Stamani mi preparavo per uscire quando un amico ha chiesto di vedermi per una cosa che, diceva, mi avrebbe sicuramente interessato. Curioso come un gatto sono rimasto in casa ad aspettarlo e ho capito che la mia attesa non sarebbe stata delusa allorché Nicola (così si chiama il mio amico), esperiti i soliti convenevoli, mi ha spiegato il motivo della sua visita.
Brevemente: Nicola lavora alle Poste dove quest’anno, oltre alle normali mansioni, gli è stato assegnato un compito particolare da svolgersi durante le Festività natalizie. Si tratta di leggere tutte le letterine che i bambini (ma non solo) inviano a Babbo Natale per chiedere i doni che il buon vecchio è uso far loro in questa occasione.
Sono lettere tutte uguali: prima di giungere alla richiesta vera e propria, alcuni fanno un piccolo rendiconto di come è stato il loro comportamento nell'anno che sta per finire, poi, confessata qualche innocua marachella e proponendo solennemente di essere buonissimi per il futuro, giungono velocemente alla richiesta del regalo (che è in definitiva l'unico motivo della loro letterina).
Ora, Nicola è un tipo puntiglioso e, nonostante la futilità del nuovo incarico non aveva mancato al suo dovere che era quello di leggere attentamente tutte le lettere indirizzate genericamente a: Babbo Natale - Cielo. Le lettere erano pressoché tutte uguali, disse, ma avendo una attirato la sua attenzione, aveva pensato bene di portarmela a far vedere.
Detto questo Nicola tolse di tasca una busta e da lì estrasse un foglio che mi passò con un sorrisino ambiguo; poi, senza aspettare che lo leggessi, ma adducendo inverosimili motivi che rendevano impossibile il suo soffermarsi ancora un poco in mia compagnia, se ne andò in un lampo dopo avermi salutato cordialmente.
Mi misi comodo nella mia poltrona, spensi il telefonino, mi assicurai di avere a portata di mano la mia inseparabile tazza di tè verde, poi, accesa la lampada alle mie spalle (era una giornata buia e scostante come solo una giornata di inizio gennaio sa esserlo), spiegata la lettera, iniziai la mia imprevista ed imprevedibile lettura che qui, con qualche omissione, riporto pressoché fedele all'originale.
"Caro Babbo Natale,
scusami se ti scrivo questa lettera che ti potrà sembrare strana, o curiosa, o poco pertinente al tuo ruolo e alla festività del Natale, ma a qualcuno devo pur dire certe cose che nessuno vuol stare a sentire e a qualcuno devo pur chiedere il mio regalo, quello che nessuno vuol farmi.
Innanzitutto lascia che mi presenti; il mio nome è XXXXXX (omissis) e sono il Responsabile del Circolo Ricreativo Progressista di YYYYYYYY (omissis). Per la nostra zona e’, o meglio, era, un Circolo importante; un po’ come quella che, prima del parlare politicamente corretto, si chiamava Casa del Popolo. Vengono decine e decine di soci, uomini e donne, giovani ed anziani; la maggior parte sono iscritti al PD, ma non necessariamente: vogliamo essere aperti a tutti a prescindere da come la pensino e così ecco che ci sono anche molti di Rifondazione, alcuni Comunisti Italiani e altri dell’IDV; insomma quasi tutti i partiti sono rappresentati.
Babbo Natale, vengo subito al sodo: non ce la faccio più. Di cosa parlo? Di che mi lamento? Del Berlusca, Babbo, del Berlusca!
Da quando c’è il Cavaliere, al circolo non si vive più. Manca l’allegria, non c’è più divertimento; quelle belle battute buttate là tra una briscola e un tressette; quei bei dibattiti dove alla fine si spiegava ai compagni cos’era la lotta proletaria e perché era giusto fare la spesa alla Coop e non guardare Retequattro. Anche le Feste Democratiche da quando c’è lui (il Berlusca), sono un mezzo flop: i tortellini oltre che cari sono anche pochi e scotti e le ragazzotte d’una volta, giovani, belle, sode e sboccate come si conviene, non ci vengono più. Chi ci si trova? I soliti addetti ai lavori, qualche anziano, qualche militante scontento e alcuni extracomunitari che, altrimenti, dove cavolo potrebbero andare a passare la serata?
