carta dalle dimensioni assortite (diciamo le dimensioni dei biglietti da 50, 100, 200 e 500 euro) permetterebbe a chiunque di stamparsi gli euri da sé, senza bisogno di importunare gli uffici statali, o le Poste, o le Banche. Il costo della stampante e del kit di stampa? E chi se ne frega; quanto costa, costa. Uno lo prende per un giorno in prova, ci stampa su gli euri che gli servono, e il giorno successivo va dal rivenditore e con un bel: "Funziona. Lo compro" gli rifila in mano i bigliettoni appena stampati nuovi di zecca (si fa per dire) e se ne va con l'eurostampante.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Però, stranamente, l'idea del Silvio nazionale, non ha incontrato la prevista adesione di tutti. Molti (i soliti comunisti, c'è da scommetterci) hanno addirittura detto che è una fetecchia, che nemmeno un ragazzino deficiente l'avrebbe mai pensata. Altri hanno accolto la rivoluzionaria proposta con un sorrisino sulle labbra: "Sì, sì! Una delle solite buffonate del Berlusca!". Insomma, tante sono state le critiche che Silvio ad un certo punto ha sbottato: "Ovvìa! Allora è vero che non vi garba mai niente! Io un'idea ce l'avevo avuta ma se non vi va, lo sapete che vi dico? La crisi risolvetevela da soli!" e se ne è andato, tutto impettito, a fare il Presidente di Giuria del Campionato Giovanile di Burlesque in programma quella sera.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Mah, chissà perché poi tante critiche. A me l'idea pareva buona anche se non mi arrischio a dirlo in giro. Io le critiche non le sopporto; forse anche perché le serate, se va bene, le passo davanti alla TV. </span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-74300945998760391942012-06-19T16:32:00.003+02:002012-06-19T16:32:45.421+02:00Scipione<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: large;">Copiando sfacciatamente quanto avviene
in America, ecco che da qualche tempo anche da noi è invalsa la moda (o il
vezzo), di battezzare con nomi o aggettivi, normalmente riservati agli umani, certi
fenomeni climatici particolarmente spettacolari.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Fino a qualche anno fa tale
personalizzazione era riservata alle epidemìe o a certe malattie
particolarmente pericolose e assai diffuse. Ecco quindi che dopo la famigerata “Spagnola”,
che agli inizi del secolo scorso provocò nel mondo centinaia di migliaia di
vittime, ci fu l’Asiatica (influenza) e da allora non passa anno che le
influenze di stagione e le infezioni virali di massa non si vedano affibbiato
il loro bel nome, proprio e personalizzato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">In America si danno nomi propri
ai tifoni, ai cicloni e agli uragani. “<i>Occhio,
gente! Domani arriva Jimmy</i>”, si legge sui giornali, ed essendo questo Jimmy
un uragano, eccoli tutti giù a rinforzare le porte dei garages, a far provviste
di cibarie ai supermercati e a mettere sacchetti di sabbia alle finestre. “<i>Speriamo non sia come Humphrey! Quel demonio
(l’uragano) mi scoperchiò il tetto della casa di campagna.</i>” fa
preoccupatissima una signora all’amica; “<i>Speriamo.
Io mi accontenterei che avesse la stessa forza distruttiva di Betty: mi sfondò
tutti i vetri delle finestre ma altri danni non ne fece</i>”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Qui da noi non si è voluto
restare indietro, anzi, si è fatto di più (che non si abbia a dire che non
sappiamo far niente da noi e che dobbiamo sempre copiar tutto dagli americani).
E così, abbiamo cominciato a dare un nome proprio alle tempeste, al vento
forte, alle piogge intense e ai temporali di stagione (tifoni, cicloni e
uragani da noi, nisba). Che ci volete fare? Così ci sentiamo più importanti. “<i>Dove vai senza ombrello?</i>” fa il padre
premuroso al figlio che si appresta a uscire; “<i>O non l’hai letto che alle otto arriva Alfredo?</i>” (temporale accompagnato
da folate di vento). “<i>Scusa, babbo, me n’ero
proprio dimenticato</i>” fa il giovane e subito corre in camera a mettersi la
sciarpa e l’impermeabile.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Al telefono: <i>“Pronto, Giovanni? Sai volevo dirti che io e Armida stasera non veniamo
alla solita partita di burraco del venerdì. Nella nostra zona è arrivata
Annamaria</i> (forte perturbazione meteorologica caratterizzata da abbassamento
repentino della temperatura e intense grandinate) <i>e non vorrei prendermi un raffreddore o rovinare la carrozzeria della
mia auto</i>”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">In ufficio: “<i>Tu l’hai già prenotate le ferie per la settimana bianca?</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Come no? Dal 20 al 28 Gennaio</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Sei ammattito? O non l’hai sentita la TV? Nella seconda metà di Gennaio
arriveranno, uno dietro l’altro, prima Ernesto</i> (periodo climatico dove i
temporali incessanti si alterneranno a precipitazioni nevose quali mai è dato
di ricordare a memoria d’uomo) <i>e subito
dopo Renata</i> (la gelata più rigida dal tempo della repubblica Cisalpina)”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Cavolo! Grazie mille; corro subito a cambiarle</i>!”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Da quest’anno poi la moda di
affibbiare nomi identificativi a destra e a manca non risparmia nemmeno i
semplici periodi climatici, gli eventi meteorologici “normali”, le usuali
alternanze delle stagioni ma con una creatività tutta italiana si aggiunge al
nome anche un appellativo qualificativo dal duplice scopo: far subito ricordare
agli sbadati a quale evento ci si riferisce e alleviare con un tocco di poesia i
disagi insiti nell’evento stesso.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Guardate quest’anno. E’ arrivata
finalmente l’estate e dopo aver frignato mesi e mesi per: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">il freddo intenso quale mai era
stato dato di avvertire;</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">il cambio delle stagioni che faceva
sì che l’inverno si protraesse quasi fino a Giugno;</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">le troppe precipitazioni (mai
registrate di così intense) che rischiavano di provocare esondazioni,
inondazioni, smottamenti e maremoti;</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">la siccità (la siccità c’è
sempre. E’ una piaga che viene sempre evocata a prescindere dal fatto che
scenda acqua dal cielo. Che non piova, che piova e da quanto tempo piova, non
si sfugge mai alla siccità.);</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">ecco che la RAI scopre che è
arrivato il mese di Giugno e che ci saranno alcuni giorni di caldo intenso come
ogni anno.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Idea grandiosa! Maxi-ideona! (ripresa
da tutti i mass-media). Dunque: non si dirà che è previsto un periodo di gran
caldo ma si darà un nome al periodo stesso. E quale nome? Oplà: Scipione, l’Anticiclone!
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">L’idea è vincente, piace, tutti
la adottano. In America gli yankees si mangiano le mani: “<i>Why, why, We didn’t think of that ourselves!</i>” (“<i>Perché, perché non ci abbiamo pensato noi</i>!”
E giù drink su drink.)</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Sentiti in giro:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Mica vorrai uscire a quest’ora! C’è Scipione l’Anticiclone: rischi una insolazione!</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Ho comprato un maxicono da 5 euro. Beh, non sono riuscito a mangiarlo che
una metà e già Scipione</i> (l’Anticlone) <i>mi
aveva sciolto quello che restava</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>La prego, vigile, mi lasci restare con le gambe nella fontana! Questo Scipione
mi uccide</i>!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Cosa? Un signore come lui si è denudato, si è tinto di verde, si è
arrampicato sulla statua di Garibaldi e ha cominciato a cantare l’Inno di Mameli
sulle note di “Osteria numero uno”? Ma è senza alcun dubbio Scipione</i> (l’Anticlone)
<i>che gli ha dato alla testa!</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Lui: “<i>Cara, scusami, sai che non è da me, ma stasera non mi va. E’ quel porco
di Scipione</i> (l’anticiclone) <i>che mi
rende così debole</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Lei (voltandosi dall’altra parte
del letto, sibilando, i pugni levati al cielo): “<i>Maledetto Scipione!</i>”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Posso immaginare qualche scenetta
analoga nel prossimo futuro (ormai la moda è invalsa e non c’è ragione di
dubitare che non terminerà così presto):</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">in spiaggia;</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Forza ragazzi, tutti in acqua finché c’è Scipione</i>!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Ma è la quinta volta oggi che fai il bagno</i>!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Godiamocela finché dura! Non hai sentito che fra una settimana arriva
Pasquale?</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>E chi è Pasquale?</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Pasquale, il maxi-temporale! E porterà anche un calo delle temperature</i>!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Allora tuffiamoci! Fesso chi arriva per ultimo alla boa! E tu non
vieni?</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>No, lo sai che il mare non mi piace. A me piace sciare. Divertitevi voi
e lasciatemi qui. Tanto, prima o poi verrà, Massimiliano…</i>.”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Chi?</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">“<i>Massimiliano, il Freddo Siberiano! Vedrai allora che slalom!</i>”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-6104421810763373842012-06-14T14:52:00.001+02:002012-06-14T14:52:33.105+02:00La sindrome di Polley<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E' morto da poco l'inventore del telecomando; si chiamava Eugene Polley e non lo conosceva nessuno. La perdita non è di poco conto; la sua invenzione infatti ha rivoluzionato il modo di fare e di guardare la TV, anzi, si può affermare che ha addirittura "inventato" la televisione moderna. Il telecomando ha reso possibile la coesistenza in un unico televisore di innumerevoli canali televisivi (senza di lui, tre o quattro sarebbero stati sufficienti), ha contribuito alla nascita e allo sviluppo delle televisioni commerciali, ha influenzato i palinsesti e ha dato vita e potere a quel diabolico strumento chiamato Auditel.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Zàppete! un colpo al telecomando e si passa immantinente dalla partita di calcio al talk show; rizzàppete!!, e si passa dal dibattito politico a Miss Italia; zap! (càmbiooo!) zap! (càmbiooo!) zap-zap-zap!!: a non finire. E' stato inventato anche un verbo: to zap (dal quale: zapping), per indicare la funzione con la quale, picchiettando sul telecomando con le dita, si scorrono i canali... e tutto grazie all'invenzione di Polley.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dato a Polley il dovuto onore devo però annotare un fastidioso effetto collaterale della sua invenzione, un disturbo non raro che può colpire a caso il telespettatore e che va sotto il nome di: Sindrome di Polley. Si tratta di un impulso compulsivo, involontario e irrefrenabile che costringe il colpito da tale male (e al di fuori della sua volontà!) a cambiar canale non appena sullo schermo TV si verifichi una certa condizione. Io ne sono stato, ahimé, colpito appieno; mi vergogno a dirlo ma nel mio caso la causa scatenante dei sintomi della maledetta sindrome è la comparsa in TV del nostro beneamato Capo dello Stato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Non so come e perché succeda. Ad esempio: è sera e dopo aver cenato mi accomodo sul divano davanti al televisore. Guardo il Telegiornale tranquillamente rilassato (e niente farebbe presagire un attacco della sindrome) fino a quando improvvisamente lo speaker annuncia: "<i>Il Presidente della Repubblica si è recato oggi in Romania dove non ha mancato di occuparsi delle prospettive europee del nostro Paese. Vi presentiamo il nostro servizio sul suo intervento.....</i>" e immediatamente, come ubbidendo ad un ordine non dato da me, ma imposto alla mia mano da una forza e una volontà sconosciuta e aliena, l'indice scatta su un numerello a caso dell'invenzione di Polley e subito mi trovo (ma non vorrei, si badi bene!) a vedere la reclame della tal carta igienica, o a seguire la partita di pallanuoto tra Recco e Posillipo, o dentro un cartone animato o chissadove ma comunque senza possibilità alcuna di poter ascoltare le basilari parole e i fondamentali concetti del nostro beneamato Presidente. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Succede così; immancabilmente. In qualsiasi occasione (Festa, parata, intervista, presenziazione, discorso ufficiale, ecc. ecc.) ci sia non dico la certezza, ma il semplice rischio che il Capo dello Stato si materializzi in TV davanti ai miei occhi ecco che... veloce come il fulmine: ZAP!! un attacco proditorio e improvviso della Sindrome e mi trovo (mio malgrado) a dover seguire un altro programma. E' una iattura!