E' morto da poco l'inventore del telecomando; si chiamava Eugene Polley e non lo conosceva nessuno. La perdita non è di poco conto; la sua invenzione infatti ha rivoluzionato il modo di fare e di guardare la TV, anzi, si può affermare che ha addirittura "inventato" la televisione moderna. Il telecomando ha reso possibile la coesistenza in un unico televisore di innumerevoli canali televisivi (senza di lui, tre o quattro sarebbero stati sufficienti), ha contribuito alla nascita e allo sviluppo delle televisioni commerciali, ha influenzato i palinsesti e ha dato vita e potere a quel diabolico strumento chiamato Auditel.
Zàppete! un colpo al telecomando e si passa immantinente dalla partita di calcio al talk show; rizzàppete!!, e si passa dal dibattito politico a Miss Italia; zap! (càmbiooo!) zap! (càmbiooo!) zap-zap-zap!!: a non finire. E' stato inventato anche un verbo: to zap (dal quale: zapping), per indicare la funzione con la quale, picchiettando sul telecomando con le dita, si scorrono i canali... e tutto grazie all'invenzione di Polley.
Dato a Polley il dovuto onore devo però annotare un fastidioso effetto collaterale della sua invenzione, un disturbo non raro che può colpire a caso il telespettatore e che va sotto il nome di: Sindrome di Polley. Si tratta di un impulso compulsivo, involontario e irrefrenabile che costringe il colpito da tale male (e al di fuori della sua volontà!) a cambiar canale non appena sullo schermo TV si verifichi una certa condizione. Io ne sono stato, ahimé, colpito appieno; mi vergogno a dirlo ma nel mio caso la causa scatenante dei sintomi della maledetta sindrome è la comparsa in TV del nostro beneamato Capo dello Stato.
Non so come e perché succeda. Ad esempio: è sera e dopo aver cenato mi accomodo sul divano davanti al televisore. Guardo il Telegiornale tranquillamente rilassato (e niente farebbe presagire un attacco della sindrome) fino a quando improvvisamente lo speaker annuncia: "Il Presidente della Repubblica si è recato oggi in Romania dove non ha mancato di occuparsi delle prospettive europee del nostro Paese. Vi presentiamo il nostro servizio sul suo intervento....." e immediatamente, come ubbidendo ad un ordine non dato da me, ma imposto alla mia mano da una forza e una volontà sconosciuta e aliena, l'indice scatta su un numerello a caso dell'invenzione di Polley e subito mi trovo (ma non vorrei, si badi bene!) a vedere la reclame della tal carta igienica, o a seguire la partita di pallanuoto tra Recco e Posillipo, o dentro un cartone animato o chissadove ma comunque senza possibilità alcuna di poter ascoltare le basilari parole e i fondamentali concetti del nostro beneamato Presidente.
Succede così; immancabilmente. In qualsiasi occasione (Festa, parata, intervista, presenziazione, discorso ufficiale, ecc. ecc.) ci sia non dico la certezza, ma il semplice rischio che il Capo dello Stato si materializzi in TV davanti ai miei occhi ecco che... veloce come il fulmine: ZAP!! un attacco proditorio e improvviso della Sindrome e mi trovo (mio malgrado) a dover seguire un altro programma. E' una iattura!
C'è da dire che la sindrome non continua a produrre i suoi effetti per molto: passati dai tre ai quattro minuti (il tempo medio di un intervento in TV del Presidente) riesco a provare a tornare sul canale originario e nella maggior parte dei casi (tutti quelli in cui il Presidente non c'è più) riesco a restarci e a riprendere a seguire il programma che avevo repentinamente interrotto. Se invece per qualche motivo per me oscuro (dato che non riesco mai a sapere, per via della sindrome, cosa deve dire il Presidente) quello si trova ancora là...RI-ZZAPP!!!, l'indice scatta più veloce della luce, il canale cambia e questa volta prima che possa riazzardarmi a tornare indietro passano più di dieci minuti (caso mai Lui ci fosse ancora).
Sono stato a farmi vedere da alcuni specialisti; lo credereste? La sindrome, al momento, è purtroppo assolutamente incurabile. Visto che i colpiti da questo male sono però in costante aumento, c'è da sperare che la ricerca scientifica si attivi a trovare un rimedio ad un disturbo così penoso. Io ci spero: prima o poi si troverà un farmaco capace di impedire l'insorgere di una sindrome così imbarazzante. "Stai sicuro" mi ha detto un medico mio amico, "ti posso assicurare che, al massimo fra un anno e comunque non oltre le prossime elezioni presidenziali, il tuo problema sarà, in un modo o in un altro, risolto". Sarà vero? Potrò guarire? Resto in fiduciosa attesa; la salute è una cosa seria.
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