Missione del blog

Il Biri, il socio più anziano titolare della celebre Agenzia (*), ha l'abitudine, da anni, di annotare i suoi pensieri, le sue osservazioni e gli avvenimenti che gli accadono (anche i meno memorabili) in un taccuino che non mostra a nessuno e del quale è gelosissimo.
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.


Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.

(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.

Roberto Mulinacci

IL MINUTINO DEL RICORDINO

giovedì 28 gennaio 2010

“Chi si ricorda più di Cofferati? E chi parla più, ormai, di Pecoraro Scanio? Caruso: che fine ha fatto? Si sa (al di là della memorabile partecipazione all’Isola dei Famosi) dove si trova adesso Luxuria? E Franceschini? sembrano passati anni da quando, tre o quattro volte al giorno (una apparizione per ogni TG) appariva in video a sfidare il Cavaliere promettendo sfracelli, prevedendo implausibili vittorie elettorali e minacciando terribili rappresaglie se Quello non avesse fatto questo e quest’altro; dove si può trovare (posto che lo si voglia), oggi? E la Trimurti? Sì, non far finta di non aver capito, mi riferisco agli Orrifici Tre, coloro che per un anno o poco più tennero in scacco l’Italia intera tramortendola con effettacci speciali d’ogni tipo: aumento del bollo auto, tentativo di tassare i BOT, ticket a go-go e chi più ne ha più ne metta.. i tre Caballeros, le tre Disgrazie, sì insomma, il Trio Lescano dell’incapacità e della presupponenza: Prodi, Visco e Padoa-Schioppa. Beh, dove sono, cosa combinano, come se la passano?”

Seduti al calduccio al bar, davanti ad un tavolino con sopra due belle tazze di tè fumanti, avevo esordito alla grande con il tema che quella ennesima giornata d’inverno, fredda e poco invitante ai ragionamenti mosci e accomodanti, mi ispirava. Dario (che tutto sarà, ma non scemo), s’era accorto in un baleno che avevo un rospo in gola e gentilmente si era adoperato perché me ne liberassi, chiedendo:

“O perché hai tirato fuori questo discorso? Gli uomini passano e non merita seguirli nel loro cammino. E poi i personaggi pubblici interessano solo finché sono, appunto, pubblici. Quando, a ragione o a torto, finisce il loro ciclo di popolarità mediatica, è anche giusto che se ne tornino nel dimenticatoio. Non sei d’accordo con me, per una volta?” chiese, sorridendo, provocatoriamente. Il bar, salvo noi, era vuoto. Il cameriere s’era avvicinato e ascoltava attentamente, interessato.

