Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Senso Civico

lunedì 26 novembre 2012

"Ma Biri, cosa diavolo ti succede?" Dario sembrava veramente preoccupato "Non ti si sente più, non ti si vede più...; non ti si legge nemmeno più (si riferiva a questo blog). Cosa fai? Hai smesso di esternare? Ti sei ritirato a vita privata proprio ora?" (che ce ne sarebbero di cose da dire, intendeva). Eravamo in quel bar, seduti ad un tavolo davanti al nostro solito (caffè per lui, tamarindo caldo per me) e mi trovavo in uno stato fisico e mentale di così buona disposizione che non mi sentivo di lasciar cadere la domanda, né di svicolare (dialetticamente, intendo). 
"A cosa ti riferisci, in particolare?" gli risposi gentilmente ma con un'altra domanda, così, per lo spettacolo.
"Beh, alla situazione politica, economica e sociale del momento; all'aria particolare che si respira; alle prossime elezioni, per esempio". Si zittò. Un sorrisino gli aleggiava sulle labbra. Alzò la tazzina alle labbra scolandone l'ultima goccia e si pose in paziente attesa. Attesa vana. Muto, me ne restai.
"Ecco" riprese il mio amico vedendo che la conversazione non proseguiva "Scommetto che tu alle prossime elezioni ti asterrai. Disfattista" concluse, per provocare la mia reazione.
Il bicchiere di tamarindo era ancora mezzo pieno; ce n'era di tempo da perdere, tanto valeva dargli spago anche perché l'argomento, a esser sinceri, si prestava a diverse, allegre, intorcinature dialettiche.
"Ma Dario, cosa mai ti salta in mente. Astenermi io? Ci mancherebbe altro. Diciamo che mi sto guardando intorno per cercare di decidere a chi dare il mio voto. E lo sai Dario? Sono veramente perplesso. Indeciso. Titubante. Insomma, se proprio lo vuoi sapere non so ancora a chi darò la mia fiducia. Guardo. Osservo. Cerco di informarmi. Leggo i giornali, guardo la TV.. Astensionista io? Tu non mi conosci".
E giù un'altra sorsata di quella nera, calda, profumata, corroborante bevanda.
Il ghiaccio era rotto, la conversazione poteva cominciare; le prospettive erano invitanti. Dario ci si buttò a capofitto.
"Allora un'idea te la sarai fatta. Se non altro di schieramento." Raccolse le forze: "Senti, Biri, ci conosciamo
da una vita, a me puoi dirlo. Destra o sinistra?"
Lo sapevo. Lo aspettavo al varco. Alzai gli occhi al cielo (insomma, al soffitto del bar) e cercai di assumere un'espressione sofferta e partecipata.
"Destra. Sinistra. Cosa mai significano, adesso, queste parole? La destra non era quella che difendeva i padroni, gli industriali, il profitto e il ceto medio? Beh, hanno governato per anni e oggi il ceto medio è impoverito, le industrie chiudono e i profitti calano incessantemente. E la sinistra non era quella che difendeva gli operai, i lavoratori e il pubblico impiego? Anche loro hanno governato per decenni e ecco che la disoccupazione è salita alle stelle, le famiglie si sono impoverite e le pensioni sono diventate un miraggio... Dario, ormai non si parla più di destra o di sinistra ma di persone. Io voglio trovare una persona alla quale dare il mio voto che sarebbe poi la mia fiducia, una persona che vorrei vedere a Capo del Governo, una persona della quale condivido il programma a prescindere se questa persona è considerata alla vecchia maniera e cioè di destra o di sinistra. Non si votano le ideologie, ma gli uomini" e con questa frase ad effetto ho rilanciato la palla nella sua metà campo.
Dario era rimasto spiazzato, si vedeva lontano un miglio, tuttavia replicò come c'era da aspettarsi:
"Ma ti sarai guardato in giro... ti sarai fatto un'idea..."
Il tamarindo era finito, il bar era accogliente e calduccio e comunque c'era ancora un sacco di tempo prima che fosse ora di pranzo; la conversazione (praticamente il mio solito monologo) poteva iniziare. 