No, no; la nostra salvezza sarà l’uscita di scena del Cavaliere; sì, ma quando?
Quest’anno sembrava proprio l’anno buono: d’accordo che quel diavolo d’uomo (letteralmente: un diavolo, ha ragione Di Pietro) era riuscito, non si sa come, a togliere la spazzatura dalla strade di Napoli e a salvare l’Alitalia, ma ora c’era la Crisi Mondiale, il Terremoto d’Abruzzo, il G12 a L’Aquila, La febbre suina, i pentiti di mafia, le D’Addario e le Noemi… roba da distruggere non un uomo solo, ma un esercito di leaders. E con i maggiori giornali dalla nostra parte! E con Raitre! E con Santoro, e l’Annunziata, e Fazio, e la Dandini, e Gad Lerner e tutti i cervelloni di Repubblica e Micromega messi insieme! E poi i sindacati, i professori, i preti d’assalto, i magistrati politicizzati, i movimenti antagonisti, i black block!.. Basta, basta. Ce ne sarebbe stato non per un solo Berlusconi ma per dieci della pasta di Mussolini, Stalin, Napoleone e Cesare messi tutti insieme.
E che succede? Succede che in nemmeno un anno tutti i terremotati senza tetto si ritrovano in una bella casa nuova fiammante, che l’Italia è la prima nazione ad uscire dalla crisi, che Obama, Putin e i capi di stato delle più grandi potenze mondiali se lo contendono (lui, sì, lui) e fanno a gara a chi gli è più amico. E succede che le D’Addario e le Noemi, invece di nuocergli gli portano ancora più popolarità (e probabilmente, voti) e che i pentiti di mafia vengono sbugiardati e contraddetti! Altra popolarità, altri voti.
E’ stato anche eletto Personaggio Rock Mondiale dell’Anno! Ancora popolarità, ancora voti.
L’ultima è di questi giorni: uno dei nostri elettori più determinato (diciamo un utile idiota: così è stato definito) riesce ad infiltrarsi in una manifestazione di Forza Italia e a lanciare un oggetto pesante e appuntito contro la faccia del Berlusca! L’avrà ucciso? L’avrà accecato? L’avrà sfregiato? Niente di niente! Il Berlusca, anche se colpito a tradimento riesce a prendere al volo l’arma che gli è stata scagliata contro e a rigettarcela in faccia con tutta la forza. D’accordo, è una metafora ma fa male, oh, se fa male.
Cosa farà? ci si chiedeva da tutte le parti. Vedevo visi speranzosi, vedevo aleggiare sorrisi su facce orfane da tanto tempo di espressioni di contentezza. Lascerà? Si vendicherà? Resterà nascosto, darà in escandescenze, avrà reazioni scomposte? Niente di tutto questo ma un’arma sì, un’arma a sorpresa, inaudita, insospettabile, imbattibile: IL PERDONO.
C…! Il perdono! Cercano di accecarlo, di rompergli la faccia e Lui che fa? Perdona il suo aggressore e poi, non contento, dice che fonderà il Partito dell’Amore!
Altra popolarità, altri voti e poi, e poi?
Inciderà un CD con dodici canzoni scritte da sé medesimo con Apicella! Vincerà lo scudetto con il Milan! Camminerà sulle acque! Popolarità, Voti per Lui, qualunque cosa gli si faccia, qualunque cosa se ne dica. Basta, basta, per carità.
…. Come vedi, caro Babbo Natale la situazione è seria. Al circolo quei pochi che continuano a venire la sera hanno poca voglia di parlare. Guardano la TV, giocano a carte, bevono incazzati. Ho visto uno che ha tirato un calcio al basso ventre di Franceschini, ritratto a grandezza naturale in un manifesto messo all’ingresso del Circolo; una ragazza, vedendo Rosy Bindi alla TV ha mormorato, e nemmeno tanto sottovoce: “quella troia…”. La situazione degenera. Non c’è speranza. Solo una…
Ecco caro Babbo Natale, ecco il dono che ti chiedo:
Fa che il Berlusca non ci sia più. Non voglio che muoia, non voglio che qualcuno gli faccia del male, non voglio che soffra. Solo, in qualche modo: CHE NON CI SIA PIU’.
Con affetto e ringraziando anticipatamente, tuo
XXXXXXXXX (omissis).
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