“Dario, non mi hai capito” risposi calmo portandomi la tazza alle labbra “Il mio è un ragionamento affatto conflittuale, direi piuttosto caritatevole, ispirato da quella grandiosa ricorrenza, celebrata proprio ieri, che è stata la Giornata della Memoria. Nel mio piccolo ho voluto rendere omaggio a quei personaggi illustri che, una volta così potenti, autorevoli, onnipresenti e riveritissimi, sembrano d’un tratto spariti nel nulla. Ecco: propongo, qui e subito, di dedicare un pensiero commosso a loro e ai tanti che sono usciti, spesso loro malgrado, dalla ribalta massmediatica e dei quali non si sente più parlare. Per esempio, ricordi il Partito del Sole che Ride? Sì, insomma, quello dei Verdi con a capo quello che più verde non si può, il fascinoso Pecoraro Scanio? Rammenti come appariva in televisione a proposito e (più spesso) a sproposito, fisso, immancabile in ogni edizione dei TG di ogni rete pubblica e privata? Alto, giovane, piacente veniva intervistato dal malcapitato cronista di turno il quale, appena posta la domanda di rito, doveva sorbirsi, nei due minuti canonici di par condicio, tutte le minacce ecologiche del Nostro che si scagliava di volta in volta contro il Corridoio Tirrenico, il Nucleare, l’Alta Velocità, i raddoppi autostradali, il Ponte di Messina, il Progetto contro l’Acqua Alta di Venezia e così via… Forniva dati impressionanti: l’Antartide si scioglieva, i mari si alzavano a vista d’occhio e presto mezza Italia sarebbe stata sommersa come l’Atlantide, l’effetto serra combinato con il buco nell’ozono (scusa, lo devo ripetere è troppo bello: il Buco dell’Ozono) avrebbe in dieci anni desertificato la Puglia (in Italia, diceva, la temperatura si alzava quattro volte più in fretta che nel resto d’Europa) senza contare gli effetti catastrofici sulla foca monaca, l’orso bianco e il povero gabbiano della Manica, quello che, tutto coperto di schifosissima nafta persa da una petroliera capitalista agonizzava poverello sulle spiagge della Bretagna tutte coperte da melma densa e puzzolente (“Buuuh, nooo.. il gabbiano no!” singhiozzavano i progressisti della gauche-caviar con Repubblica incorporata nella tasca del giaccone che si immedesimavano del problema davanti alla TV del bar dove si ritrovavano per lo snack, l’aperitivo e per risolvere i problemi del mondo). Ebbè? Ora il Pecoraro, “quel” Pecoraro, colui che era così presente nei TG che Paolini se lo sogna, dove è andato? Cosa fa? Come si mantiene? In quale partito (se è ancora in politica), milita? Dopo lo zero virgola preso dalla sua coalizione nelle ultime elezioni si è perso, uscendo letteralmente di scena. Certamente non appartiene più al Sole che Ride; cosa vuoi che ci abbia da ridere quel sole? Dicono alcuni: scrive; altri sono sicuri: si prepara ad un trionfale ritorno dopo le prossime elezioni; i più vicini allo Scomparso promettono che presto ci sarà una grande sorpresa che lo riguarda. Beh, non so se questa notizia debba rallegrarli o preoccuparli i suoi fans, visto il genere di sorprese che ultimamente hanno visto protagonisti certi leaders della sinistra; certo che qualche cosa anche io, nel mio piccolo mi sento di dover fare per favorirlo. Non è bello per nessuno cadere così improvvisamente nel dimenticatoio. Per questo proporrò presto nel mio blog un sondaggio-questionario per sapere cosa gli Italiani propongono per trovare una occupazione degna per il Pecoraro scomparso; un incarico ovviamente che, oltre a potergli permettere di mantenere un tenore di vita dignitoso, gli dia anche una visibilità mediatica almeno pari a quella di cui lo Scanio godeva nel breve ma intenso periodo del suo fulgore.”

Il cameriere non si era mosso di un centimetro; Dario era restato in silenzio. Sorseggiava il suo tè o almeno fingeva di sorseggiarlo (la sua tazza era vuota da un pezzo). Ho parlato io:

“E così ho finito il mio Minuto del Ricordino” ho concluso. “Per adesso”, ho aggiunto.

Stava a Dario pagare ma non aveva spiccioli. Io nemmeno e il cameriere non aveva da cambiare la banconota da 100 euro che gli ho presentato. Il tè, per questa volta, ce lo ha offerto lui.


