“Chi si ricorda più di Cofferati? E chi parla più, ormai, di Pecoraro Scanio? Caruso: che fine ha fatto? Si sa (al di là della memorabile partecipazione all’Isola dei Famosi) dove si trova adesso Luxuria? E Franceschini? sembrano passati anni da quando, tre o quattro volte al giorno (una apparizione per ogni TG) appariva in video a sfidare il Cavaliere promettendo sfracelli, prevedendo implausibili vittorie elettorali e minacciando terribili rappresaglie se Quello non avesse fatto questo e quest’altro; dove si può trovare (posto che lo si voglia), oggi? E la Trimurti? Sì, non far finta di non aver capito, mi riferisco agli Orrifici Tre, coloro che per un anno o poco più tennero in scacco l’Italia intera tramortendola con effettacci speciali d’ogni tipo: aumento del bollo auto, tentativo di tassare i BOT, ticket a go-go e chi più ne ha più ne metta.. i tre Caballeros, le tre Disgrazie, sì insomma, il Trio Lescano dell’incapacità e della presupponenza: Prodi, Visco e Padoa-Schioppa. Beh, dove sono, cosa combinano, come se la passano?”
Seduti al calduccio al bar, davanti ad un tavolino con sopra due belle tazze di tè fumanti, avevo esordito alla grande con il tema che quella ennesima giornata d’inverno, fredda e poco invitante ai ragionamenti mosci e accomodanti, mi ispirava. Dario (che tutto sarà, ma non scemo), s’era accorto in un baleno che avevo un rospo in gola e gentilmente si era adoperato perché me ne liberassi, chiedendo:
“O perché hai tirato fuori questo discorso? Gli uomini passano e non merita seguirli nel loro cammino. E poi i personaggi pubblici interessano solo finché sono, appunto, pubblici. Quando, a ragione o a torto, finisce il loro ciclo di popolarità mediatica, è anche giusto che se ne tornino nel dimenticatoio. Non sei d’accordo con me, per una volta?” chiese, sorridendo, provocatoriamente. Il bar, salvo noi, era vuoto. Il cameriere s’era avvicinato e ascoltava attentamente, interessato.
“Dario, non mi hai capito” risposi calmo portandomi la tazza alle labbra “Il mio è un ragionamento affatto conflittuale, direi piuttosto caritatevole, ispirato da quella grandiosa ricorrenza, celebrata proprio ieri, che è stata la Giornata della Memoria. Nel mio piccolo ho voluto rendere omaggio a quei personaggi illustri che, una volta così potenti, autorevoli, onnipresenti e riveritissimi, sembrano d’un tratto spariti nel nulla. Ecco: propongo, qui e subito, di dedicare un pensiero commosso a loro e ai tanti che sono usciti, spesso loro malgrado, dalla ribalta massmediatica e dei quali non si sente più parlare. Per esempio, ricordi il Partito del Sole che Ride? Sì, insomma, quello dei Verdi con a capo quello che più verde non si può, il fascinoso Pecoraro Scanio? Rammenti come appariva in televisione a proposito e (più spesso) a sproposito, fisso, immancabile in ogni edizione dei TG di ogni rete pubblica e privata? Alto, giovane, piacente veniva intervistato dal malcapitato cronista di turno il quale, appena posta la domanda di rito, doveva sorbirsi, nei due minuti canonici di par condicio, tutte le minacce ecologiche del Nostro che si scagliava di volta in volta contro il Corridoio Tirrenico, il Nucleare, l’Alta Velocità, i raddoppi autostradali, il Ponte di Messina, il Progetto contro l’Acqua Alta di Venezia e così via… Forniva dati impressionanti: l’Antartide si scioglieva, i mari si alzavano a vista d’occhio e presto mezza Italia sarebbe stata sommersa come l’Atlantide, l’effetto serra combinato con il buco nell’ozono (scusa, lo devo ripetere è troppo bello: il Buco dell’Ozono) avrebbe in dieci anni desertificato la Puglia (in Italia, diceva, la temperatura si alzava quattro volte più in fretta che nel resto d’Europa) senza contare gli effetti catastrofici sulla foca monaca, l’orso bianco e il povero gabbiano della Manica, quello che, tutto coperto di schifosissima nafta persa da una petroliera capitalista agonizzava poverello sulle spiagge della Bretagna tutte coperte da melma densa e puzzolente (“Buuuh, nooo.. il gabbiano no!” singhiozzavano i progressisti della gauche-caviar con Repubblica incorporata nella tasca del giaccone che si immedesimavano del problema davanti alla TV del bar dove si ritrovavano per lo snack, l’aperitivo e per risolvere i problemi del mondo). Ebbè? Ora il Pecoraro, “quel” Pecoraro, colui che era così presente nei TG che Paolini se lo sogna, dove è andato? Cosa fa? Come si mantiene? In quale partito (se è ancora in politica), milita? Dopo lo zero virgola preso dalla sua coalizione nelle ultime elezioni si è perso, uscendo letteralmente di scena. Certamente non appartiene più al Sole che Ride; cosa vuoi che ci abbia da ridere quel sole? Dicono alcuni: scrive; altri sono sicuri: si prepara ad un trionfale ritorno dopo le prossime elezioni; i più vicini allo Scomparso promettono che presto ci sarà una grande sorpresa che lo riguarda. Beh, non so se questa notizia debba rallegrarli o preoccuparli i suoi fans, visto il genere di sorprese che ultimamente hanno visto protagonisti certi leaders della sinistra; certo che qualche cosa anche io, nel mio piccolo mi sento di dover fare per favorirlo. Non è bello per nessuno cadere così improvvisamente nel dimenticatoio. Per questo proporrò presto nel mio blog un sondaggio-questionario per sapere cosa gli Italiani propongono per trovare una occupazione degna per il Pecoraro scomparso; un incarico ovviamente che, oltre a potergli permettere di mantenere un tenore di vita dignitoso, gli dia anche una visibilità mediatica almeno pari a quella di cui lo Scanio godeva nel breve ma intenso periodo del suo fulgore.”
Il cameriere non si era mosso di un centimetro; Dario era restato in silenzio. Sorseggiava il suo tè o almeno fingeva di sorseggiarlo (la sua tazza era vuota da un pezzo). Ho parlato io:
“E così ho finito il mio Minuto del Ricordino” ho concluso. “Per adesso”, ho aggiunto.
Stava a Dario pagare ma non aveva spiccioli. Io nemmeno e il cameriere non aveva da cambiare la banconota da 100 euro che gli ho presentato. Il tè, per questa volta, ce lo ha offerto lui.
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