Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

Tutti tipografi!

giovedì 28 giugno 2012

Sarà vecchio, sarà bollito, sarà out (almeno così lo dipingono le sinistre) ma non si può negare che quello che una volta  tutti chiamavano "il Cavaliere" (oggi ci si riferisce a lui limitandosi a dire, come ci ha insegnato Scalfari,: "Er puzzone"...) di idee ce ne ha a iosa. Alcune geniali; altre demenziali; mai banali, però. Guardate il chiasso che ha sollevato con la sua ricetta per far uscire l'Italia dalla crisi. Beh, sembrerebbe la provocazione di un buontempone, e invece, a giudicare dallo spazio e dalla considerazione con cui l'hanno trattata i quotidiani più prestigiosi, si vede che qualcuno l'ha considerata una proposta seria, degna di essere studiata  e valutata a dovere. A me, che non sono un esperto, sembra una classica "boutade" berlusconiana, ma devo ovviamente inchinarmi a coloro che si sono messi a giudicarla per quello che vale. Ricordiamo brevemente l'idea silviesca per far uscire l'Italia dalla crisi. La "consecutio logica" è la seguente:
1. L'Italia è in crisi.
2. La crisi deriva dalla mancanza di soldi (loro dicono: liquidità).
3. Senza soldi la gente non spende, non risparmia e preleva i propri risparmi dalle banche.
4. Quindi le banche vanno in crisi di liquidità e devono cercar soldi da altre parti
5. Senza soldi i consumi diminuiscono, quindi le aziende chiudono, quindi i disoccupati aumentano, quindi le entrate statali diminuiscono e quindi c'è ancora più bisogno di soldi. Allora il governo emette sempre più titoli di Stato, quindi, aumenta la spesa per interessi, che vengono pagati aumentando le tasse, quindi la gente ha ancora meno soldi, quindi le poche aziende che erano rimaste ancora sul mercato chiudono, quindi....
5. Quindi si va verso il fallimento.
Dice il Cavaliere (geniale! Indiscutibilmente geniale!):
"La crisi c'è perché la gente non ha più i soldi! Per avere più soldi basta stamparli! Si ordini alla Zecca di stampare euri a palate e in meno di un mese tutti avranno soldi da spendere, le aziende riapriranno, la disoccupazione calerà e le banche vedranno aumentare i depositi".
Ma come! E perché nessuno ci aveva pensato? (mi sono chiesto) E perché non ci ha pensato la Grecia, o la Spagna che sono nella stessa nostra crisi?
A me sembra l'idea del secolo. Tipografie al massimo e euri per tutti (scusatemi ma io uso il plurale). Tornano i soldi per andare in vacanza, per pagare le bollette, per cambiare l'auto, per pagare l'affitto, per aumentare le pensioni.... una bellezza! Fine dei mugugni, delle privazioni, delle rivendicazioni sindacali... si vuole un aumento di 1000 euro per tutti? Oplà! Rotative in funzione per qualche ora e il giorno successivo si potranno ritirare i soldi in qualche ufficio statale autorizzato alla bisogna, o alle Poste, o in Banca.
Si potrebbe addirittura perfezionare l'idea mettendo in vendita delle piccole eurostampanti per famiglia, aggeggi delle dimensioni non più grandi di quelle di un forno a microonde, che, con l'aiuto di un kit (in vendita anche quello) composto da qualche cartuccia di colore e da una risma di fogli di carta dalle dimensioni assortite (diciamo le dimensioni dei biglietti da 50, 100, 200 e 500 euro) permetterebbe a chiunque di stamparsi gli euri da sé, senza bisogno di importunare gli uffici statali, o le Poste, o le Banche. Il costo della stampante e del kit di stampa? E chi se ne frega; quanto costa, costa. Uno lo prende per un giorno in prova, ci stampa su gli euri che gli servono, e il giorno successivo va dal rivenditore e con un bel: "Funziona. Lo compro" gli rifila in mano i bigliettoni appena stampati nuovi di zecca (si fa per dire) e se ne va con l'eurostampante.