LE DIMISSIONI

lunedì 18 gennaio 2010

"Okey, okey: avete vinto voi. Nessuna speranza per il Cavaliere. Rilassati. Le Regionali saranno una disfatta per il PDL e l'ora della riscossa per te e tutti i tuoi amici progressisti, antiimperialisti, nonviolenti, garantisti, equosolidali, ecologici e biodegradabili come Di Pietro, Franceschini, D'Alema, Bersani, la Bindi e perfino Casini. E' sicuro. E' fatta."
Ero, come si dice, partito in tromba non appena l'avevo incontrato; Dario era rimasto stupefatto. Incredulo. Basito.
"Ma che diavolo... Ma che ti prende?" Riuscì a dire, a fatica, dopo quindici secondi buoni: "Hai bevuto, così, di mattina?" Era il suo modo per prender tempo e venire a vedere la mia mano.
"Macché bevuto.. Dario, amico mio, questa volta ce la farete, anzi, se è vero quello che si dice, ce l'avete già fatta. Il Cavaliere è bell'e fritto e tutti i tuoi amici che ho già nominato (quelli progressisti, antiimperialisti ecc. ecc.), più Napolitano, Fini, la Faccio, Santoro, Travaglio, Melis, Scalfari, Grillo e chi più ne ha più ne metta, e tutti i bamboccioni, e i fannulloni e tutti i magistrati che non vogliono i processi brevi ma li auspicano lunghi, lunghissimi... ebbene, tutti, ma proprio tutti, possono già organizzare i festeggiamenti.
E' ufficiale: il Cav sta per alzare bandiera bianca, Dario. Dimissioni. E poi, a pensarci bene, chi glielo fa fare?
Soldi non gliene mancano certo, e nemmeno tutto ciò che i soldi comportano e l'età, insomma, l'età è quella che è.
Devi ammettere che lui ci ha provato a scalfire il Sistema (sai di cosa parlo: la cosidetta Magistratura Democratica, i ciggiellini, le coop rosse o rosate); ci ha provato ma non ci è riuscito. Nessuno ci sarebbe riuscito. E ora poi, oltre alle campagne diffamatorie, alle multe miliardarie, alle chiamate in giudizio, al gossip, alla satira più o meno volgare, alle minacce e all'odio che si respira ovunque lui venga nominato, ora dicevo, ci sono anche i lanci di oggetti in faccia. E non basta. Ci sono anche le diffide a seguire. Dopo averlo accusato di essere il mandante del suo attentato (non è colpa di Tartaglia se lo ha aggredito, è il Cavaliere che è Berlusconi..) arriva la diffida di Scalfari sul suo tazebao così tanto ammirato dai commies nostrani che gli intima (al Cavaliere) a non provarsi a farsi vedere con il viso insanguinato (a "fare la vittima" come dice la Bindi) perché è ovvio che sarebbe un palese tentativo di strumentalizzare una vicenda privata a scopo elettorale. E ora c'è l'ultima trovata. Dato che il Nostro potrebbe anche sopravvivere ai processi, agli attentati, alle calunnie e a tutti i tentativi di sbalzarlo di sella, ecco che il Napolitano di tutti noi si è inventata la cosidetta (e finora inaudita) maggioranza condivisa. Insomma la maggioranza (questa maggioranza; quelle precedenti potevano procedere in maniera tradizionale) può legiferare solo se le leggi che si propone di far approvare sono "condivise" dalla minoranza. Hai sentito bene! Le leggi varrebbero solo se approvate da coloro che hanno perso le elezioni!
Beh, a questo punto lo capisco, il Cav.
Una bella villa alle Seychelles, contornato da belle donne e da un panorama invidiabile e gli ultimi anni della sua vita potranno scorrere senza più tante preoccupazioni. Io farei così. I suoi avversari avranno carta bianca e non lo rimpiangeranno di certo. E poi, dopo la sua morte, potranno sempre riabilitarlo. Qualcuno, ci scommetto, arriverà a dire che insomma, in certe circostanze, non tutti ma alcuni della sinistra e dell'ANM non si comportarono correttamente nei suoi confronti".
Dario aveva ascoltato attentamente senza sapere come prendere quello che avevo appena detto. Sul serio? Provocazioni? Voglia di discutere?
"Purtroppo non credo che il Berlusca lascerà" ha detto dopo aver riordinato le idee "E' un duro. E poi, come diceva Andreotti, che se ne intendeva: il Potere logora chi non ce l'ha".
L'ho guardato con aria estasiata:
"Tu l'hai detto" gli ho fatto sorridendo sotto i baffi (che non ho).
Dario ci è rimasto come un baccalà.