</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">C'è da dire che la sindrome non continua a produrre i suoi effetti per molto: passati dai tre ai quattro minuti (il tempo medio di un intervento in TV del Presidente) riesco a provare a tornare sul canale originario e nella maggior parte dei casi (tutti quelli in cui il Presidente non c'è più) riesco a restarci e a riprendere a seguire il programma che avevo repentinamente interrotto. Se invece per qualche motivo per me oscuro (dato che non riesco mai a sapere, per via della sindrome, cosa deve dire il Presidente) quello si trova ancora là...RI-ZZAPP!!!, l'indice scatta più veloce della luce, il canale cambia e questa volta prima che possa riazzardarmi a tornare indietro passano più di dieci minuti (caso mai Lui ci fosse ancora).</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Sono stato a farmi vedere da alcuni specialisti; lo credereste? La sindrome, al momento, è purtroppo assolutamente incurabile. Visto che i colpiti da questo male sono però in costante aumento, c'è da sperare che la ricerca scientifica si attivi a trovare un rimedio ad un disturbo così penoso. Io ci spero: prima o poi si troverà un farmaco capace di impedire l'insorgere di una sindrome così imbarazzante. "<i>Stai sicuro</i>" mi ha detto un medico mio amico, "<i>ti posso assicurare che, al massimo fra un anno e comunque non oltre le prossime elezioni presidenziali, il tuo problema sarà, in un modo o in un altro, risolto</i>". Sarà vero? Potrò guarire? Resto in fiduciosa attesa; la salute è una cosa seria. </span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-42146761229069517472012-06-09T16:16:00.000+02:002012-06-10T14:43:07.111+02:00Orgoglio italiano<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; line-height: 18px; text-align: left;"><i><b>E’ stato osservato il secondo neutrino trasformista: e’ un risultato record perche’ si tratta di un fenomeno rarissimo che e’ stato osservato per la seconda volta in due anni in Italia, nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.....</b></i></span><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; line-height: 18px; text-align: left;"><i><b>Per la seconda volta una delle particelle piu' piccole e sfuggenti finora note riesce a cambiare identita', trasformandosi da un tipo di neutrino in un altro tipo di neutrino. E’ un risultato atteso da tutto il mondo scientifico perche’ questa conferma apre le porte alla fisica del futuro</b></i>". </span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 15px; line-height: 18px; text-align: left;">(Fonte: ANSA 6 Giugno 2012) </span><a href="http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/fisica/2012/06/06/Osservato-secondo-neutrino-trasformista-_6989928.html">http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/fisica/2012/06/06/Osservato-secondo-neutrino-trasformista-_6989928.html</a>)<br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Sì, sì, c'è poco da ridere! A dispetto e onta di coloro che avevano ironizzato anche pesantemente su quel valoroso (se pur sfortunato) team di scienziati che or non è più di qualche mese fa aveva diffuso la notizia, dimostratasi poi fasulla, del neutrino molisano che correva più veloce della luce, ecco che lo stesso team scientifico (tutto italiano: lo si sappia!) ha pubblicato la notizia di una clamorosa scoperta, frutto esclusivo della ricerca nostrana, che non ha mancato di suscitare subbuglio negli ambienti scientifici internazionali oltre a generare plausi e riconoscimenti unanimi nei confronti di quegli scienziati (o forse: eroi?) che, lungi dall'abbattersi di fronte ai pochi insuccessi, con tali scoperte riescono lavorando in silenzio e pur tra mille difficoltà a tenere orgogliosamente alta la bandiera dell'eccellenza scientifica nazionale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Come tutti sanno il team di scienziati italiani che svolge le sue ricerche nei laboratori del Gran Sasso si è da tempo distinto per la sua attività specializzata nello studio dei comportamenti dei neutrini.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">A tale proposito giova osservare che, benché smentito da successive verifiche, anche il famigerato esperimento del neutrino "più veloce della luce", (vedi al riguardo alcuni articoli in questo stesso blog) più che un fallimento poteva esser considerato un successo parziale, come ben puntualizzato dal Responsabile dell'Istituto Nazionale delle Ricerche Nucleari che, in conferenza stampa, chiamato ad esprimersi sul caso aveva dichiarato: "<i>Forse non sarà andato veloce più della luce, ma posso assicurarvi che il nostro Triny (il neutrino in questione) non è di certo lento; anzi, sulla breve distanza può dar dei punti a tutti i neutrini d'Oltr'Alpe!</i>" rintuzzando così le maligne insinuazioni dei nostri "cugini" francesi, sempre pronti, come si sa, a darci addosso ad ogni se pur minima occasione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">C'è semmai da lagnarsi che una notizia di tale portata sia passata quasi sotto traccia nei media nazionali, forse timorosi che potesse essere smentita... Errore! La notizia è vera, verissima, e bene ha fatto il Televideo RAI a darne pieno conto, la scorsa settimana, riportando il comunicato ANSA che citiamo in apertura di questo post.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Il fatto è noto. Un ricercatore del Gran Sasso (che ha voluto restare anonimo dichiarando: "<i>Non su me solo, ma sull'intero team scientifico e sulla Nazione intera, ricada il merito!"</i>) che da tempo teneva d'occhio giorno e notte una colonia di neutrini di tipo "MU", aveva notato una loro specifica particolarità: se fissati intensamente, essi oscillavano. Ora, che un neutrino oscilli, specie se osservato intensamente, (e di giorno e di notte perdipiù) non fa specie. Chiunque al suo posto (del neutrino, voglio dire) essendo osservato per un certo tempo, si innervosirebbe; io, lo farei. Figuriamoci poi ad esser osservato continuamente, addirittura di giorno e di notte! Oscillazioni a raffica, oscillazioni a go-go, maxi-oscillazioni: garantito. Ma figuratevi come è rimasto il nostro ricercatore quando ha potuto constatare che uno di questi neutrini (tutti come detto della specie "MU") dopo una serie di frenetiche oscillazioni: "Oplà!", si è tramutato in un lampo in un neutrino della specie "TAU" (Non ci credete? O leggete l'ANSA). Lì per lì il ricercatore ci è rimasto di stucco; non poteva credere ai suoi occhi. Aveva avuto un abbaglio? Era una specie di allucinazione dovuta alla stanchezza di tanti giorni e tante notti passate ad osservare i neutrini? (quelli della specie MU, ovviamente) Così, timoroso di aver preso fischi per fiaschi ha lasciato il laboratorio e, corso a casa, si è subito coricato dopo aver preso due tazzone (grosse tazze) di camomilla ben deciso a ripetere l'esperimento il giorno successivo con la mente sgombra e il corpo ben riposato. Ma il giorno successivo: incredibile! La trasformazione si è ripetuta proprio davanti ai suoi occhi! Nessun dubbio: il neutrino @XCC456Y**1 (chiamato familiarmente dagli scienziati: Lallo) dopo esser stato osservato e riosservato intensamente fino a portarlo al punto di oscillazione più frenetica... zac! un lampo (un lampino), un tonfo (un tonfino), ed eccolo trasformato in un vero e proprio neutrino di tipo TAU. La scoperta aveva dell'incredibile; a nessuno fra le migliaia di scienziati di tutto il mondo che spendono il proprio tempo (e il nostro denaro) ad osservare i neutrini MU, era mai accaduto niente di simile. Alcuni di loro (i più scettici) hanno chiesto di poter partecipare alla prossima osservazione del neutrino in questione; ebbene, anche questa volta nessun dubbio: Lallo ha ripetuto splendidamente la sua performance e, stimolato dal fatto di potersi esibire nella sua specialità di fronte ad un consesso internazionale di scienziati giunti da mezzo mondo per osservarlo, si è tramutato da MU in TAU dopo aver oscillato meno di un minuto.</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Qualche scienziato transalpino invidioso e in malafede ha sollevato dei dubbi sulla trasformazione. Ma si era proprio sicuri che Lallo poteva passare dal tipo MU al tipo TAU così facilmente? Ed era proprio un TAU o qualcosa di gli assomigliava? Sorrisetti ironici, scettici..</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Il valoroso ricercatore è intervenuto personalmente a fugare i dubbi in una conferenza stampa che ha chiarito ogni fraintendimento: "<i>Ma cari colleghi, volete che dopo tante osservazioni dei neutrini non si sappia discernere un MU da un TAU? Il MU è tendenzialmente malinconico, introverso, ipocondriaco, dedito alla speculazione filosofica di tipo intimista e alla meditazione mentre il TAU, lui, è un compagnone, estroverso, allegro, sempre pronto agli scherzi e alle battute.. e poi basta vedere come porta i capelli un MU e come li porta un TAU, o il modo diverso in cui i due camminano...No, no, Lallo è un vero MU che può diventare un vero TAU a tutti gli effetti. E noi </i>(rivolgendosi ai colleghi dell'Istituto Italiano di Ricerca Nucleare) <i>siamo stati i primi</i> (occhiata strafottente ai francesi)<i> a documentare questa trasformazione</i>".</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">La vittoria della ricerca italiana è stata quindi accettata e documentata al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma...</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Ma una muta domanda comincia a farsi largo in alcuni ambienti scientifici d'Oltralpe... Chi è Lallo? E dove si trova Triny? Siamo sicuri che Lallo non sia in realtà quello stesso neutrino che aveva millantato di esser corso dal Molise fino a Ginevra ad una velocità superiore a quella della luce? </span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Per adesso i francesi tacciono, ma indagano di nascosto. Sta a vedere (pensano) che, gratta gratta, vien fuori che si tratta proprio di un'altra identità dello stesso neutrino esibizionista. Non sarà che, sempre alla ricerca della popolarità, una volta fallito come sprinter si voglia riciclare in trasformista? E in silenzio indagano... indagano...</span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-9256347065199159822012-06-05T17:17:00.000+02:002012-06-05T17:17:08.983+02:00Gli strisciati 2<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"Striscia la notizia" come si sa, si definisce "Telegiornale satirico" anche se credo sarebbe più opportuno ridenominarlo "Telegiornale Masochistico Militante". Ho fatto appena in tempo ad occuparmi delle disavventure sopportate dal mite e sempreverde (seppur magagnato) Luca Abete, che ecco irrompere nella classifica degli sfigatissimi striscia-inviati votati al martirio, l'eternamente sbeffeggiato, Gigi Ghione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Gigi è un ragazzo d'oro e, nonostante sia bravo, competente e, inutile negarlo, quello che si potrebbe definire "un bel ragazzo", viene costantemente preso per i fondelli dallo storico, anche se ormai attempato conduttore di "Striscia", il quale, pensando in questo modo di indurre i telespettatori alle risate più fragorose, non appena sente pronunciare il nome del buon Gigi, si produce in un siparietto sempre uguale (e quindi dovrebbe essere assai poco esilarante) vòlto a raffigurare il Ghione più o meno come un gorilla o uno scimmione selvaggio e senza barlumi di intelligenza. L'altro conduttore dice: "<i>Ed ecco adesso il servizio di Gigi Ghione</i>" e il Greggio immediatamente, atteggiata la faccia ad un ghigno scimmiesco, punta un pugno sul tavolo e con l'altra mano si gratta il sommo della testa emettendo suoni gutturali. A mio scorno devo riconoscere che la gag funziona benissimo, almeno a giudicare dalle risate fragorose e sguaiate che si odono fuoricampo mentre il Greggio si esibisce in questa irresistibile imitazione di Gigi. Saranno vere? Saranno registrate? (le risate) Chissà. Mistero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Questa volta Ghione, accompagnato come sempre dal fido cameraman, va a chieder conto ad un sedicente medico di certe pratiche assai poco ortodosse. Pur non essendo laureato infatti, questo pretende di visitare le persone alle quali prescrive perfino dei farmaci e delle diete da seguire. Inoltre, se il paziente è di sesso femminile, il Ghione ha documentato (con l'aiuto di una sua amica che si è prestata allo scopo) che il cosiddetto medico, una volta fatta sdraiare la donna sul lettino, approfitta della sua posizione "dottorale" per palparla nelle parti intime e proporle note e varie sconcezze.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ma dopo averci fatto vedere tutte le scorrettezze e aver documentato tutti i vari reati compiuti dal falso medico, il Ghione, invece di ritirarsi in buon ordine (dopo aver edotto del caso la Polizia affinchè si interessi della questione), non può esimersi (ecco l'errore fatale!) di recarsi dal millantatore a chiedergli conto del suo comportamento, fiducioso che questi, una volta vistosi scoperto dal Gigi, scornato e pentito ammetterà immantinente i suoi reati e promettendo di non voler mai più proseguire in quelle pratiche illecite e illegali, si ritirerà ad espiare la propria colpa in un eremo benedettino e solo dopo aver risarcito congruamente le sue vittime. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">In effetti le cose però, hanno un andamento diverso. Molto diverso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dunque vediamo il Ghione che, microfono in mano, accompagnato dal cameraman, entra nello studio del sedicente dottore e cerca di intervistarlo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ghione: "<i>Ma lo sa che lei non è laureato?