Però, stranamente, l'idea del Silvio nazionale, non ha incontrato la prevista adesione di tutti. Molti (i soliti comunisti, c'è da scommetterci) hanno addirittura detto che è una fetecchia, che nemmeno un ragazzino deficiente l'avrebbe mai pensata. Altri hanno accolto la rivoluzionaria proposta con un sorrisino sulle labbra: "Sì, sì! Una delle solite buffonate del Berlusca!". Insomma, tante sono state le critiche che Silvio ad un certo punto ha sbottato: "Ovvìa! Allora è vero che non vi garba mai niente! Io un'idea ce l'avevo avuta ma se non vi va, lo sapete che vi dico? La crisi risolvetevela da soli!" e se ne è andato, tutto impettito, a fare il Presidente di Giuria del Campionato Giovanile di Burlesque in programma quella sera.
Mah, chissà perché poi tante critiche. A me l'idea pareva buona anche se non mi arrischio a dirlo in giro. Io le critiche non le sopporto; forse anche perché le serate, se va bene, le passo davanti alla TV. 

Scipione

martedì 19 giugno 2012


Copiando sfacciatamente quanto avviene in America, ecco che da qualche tempo anche da noi è invalsa la moda (o il vezzo), di battezzare con nomi o aggettivi, normalmente riservati agli umani, certi fenomeni climatici particolarmente spettacolari.
Fino a qualche anno fa tale personalizzazione era riservata alle epidemìe o a certe malattie particolarmente pericolose e assai diffuse. Ecco quindi che dopo la famigerata “Spagnola”, che agli inizi del secolo scorso provocò nel mondo centinaia di migliaia di vittime, ci fu l’Asiatica (influenza) e da allora non passa anno che le influenze di stagione e le infezioni virali di massa non si vedano affibbiato il loro bel nome, proprio e personalizzato.
In America si danno nomi propri ai tifoni, ai cicloni e agli uragani. “Occhio, gente! Domani arriva Jimmy”, si legge sui giornali, ed essendo questo Jimmy un uragano, eccoli tutti giù a rinforzare le porte dei garages, a far provviste di cibarie ai supermercati e a mettere sacchetti di sabbia alle finestre. “Speriamo non sia come Humphrey! Quel demonio (l’uragano) mi scoperchiò il tetto della casa di campagna.” fa preoccupatissima una signora all’amica; “Speriamo. Io mi accontenterei che avesse la stessa forza distruttiva di Betty: mi sfondò tutti i vetri delle finestre ma altri danni non ne fece”.
Qui da noi non si è voluto restare indietro, anzi, si è fatto di più (che non si abbia a dire che non sappiamo far niente da noi e che dobbiamo sempre copiar tutto dagli americani). E così, abbiamo cominciato a dare un nome proprio alle tempeste, al vento forte, alle piogge intense e ai temporali di stagione (tifoni, cicloni e uragani da noi, nisba). Che ci volete fare? Così ci sentiamo più importanti. “Dove vai senza ombrello?” fa il padre premuroso al figlio che si appresta a uscire; “O non l’hai letto che alle otto arriva Alfredo?” (temporale accompagnato da folate di vento). “Scusa, babbo, me n’ero proprio dimenticato” fa il giovane e subito corre in camera a mettersi la sciarpa e l’impermeabile.
Al telefono: “Pronto, Giovanni? Sai volevo dirti che io e Armida stasera non veniamo alla solita partita di burraco del venerdì. Nella nostra zona è arrivata Annamaria (forte perturbazione meteorologica caratterizzata da abbassamento repentino della temperatura e intense grandinate) e non vorrei prendermi un raffreddore o rovinare la carrozzeria della mia auto”.
In ufficio: “Tu l’hai già prenotate le ferie per la settimana bianca?
Come no? Dal 20 al 28 Gennaio