EFFETTO SERRA

martedì 12 gennaio 2010

Si gelava, letteralmente. Coperto mi ero coperto, e bene, con i guanti, la sciarpa, le scarpe grosse, il cappello di lana e tutto il resto, ma questo inverno si faceva sentire lo stesso. Avevo appuntamento con Dario e temevo che fosse in ritardo come al solito, così, quando l'ho visto già in attesa e tutto intirizzito dal freddo, gli ho proposto di salire nella mia auto, a scaldarsi un poco. Ho acceso il motore, ho regolato le manopole del riscaldamento e della ventola su MAX, e,quando dopo pochi minuti, abbiamo cominciato a stare un pò meglio gli ho detto:
"Dario, è il momento che ognuno faccia la sua parte"
"Che cavolo bisognerebbe fare? E a che proposito?" ha risposto il mio amico che non sapeva dove volevo arrivare e aveva drizzato subito le orecchie.
"Dario, scusa se non te l'ho detto subito: per una volta non mi riferisco alla politica, ai politici e a tutta la sacra Casta che spesso è oggetto delle nostre attenzioni. Mi riferisco al freddo. A questo freddo siberiano. Che ne pensi?" e mi sono messo in stand-by.
"Beh, freddino è freddino" ha fatto lui "ma non bisogna generalizzare. E' un freddo normale; invernale"
"Ma come?" ho sbottato "Freddino, normale... ma che cavolo dici? E' un freddo cane come non si sentiva da anni. I telegiornali ieri hanno fatto vedere l'intera isola britannica coperta di ghiaccio; in Norvegia hanno raggiunto i meno 42 gradi (record degli ultimi 122 anni), la Germania e la Spagna sono coperte dalla neve. E' innevato anche il Vesuvio... Freddo normale?
Ma non doveva aumentare il riscaldamento globale? O non doveva iniziare la desertificazione dell'Europa? O non dovevamo essere in piena carestia dovuta alla siccità? Tutte cose predette dagli esperti, da quelli che se ne intendono, insomma e che non si scompongono certo e anzi cercano di non dare troppo credito alla piogge continue di questi ultimi mesi. Ma lo sai quant'è che piove? Fiumi esondati, paesi evacuati, paura di allagamenti, e freddo, freddo dappertutto.
Sai che ti dico: per quanto mi riguarda un pò di riscaldamento, anche locale invece che globale, mi farebbe piuttosto comodo. E poi chi l'ha detto che con il riscaldamento globale le cose dovrebbero andar peggio? Al caldo si sta bene al punto che quando si sta bene si dice "al calduccio". Tu vuoi stare "al fredduccio"?
Dario si è stufato di tutto questo qualunquismo (così l'ha chiamato) che metteva in dubbio la buona fede e l'onestà (oltre alle capacità professionali) degli Esperti.
Me l'ha fatto notare
"E poi spengi il motore" ha aggiunto "A che serve tenere la macchina ferma e con il motore acceso? Ormai ci siamo riscaldati" ha concluso, tutto sulle sue.
"Dario, scusami sai, ma non è per scaldarci che tengo il motore acceso. Non lo spengo perché almeno genero un pò di inquinamento e i tuoi esperti dicono che l'inquinamento è responsabile dell'effetto serra, quello che produce il Riscaldamento Globale. Ecco, io nel mio piccolo mi dò da fare. Un pò di sano Effetto Serra è quello che ci vuole se non si vuol finire tutti assiderati".
Qui la conversazione si è interrotta.
Prima di andarcene ognuno per la sua strada siamo rimasti ancora un pò nell'auto, ferma e con il motore acceso, ognuno perso dietro i suoi pensieri.

CARO BABBO NATALE

martedì 5 gennaio 2010

Stamani mi preparavo per uscire quando un amico ha chiesto di vedermi per una cosa che, diceva, mi avrebbe sicuramente interessato. Curioso come un gatto sono rimasto in casa ad aspettarlo e ho capito che la mia attesa non sarebbe stata delusa allorché Nicola (così si chiama il mio amico), esperiti i soliti convenevoli, mi ha spiegato il motivo della sua visita.

Brevemente: Nicola lavora alle Poste dove quest’anno, oltre alle normali mansioni, gli è stato assegnato un compito particolare da svolgersi durante le Festività natalizie. Si tratta di leggere tutte le letterine che i bambini (ma non solo) inviano a Babbo Natale per chiedere i doni che il buon vecchio è uso far loro in questa occasione.