</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dottore (si fa per dire): "<i>E tu chi sei?</i>" (cerca di andarsene)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">G: (inseguendolo) "<i>Noi abbiamo documentato che lei non è laureato. Lo sa che lei non può visitare?</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">D: (subitamente inc...ato) "<i>Vai via, str..zo, ti va a finì male</i>" (cerca di allontanarlo).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">G: "<i>E poi lei tocca le donne</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">D: (cercando di allentargli un ceffone che Ghione schiva) "<i>Le donne? Quali donne?</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">G: "<i>Le donne, le donne. Abbiamo mandato una nostra attrice e abbiamo visto cosa fa alle donne. Lo sa che lei non può fare quelle cose?</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">D: (comincia a puntare il Ghione e gli si avventa contro. Ghione retrocede ma non vuole desistere. L'altro gli sferra un cazzottone sul capo che scuote visibilmente l'inviato)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">D: "<i>Sei un fetente... </i>(gli dà un pugno)<i>.. Schifoso....</i> (cerca di tirargli un calcione)<i>... Ma chi ti conosce....</i> (gli tira un portaombrelli di ghisa, mancandolo di poco).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">-NdA: </span><span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Cominciano le risate fuori campo e dureranno sempre più fragorose fino al termine del collegamento</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">-</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">G: (al cameraman) "<i>Tu riprendi tutto...</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">D: (avventandosi su Ghione comincia a fustigarlo con una catenella d'acciaio che teneva a portata di mano per la bisogna) "<i>Macché riprendi,,, macché riprendi...</i> (dà un calcio alla telecamera, danneggiandola)<i>.. viè qui.. fetente.. viè qui se hai coraggio.. prendi questo.. toh! e toh! </i>(tira fendenti all'impazzata su Ghione e sul cameraman il quale, colpito duro, comincia a riprendere a caso: alberi... piedi...muri di sguincio.. tutte riprese molto, molto mosse)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">G: "<i>Ahi! Ohiohiii! Ma lei lo sa che non è un vero dottore?... Aaaaahhh! Arg! </i>(si rotola a terra dal dolore. Poi si rialza e cerca di schivare i fendenti saltando di qua e di là ma senza allontanarsi) <i>Ohi!.. Lei sta tentando di colpirmi... Aaaah!... Che male!!.. Lo sa che lei non può far ciò?....</i>"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">D: (ormai fuori di sé insegue i due frustandoli con la catena d'acciaio. Ghione cade; quello cerca di prenderlo a calci nelle reni. Due calci vanno a buon fine) "<i>Prendi questo, m...da, prendi questo schifoso..., ti levo la pelle... </i>(e giù botte da orbi).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">G: (ormai allo stremo, con l'ultimo filo di voce) "<i>Lo sa che lei tocca le donne?.... Ahhhh! Ohi!.. Lo sa che lei non è laureato?....</i>" (al cameraman) "<i>Mi raccomando, riprendi tutto!</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il cameraman, che ha preso un cazzotto in un occhio e una salaccata sulle dita, riprende quel che càpita; l'energumeno soddisfatto se ne va; Ghione si avvicina alla telecamera...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ghione (sanguinante e sgarrupato come un Ecce Homo, tutto di sbieco e fuori fuoco per via del cameraman):</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Amici di Striscia avete visto come ci hanno accolto. Da Gigi Ghione arrivederci</i>" (lo portano al Pronto Soccorso).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Greggio: (ridendo a crepapelle mentre le risate registrate aumentano) "<i>E bravo il nostro Ghione!</i>" e ripete la gag del gorilla.</span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-51481091542602120312012-06-04T17:03:00.000+02:002012-06-04T17:15:16.190+02:00Gli strisciati<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Da quando "Striscia la notizia", esautorata in nome della "political correctness" del diritto (che sembrava acquisito) di mostrare nell'ora della digestione serale accettabilissime performances di ragazzotte disinibite assai prodighe di vertiginose scollature su infinitesimali minigonne, si è autoconvinta di essere investita della sacra missione di sbugiardare i mentitori, confondere i disonesti, smascherare i truffatori, segnalare gli abusivi, denunciare gli assenteisti e, insomma, correre a destra e a manca affannandosi a mostrare i mille inganni che da ogni parte minacciano il viver tranquillo ed operoso dei pacifici spettatori italiani, ecco, proprio da allora i suoi popolarissimi "inviati", noti fino a qualche anno fa solo per produrre qualche gag più o meno riuscita e divertente ma sempre fondamentalmente innocua e indolore, non fanno più vita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Essi in effetti si impegnano a fondo per cercar di documentare le nefandezze dei comportamenti di certi personaggi ma, essendo in fin dei conti solo dipendenti di un autodefinitosi "TG satirico" e quindi votati al sorriso, alla battuta, alla risata, alla divertente presa per i fondelli e al fantasioso gioco di parole piuttosto che esperti in certi comportamenti atti a contenere le prevedibili reazioni delle vittime dei loro lazzi, restano sempre loro, le vere "vittime" (e indifese) delle pericolose reazioni dei malviventi smascherati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Prendiamo l'inviato da Napoli e dintorni. Costui è noto per andare in giro per la Campania vestito di un completino di velluto verde (forte trovata del suo Autore che vuol così richiamare il nome del suo inviato che si chiama Luca Abete -grandi risate in sottofondo-). L'Abete questa volta si è occupato delle inumane condizioni in cui vengono tenuti alcuni malati psichiatrici ospiti di un Istituto napoletano. Luca ci ha fatto vedere un video da lui girato in cui si vedono i degenti costretti a girare nudi per le stanze, obbligati a lavorare subendo, da parte dei loro guardiani, percosse e ogni specie di angheria. Bene, uno pensa, ora di fronte a queste prove inoppugnabili il Luca chiamerà i carabinieri che metteranno fine a questa infamia. Macché! Abete, accompagnato dal fido cameraman, va a parlare di persona con il responsabile della struttura e subito gli chiede conto di quei comportamenti inumani. "<i>Ma chi ti conosce. Vattene via!</i>" sibila l'uomo, poco propenso a dare spiegazioni al questuante in verde. "<i>Ma lo sa che non si può tenere i malati in quelle condizioni?</i>" chiede imperterrito l'inviato. L'uomo fa un cenno ad un tale il quale entra in scena e cerca subito di rifilare un "golino" a Abete (<b>golino</b>: veloce e deciso colpo sferrato al collo della vittima </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">col taglio interno della mano</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">. NdA) il quale, per questa volta, lo schiva. "<i>Accidenti a te!</i>" fa l'uomo cercando di sfuggire a Abete. Ma Abete non demorde e lo insegue: "</span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-large;">Lo sa che nella sua struttura si picchiano i ricoverati?</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">" chiede imperterrito. Il Responsabile si gira, sferra un pugno all'Abete che incassa e indietreggia di tre metri (risate in studio, registrate). Abete si riprende, si riavvicina all'uomo che questa volta invece di cercar di fuggire, spalleggiato da alcuni suoi dipendenti comincia a picchiare come un fabbro sulla testa dell'inviato e del suo cameraman. Abete cercando di coprirsi il capo: "<i>Ma lo sa che lei mi sta colpendo?</i>". Probabilmente l'altro lo sa, e bene, perché continua la mattanza sull'inviato di Striscia che cade a terra sotto una grandinata di colpi con il capo tra le mani mentre l'altro urla a squarciagola: "<i>Pezzo di m...a, vattene accidenti a te, str...zo, uomm'em...rda, t'ancido....</i>" e giù botte tremende tra le risate sguaiate del pubblico in studio. "<i>L'avverto, lei mi sta offendendo... lei non può farlo... toh!... ora mi ha dato uno schiaffo. Lo sa che non è possibile? E questo che cos'era? Un cazzotto? Non è ammesso, glielo dico in confidenza. Ahhhh! che calcione! La prego di smetterla... Basta! Ohi ohi! Ma si è accorto che mi sta dando dei colpi?... Le chiedo ufficialmente di desistere dal suo comportamento... Ghhh! Le comunico che le sue mani mi stanno strozzando...lei non può far ciò...</i>". Ma quello e i suoi amici continuano a massacrare il povero Abete e il suo cameraman (che al termine del servizio darà le dimissioni andando, in futuro, a riprendere i matrimoni) finché, stanchi, se ne vanno. Abete si rialza. Ha il capo sanguinante, un occhio nero, zoppica. Il suo cameraman si tiene la testa fra le mani, la telecamera è a pezzi. Abete si riassetta per quel che può e poi: "<i>Cari amici, avete visto che il Direttore dell'Istituto non ci ha voluto dare ascolto. Volevamo dargli questa pigna</i> (una celebre trovata dell'Abete) <i>con su scritto "I pazienti sono umani; li vogliamo tener sani?" ma lui, chissà perché, non ce lo ha permesso. Da Napoli è tutto. Saluti dal vostro: Luca...</i> (la telecamera scende a inquadrargli i piedi) <i>Abete</i>" (la telecamera sale ad inquadrargli il viso, tumefatto). Applausi.</span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-30851833584922778352012-05-26T15:58:00.000+02:002012-05-26T15:58:38.663+02:00Gradimento<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Devo dire che non capisco il modo vergognoso in cui la RAI tratta il Presidente della Repubblica. Invece di considerarlo per quello che realmente è, e cioè la più prestigiosa carica istituzionale della nostra amata Patria, spesso passano tranquillamente sotto silenzio le sue opere e le sue quotidiane esternazioni oppure ne fanno un cenno fugace o le riassumono drasticamente passando subito, e senza alcun motivo, a dare altre notizie di minore importanza. Ieri, per esempio, c'era da documentare l'importantissimo incontro tra il nostro Presidente e il premier algerino, un evento che tutti gli italiani aspettavano con ansia consapevoli dell'importanza di tale colloqui per il futuro di tutti noi. Ebbene, dopo due o tre minuti in cui sono scorse sullo schermo: le immagini dell'arrivo del premier nordafricano, il saluto col Presidente, i due che si siedono e salutano i fotografi, loro che passano in rivista i corazzieri, loro che passeggiano per i corridoi del Quirinale, il reciproco scambio di doni e un'altra stretta di mano immortalata da decine di flash, giunti al momento del discorso presidenziale che ti fa la RAI? Fa sentire qualche frase ("<i>..l'amicizia e la stima fra i nostri due Paesi, uniti e non divisi da quel mare che deve divenire mezzo di partecipazione solidale e sincera con l'obiettivo non già di racchiudersi in sterili e controproducenti rivendicazioni di anacronistici egoismi ma bensì per aprire ad orizzonti sinergici e cooperanti...</i>") poi sfuma il discorso e dopo averlo riassunto con un commento stringatissimo ("<i>I due Capi di Stato hanno ribadito l'amicizia delle rispettive Nazioni</i>") ecco che passa a parlarci del Festival di Cannes.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">La sera poi, anche peggio. Al nostro Presidente la RAI dedica solo pochi minuti e nemmeno un servizio filmato!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">E non parliamo dei giorni passati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Due settimane fa: Napolitano inaugura il Padiglione della Mostra della Lasagna a Parma. E la RAI? Tre minuti gli dedica: tre! Si vede Lui che taglia un nastro, poi che saluta la folla entusiasta e acclamante, poi che ascolta il Sindaco di Parma, poi che cammina tra gli stand, poi che stringe la mano ad un vecchio artigiano (scena commovente!) e finalmente eccolo che sale sul palco per il solito imperdibile discorso. La RAI ce lo farà sentire integralmente questa volta, pensano tutti (almeno quelli come me). E invece? Invece dopo una frase (una frase! una sola frase!) di cui ricordo solo: "<i>..in questa terra che da sempre ha coltivato il rispetto per la tradizione più genuina senza purtuttavia esimersi dal confrontarsi con le moderne istanze ineludibili tendenti a razionalizzare piuttosto che a mortificare i processi produttivi che stanno alla base della trasformazione del...</i>" anche in questo caso la TV sfuma e passa a dirci i risultati del Campionato di Calcio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Domenica scorsa: incontro con il Presidente del Kazakistan. Servizio della RAI: immagini del Presidente kazako (riconoscibile dall'altezza -1 metro e 50 -, dal colbaccone di pelliccia d'orso e dai grossi baffoni neri voltati all'ingiù) che, sceso dall'aereo, saluta Napolitano con grosse pacche sulla spalla; Napolitano (riconoscibile dagli occhiali neri e dal maxi-neo sulla guancia destra) che gli porge la mano e gliela stringe; i due passano in rivista il picchetto all'aeroporto; bambini con bandierine italo-kazake che porgono fiori ai due Presidenti; i due in macchina tra ali di folla plaudenti; i due passeggiano discorrendo tra di loro; i due Capi di Stato si presentano ai giornalisti; Napolitano inizia a parlare tra i lampi dei fotografi. E eccoci ora al discorso del Presidente (pensieri di tutti i telespettatori: lo sfumeranno? Ce lo faranno sentire tutto?). "<i>Nell'occorrenza più volte sollecitata da entrambe le parti di un incontro tendente a sottolineare gli ineludibili legami storici e culturali che da tempo immemorabile sono parte non trascurabile del patrimonio delle nostre nazioni, voglio riconfermare l'assoluta fedeltà con cui il nostro popolo segue, apprezza e plaude, pur senza venir meno all'imprescindibile necessità di non intervenire nelle questioni...