Sei ammattito? O non l’hai sentita la TV? Nella seconda metà di Gennaio arriveranno, uno dietro l’altro, prima Ernesto (periodo climatico dove i temporali incessanti si alterneranno a precipitazioni nevose quali mai è dato di ricordare a memoria d’uomo) e subito dopo Renata (la gelata più rigida dal tempo della repubblica Cisalpina)”
Cavolo! Grazie mille; corro subito a cambiarle!”.
Da quest’anno poi la moda di affibbiare nomi identificativi a destra e a manca non risparmia nemmeno i semplici periodi climatici, gli eventi meteorologici “normali”, le usuali alternanze delle stagioni ma con una creatività tutta italiana si aggiunge al nome anche un appellativo qualificativo dal duplice scopo: far subito ricordare agli sbadati a quale evento ci si riferisce e alleviare con un tocco di poesia i disagi insiti nell’evento stesso.
Guardate quest’anno. E’ arrivata finalmente l’estate e dopo aver frignato mesi e mesi per:
il freddo intenso quale mai era stato dato di avvertire;
il cambio delle stagioni che faceva sì che l’inverno si protraesse quasi fino a Giugno;
le troppe precipitazioni (mai registrate di così intense) che rischiavano di provocare esondazioni, inondazioni, smottamenti e maremoti;
la siccità (la siccità c’è sempre. E’ una piaga che viene sempre evocata a prescindere dal fatto che scenda acqua dal cielo. Che non piova, che piova e da quanto tempo piova, non si sfugge mai alla siccità.);
ecco che la RAI scopre che è arrivato il mese di Giugno e che ci saranno alcuni giorni di caldo intenso come ogni anno.
Idea grandiosa! Maxi-ideona! (ripresa da tutti i mass-media). Dunque: non si dirà che è previsto un periodo di gran caldo ma si darà un nome al periodo stesso. E quale nome? Oplà: Scipione, l’Anticiclone!
L’idea è vincente, piace, tutti la adottano. In America gli yankees si mangiano le mani: “Why, why, We didn’t think of that ourselves!” (“Perché, perché non ci abbiamo pensato noi!” E giù drink su drink.)
Sentiti in giro:
Mica vorrai uscire a quest’ora! C’è Scipione l’Anticiclone: rischi una insolazione!
Ho comprato un maxicono da 5 euro. Beh, non sono riuscito a mangiarlo che una metà e già Scipione (l’Anticlone) mi aveva sciolto quello che restava
La prego, vigile, mi lasci restare con le gambe nella fontana! Questo Scipione mi uccide!”
Cosa? Un signore come lui si è denudato, si è tinto di verde, si è arrampicato sulla statua di Garibaldi e ha cominciato a cantare l’Inno di Mameli sulle note di “Osteria numero uno”? Ma è senza alcun dubbio Scipione (l’Anticlone) che gli ha dato alla testa!
Lui: “Cara, scusami, sai che non è da me, ma stasera non mi va. E’ quel porco di Scipione (l’anticiclone) che mi rende così debole
Lei (voltandosi dall’altra parte del letto, sibilando, i pugni levati al cielo): “Maledetto Scipione!”.
Posso immaginare qualche scenetta analoga nel prossimo futuro (ormai la moda è invalsa e non c’è ragione di dubitare che non terminerà così presto):
in spiaggia;
Forza ragazzi, tutti in acqua finché c’è Scipione!”
Ma è la quinta volta oggi che fai il bagno!”
Godiamocela finché dura! Non hai sentito che fra una settimana arriva Pasquale?
E chi è Pasquale?
Pasquale, il maxi-temporale! E porterà anche un calo delle temperature!”
Allora tuffiamoci! Fesso chi arriva per ultimo alla boa! E tu non vieni?
No, lo sai che il mare non mi piace. A me piace sciare. Divertitevi voi e lasciatemi qui. Tanto, prima o poi verrà, Massimiliano….”
Chi?
Massimiliano, il Freddo Siberiano! Vedrai allora che slalom!