Sono lettere tutte uguali: prima di giungere alla richiesta vera e propria, alcuni fanno un piccolo rendiconto di come è stato il loro comportamento nell'anno che sta per finire, poi, confessata qualche innocua marachella e proponendo solennemente di essere buonissimi per il futuro, giungono velocemente alla richiesta del regalo (che è in definitiva l'unico motivo della loro letterina).

Ora, Nicola è un tipo puntiglioso e, nonostante la futilità del nuovo incarico non aveva mancato al suo dovere che era quello di leggere attentamente tutte le lettere indirizzate genericamente a: Babbo Natale - Cielo. Le lettere erano pressoché tutte uguali, disse, ma avendo una attirato la sua attenzione, aveva pensato bene di portarmela a far vedere.

Detto questo Nicola tolse di tasca una busta e da lì estrasse un foglio che mi passò con un sorrisino ambiguo; poi, senza aspettare che lo leggessi, ma adducendo inverosimili motivi che rendevano impossibile il suo soffermarsi ancora un poco in mia compagnia, se ne andò in un lampo dopo avermi salutato cordialmente.

Mi misi comodo nella mia poltrona, spensi il telefonino, mi assicurai di avere a portata di mano la mia inseparabile tazza di tè verde, poi, accesa la lampada alle mie spalle (era una giornata buia e scostante come solo una giornata di inizio gennaio sa esserlo), spiegata la lettera, iniziai la mia imprevista ed imprevedibile lettura che qui, con qualche omissione, riporto pressoché fedele all'originale.

"Caro Babbo Natale,

scusami se ti scrivo questa lettera che ti potrà sembrare strana, o curiosa, o poco pertinente al tuo ruolo e alla festività del Natale, ma a qualcuno devo pur dire certe cose che nessuno vuol stare a sentire e a qualcuno devo pur chiedere il mio regalo, quello che nessuno vuol farmi.

Innanzitutto lascia che mi presenti; il mio nome è XXXXXX (omissis) e sono il Responsabile del Circolo Ricreativo Progressista di YYYYYYYY (omissis). Per la nostra zona e’, o meglio, era, un Circolo importante; un po’ come quella che, prima del parlare politicamente corretto, si chiamava Casa del Popolo. Vengono decine e decine di soci, uomini e donne, giovani ed anziani; la maggior parte sono iscritti al PD, ma non necessariamente: vogliamo essere aperti a tutti a prescindere da come la pensino e così ecco che ci sono anche molti di Rifondazione, alcuni Comunisti Italiani e altri dell’IDV; insomma quasi tutti i partiti sono rappresentati.

Babbo Natale, vengo subito al sodo: non ce la faccio più. Di cosa parlo? Di che mi lamento? Del Berlusca, Babbo, del Berlusca!

Da quando c’è il Cavaliere, al circolo non si vive più. Manca l’allegria, non c’è più divertimento; quelle belle battute buttate là tra una briscola e un tressette; quei bei dibattiti dove alla fine si spiegava ai compagni cos’era la lotta proletaria e perché era giusto fare la spesa alla Coop e non guardare Retequattro. Anche le Feste Democratiche da quando c’è lui (il Berlusca), sono un mezzo flop: i tortellini oltre che cari sono anche pochi e scotti e le ragazzotte d’una volta, giovani, belle, sode e sboccate come si conviene, non ci vengono più. Chi ci si trova? I soliti addetti ai lavori, qualche anziano, qualche militante scontento e alcuni extracomunitari che, altrimenti, dove cavolo potrebbero andare a passare la serata?

No, no; la nostra salvezza sarà l’uscita di scena del Cavaliere; sì, ma quando?