</i>" stop. Basta. La RAI nemmeno questa volta ci fa sentire tutto il discorso del nostro Presidente preferendo farci assistere alla sfilata di moda pret-à-porter di tale Kuto Machigaki! E' inaudito! La RAI è un servizio pubblico o non lo è? Non passa giorno che il Presidente non si rechi qua e là, che non inauguri questo e quello, che non esterni, che non mandi moniti, che non incontri qualcuno, che non presenzi a qualcosa, che non commenti fatti e avvenimenti e la RAI non ce lo fa sentire che a spizzichi e a bocconi?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Ma lo sa, cara Signora RAI cosa vogliono veramente gli italiani? Gli italiani, cara RAI, non vogliono saperne del tempo che farà, di chi ha vinto o perso le elezioni, dei terremoti e degli attentati, dello sport e della musica. Non gliene importa niente nemmeno dei Festival del Cinema (per quel che valgono..), o di "Amici" e men che mai dell'"Isola dei Famosi". Agli italiani interessa solo Napolitano, vogliono conoscere cosa fa, sentire ogni cosa che dice e sentirlo sempre: in ogni telegiornale, in ogni speciale, ad ogni ora, di mattina, di giorno di notte, di sabato e di domenica. Non vogliono sentir parlare di sport, di gossip, di politica, di attualità, di finanze. E non vogliono nemmeno le Estrazioni del Lotto, le Previsioni del Tempo, i Miei Amici a Quattro Zampe, Chi l'ha Visto, La Prova del Cuoco, Nuovi Orizzonti o Affari Tuoi. Vogliono Napolitano. E basta.</span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-66523219811095761412012-05-17T16:15:00.001+02:002012-05-17T16:15:38.422+02:00Addio sorpresa!<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b>Premessa</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Uno fra gli espedienti più usati (ed abusati) dagli scrittori e dagli sceneggiatori (soprattutto) è senza alcun dubbio quel particolare meccanismo narrativo che va sotto il nome di "sorpresa".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Esso consiste nel nascondere allo spettatore del film (o al lettore del libro) una certa quantità di informazioni su un "fatto" (quello che è la causa scatenante dell'azione, quello che fa progredire la storia, quello che è la vera ragion d'essere della narrativa in oggetto) e di presentargliele poi, improvvisamente, senza che alcuna mediazione visuale o deduzione logica possa essere intervenuta, nel frattempo, ad anticipare ciò che rappresenterà, per l'intelligenza di chi assiste o legge, un vero e proprio: "colpo di scena". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Insomma il lettore, o lo spettatore, di una tale storia si trova in ogni momento a saperne "meno" dei personaggi che la interpretano, </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">con lo scopo, da parte dell'Autore della storia stessa, di sorprenderlo presentandogli una parte della realtà (fittizia ovviamente) che fino a poco prima sarebbe stata considerata assurda, illogica o incredibile. La scoperta improvvisa di una tale "verità" rappresenta per lo spettatore che fino ad allora si è immedesimato nell'ignaro protagonista della storia, un vero e proprio choc intellettivo (spesso rafforzato anche da effetti visuali "a sensazione") che lo costringe a ripensare all'indietro tutto ciò che ha visto e sentito fino a quel momento alla ricerca spasmodica di indizi e prove che possano giustificare logicamente quello che è appena avvenuto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">(Un altro, opposto, meccanismo narrativo specificamente cinematografico è quello della "suspense" in cui lo spettatore ne sa sempre "più" del protagonista e il suo interesse consiste nel seguire gli sforzi che questi compie per risolvere il mistero che lui - lo spettatore - già conosce). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Esempi classici di film con "sorpresa" (ma sono innumerevoli) sono alcuni mitici film di Hitchcock ("Psico", "La donna che visse due volte"), Clouzot ("I diabolici"), Lang ("L'alibi era perfetto") e i due straordinari recenti film di Shyamalian "Il Sesto Senso" e "The Others", mentre tra i generi letterari ce ne è appositamente uno, il "giallo", che affida completamente alla sorpresa finale la sua capacità di sedurre i lettori.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b>Addio sorpresa!</b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Da quanto ho appena detto emerge chiaramente come nella narrativa a "sorpresa" la cosa più importante, addirittura essenziale, sia che la sorpresa si riveli completamente tale e cioè che lo spettatore del film o il lettore del libro, ignorino per tutto il tempo ciò che sarà spiegato, a loro beneficio, solo alla fine.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">A tale scopo in passato alcuni esercenti dei cinema, nei giorni in cui si programmavano film come "I diabolici" o "Psico" esponevano addirittura manifesti minacciosi con scritto "<b>Nessuno sarà ammesso in sala dopo l'inizio del film</b>" o anche "<b>Se volete far loro un piacere non svelate ai vostri amici il finale di questo film</b>". I lettori di libri gialli si chiudevano in casa a leggere le storie di Agatha Christie o di Rex Stout per evitare di venire a sapere, prima della fine del libro, chi fosse l'assassino (c'era sempre un assassino da scoprire). Durante la lettura delle ultime pagine, alcuni si davano malati e, chiusi in bagno per evitare di venire interrotti, leggevano le ultime righe del "giallo" nascondendo col palmo della mano quelle successive affinché l'occhio, cadendo casualmente su di esse, non svelasse con trenta o quaranta parole di anticipo chi fosse il colpevole.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Si poteva ricattare un amico chiedendogli un piacere o un prestito in cambio del silenzio assoluto su chi fosse il colpevole nel film che noi avevamo già visto e che lui si apprestava a vedere; il piacere di un film o di un libro "giallo" era tutto nello choc finale, nella rivelazione improvvisa e inaspettata, nella frustata logica che ribaltando le convinzioni acquisite desse un colpo alle nostre certezze falsamente costruite dal sadico autore e ribaltasse dalle fondamenta la nostra fittizia verità mostrandoci la caducità della realtà immaginata.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Oggi, specie tra i giovani, non è più così.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Loro vogliono sapere, sapere tutto, subito, in anticipo. I giovani odiano aspettare la fine del film, si ribellano a dover leggere tutte le pagine di un libro per sapere "come va a finire". Impossibile aspettarsi che dopo un quarto d'ora dall'inizio del film a "sorpresa" non comincino a chiederti: "<i>Ma chi è stato? E' stata la fidanzata? Il maggiordomo vero?</i>" e così via con sempre nuove supposizioni fino a quando tu, stremato, li accontenti magari indicando loro un falso colpevole, per non bruciare la sorpresa finale, anche se quelli, alla fine, invece di apprezzare la tua delicatezza per non rovinar loro la riuscita del colpo di scena, ce l'hanno con te perché li hai fatti attendere fino al termine per conoscere il nome del colpevole.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">I giornali e anche la televisione, si sono adeguati.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Proprio ieri andava in onda l'ultima puntata di uno sceneggiato televisivo il cui soggetto era tutto incentrato sulla morte vera o presunta di un personaggio cruciale. C'erano volute agli Autori ore ed ore di riprese e un accurato studio della sceneggiatura e dei dialoghi per lasciare nel vago qualunque accenno alla sorte del protagonista scomparso durante un volo notturno sul lago e tutta l'Italia si apprestava a seguire con trepidazione l'ultima puntata, quella dove sarebbe stato svelato il mistero.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ci ha pensato la televisione stessa a toglier gli italiani dalle ambasce. Subito dopo il TG, nell'ora di massimo ascolto ecco la presentatrice che annuncia i programmi serali: ".<i>..alle 21 e 15 andrà in onda l'ultima puntata dell'originale televisivo "Una grande famiglia" con il ritorno a casa del protagonista che si credeva morto.....</i>". Cavolo! Che tempismo! </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">E' il nuovo corso, bellezza, e non puoi farci niente. Vogliamo certezze, non c'è tempo per le supposizioni, per le ipotesi. Da ora in poi, sarà così.</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"> </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Immagino la presentazione, nella rubrica "Spettacoli" di "Repubblica" della nuova puntata di Nero Wolfe: "<i>...e così, il bravo investigatore, riuscirà, dopo un'ora e mezza di indagini a scoprire che l'assassino è il giardiniere filippino il quale aveva compiuto il delitto irrorando con il curaro una rara forma di Orchidea Fluminensis..</i>.".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Un libro giallo, tra i personaggi elencati all'inizio:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Miss Marple..................una signora inglese;</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>Sir Edmund Gordon.......antiquario</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>Lady Rosanna................sua moglie</i></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>Il maggiordomo...............l'assassino</i>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">La recensione di un nuovo thriller:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>tutti bravi i protagonisti di questo giallo moderno, con una menzione speciale per l'ottimo Mauro Pollersi, bravissimo nella parte dell'amico del marito della vittima che si rivela, alla fine, essere proprio lui l'efferato killer....</i>".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dicono che la RAI sta già pensando di produrre un film poliziesco intitolato: "<b>L'assassino sono io</b>". Nel manifesto si vedrà il protagonista, rappresentato a grandezza naturale, che con una mano impugna la pistola mentre con l'altra si indica il petto. A scanso di equivoci.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-69260564346611264652012-05-08T15:44:00.001+02:002012-05-08T15:46:13.686+02:00Il polso del Paese<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Dario non credeva alle sue orecchie. Insomma: gli pareva impossibile. Eccolo quindi dal suo più caro amico (io; me; il sottoscritto) a chieder solidali parole di conforto o almeno un commento anestetico e rassicurante a ciò che aveva udito (o gli era parso di udire?). Arièccoci quindi al solito bar, seduti davanti al solito tavolino, di fronte al solito caffè (lui) e tamarindo con ghiaccio (io) a cercar di scoprire l'arcano. Di che si trattava? Cosa era successo?</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Forza, raccontami quale è la cosa che ti ha così turbato. Di che si tratta?</i>".</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Senza riportare integralmente le parole di Dario ecco qui il veloce riassunto di ciò che lo aveva così sfavorevolmente colpito: niente di eccezionale, solo alcune dichiarazioni che aveva sentito in televisione, al telegiornale. Il mio sensibile amico aveva ascoltato (o gli era sembrato?) il nostro beneamato Presidente che, di fronte ad una delle solite platee che giornalmente lo ospitano per dar modo ai cronisti di riportare in prima pagina le sue imperdibili frasi (siano esse mòniti, o dichiarazioni patriottiche, o larvate minacce a chi non fa quello che lui vorrebbe...) aveva detto (o gli era parso?) </span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">1: che chi non paga le tasse è un antiitaliano, delinquente e traditore, e </span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">2: che non bisogna voltare le spalle alla politica (intendendo con la parola "politica", i partiti appoggiaMonti). </span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Ma come? (diceva Dario) Per quanto riguarda l'evasione bisogna distinguere. Se le tasse sono spropositate o palesemente inferiori ai servizi che lo Stato ci offre, e in presenza di crediti da far valere nei confronti dello Stato stesso, l'evasione è comprensibile e l'accusa di antiitalianità non ci azzecca per niente; e per quanto riguarda i partiti politici, perché mai bisognerebbe continuare a dar loro credito dato che in passato hanno prodotto solo danni portandoci in questa situazione e al presente, ridotti a ratificare sic-et-simpliciter le decisioni dei professori, non servono a niente?</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">L'ho rassicurato (Dario).