La sindrome di Polley

giovedì 14 giugno 2012

E' morto da poco l'inventore del telecomando; si chiamava  Eugene Polley e non lo conosceva nessuno. La perdita non è di poco conto; la sua invenzione infatti ha rivoluzionato il modo di fare e di guardare la TV, anzi, si può affermare che ha addirittura "inventato" la televisione moderna. Il telecomando ha reso possibile la coesistenza in un unico televisore di innumerevoli canali televisivi (senza di lui, tre o quattro sarebbero stati sufficienti), ha contribuito alla nascita e allo sviluppo delle televisioni commerciali, ha influenzato i palinsesti e ha dato vita e potere a quel diabolico strumento chiamato Auditel.
Zàppete! un colpo al telecomando e si passa immantinente dalla partita di calcio al talk show; rizzàppete!!, e si passa dal dibattito politico a Miss Italia; zap! (càmbiooo!) zap! (càmbiooo!) zap-zap-zap!!: a non finire. E' stato inventato anche un verbo: to zap (dal quale: zapping), per indicare la funzione con la quale, picchiettando sul telecomando con le dita, si scorrono i canali... e tutto grazie all'invenzione di Polley.
Dato a Polley il dovuto onore devo però annotare un fastidioso effetto collaterale della sua invenzione, un disturbo non raro che può colpire a caso il telespettatore e che va sotto il nome di: Sindrome di Polley. Si tratta di un impulso compulsivo, involontario e irrefrenabile che costringe il colpito da tale male (e al di fuori della sua volontà!) a cambiar canale non appena sullo schermo TV si verifichi una certa condizione. Io ne sono stato, ahimé, colpito appieno;  mi vergogno a dirlo ma nel mio caso la causa scatenante dei sintomi della maledetta sindrome è la comparsa in TV del nostro beneamato Capo dello Stato.
Non so come e perché succeda. Ad esempio: è sera e dopo aver cenato mi accomodo sul divano davanti al televisore. Guardo il Telegiornale tranquillamente rilassato (e niente farebbe presagire un attacco della sindrome) fino a quando improvvisamente lo speaker annuncia: "Il Presidente della Repubblica si è recato oggi in Romania dove non ha mancato di occuparsi delle prospettive europee del nostro Paese. Vi presentiamo il nostro servizio sul suo intervento....." e immediatamente, come ubbidendo ad un ordine non dato da me, ma imposto alla mia mano da una forza e una volontà sconosciuta e aliena, l'indice scatta su un numerello a caso dell'invenzione di Polley e subito mi trovo (ma non vorrei, si badi bene!) a vedere la reclame della tal carta igienica, o a seguire la partita di pallanuoto tra Recco e Posillipo, o dentro un cartone animato o chissadove ma comunque senza possibilità alcuna di poter ascoltare le basilari parole e i fondamentali concetti del nostro beneamato Presidente. 
Succede così; immancabilmente. In qualsiasi occasione (Festa, parata, intervista, presenziazione, discorso ufficiale, ecc. ecc.) ci sia non dico la certezza, ma il semplice rischio che  il Capo dello Stato si materializzi in TV davanti ai miei occhi ecco che... veloce come il fulmine: ZAP!! un attacco proditorio e improvviso della Sindrome e mi trovo (mio malgrado) a dover seguire un altro programma. E' una iattura!
C'è da dire che la sindrome non continua a produrre i suoi effetti per molto: passati dai tre ai quattro minuti (il tempo medio di un intervento in TV del Presidente) riesco a provare a tornare sul canale originario e nella maggior parte dei casi (tutti quelli in cui il Presidente non c'è più) riesco a restarci e a riprendere a seguire il programma che avevo repentinamente interrotto. Se invece per qualche motivo per me oscuro (dato che non riesco mai a sapere, per via della sindrome, cosa deve dire il Presidente) quello si trova ancora là...RI-ZZAPP!!!, l'indice scatta più veloce della luce, il canale cambia e questa volta prima che possa riazzardarmi a tornare indietro passano più di dieci minuti (caso mai Lui ci fosse ancora).
Sono stato a farmi vedere da alcuni specialisti; lo credereste? La sindrome, al momento, è purtroppo assolutamente incurabile. Visto che i colpiti da questo male sono però in costante aumento, c'è da sperare che la ricerca scientifica si attivi a trovare un rimedio ad un disturbo così penoso. Io ci spero: prima o poi si troverà un farmaco capace di impedire l'insorgere di una sindrome così  imbarazzante. "Stai sicuro" mi ha detto un medico mio amico, "ti posso assicurare che, al massimo fra un anno e comunque non oltre le prossime elezioni presidenziali, il tuo problema sarà, in un modo o in un altro, risolto". Sarà vero? Potrò guarire? Resto in fiduciosa attesa; la salute è una cosa seria. 

Orgoglio italiano

sabato 9 giugno 2012

"E’ stato osservato il secondo neutrino trasformista: e’ un risultato record perche’ si tratta di un fenomeno rarissimo che e’ stato osservato per la seconda volta in due anni in Italia, nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.....Per la seconda volta una delle particelle piu' piccole e sfuggenti finora note riesce a cambiare identita', trasformandosi da un tipo di neutrino in un altro tipo di neutrino. E’ un risultato atteso da tutto il mondo scientifico perche’ questa conferma apre le porte alla fisica del futuro".  
(Fonte: ANSA 6 Giugno 2012) http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/fisica/2012/06/06/Osservato-secondo-neutrino-trasformista-_6989928.html)