Quest’anno sembrava proprio l’anno buono: d’accordo che quel diavolo d’uomo (letteralmente: un diavolo, ha ragione Di Pietro) era riuscito, non si sa come, a togliere la spazzatura dalla strade di Napoli e a salvare l’Alitalia, ma ora c’era la Crisi Mondiale, il Terremoto d’Abruzzo, il G12 a L’Aquila, La febbre suina, i pentiti di mafia, le D’Addario e le Noemi… roba da distruggere non un uomo solo, ma un esercito di leaders. E con i maggiori giornali dalla nostra parte! E con Raitre! E con Santoro, e l’Annunziata, e Fazio, e la Dandini, e Gad Lerner e tutti i cervelloni di Repubblica e Micromega messi insieme! E poi i sindacati, i professori, i preti d’assalto, i magistrati politicizzati, i movimenti antagonisti, i black block!.. Basta, basta. Ce ne sarebbe stato non per un solo Berlusconi ma per dieci della pasta di Mussolini, Stalin, Napoleone e Cesare messi tutti insieme.

E che succede? Succede che in nemmeno un anno tutti i terremotati senza tetto si ritrovano in una bella casa nuova fiammante, che l’Italia è la prima nazione ad uscire dalla crisi, che Obama, Putin e i capi di stato delle più grandi potenze mondiali se lo contendono (lui, sì, lui) e fanno a gara a chi gli è più amico. E succede che le D’Addario e le Noemi, invece di nuocergli gli portano ancora più popolarità (e probabilmente, voti) e che i pentiti di mafia vengono sbugiardati e contraddetti! Altra popolarità, altri voti.

E’ stato anche eletto Personaggio Rock Mondiale dell’Anno! Ancora popolarità, ancora voti.

L’ultima è di questi giorni: uno dei nostri elettori più determinato (diciamo un utile idiota: così è stato definito) riesce ad infiltrarsi in una manifestazione di Forza Italia e a lanciare un oggetto pesante e appuntito contro la faccia del Berlusca! L’avrà ucciso? L’avrà accecato? L’avrà sfregiato? Niente di niente! Il Berlusca, anche se colpito a tradimento riesce a prendere al volo l’arma che gli è stata scagliata contro e a rigettarcela in faccia con tutta la forza. D’accordo, è una metafora ma fa male, oh, se fa male.

Cosa farà? ci si chiedeva da tutte le parti. Vedevo visi speranzosi, vedevo aleggiare sorrisi su facce orfane da tanto tempo di espressioni di contentezza. Lascerà? Si vendicherà? Resterà nascosto, darà in escandescenze, avrà reazioni scomposte? Niente di tutto questo ma un’arma sì, un’arma a sorpresa, inaudita, insospettabile, imbattibile: IL PERDONO.

C…! Il perdono! Cercano di accecarlo, di rompergli la faccia e Lui che fa? Perdona il suo aggressore e poi, non contento, dice che fonderà il Partito dell’Amore!

Altra popolarità, altri voti e poi, e poi?

Inciderà un CD con dodici canzoni scritte da sé medesimo con Apicella! Vincerà lo scudetto con il Milan! Camminerà sulle acque! Popolarità, Voti per Lui, qualunque cosa gli si faccia, qualunque cosa se ne dica. Basta, basta, per carità.

…. Come vedi, caro Babbo Natale la situazione è seria. Al circolo quei pochi che continuano a venire la sera hanno poca voglia di parlare. Guardano la TV, giocano a carte, bevono incazzati. Ho visto uno che ha tirato un calcio al basso ventre di Franceschini, ritratto a grandezza naturale in un manifesto messo all’ingresso del Circolo; una ragazza, vedendo Rosy Bindi alla TV ha mormorato, e nemmeno tanto sottovoce: “quella troia…”. La situazione degenera. Non c’è speranza. Solo una…

Ecco caro Babbo Natale, ecco il dono che ti chiedo:

Fa che il Berlusca non ci sia più. Non voglio che muoia, non voglio che qualcuno gli faccia del male, non voglio che soffra. Solo, in qualche modo: CHE NON CI SIA PIU’.

Con affetto e ringraziando anticipatamente, tuo

XXXXXXXXX (omissis).