</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Vedi, amico mio</i>" -gli ho spiegato- "<i>Tu non hai capito niente di ciò che il Vecchio Nocchiero ha detto. Devi considerare che ad una certa età (anzi, ad una certissima età) e nell'Alta Carica che ricopre, il Nostro non può parlare, per così dire, papale papale. Le sue parole devono essere interpretate. La sua massima preoccupazione è il degrado del Paese, l'aumento della delinquenza, l'inflazione e la disoccupazione a tutti i livelli, quella giovanile e quella di chi più tanto giovane non è. Se la gente mandasse a casa tutta questa plètora di deputati, senatori, consiglieri, portaborse, segretari, sottosegretari e via cantando, tutta gente che vive di politica, che ha fatto sempre e solo politica e che non sa far altro che politica, cosa ne sarebbe di loro e delle loro famiglie? D'accordo, lo so, lo so - dice senza dirlo il vecchio Presidente - che sono parassiti, superpagati, supercoccolati, inutili e spesso corrotti o corruttori ma che facciamo? Li mandiamo a ramengo da un giorno all'altro? E non pensate alle loro mogli, ai loro figli, alle loro amanti, costrette di punto in bianco a vivere come tutti i comuni mortali senza esserci abituate? La perdita di potere è micidiale e passar da padreterni a str...zi patentati nemmeno in grado di fare una raccomandazioncina non è facile per nessuno. Molti si ammalerebbero, altri, forse, la farebbero finita...</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Come quegli imprenditori che si suicidano perché non riescono a pagare le tasse?</i>" ha interrotto Dario.</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Uguale spiccicato. E allora ecco il Gran Vegliardo che dall'Alto della sua Sua Carica ci indica la strada da seguire. Lasciare che la Casta resti là dove si trova a fare ammuìna (tanto la politica VERA, si sa, la fa la Merkel) e pagare le tasse che quelli della Casta ci impongono per permettere ai componenti della stessa Casta di mantenere le loro prebende, i loro stipendi, le loro indennità e i loro privilegi. Sennò, che Casta sarebbe? Quindi, caro Dario, rassicùrati, il Presidente non ha dato di fuori di brutto, anzi, ha cercato, con le sue parole, di contrastare la piaga della disoccupazione. E dovrai ammettere che la cosa è altamente encomiabile. Per conto mio, lasciami gridare: Evviva il Presidente!</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Dario non mi pareva convinto. Mi ha sventolato una pagina di giornale sotto il naso. Il titolo a caratteri cubitali era dedicato alle elezioni amministrative di Maggio. C'erano alcuni numeri: Astensione dal 30 al 40 per cento; Grillo dal 10 al 20 per cento...</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Vedendo che Dario stava per dirmi qualcosa l'ho preceduto:</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Lo vedi? Non tutti si sono astenuti. E qualcuno è andato a votare pure per la Casta. Aveva ragione il Presidente: gli italiani amano la politica e i politici. Sembra un pò rinco , il nostro Presidente, ma bisogna ammettere che ha in mano il polso del Paese.</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma leggi qui! Ha detto che non esiste il boom del partito di Grillo! Ha detto che gli Italiani hanno dato fiducia al Governo Monti!</i>" ha sbottato Dario.</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">L'ho guardato severamente:</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma insomma Dario! Si tratta di un ultraottuagenario! Una volta potrà farla fuori dal vaso pure lui, o no?</i>".</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Ci siamo lasciati in cagnesco.</span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-73430693170447342842012-04-20T17:16:00.000+02:002012-04-21T14:39:58.149+02:00La macchina della verità<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ho avuto modo di rivedere (o vedere per la prima volta, non ricordo) un vecchio programma televisivo. L'hanno (ri)trasmesso nel corso di uno di quei programmi nostalgici e a costo zero con i quali la RAI celebra sé stessa riproponendo ai telespettatori alcune sequenze celebri di trasmissioni risalenti ai primi anni della televisione italiana.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">In questo c'era uno che spiegava come in America la polizia potesse fare affidamento su un mezzo tecnico veramente rivoluzionario per valutare se, durante l'interrogatorio, il sospettato rispondeva alle domande degli inquirenti con sincerità o se cercava di mascherare le proprie responsabilità dicendo il falso. La meravigliosa invenzione (chiamata semplicemente: la 'Macchina della Verità') era composta (per quanto si potesse vedere) di una scatoletta di metallo dalla quale uscivano un rotolo di carta e alcuni fili (elettrodi?) che venivano collegati con delle ventose a varie parti del corpo del sospettato, come se lo si sottoponesse ad un elettrocardiogramma. Poi si cominciava ad porre domande all'indagato e, di fronte ad ogni sua risposta, bastava dare un'occhiata al rotolo di carta che usciva dalla "Macchina della Verità" per sapere se il tizio aveva detto il vero o il falso. Si affermava che la prodigiosa Macchina era affidabile al cento per cento, che si trattava di una invenzione destinata a rivoluzionare i metodi di indagine, che presto si sarebbe diffusa presso tutte le Polizie del mondo, ecc. ecc.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Alla fine della trasmissione mi sono messo a pensare: ma perché le Macchine della Verità non sono così diffuse come meriterebbero? Impossibile che al giorno d'oggi non si possano costruire in serie e anche più maneggevoli e più affidabili di quella vista in TV. E pensare che potrebbero svelare, una volta per tutte e al di là di ogni ragionevole dubbio se, di fronte ad una dichiarazione (o ad un'affermazione, ad una giustificazione, ad una risposta in genere) ci si trovi di fronte ad una bugìa. Basterebbe, ho pensato, che ognuno di noi si dotasse di una dispositivo portatile similare, per riconoscere se quello che viene affermato è vero o falso. In quest'ultimo caso la macchinetta dovrebbe emettere un piccolo ma acuto suono (basterebbe un '<i>biiiip!</i>' di due secondi) per indicare al bugiardo che la sua bugia è stata riconosciuta e indicarlo così al pubblico ludibrio.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Poi, a mente ferma, ripensandoci bene, ho pensato che una cosa del genere anche se fosse possibile non sarebbe accettabile: vi immaginate il frastuono infernale di milioni di 'biip!' che risuonerebbero in ogni posto, ad ogni ora, in ogni occasione? E questo perché ogni nostra interazione sociale è basata sulla menzogna. Insomma si mente sempre, in ogni occasione, al punto che non ci si fa più caso. Non ci credete? Ecco qui un piccolo elenco (ognuno potrà sbizzarrirsi a completarlo come vuole) delle frasi e delle parole più usate che farebbero risuonare infallibilmente l'allarme della Macchina della Verità:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b><i>Frasi:</i></b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"io dico sempre pane al pane e vino al vino";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ti ho telefonato per tutto il giorno ma era sempre occupato";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ti trovo bene";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non ho spiccioli";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non per impicciarmi negli affari tuoi, ma...";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"che cosa vuoi che me ne importi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"lo dico solo per il tuo bene";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non ho fatto altro che pensare a te";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"avevo il cellulare scarico";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"come sono contento di rivederti!";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"che vuoi che me ne importi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"io sto bene anche da solo";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non lo sapevo";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"lo dico contro il mio interesse";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"figuriamoci se ho paura di lui";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"io son buono e caro ma...";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sei in forma smagliante";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"fidati di me";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non c'è di che preoccuparsi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"scusami ma non ti avevo visto";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sono molto occupato";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non ci penso affatto!";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"se vieni a trovarmi mi fai piacere";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"quando dico no è no";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ci penso io, stai tranquillo..";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"mi dispiace";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"te lo giuro";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"lo sai che puoi contare su di me";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sono spiacente";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sono imparziale";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"vado un momento a lavarmi le mani";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ci metterei la mano sul fuoco";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non me ne importa";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sia detto senza offesa";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"esclusi i presenti";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"vado a vedere se c'è";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ho un impegno";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sia come non detto";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non perché la cosa mi riguardi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non per essere curioso";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non è per mancanza di riguardo ma...";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non l'avrei mai creduto";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"io però l'avevo detto";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ci penserò su";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"con me c'è poco da scherzare";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non per vantarmi, ma...";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non gli ho risposto per educazione";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"lo faccio solo perché sei te";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ti credo sulla parola";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"il più bel regalo che tu potessi farmi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"posso fare ciò che voglio";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"mi farebbe un piacere enorme";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"ricordo perfettamente";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"io non russo";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"un giudizio spassionato";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"non scorderò mai questo momento";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"una persona molto per bene"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sono convinto che eri in buona fede";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"oh, che bella sorpresa!";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"quando vuoi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"vado a vedere se c'è";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">ecc. ecc......</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b><i>Parole e definizioni:</i></b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"olio d'oliva";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"burro";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"prezzi modici";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"sotto costo";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"no-profit";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"senza spese";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"zero interessi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"una critica serena";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"per sempre";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"originale televisivo";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"best seller";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"Partito Democratico";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"una cronaca imparziale";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"fedele";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"una posizione incantevole";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"qualità superiore";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"infrangibile";</span>