Sì, sì, c'è poco da ridere! A dispetto e onta di coloro che avevano ironizzato anche pesantemente su quel valoroso (se pur sfortunato) team di scienziati che or non è più di qualche mese fa aveva diffuso la notizia, dimostratasi poi fasulla, del neutrino molisano che correva più veloce della luce, ecco che lo stesso team scientifico (tutto italiano: lo si sappia!) ha pubblicato la notizia di una clamorosa scoperta, frutto esclusivo della ricerca nostrana, che non ha mancato di suscitare subbuglio negli ambienti scientifici internazionali oltre a generare plausi e riconoscimenti unanimi nei confronti di quegli scienziati (o forse: eroi?) che, lungi dall'abbattersi di fronte ai pochi insuccessi, con tali scoperte riescono lavorando in silenzio e pur tra mille difficoltà a tenere orgogliosamente alta la bandiera dell'eccellenza scientifica nazionale.
Come tutti sanno il team di scienziati italiani che svolge le sue ricerche nei laboratori del Gran Sasso si è da tempo distinto per la sua attività specializzata nello studio dei comportamenti dei neutrini.
A tale proposito giova osservare che, benché smentito da successive verifiche, anche il famigerato esperimento del neutrino "più veloce della luce", (vedi al riguardo alcuni articoli in questo stesso blog) più che un fallimento poteva esser considerato un successo parziale, come ben puntualizzato dal Responsabile dell'Istituto Nazionale delle Ricerche Nucleari che, in conferenza stampa, chiamato ad esprimersi sul caso aveva dichiarato: "Forse non sarà andato veloce più della luce, ma posso assicurarvi che il nostro Triny (il neutrino in questione) non è di certo lento; anzi, sulla breve distanza può dar dei punti a tutti i neutrini d'Oltr'Alpe!" rintuzzando così le maligne insinuazioni dei nostri "cugini" francesi, sempre pronti, come si sa, a darci addosso ad ogni se pur minima occasione.
C'è semmai da lagnarsi che una notizia di tale portata sia passata quasi sotto traccia nei media nazionali, forse timorosi che potesse essere smentita... Errore! La notizia è vera, verissima, e bene ha fatto il Televideo RAI a darne pieno conto, la scorsa settimana, riportando il comunicato ANSA che citiamo in apertura di questo post.
Il fatto è noto. Un ricercatore del Gran Sasso (che ha voluto restare anonimo dichiarando: "Non su me solo, ma sull'intero team scientifico e sulla Nazione intera, ricada il merito!") che da tempo teneva d'occhio giorno e notte una colonia di neutrini di tipo "MU", aveva notato una loro specifica particolarità: se fissati intensamente, essi oscillavano. Ora, che un neutrino oscilli, specie se osservato intensamente, (e di giorno e di notte perdipiù) non fa specie. Chiunque al suo posto (del neutrino, voglio dire) essendo osservato per un certo tempo, si innervosirebbe; io, lo farei. Figuriamoci poi ad esser osservato continuamente, addirittura di giorno e di notte! Oscillazioni a raffica, oscillazioni a go-go, maxi-oscillazioni: garantito. Ma figuratevi come è rimasto il nostro ricercatore quando ha potuto constatare che uno di questi neutrini (tutti come detto della specie "MU") dopo una serie di frenetiche oscillazioni: "Oplà!", si è tramutato in un lampo in un neutrino della specie "TAU" (Non ci credete? O leggete l'ANSA). Lì per lì il ricercatore ci è rimasto di stucco; non poteva credere ai suoi occhi. Aveva avuto un abbaglio? Era una specie di allucinazione dovuta alla stanchezza di tanti giorni e tante notti passate ad osservare i neutrini? (quelli della specie MU, ovviamente) Così, timoroso di aver preso fischi per fiaschi ha lasciato il laboratorio e, corso a casa, si è subito coricato dopo aver preso due tazzone (grosse tazze) di camomilla ben deciso a ripetere l'esperimento il giorno successivo con la mente sgombra e il corpo ben riposato. Ma il giorno successivo: incredibile! La trasformazione si è ripetuta proprio davanti ai suoi occhi! Nessun dubbio: il neutrino @XCC456Y**1 (chiamato familiarmente dagli scienziati: Lallo) dopo esser stato osservato e riosservato intensamente fino a portarlo al punto di oscillazione più frenetica... zac! un lampo (un lampino), un tonfo (un tonfino), ed eccolo trasformato in un vero e proprio neutrino di tipo TAU. La scoperta aveva dell'incredibile; a nessuno fra le migliaia di scienziati di tutto il mondo che spendono il proprio tempo (e il nostro denaro) ad osservare i neutrini MU, era mai accaduto niente di simile. Alcuni di loro (i più scettici) hanno chiesto di poter partecipare alla prossima osservazione del neutrino in questione; ebbene, anche questa volta nessun dubbio: Lallo ha ripetuto splendidamente la sua performance e, stimolato dal fatto di potersi esibire nella sua specialità di fronte ad un consesso internazionale di scienziati giunti da mezzo mondo per osservarlo, si è tramutato da MU in TAU dopo aver oscillato meno di un minuto.
Qualche scienziato transalpino invidioso e in malafede ha sollevato dei dubbi sulla trasformazione. Ma si era proprio sicuri che Lallo poteva passare dal tipo MU al tipo TAU così facilmente? Ed era proprio un TAU o qualcosa di gli assomigliava? Sorrisetti ironici, scettici..
Il valoroso ricercatore è intervenuto personalmente a fugare i dubbi in una conferenza stampa che ha chiarito ogni fraintendimento: "Ma cari colleghi, volete che dopo tante osservazioni dei neutrini non si sappia discernere un MU da un TAU? Il MU è tendenzialmente malinconico, introverso, ipocondriaco, dedito alla speculazione filosofica di tipo intimista e alla meditazione mentre il TAU, lui, è un compagnone, estroverso, allegro, sempre pronto agli scherzi e alle battute.. e poi basta vedere come porta i capelli un MU e come li porta un TAU, o il modo diverso in cui i due camminano...No, no, Lallo è un vero MU che può diventare un vero TAU a tutti gli effetti. E noi (rivolgendosi ai colleghi dell'Istituto Italiano di Ricerca Nucleare) siamo stati i primi (occhiata strafottente ai francesi) a documentare questa trasformazione".
La vittoria della ricerca italiana è stata quindi accettata e documentata al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma...
Ma una muta domanda comincia a farsi largo in alcuni ambienti scientifici d'Oltralpe... Chi è Lallo? E dove si trova Triny? Siamo sicuri che Lallo non sia in realtà quello stesso neutrino che aveva millantato di esser corso dal Molise fino a Ginevra ad una velocità superiore a quella della luce? 
Per adesso i francesi tacciono, ma indagano di nascosto. Sta a vedere (pensano) che, gratta gratta, vien fuori che si tratta proprio di un'altra identità dello stesso neutrino esibizionista. Non sarà che, sempre alla ricerca della popolarità, una volta fallito come sprinter si voglia riciclare in trasformista? E in silenzio indagano... indagano...