"Vedi Dario" partii lento "Vedi Dario, tu mi consideri a torto o a ragione, un cinico, un disfattista, un tipo disimpegnato insomma. Beh, hai torto a pensare che sia così. Torto marcio. In verità sono molto attento a tutti gli aspetti del mondo che mi circonda e la cosa che più mi interessa, non lo crederai, è proprio la politica, quella di casa nostra. So che probabilmente ci saranno le elezioni a breve termine e sto cercando di orientarmi, di guardarmi intorno per decidere al meglio. Ebbene, non lo crederai ma ancora non ho trovato un partito o un uomo politico al quale dare il mio voto.." vidi un sorrisino sulle labbra di Dario: lo spensi subito: "..e non perché non ce ne siano di partiti e di uomini degni di fiducia ma perché ce ne sono troppi". Rimase di stucco; quando dopo qualche secondo si accinse a replicare lo precedetti:
"Pensiamo ad esempio al PD. In quel grande Partito di persone valide ce ne sono a bizzeffe, e tutte preparate a puntino per fare il Primo Ministro. Chi sarebbe il più indicato a fare il premier? Vediamo un pò, mi sono detto. Prendiamo Bersani. Chi può mettere in dubbio la sua onestà adamantina, la sua grande umanità, il suo costante interessamento alla causa dei lavoratori alla quale (causa) dedica ogni minuto della sua giornata lavorativa? E si può tacere la sua capacità dialettica, il grande seguito che ha in ogni strato della popolazione, la sua abilità nell'interloquire con qualunque interlocutore (mi scuso per queste tre ultime parole oggettivamente cacofoniche), la sua grande esperienza di finanza internazionale e la sua perfetta conoscenza delle lingue e delle culture europee, provvido viatico ad eventuali escursioni in altri Paesi? Ergo Bersani va benissimo; approvato; votabile.
E Renzi? No, scusate, dico: e Renzi? Un giovane romantico e battagliero, amatissimo dai giovani di ogni estrazione sociale che ha conquistato con la sua spontaneità e la freschezza dei suoi giovani anni; un uomo che, passo dopo passo, si è avvicinato al top del Partito facendosi largo con la sua vitalità, la sua ansia di rinnovamento, le sue idee rivoluzionarie.. Renzi è a posto; approvato; il mio voto è cosa fatta.
Ventola poi non si discute. Un ragazzo del Sud che è giunto alla ribalta europea della politica grazie  al suo coraggio, alle sue idee lungimiranti, alla sua correttezza e all'integrità della propria vita che fa da specchio ideale al suo programma sociale. Ventola, un nome, una garanzia; sai che ti dico? mi ci vedrei benissimo rappresentato da lui in questa nostra Italia: per me è OK.
Del centrodestra si può dire altrettanto. Uomini e donne validissime caratterizzano la dirigenza di quel Partito. Dopo  i successi di Berlusconi (che potrebbe ricandidarsi; avrebbe la mia approvazione) ecco che qui troviamo Alfano. Il giovane delfino ha le idee assai chiare e sa esporle molto bene ai milioni di seguaci che lo seguono e lo apprezzano per il suo decisionismo e la sua specchiata onestà; potrebbe fare il premier? Ovvio che sì; per me, approvato. Dice: potrebbe venir fuori il nome di Maroni. Maroni? E chi meglio di lui, dico. Sa come parlare alla gente ed è un vulcano di iniziative brillanti e popolari... anche Maroni è a posto. Sì; sì anche a lui. Poi ci sarebbe la Santanché e la Meloni; dunque...."
Dario ha approfittato di un attimo in cui riprendevo fiato per interrompermi:
"Ma insomma Biri a chi lo dai il tuo voto? Parli, parli ma ora vieni al dunque.." la voce di Dario era stranamente alterata.
"Dario mio, non hai capito che non posso votare un solo nome, a qualsiasi Partito appartenga? Sono tutti bravissimi, onestissimi, preparatissimi e assolutamente incorruttibili, disprezzano il denaro e gli onori, disdegnano la moda vana di cercar di apparire in TV a tutti i costi. Li stimo tutti; li amo tutti; come votarne uno solo? Come penalizzare tutti gli altri?". Mi tacqui; Dario taceva. Dopo un minuto di stallo pensieroso ruppi il silenzio:
"Dario, tu ti preoccupavi per una mia possibile astensione, io ti rispondo con l'annuncio della mia an-astensione: un Partito solo è troppo poco, un candidato solo è troppo poco; pertanto ho deciso: il giorno delle elezioni li voterò tutti. Sei contento?".
Era giunta (finalmente) l'ora di pranzo, così, in silenzio, ci siamo avviati verso le rispettive case.