<br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"genuino";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"a miglior vita";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"autentico";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"una ragazza ingenua";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"indelebile";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"rammendo invisibile";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"garanzia illimitata";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"senza limiti";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"giudizio equanime";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"pasta fatta in casa";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"arte contemporanea";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"cantante rap" (<i>Perché? Perché se uno fa il rap non è un cantante</i>);</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"uova di giornata";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"pescato oggi";</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"libertà".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">ecc. ecc.....</span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-82628419438851607362012-04-11T17:52:00.000+02:002012-04-11T17:52:04.756+02:00L'ora di Natuzza<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Ieri, tornando a casa, sono passato per i giardini pubblici. A dire perché l'ho fatto, onestamente non saprei dare una risposta attendibile; ho sempre diffidato da simili luoghi dove, tra traballanti piccioni curiosi che ti intralciano il cammino e i soliti marmocchi vocianti si possono incontrare solo badanti in libera uscita, patetiche peripatetiche (notare il bel gioco di parole), tristi pensionati e giovinastri dal ghigno feroce o disperato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Fatto sta che, mentre traversavo il largo spiazzo ghiaioso a passo piuttosto svelto, ho notato, seduto in disparte su una panchina, un uomo con viso che non mi era ignoto, qualcuno che avevo già visto e che sul momento non riuscivo a inquadrare nella memoria per dargli un nome. Mezza età... capelli grigi... dove lo avevo visto? Era un vecchio conoscente che non riuscivo a ricordare? Era una persona famosa che avevo conosciuto in televisione? Boh.. L'uomo stava seduto nella panchina a testa bassa, gli occhi socchiusi e una espressione abbacchiata che stonava con la sua figura sobriamente elegante. Ho provato a guardarlo meglio, senza dare nell'occhio però, per non sembrare importuno, o invadente. Aveva la barba non fatta, larghe occhiaie e ogni tanto scuoteva la testa senza alzare lo sguardo, come fosse immerso in gravi, tristi pensieri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Poi, improvvisamente un lampo nella mia mente: "Zac!". L'avevo riconosciuto. "Ecco chi è!" ho gridato (dentro di me).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Si trattava nientepopodimeno che del Professor Antonio Ereditato, uno dei responsabili del CERN, quello passato agli onori (prima) e agli oneri (poi) della cronaca mondiale per il famoso esperimento del superneutrino, quello che andava (almeno a sentir lui, l'Ereditato) più veloce della luce.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Per qualche giorno il professore era salito agli onori della cronaca scientifica per il suo storico contributo all'immagine della ricerca scientifica italiana; quando poi il suo esperimento si era rivelato una bufala, il professore, sbeffeggiato dalla stampa mondiale, aveva dovuto chiedere (essendone subito accontentato) di essere messo a riposo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Eccolo lì, ora. Ai giardinetti, solo, intristito, pensando alle sue disgrazie, evidentemente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Beh, l'occasione era ghiotta. Con una scusa mi sono avvicinato al tipo e, dopo esser riuscito ad attaccar discorso basandomi sulla mia famosa faccia tosta, sono riuscito a porgli alcune domande che mi stavano particolarmente a cuore; domande alle quali, devo dire, il professor Ereditato ha risposto di buon grado. Forse aveva bisogno di qualcuno con il quale sfogarsi, qualcuno al quale raccontare cos'era veramente successo in quel maledetto esperimento, per liberarsi il cuore da un dolore insopportabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Mi dica tutto, Professore</i>" gli ho detto "<i>si confidi con me che, anche se sono per ora un illustre sconosciuto, aspiro ad esser considerato suo amico. Cominciamo dal giorno di quel famoso esperimento</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Quel giorno... giorno maledetto</i>" ha sospirato Ereditato. Poi ha proseguito:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Quel pomeriggio era tutto pronto, al CERN. L'esperimento che avrebbe dovuto certificare la più grande scoperta del millennio era stato preparato da mesi. Si trattava di lanciare un neutrino (le risparmio il nome scientifico; noi del CERN lo avevamo soprannominato: Triny) dal laboratorio del Gran Sasso e misurare dopo quanto tempo sarebbe giunto a Ginevra dove, fior di fisici famosissimi e muniti dei sistemi di misurazione più precisi e complessi lo stavano ansiosamente aspettando. D'altra parte la verifica della sua velocità era relativamente semplice da appurare: se il neutrino fosse giunto a Ginevra in un tempo minore di quello che la luce avrebbe impiegato a compiere lo stesso percorso, la mia teoria sarebbe stata convalidata e certificata senza ombra di dubbio. Poiché infatti è la velocità della luce che determina il passaggio del tempo si può dire che se Triny fosse arrivato a Ginevra <b>prima </b>di partire dal Gran Sasso la mia teoria sarebbe stata confermata. Ci pensa! La teoria di Einstein messa in soffitta! Tutte le ipotesi sullo spazio-tempo, sulla creazione dell'Universo e del Big Bang avrebbero dovuto essere riviste, ed il mio nome, quello di Antonio Ereditato, sarebbe risuonato in tutte le assemblee scientifiche, sarei entrato di diritto tra i più grandi scopritori dell'Umanità, citato in tutti i libri di testo, invitato ai consessi più prestigiosi, ricercato dai Grandi della Terra. Insomma sarei diventato l'Uomo più famoso del mondo! Accidenti alla Natuzza!</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Quest'ultima imprecazione mi giunse inaspettata. Ero stupito: chi era questa Natuzza? cosa mai aveva suscitato tanta ira nei ricordi del professore? Ma Ereditato, che aveva visto il mio sconcerto, ha fatto un gesto con la mano come a dire: "<i>Dopo... dopo...</i>" e ha proseguito:</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Quella mattina (l'esperimento doveva essere effettuato alle prime ore del mattino per certe ragioni elettrofisiche che non starò a spegarle), l'intero staff del CERN era in attesa davanti all'enorme macchinario che avrebbe permesso di dare il via all'esperimento del millennio. Io era seduto al posto di controllo, pronto a premere il bottone rosso con su scritto: "RUN!", e pronto a rispondere al telefono che collegava il nostro laboratorio con quello di Ginevra. Guardo nervosamente, ansiosamente il mio grande orologio elettronico... Inizia il conto alla rovescia che, giunto alle ore 5 avrebbe dato inizio all'operazione. Il cronometro scandisce i secondi... ne mancano solo 10 alle ore 5; poi... -meno 4- meno 3- meno 2- meno 1-: VIA! Le cinque! Premo il bottone, Triny scatta come un fulmine, l'esperimento è iniziato!. Sento urla di gioia al telefono. La suspense è alle stelle; chiedo con voce roca se Triny è giunto a destinazione e in che tempo. Da Ginevra mi rispondono: "Il vostro neutrino è giunto qui da noi alle ore 4 e 10 secondi! Garantito al limone!". E' un tripudio! Triny è giunto <b>prima </b>di partire! La luce, Einstein, il Big Bang vadano a farsi benedire! Tutta la fisica deve essere rivista! Sono io, il professor Antonio Ereditato, il nuovo padrone dell'Universo!</i>".</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Il professore a questo punto si fermò. Si asciugò una lacrima che aveva cominciato a scendergli giù per il viso, poi si erse su tutta la sua statura e, i pugni stretti alzati contro il cielo tempestoso, la bianca chioma ondeggiante al vento di tramontana, gridò: "<i>E invece... Maledetta sii tu, ovunque tu ti trovi, o Natuzza Pecorelli!</i>".</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Era un mistero; volevo vederci chiaro: "<i>Professore si spieghi. Perché l'esperimento fallì? E chi è questa Natuzza Pecorelli?</i>".</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Solo dopo un tempo che mi parve lunghissimo l'Ereditato riuscì a ritrovare la calma necessaria per proseguire il suo racconto.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>La signorina Pecorelli Natuzza era una delle donne delle pulizie impiegate al CERN; una di quelle indispensabili, operose femmine che ogni sera, quando il personale tecnico esce dal laboratorio, passano di stanza in stanza a lavare i pavimenti, svuotare i cestini, lucidare gli scaffali e pulire i bagni in modo che i locali, all'indomani, risultino lindi e decorosi. Bene, detto questo bisogna dire che la signorina Pecorelli era la lavoratrice più servizievole del mondo. Quello che quella benedetta donna più desiderava era farsi benvolere da tutti e per questo era sempre la prima ad entrare e l'ultima a uscire, sempre pronta se c'era da fare un'ora di straordinario e disponibile per qualunque lavoretto gli fosse richiesto, anche se esulava dalle sue mansioni, anche fuori dall'orario di servizio.</i>"</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Lo guardavo, in silenzio. Sì, va bene, ma allora?</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Due furono i responsabili del mio fallimento: una notizia e la signorina Natuzza Pecorelli. Ecco gli strumenti diabolici di cui si è servito il destino per rovinarmi</i>" proseguì lentamente il professore.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Non capivo. Una notizia? La signorina Natuzza?</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Ma si spieghi, professore. A quale notizia si riferisce? E in che modo si rivelò così ferale?</i>" chiesi con impazienza.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>L'introduzione dell'ora legale. Forse ricorderà che il giorno del famoso esperimento coincideva con quello in cui l'Europa (salvo pochi Stati) adotta l'ora legale. Si chiama anche ora estiva, serve per recuperare un'ora di luce e richiede che gli orologi dei Paesi che la adottano vengano rimessi avanti di un'ora. Una operazione banale che viene compiuta in pochi secondi ma che può nascondere terribili insidie. La sera della vigilia avevamo ovviamente tenuto conto del fatto e avevo appositamente incaricato un mio collega affinché, il giorno successivo, non appena fossimo giunti al laboratorio, si preoccupasse di mettere le lancette avanti di un'ora. Naturalmente la stessa manovra sarebbe stata fatta nel laboratorio di Ginevra poiché anche la Svizzera, come noi, adotta nello stesso giorno l'ora legale. Bene, date queste disposizioni ce ne andiamo tutti a dormire, eccitatissimi per la grande giornata che ci attendeva....ma...</i>"</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Ma?</i>" chiesi con voce alterata</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Ma non avevamo fatto i conti con la maniacale precisione della signorina Natuzza. La ragazza si era trattenuta fino a tardi per compiere le sue mansioni e, quando, terminato il suo lavoro, si apprestava ad andarsene finalmente a casa a gustarsi il suo meritato riposo, si accorse di essere rimasta completamente sola nell'enorme laboratorio del CERN. Prima di spengere le luci ed uscire notò sulla lavagna che usiamo per gli appunti e i promemoria la scritta "Mettere gli orologi un'ora avanti!" che avevo scritto affinchè il collega Perruccelli, incaricato di provvedere al passaggio all'ora legale il mattino successivo, non se ne dimenticasse. Ma Natuzza, giovane ingenua e servizievole (che Dio la strafùlmini), pensando che quella nota scritta sulla lavagna fosse un ordine per lei, non ci pensò due volte e rimise avanti di un'ora il grande orologio della sala degli esperimenti. Poi la disgraziata se ne andò tranquillamente a dormire</i>" fece Ereditato, sempre più alterato a ricordare tali terribili eventi.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Avanti, professore. Vada avanti. E poi?</i>" domandai avidamente. Sentivo che stava per essermi rivelata la chiave del mistero.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Bene. Giungono le prime ore del mattino, e tutti i tecnici, e me medesimo, entriamo, eccitati per il grande evento che stava per compiersi, nel laboratorio. Il Perrucelli, il tecnico incaricato dell'ora legale, letto quanto stava scritto sulla lavagna, subito rimette avanti di un'ora l'orologio del laboratorio e si accerta, telefonando ai colleghi svizzeri, che anche loro abbiano provveduto alla stessa operazione. -Ok. Procedete- è la loro risposta. E così ci prepariamo all'esperimento, inizia il conto alla rovescia, poi dò il via a Triny e.... il resto lo immagina. Triny arriva sì a Ginevra quasi un'ora prima di quando è partito, ma... ma... (e qui il Professor Ereditato scoppiò in un pianto dirotto).. ma solo perché noi avevamo rimesso il nostro orologio avanti di <b>due </b>ore invece di una! Il nostro orologio segnava un'ora in più: l'ora di Natuzza! Ah, la gran tròia!</i>"</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Antonio Ereditato non potè proseguire; i singhiozzi lo soffocavano. Cercai di calmarlo anche per evitare che intorno a noi si facesse gente. Finalmente il povero Professore si quietò.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Signor Biri, lei è il primo a cui ho raccontato queste cose che restano un segreto noto solo a noi del CERN. Il seguito può immaginarselo: quando la storia della velocità di Triny si è rivelata fasulla, ho dovuto dimettermi e, dall'oggi al domani, eccomi qui: solo, abbandonato da tutti e oggetto del più feroce sarcasmo da parte di tutti i miei ex-colleghi. Come ricordo di ciò che è avvenuto ecco cosa mi resta.