Gli strisciati 2

martedì 5 giugno 2012

"Striscia la notizia" come si sa, si definisce "Telegiornale satirico" anche se credo sarebbe più opportuno ridenominarlo "Telegiornale Masochistico Militante". Ho fatto appena in tempo ad occuparmi delle disavventure sopportate dal mite e sempreverde (seppur magagnato) Luca Abete, che ecco irrompere nella classifica degli sfigatissimi striscia-inviati votati al martirio, l'eternamente sbeffeggiato, Gigi Ghione.
Gigi è un ragazzo d'oro e, nonostante sia bravo, competente e, inutile negarlo, quello che si potrebbe definire "un bel ragazzo", viene costantemente preso per i fondelli dallo storico, anche se ormai attempato conduttore di "Striscia", il quale, pensando in questo modo di indurre i telespettatori alle risate più fragorose, non appena sente pronunciare il nome del buon Gigi, si produce in un siparietto sempre uguale (e quindi dovrebbe essere assai poco esilarante) vòlto a raffigurare il Ghione più o meno come un gorilla o uno scimmione selvaggio e senza barlumi di intelligenza. L'altro conduttore dice: "Ed ecco adesso il servizio di Gigi Ghione" e il Greggio immediatamente, atteggiata la faccia ad un ghigno scimmiesco, punta un pugno sul tavolo e con l'altra mano si gratta il sommo della testa emettendo suoni gutturali. A mio scorno devo riconoscere che la gag funziona benissimo, almeno a giudicare dalle risate fragorose e sguaiate che si odono fuoricampo mentre il Greggio si esibisce in questa irresistibile imitazione di Gigi. Saranno vere? Saranno registrate? (le risate) Chissà. Mistero.
Questa volta Ghione, accompagnato come sempre dal fido cameraman, va a chieder conto ad un sedicente medico di certe pratiche assai poco ortodosse. Pur non essendo laureato infatti, questo pretende di visitare le persone alle quali prescrive perfino dei farmaci e delle diete da seguire. Inoltre, se il paziente è di sesso femminile, il Ghione ha documentato (con l'aiuto di una sua amica che si è prestata allo scopo) che il cosiddetto medico, una volta fatta sdraiare la donna sul lettino, approfitta della sua posizione "dottorale" per palparla nelle parti intime e proporle note e varie sconcezze.
Ma dopo averci fatto vedere tutte le scorrettezze e aver documentato tutti i vari reati compiuti dal falso medico, il Ghione, invece di ritirarsi in buon ordine (dopo aver edotto del caso la Polizia affinchè si interessi della questione), non può esimersi (ecco l'errore fatale!) di recarsi dal millantatore a chiedergli conto del suo comportamento, fiducioso che questi, una volta vistosi scoperto dal Gigi, scornato e pentito ammetterà immantinente i suoi reati e promettendo di non voler mai più proseguire in quelle pratiche illecite e illegali, si ritirerà ad espiare la propria colpa in un eremo benedettino e solo dopo aver risarcito congruamente le sue vittime. 
In effetti le cose però, hanno un andamento diverso. Molto diverso. 
Dunque vediamo il Ghione che, microfono in mano, accompagnato dal cameraman, entra nello studio del sedicente dottore e cerca di intervistarlo.
Ghione: "Ma lo sa che lei non è laureato?"
Dottore (si fa per dire): "E tu chi sei?" (cerca di andarsene)
G: (inseguendolo) "Noi abbiamo documentato che lei non è laureato. Lo sa che lei non può visitare?"
D: (subitamente inc...ato) "Vai via, str..zo, ti va a finì male" (cerca di allontanarlo).
G: "E poi lei tocca le donne"
D: (cercando di allentargli un ceffone che Ghione schiva) "Le donne? Quali donne?"
G: "Le donne, le donne. Abbiamo mandato una nostra attrice e abbiamo visto cosa fa alle donne. Lo sa che lei non può fare quelle cose?"
D: (comincia a puntare il Ghione e gli si avventa contro. Ghione retrocede ma non vuole desistere. L'altro gli sferra un cazzottone sul capo che scuote visibilmente l'inviato)
D: "Sei un fetente... (gli dà un pugno).. Schifoso.... (cerca di tirargli un calcione)... Ma chi ti conosce.... (gli tira un portaombrelli di ghisa, mancandolo di poco).