</i>"</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">ed Ereditato estrasse dalla tasca della giacca un oggetto che lì per lì non riconobbi. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Prenda, prenda pure</i>" fece il professore porgendomelo "<i>Ma faccia attenzione</i>".</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Era una piccola scatola, una scatolina di metallo del tipo di quelle che una volta contenevano le celebri pasticche Valda. La soppesai: sembrava vuota. Guardai il professore con un'aria come a dire: "<i>Embè?</i>".</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>La apra, la apra pure</i>" fece lui. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Aprii la scatola, guardai bene dentro per vedere cosa contenesse. Niente. Vuota.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Ah, mi scusi</i>" disse l'Ereditato vedendo la mia espressione sconcertata "<i>Dimenticavo che non può vederlo senza il nanoscopio monucleare</i>" e mi passò una specie di monocolo che mi affrettai a piazzare davanti al mio occhio destro.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>E adesso guardi; guardi bene. Lo vede? E' lui. E' Triny</i>".</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Con l'aiuto del futuristico aggeggio (il nanoscopio monucleare) potei esaminare la scatolina da cima a fondo (sembrava immensa). In un angolino c'era lui, Triny, il neutrino che per un giorno aveva fatto parlare di sé il mondo intero; anche se così piccolo da risultare invisibile ad occhio nudo con l'aiuto del nanoscopio potei vederlo abbastanza bene. Stava seduto, con il capo nascosto tra le ginocchia (almeno così mi parve). Quando si accorse di essere osservato, sollevò di scatto la testa e mi fece una linguaccia. Poi si rimise nella posizione primitiva.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Ho richiuso la scatola e l'ho resa al Professore senza dire niente.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Lo scusi. Non è musone ma questa vicenda ha scosso profondamente anche lui</i>" ha detto il Professor Ereditato; poi ha proseguito:</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">"<i>Quando sono stato allontanato dal CERN, Triny ha voluto condividere il suo destino con me. Beh, non sarà così veloce come presumevo, ma mi ha dimostrato di avere un cuore d'oro</i>".</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Essersi confidato con me aveva un poco alleviato le pene del celebre fisico. Ci siamo abbracciati prima di salutarci. Chissà se ci rivedremo ancora.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;"><br /></span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-82382226983033420092012-04-05T16:22:00.002+02:002012-04-05T16:22:20.191+02:00Le elezioni!<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Pare proprio che le elezioni ci saranno. Non si sa quando, se sarà fra poco, in Autunno, o nella Primavera del prossimo anno, ma si può esser certi che ci saranno. La possibilità di essere chiamati alle urne (come si dice) è una certezza e Nedo ieri è venuto a trovarmi proprio per chiedermi un consiglio in proposito.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dovete sapere che Nedo è uno dei miei più cari amici anche se da qualche tempo abbiamo poche occasioni di stare insieme. Lui però mi stima e condivide gran parte delle mie idee (anche se le due cose sembrerebbero incompatibili) e poiché non sa raccapezzarsi tra le cose che riguardano il variegato mondo della politica, ecco che è venuto a chiedermi come dovrà comportarsi se e quando sarà chiamato ad esercitare il sacro diritto (e dovere) del voto.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Era abbastanza sconcertato, Nedo, quasi incredulo. Mi ha confessato che il semplice fatto che la cosidetta "classe politica" (o, come dicono gli ignoranti: "Casta") senta il bisogno, non solo senza vergogna ma nemmeno senza il più piccolo imbarazzo (dice Nedo) di riproporsi alla guida dell'Italia dopo lo spettacolo tra l'inverecondo e il pietoso che ha dato di sé, è un fatto (per lui) talmente sfacciato da divenire addirittura una provocazione culturale, come una performance surrealista, un "happening", una pièce di Ionesco o una di quelle notizie che si rinvengono a volte su Internet e non si sa quale attendibilità dar loro, non essendo in grado di capire se siano burle, "tarocchi" o solamente provocazioni.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Insomma se siamo nelle condizioni in cui siamo (dice Nedo) è perché i nostri governanti e il Parlamento che li ha prodotti, non sono stati in grado di fare alcunché, prigionieri delle loro ideologie, ricattati dalle loro clientele elettorali e comunque impediti ad agire anche e sopratutto dalla loro congenita, atavica, ineluttabile incapacità.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>E ora va a finire che ci chiedono ancora di votare per loro! Che facce toste! Votare per loro e i loro partiti per continuare a farsi mantenere dal popolo, per continuare a non fare un c... </i>(qui Nedo ha proferito una parola che, benché usatissima a destra e a manca, non mi sento di riportare), <i>godersi la bella vita, pavoneggiarsi in televisione, tagliare nastri, rilasciare interviste, viaggiare in auto blu, e tutto a nostre spese...</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Basta, Nedo. Ora basta</i>" l'ho interrotto, e anche piuttosto bruscamente.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Lui mi ha guardato con aria interrogativa. Cosa c'era? Aveva detto qualcosa di sbagliato? Non condividevo i suoi pensieri?</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Dopo un minuto buono, ho parlato.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Caro Nedo, devi calmarti. Mi sembra che tu ce l'abbia troppo con i nostri politici. Non bisogna cadere nel qualunquismo, nel disimpegno, nel disfattismo. Anche se i politici non fanno niente di buono, anche se ci hanno portato nel baratro, anche se non producono niente di utile dalla mattina alla sera, anche se prendono stipendi e compensi assolutamente spropositati rispetto a quello che fanno, anche se vanno in pensione presto, e con pensioni ricchissime e con buonuscite faraoniche, anche se spesso sono corrotti, o corruttori, o corruttibili, anche se spesso sono ignoranti o cafoni o presuntuosi o imbelli o semplicemente inutili, non bisogna prendersela con loro. E questo per non dare altro impulso alla disoccupazione improduttiva. Ti sei mai chiesto cosa mai potrebbero fare quelle migliaia di deputati, senatori, ex ministri, segretari di partito, portaborse, galoppini, attivisti et similia se improvvisamente perdessero il loro posto e si trovassero dall'oggi al domani senza lavoro? (lavoro... si fa per dire). La maggior parte di loro non sarebbe nemmeno in grado di rispondere nei call center; moltissimi non saprebbero fare lavori banalissimi come, che so? mettere i depliant pubblicitari nelle cassette postali, o attaccare i francobolli alle lettere senza sbagliarsi, o dividere a modo la spazzatura per la raccolta differenziata (che, a pensarci bene, vista la loro specifica esperienza professionale sarebbe il tipo di lavoro al quale dovrebbero essere più portati). E non pensi alle loro famiglie abituate ormai ad un tenore di vita che non potrebbero più permettersi? Alle loro mogli, costrette a rinunciare all'auto blu con autista per andare, tre volte a settimana, dal parrucchiere? Alle loro giovani amanti, che potrebbero lasciarli se dovessero restare senza il solito regalino da 20000 euro per il loro compleanno? Ai collaboratori, donne di servizio, cuochi filippini, giardinieri indiani, che rimasti senza lavoro non potrebbero far altro che finire sulla strada ad ingrossare le fila della piccola delinquenza (gli uomini) o la prostituzione più squallida (le donne e non solo)?</i></span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>No, Nedo. Non possiamo permettercelo. In questi giorni di crisi, dove le aziende falliscono e la disoccupazione sale a livelli inauditi non dobbiamo lasciare senza lavoro un numero così grande di persone. E questo per il bene dell'Italia. E poi c'è un'altra cosa da considerare. Tutti questi... come chiamarli? Parassiti? Vada per parassiti: è forte, ma rende l'idea dato che vivono alle nostre spalle senza lavorare; dicevo tutti questi parassiti ora, tutto sommato vivono gran parte delle loro giornate chiusi nelle sezioni di partito, o imboscati nelle sedi sindacali, o celati nelle stanze di Montecitorio, insomma, fuori dalla vista diretta della gente. Ora Nedo, pensa un attimo a quale pericoli li esporresti se improvvisamente questi della Casta, scacciati dalle sacre stanze del Parlamento dove si barcamenano tra pennichelle in Transatlantico e barzellette alla buvette di Montecitorio, dovessero uscire per le strade come la gente comune. Rischierebbero grosso. Mi immagino già gruppi di esagitati con le mani al muso (il loro), giovinastri che li bersagliano con bucce di cocomero, operai che li salutano con cori offensivi, popolane che cercano di schiaffeggiarli e, non è da escludere, qualche coltivatore diretto che cerca di infilzarli con il forcone. No, no. Sarebbe troppo pericoloso; sarebbe istigazione alla violenza. Non possiamo permettercelo</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Ma allora</i>" ha ribattuto Nedo "<i>come dobbiamo comportarci? Astenerci in massa? Votare scheda bianca? Scrivere frasi oscene sulla scheda elettorale?</i>".</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Non ci ho pensato un attimo:</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>No Nedo. A mio avviso la cosa migliore da farsi è invece quella di andare a votare in massa. Io ad esempio ho deciso. Benché la mia proposta di riforma della legge elettorale con adozione del metodo del "vaffarellum" non sia stata accolta (ed era sensata, buona, democratica, popolare), sono deciso non solo di non astenermi ma di approfittare dell'occasione del voto per dare un segnale alla nostra classe politica. Un segnale di stima, di fiducia, un segnale di maturità democratica, quella che tanto piace al nostro Presidente della Repubblica, un segnale di apprezzamento per i partiti e i parlamentari, e senza discriminazioni ideologiche</i>".</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>?</i>" ha fatto Nedo (una espressione più che una domanda), che non sapeva dove sarei andato a finire.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">"<i>Semplice, amico mio. Entrerò decisamente nella cabina elettorale, aprirò la scheda e, senza bisogno di pensarci su e abbandonando ogni favoritismo, metterò responsabilmente il mio segno di preferenza sui simboli dei partiti". </i></span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Nedo non parlava, non aveva capito, ci ragionava su<i>.</i></span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Gli ho chiarito il mio pensiero:</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>"Su tutti i simboli, Nedo, tutti. Partendo dal primo fino all'ultimo, dall'alto in basso, da destra a sinistra. Per dimostrare quanto li apprezzi</i>".</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-78454687233817889832012-03-09T17:09:00.001+01:002012-03-09T17:09:39.161+01:00A volte ritornano... (nota politica)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Quando il duo Merkel-Napolitano insediò Monti ed il suo Governo dei Tecnici a Palazzo Chigi, beh, diciamoci la verità, nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato sul destino politico del Cavaliere. "Er Puzzone", come benevolmente lo chiamavano i suoi avversari di una vita, era stato dimesso in quattro e quattr'otto ed era dovuto sloggiare nella notte, andandosene, spettinato e parecchio attapirato, sotto un diluvio di fischi che avrebbe sotterrato un bue. "<i>Se Dio vuole di questo non si sentirà più parlare in eterno!</i>" pensavano allegri i soliti comunisti, contenti come pasque al pensiero che ormai la strada progressista al potere era più che spianata: spalancata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Poi ci si accorse che con i professori alle leve di comando niente sarebbe più stato come prima.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Innanzitutto quelli misero subito il naso (e le mani) dove nessuno aveva osato metterle prima e fecero in due balletti una Riforma delle Pensioni talmente drastica che lasciò senza fiato e senza parole piddiini e ciggiellini i quali lì per lì, pensando di sognare, non riuscirono nemmeno a organizzare una protesta qualunque, una protestina, un cenno di dissenso, un distinguo, uno scioperetto, una piccola rimostranza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Da allora fu tutto un susseguirsi di manovre, manovrine, disegni di legge e riforme che stanno ottenendo due scopi; quello dichiarato di rimettere in piedi la situazione economica italiana, e quello nascosto di distruggere (ce ne fosse stato bisogno) la residua fiducia degli italiani nei partiti tradizionali.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Nella crisi di identità degli apparati politici, ormai sempre più distanti dalla gente e considerati niente più che una cricca di incapaci e corrotti dalla quale varrebbe la pena di sbarazzarsi al più presto possibile, quello che prima di ogni altro capì e utilizzò ai propri fini la nuova situazione che si era venuta a creare, chi fu?