-NdA: Cominciano le risate fuori campo e dureranno sempre più fragorose fino al termine del collegamento-

G: (al cameraman) "Tu riprendi tutto..."
D: (avventandosi su Ghione comincia a fustigarlo con una catenella d'acciaio che teneva a portata di mano per la bisogna) "Macché riprendi,,, macché riprendi... (dà un calcio alla telecamera, danneggiandola).. viè qui.. fetente.. viè qui se hai coraggio.. prendi questo.. toh! e toh! (tira fendenti all'impazzata su Ghione e sul cameraman il quale, colpito duro, comincia a riprendere a caso: alberi... piedi...muri di sguincio.. tutte riprese molto, molto mosse)
G: "Ahi! Ohiohiii! Ma lei lo sa che non è un vero dottore?... Aaaaahhh! Arg! (si rotola a terra dal dolore. Poi si rialza e cerca di schivare i fendenti saltando di qua e di là ma senza allontanarsi) Ohi!.. Lei sta tentando di colpirmi... Aaaah!... Che male!!.. Lo sa che lei non può far ciò?...."
D: (ormai fuori di sé insegue i due frustandoli con la catena d'acciaio. Ghione cade; quello cerca di prenderlo a calci nelle reni. Due calci vanno a buon fine) "Prendi questo, m...da, prendi questo schifoso..., ti levo la pelle... (e giù botte da orbi).
G: (ormai allo stremo, con l'ultimo filo di voce) "Lo sa che lei tocca le donne?.... Ahhhh! Ohi!.. Lo sa che lei non è laureato?...." (al cameraman) "Mi raccomando, riprendi tutto!".
Il cameraman, che ha preso un cazzotto in un occhio e una salaccata sulle dita, riprende quel che càpita; l'energumeno soddisfatto se ne va; Ghione si avvicina alla telecamera...
Ghione (sanguinante e sgarrupato come un Ecce Homo, tutto di sbieco e fuori fuoco per via del cameraman):
"Amici di Striscia avete visto come ci hanno accolto. Da Gigi Ghione arrivederci" (lo portano al Pronto Soccorso).
Greggio: (ridendo a crepapelle mentre le risate registrate aumentano) "E bravo il nostro Ghione!" e ripete la gag del gorilla.