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il solito: il Berlusca, il Cavaliere Nero, il Duce d'Arcore, insomma ancora lui: er Puzzone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Lasciato il bastone di comando dell'agonizzante partito che aveva fondato ad un giovane "parvenu" della politica e prendendo su di sé l'incredibile carica di "Padre Nobile" del movimento (Padre Nobile: roba da chiodi!), ecco che il Nostro, dopo qualche giorno di silenzio, è ora tornato sulla scena politica-mediatica con una autorevolezza e un credito che non aveva mai avuto nemmeno quando governava.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Le televisioni se lo contendono, i media pubblicano per intero le sue interviste mentre ogni intercettazione telefonica che lo riguardi sembra misteriosamente sparita dalle prime pagine dei giornaloni "indipendenti". Persino "Repubblica", demoralizzata, non ha più interesse e voglia di occuparsi di lui lasciando argomenti progressisti come il bunga-bunga e l'affaire delle olgettine ai rotocalchi di gossip più squalificati ai quali, prima, contendeva con successo l'intervista alla escort di turno. In più, tutti i comici, satiri, ventriloqui ed imitatori che lo sbertucciavano un'ora sì e l'altra pure, ora che "il Caimano" non comanda più, non potendo più tirare in ballo il suo nome e tutto quello che questo comportava, si trovano improvvisamente a corto di idee, annaspano, non sanno cosa dire e, senza il Nume Ispiratore, non fanno più ridere nessuno. Benigni, che da Fiorello, tentò di rinverdire la satira antiberlusconiana con due o tre battutacce vecchie come il cucco, accorgendosi della mala parata (il comico di Vergaio è ormai alla frutta), cercò di accaparrarsi qualche applauso rifugiandosi a cantare (e male) un anacronistico e squallido "Inno del corpo sciolto", sua hit scatologica di quarant'anni fa che giustamente oggi, nella bocca di uno che si dice abbia vinto un Oscar (ma l'ha vinto! Davvero!) fa veramente ca'à.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">"<i>Dovrò dare qualche consiglio a Monti su come fare per agevolare lo sviluppo</i>" dice intanto ai microfoni tutto serio il Cav, senza che nessun giornalista si metta a ridere; "<i>Andrò a breve dal mio amico Putin a dirgli di darsi da fare per far rilasciare i nostri marò</i>", promette al TG1, e nessuno che si stupisca; "<i>Monti è bravo, non c'è che dire; del resto l'ho scoperto io</i>" racconta con nonchalance alla conferenza stampa, e tutti i giornali riportano, e con pochi commenti, le sue parole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">E da ogni parte si vedono le sue foto: mentre assiste alla partita del Milan ("<i>Devo ricordarmi di dire ad Allegri di far spingere di più sulle fasce</i>"); in un gruppo sotto la neve con Putin e due giovani elettrici siberiane ("<i>Sono andato a complimentarmi personalmente con Putin per la sua rielezione</i>"); mentre, in maniche di camicia, parla con il sindaco di Lampedusa ("<i>Ho rassicurato i lampedusani che qui non sbarcherà più nemmeno un libico. Del resto ci ho comprato una casa</i>"); mentre racconta barzellette spinte alla sua claque ("<i>Dunque: c'era un frate che doveva confessare una novizia...</i>"); insomma, il Berlusca imperversa nei rotocalchi, nei giornali, nelle televisioni, come non mai.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Nel frattempo il partito dei progressisti sta andando a rotoli. Scalfari contro Bersani, Veltroni contro Franceschini e D'Alema, Renzi contro tutti, sconosciuti che battono sonoramente alle primarie i candidati ufficiali della Direzione; insomma il partito dovrebbe cambiare nome, da PD a Lotta Continua (intestina), come ai bei tempi. Solo Maria Rosaria tace. Dopo aver vissuto il suo momento migliore con la sprezzante risposta al Cav che aveva irriso alla sua avvenenza con l'orgoglioso: "<i>Signore, non sono una donna a sua disposizione!</i>", ora, che non la riconosce più nemmeno il gatto, ora che non viene salutata neppure dall'ortolano quando la mattina va a fare la spesa al mercato ortofrutticolo, ora Rosaria rimpiange amaramente quei tempi eroici in cui era considerata l'icona della Sinistra e sempre più spesso, la sera, mentre davanti alla TV cena da sola, una lacrima le cade, furtiva, inarrestabile, nella minestrina.</span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7971123714702352305.post-43849600855853146302012-03-03T15:58:00.000+01:002012-03-03T15:58:02.715+01:00Lotta all'astensionismo<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Ho ricevuto una mail abbastanza interessante. In essa, un anonimo ammiratore (o ammiratrice) propone un modello di legge elettorale che mi sento di definire rivoluzionaria.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Il messaggio è lungo e articolato e comunque, anche per rispetto alla privacy (che Dio la protegga) che impedisce al mio senso innato della correttezza di pubblicarlo integralmente (per evitare che un occhio esperto possa altrimenti risalire all'identità del misterioso mittente) merita una doverosa nonché rispettosa sintesi delle idee che vi sono contenute.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">L'Autore della proposta (che da qui in avanti chiamerò semplicemente 'Caio') inizia partendo dalla seguente tesi:</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>E' ormai acclarato che le forze politiche italiane non riescono a proporre persone all'altezza della gravissima situazione economica e sociale. I loro parlamentari non solo non riescono a partorire una sola idea, una legge, una manovra economica che vada nella direzione di cui il popolo ha bisogno, ma non sono capaci neppure di esprimere un governo capace di risolvere i malanni che colpiscono l'Italia. Alla prova dei fatti si rivelano ineluttabilmente (quando non siano corrotti, collusi o semplicemente ladri) pasticcioni, incapaci, velleitari, asini. E spesso dannosi. E questo a prescindere dai vari schieramenti; tutti coloro che sono stati eletti negli ultimi anni, siano essi di destra o di sinistra, siano uomini o donne, siano giovani o vecchi, tònfa! Fanno danni; generano casini; non riescono a cavare un ragno da un buco. L'unico modo per impedire loro di far danno è quello di metterli in condizione di non nuocere relegandoli in una posizione che definirei di "mobbing esecutivo". Insomma, al parlamentare (deputato, senatore, ministro o politico semplice) gli diciamo (implicitamente): ti paghiamo (e tanto) purché tu stia fermo, zitto e non ti muova, essendo consapevoli che qualunque tipo di attività provenga da te non potrà che nuocere gravemente al Paese.</i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i>E' così che è nato il Governo Monti; un professore con uno staff di accademici che cerca di risollevare l'Italia facendo in pochi mesi quello che non hanno fatto i politici in diversi anni.</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Devo dire che non sono d'accordo con Caio. Assolutamente. Mi dissocio nettamente da tali giudizi ingenerosi e superficiali che tendono ad alterare o a nascondere i grandi risultati ottenuti, operando spesso nelle condizioni più avverse, dai governi che hanno preceduto questo esecutivo, dove decine di ministri e sottosegretari di ogni schieramento politico, lasciando da parte ogni spirito polemico e ogni sudditanza ideologica si sono profusi per il bene comune pensando solo al benessere del popolo che li aveva eletti e disdegnando ogni favore personale e ogni facile gratificazione mediatica (e così sono a posto).</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">La lettera di Caio prosegue così:</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Dopo aver studiato approfonditamente tale situazione, sono pervenuto ad una conclusione che è la seguente:</i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i>-Il popolo italiano non apprezza, non onora, non rispetta, non ama, non crede né a questi parlamentari né alle forze politiche che li eleggono-</i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i><b>ergo</b>,</i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i>-La stragrande maggioranza del popolo italiano sta maturando consapevolmente la decisione di non recarsi più alle urne per le prossime elezioni politiche-</i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i>A tale proposito e con tali premesse il sottoscritto ha studiato una forma totalmente nuova di legge elettorale che, se applicata, avrebbe a suo parere (se non altro) il grande merito di debellare l'astensionismo di portare alle urne folle di cittadini entusiasti, ansiosi di poter esprimere il loro voto</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Anche in questo caso il signor Caio sottovaluta in modo eclatante il sentimento comune prevalente nell'elettorato italiano il quale, lungi dal sentirsi deluso dall'esercizio del voto, non vede l'ora di recarsi nei seggi elettorali dove poter scegliere tra i diversi candidati, colui che, come è sempre successo, saprà ancora una volta guidare con mano ferma e sicura la Nazione a sempre più alti traguardi e riconoscimenti internazionali (e anche questa è fatta).</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Proseguendo nella sua missiva, Caio, arriva al nocciolo della sua proposta:</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>Sono attualmente due le proposte per una riforma della legge elettorale, chiamate rispettivamente <b>mattarellum </b>e <b>porcellum</b>. Con il <b>porcellum </b>si delega ai partiti la nomina dei parlamentari, con il <b>mattarellum </b>si scelgono i parlamentari tra quelli indicati dai partiti. Cosa cambia? NIENTE! (</i>le maiuscole sono nell'originale<i>). Infatti vanno a fare i parlamentari, e da lì i ministri, sempre le stesse persone, le incapaci! E la gente lo ha capito e non vuole più andare a votare. Ora, io ho pensato. Il problema dell'astensione crescente è che il cittadino viene chiamato a votare "<b>per</b>" un partito o un candidato. Cioè, viene spinto a dare una preferenza, un segno di stima, di considerazione a persone o partiti che hanno dimostrato in questi anni tutta la loro incapacità, la loro inadeguatezza. Il cittadino questo lo sa, lo avverte, e non ci sta. Resta a casa. Si astiene. Come fare per riportarlo in massa ai seggi elettorali? E come fare per evitare che a guidare la Nazione vadano coloro che sono sponsorizzati dai loro stessi partiti? Ecco la mia proposta. Una legge elettorale nuova di zecca che potrà risolvere come di incanto questi problemi. Una legge che volge verso la stabilità delle istituzioni democratiche il gradimento che gli italiani stanno dimostrando da anni verso i reality televisivi</i>."</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">E qui il signor Caio viene al nocciolo della sua proposta (che io mi guardo bene dall'appoggiare o condividere).</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Così prosegue:</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">"<i>La mia proposta di legge elettorale prevede che ogni cittadino, dopo aver votato per un partito o una coalizione di partiti, debba obbligatoriamente indicare un nome tra quelli indicati tra i candidati di quella lista. Ma, si badi bene, non si tratterà come in passato di un voto di preferenza, bensì di un voto di disapprovazione, di disistima, di insofferenza, di disprezzo o di schifo verso colui che viene ritenuto assolutamente inadatto a fare il deputato, vedendolo assai meglio, se non proprio dietro le sbarre, impegnato in agricoltura magari nella raccolta della fava bietolaia al tempo della sua piena maturazione. Tale voto "al contrario", che nella mia proposta si chiama "sputto" non è pertanto, come nelle consultazioni tradizionali, a favore" o "per" il candidato, ma bensì assolutamente "contro" lo stesso.</i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i>Al termine della tornata elettorale saranno eletti, per ogni lista e partendo dal basso, coloro che avranno conteggiato "<b>meno</b>" sputti a loro sfavore, mentre, coloro che ne avranno ottenuti di più saranno (come si dice) "<b>nominati</b>" e dovranno pertanto uscire dal partito e rinunciare, fino alle successive elezioni, non solo ad ogni carica istituzionale ma anche e soprattutto ad ogni apparizione in pubblico. Dovranno insomma "andare a.. (</i>omissis<i>)". Ecco perché la mia legge elettorale si chiama "<b>vaffarellum</b>".</i></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><i>(NB. Se mi si chiede se con questa legge aumenterà il tasso di competenza, di onestà e di professionalità dei deputati devo dire onestamente che ne dubito, ma vuoi mettere il gradimento di queste elezioni presso l'opinione pubblica? Astensione ai minimi termini! Pulizia tra la classe dirigente! Non basterebbe questo a far adottare il vaffarellum come legge elettorale italiana?)</i>"</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">Con questa domanda che non pretende risposta termina il sovversivo messaggio del signor Caio che ho fedelmente riportato, stigmatizzandolo e prendendone le dovute distanze, solo come esempio di quanto possono deteriorarsi le convinzioni democratiche di certe menti malate. Che qualunquismo! E inoltre; che stupidata! Votare "contro"...; "nominare" i candidati.. Roba da chiodi!</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;">E poi (a parte tutto); come potrebbe mai funzionare un sistema elettorale come questo cosidetto vaffarellum? E' evidente a tutti che, adottandolo, al termine delle elezioni non ci sarebbe nemmeno un candidato da eleggere!</span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>Roberto Mulinaccihttp://www.blogger.com/profile/15937034504266925590noreply@blogger.com0