Gli strisciati

lunedì 4 giugno 2012

Da quando "Striscia la notizia", esautorata in nome della "political correctness" del diritto (che sembrava acquisito) di mostrare nell'ora della digestione serale accettabilissime performances di ragazzotte disinibite assai prodighe di vertiginose scollature su infinitesimali minigonne, si è autoconvinta di essere investita della sacra missione di sbugiardare i mentitori, confondere i disonesti, smascherare i truffatori, segnalare gli abusivi, denunciare gli assenteisti e, insomma, correre a destra e a manca affannandosi a mostrare i mille inganni che da ogni parte minacciano il viver tranquillo ed operoso dei pacifici spettatori italiani, ecco, proprio da allora i suoi popolarissimi "inviati", noti fino a qualche anno fa solo per produrre qualche gag più o meno riuscita e divertente ma sempre fondamentalmente innocua e indolore, non fanno più vita.
Essi in effetti si impegnano a fondo per cercar di documentare le nefandezze dei comportamenti di certi personaggi ma, essendo in fin dei conti solo dipendenti di un autodefinitosi "TG satirico" e quindi votati al sorriso, alla battuta, alla risata, alla divertente presa per i fondelli e al fantasioso gioco di parole piuttosto che esperti in certi comportamenti atti a contenere le prevedibili reazioni delle vittime dei loro lazzi, restano sempre loro, le vere "vittime" (e indifese) delle pericolose reazioni dei malviventi smascherati.
Prendiamo l'inviato da Napoli e dintorni. Costui è noto per andare in giro per la Campania vestito di un completino di velluto verde (forte trovata del suo Autore che vuol così richiamare il nome del suo inviato che si chiama Luca Abete -grandi risate in sottofondo-). L'Abete questa volta si è occupato delle inumane condizioni in cui vengono tenuti alcuni malati psichiatrici ospiti di un Istituto napoletano. Luca ci ha fatto vedere un video da lui girato in cui si vedono i degenti costretti a girare nudi per le stanze, obbligati a lavorare subendo, da parte dei loro guardiani, percosse e ogni specie di angheria. Bene, uno pensa, ora di fronte a queste prove inoppugnabili il Luca chiamerà i carabinieri che metteranno fine a questa infamia. Macché! Abete, accompagnato dal fido cameraman, va a parlare di persona con il responsabile della struttura e subito gli chiede conto di quei comportamenti inumani. "Ma chi ti conosce. Vattene via!" sibila l'uomo, poco propenso a dare spiegazioni al questuante in verde. "Ma lo sa che non si può tenere i malati in quelle condizioni?" chiede imperterrito l'inviato. L'uomo fa un cenno ad un tale il quale entra in scena e cerca subito di rifilare un "golino" a Abete (golino: veloce e deciso colpo sferrato al collo della vittima col taglio interno della mano. NdA) il quale, per questa volta, lo schiva. "Accidenti a te!" fa l'uomo cercando di sfuggire a Abete. Ma Abete non demorde e lo insegue: "Lo sa che nella sua struttura si picchiano i ricoverati?" chiede imperterrito. Il Responsabile si gira, sferra un pugno all'Abete che incassa e indietreggia di tre metri (risate in studio, registrate). Abete si riprende, si riavvicina all'uomo che questa volta invece di cercar di fuggire, spalleggiato da alcuni suoi dipendenti comincia a picchiare come un fabbro sulla testa dell'inviato e del suo cameraman. Abete cercando di coprirsi il capo: "Ma lo sa che lei mi sta colpendo?". Probabilmente l'altro lo sa, e bene, perché continua la mattanza sull'inviato di Striscia che cade a terra sotto una grandinata di colpi con il capo tra le mani mentre l'altro urla a squarciagola: "Pezzo di m...a, vattene accidenti a te, str...zo, uomm'em...rda, t'ancido...." e giù botte tremende tra le risate sguaiate del pubblico in studio. "L'avverto, lei mi sta offendendo... lei non può farlo... toh!... ora mi ha dato uno schiaffo. Lo sa che non è possibile? E questo che cos'era? Un cazzotto? Non è ammesso, glielo dico in confidenza. Ahhhh! che calcione! La prego di smetterla... Basta! Ohi ohi! Ma si è accorto che mi sta dando dei colpi?... Le chiedo ufficialmente di desistere dal suo comportamento... Ghhh! Le comunico che le sue mani mi stanno strozzando...lei non può far ciò...". Ma quello e i suoi amici continuano a massacrare il povero Abete e il suo cameraman (che al termine del servizio darà le dimissioni andando, in futuro, a riprendere i matrimoni) finché, stanchi, se ne vanno. Abete si rialza. Ha il capo sanguinante, un occhio nero, zoppica. Il suo cameraman si tiene la testa fra le mani, la telecamera è a pezzi. Abete si riassetta per quel che può e poi: "Cari amici, avete visto che il Direttore dell'Istituto non ci ha voluto dare ascolto. Volevamo dargli questa pigna (una celebre trovata dell'Abete) con su scritto "I pazienti sono umani; li vogliamo tener sani?" ma lui, chissà perché, non ce lo ha permesso. Da Napoli è tutto. Saluti dal vostro: Luca... (la telecamera scende a inquadrargli i piedi) Abete" (la telecamera sale ad inquadrargli il viso, tumefatto). Applausi.