Birituìt
L'ironia
La felicità
Le buone intenzioni
Consultazione
La verità.
Ma come si può definire la verità? Perché alcuni reputano vero un fatto (una dichiarazione, una confessione, una spiegazione, una ideologia, una ricostruzione storica, una teoria, una utopia) e altri no?
Perché si afferma che una cosa è vera? Se quello che ci dicono, o che scrivono, o che ci rappresentano, è conforme alla realtà dei fatti?
Bene; premesso che la Verità (quella assoluta, quella con la V maiuscola) non è di questo mondo, possiamo cercar di dare una definizione della verità (con la v minuscola) terrena.
Per me “Il tasso di verità che accordiamo ad un fatto che non sperimentiamo direttamente risulta dall’aderenza alle nostre aspettative culturali (apprese o sperimentate) dell’evidenza del fatto così come ci viene rappresentato”.
Parlando di tasso di verità (dato che la verità al 100 per 100 non esiste) ecco che siamo disposti a prendere una cosa per vera se la sua descrizione è più o meno conforme a ciò che, per la nostra formazione culturale, siamo disposti ad accettare.
Ma ecco che nascono subito i problemi; la descrizione del fatto ci è esposta da altri ed il nostro giudizio su quel fatto dipende dalla nostra cultura. Poiché un fatto può essere descritto in una miriade di modi (con omissioni, enfasi, punti di vista ideologici, alterazioni varie, mancanza di dati essenziali, ecc. ecc.) e da fonti interessate a provocare un certo tipo di reazione nel destinatario della descrizione del fatto stesso; poiché le formazioni culturali e le esperienze sono tante per ogni essere umano; e poiché possono esserci interessi nella rappresentazione di un fatto ecco che in pratica si può dire che:
a- la verità di ognuno non è che un atteggiamento personale indotto dall’esterno e che
b- la Verità accettata da tutti non può esistere.
A queste condizioni le basi su cui ci regoliamo per destinare ad altri la nostra fiducia, la nostra gratitudine, la nostra stima (e analogamente il nostro odio, il nostro disprezzo, la nostra sfiducia) dipendono quasi sempre non dai fatti (veri o non veri) in sé, ma da noi (come li giudichiamo) e da altri (come ce li propongono).
E allora perché ci danniamo l’anima a perorare certe posizioni, a professare certe ideologìe, a propagandare certezze, a fomentare odii, a concedere simpatie e a sposare tesi che domani, al cambiare di uno dei due termini in gioco (primo: fatti che modificano la nostra esperienza o le nostre conoscenze; secondo: nuovi o diversi mezzi per la presentazione del fatto in questione) possono rivelarsi come mal riposte?
Se il bene e il male, la giustizia e l’ingiustizia, la verità e la menzogna poggiano su basi così fragili come possiamo permetterci “responsabilmente” di giudicare un fatto, un avvenimento, una persona, e a volte un intero popolo, senza rischiare di prendere la posizione sbagliata?
Ecco che la mia posizione può essere, se non condivisa, almeno compresa:
Confessione (1)
I CLASSICI DEL CINEMA IN 3 BATTUTE
THE END
Il Difetto
I FALSI MAESTRI
La saggezza del Biri (3)
"Tutte le cose piacevoli della vita o sono illegali, o sono immorali, o fanno ingrassare"
Woodehouse
l'AFORISMA del mese
"Anche quando le leggi sono scritte, non dovrebbero mai rimanere immutate"
Quanti leggono il taccuino?
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Missione del blog
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.
Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.
(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.
Roberto Mulinacci
Gradimento
sabato 26 maggio 2012Pubblicato da Roberto Mulinacci alle 15:58 0 commenti
Etichette: gradimento, Napolitano, RAI
Addio sorpresa!
giovedì 17 maggio 2012Addio sorpresa!
Da quanto ho appena detto emerge chiaramente come nella narrativa a "sorpresa" la cosa più importante, addirittura essenziale, sia che la sorpresa si riveli completamente tale e cioè che lo spettatore del film o il lettore del libro, ignorino per tutto il tempo ciò che sarà spiegato, a loro beneficio, solo alla fine.
A tale scopo in passato alcuni esercenti dei cinema, nei giorni in cui si programmavano film come "I diabolici" o "Psico" esponevano addirittura manifesti minacciosi con scritto "Nessuno sarà ammesso in sala dopo l'inizio del film" o anche "Se volete far loro un piacere non svelate ai vostri amici il finale di questo film". I lettori di libri gialli si chiudevano in casa a leggere le storie di Agatha Christie o di Rex Stout per evitare di venire a sapere, prima della fine del libro, chi fosse l'assassino (c'era sempre un assassino da scoprire). Durante la lettura delle ultime pagine, alcuni si davano malati e, chiusi in bagno per evitare di venire interrotti, leggevano le ultime righe del "giallo" nascondendo col palmo della mano quelle successive affinché l'occhio, cadendo casualmente su di esse, non svelasse con trenta o quaranta parole di anticipo chi fosse il colpevole.
Si poteva ricattare un amico chiedendogli un piacere o un prestito in cambio del silenzio assoluto su chi fosse il colpevole nel film che noi avevamo già visto e che lui si apprestava a vedere; il piacere di un film o di un libro "giallo" era tutto nello choc finale, nella rivelazione improvvisa e inaspettata, nella frustata logica che ribaltando le convinzioni acquisite desse un colpo alle nostre certezze falsamente costruite dal sadico autore e ribaltasse dalle fondamenta la nostra fittizia verità mostrandoci la caducità della realtà immaginata.
Oggi, specie tra i giovani, non è più così.
Loro vogliono sapere, sapere tutto, subito, in anticipo. I giovani odiano aspettare la fine del film, si ribellano a dover leggere tutte le pagine di un libro per sapere "come va a finire". Impossibile aspettarsi che dopo un quarto d'ora dall'inizio del film a "sorpresa" non comincino a chiederti: "Ma chi è stato? E' stata la fidanzata? Il maggiordomo vero?" e così via con sempre nuove supposizioni fino a quando tu, stremato, li accontenti magari indicando loro un falso colpevole, per non bruciare la sorpresa finale, anche se quelli, alla fine, invece di apprezzare la tua delicatezza per non rovinar loro la riuscita del colpo di scena, ce l'hanno con te perché li hai fatti attendere fino al termine per conoscere il nome del colpevole.
I giornali e anche la televisione, si sono adeguati.
Proprio ieri andava in onda l'ultima puntata di uno sceneggiato televisivo il cui soggetto era tutto incentrato sulla morte vera o presunta di un personaggio cruciale. C'erano volute agli Autori ore ed ore di riprese e un accurato studio della sceneggiatura e dei dialoghi per lasciare nel vago qualunque accenno alla sorte del protagonista scomparso durante un volo notturno sul lago e tutta l'Italia si apprestava a seguire con trepidazione l'ultima puntata, quella dove sarebbe stato svelato il mistero.
Ci ha pensato la televisione stessa a toglier gli italiani dalle ambasce. Subito dopo il TG, nell'ora di massimo ascolto ecco la presentatrice che annuncia i programmi serali: "...alle 21 e 15 andrà in onda l'ultima puntata dell'originale televisivo "Una grande famiglia" con il ritorno a casa del protagonista che si credeva morto.....". Cavolo! Che tempismo!
E' il nuovo corso, bellezza, e non puoi farci niente. Vogliamo certezze, non c'è tempo per le supposizioni, per le ipotesi. Da ora in poi, sarà così.
Immagino la presentazione, nella rubrica "Spettacoli" di "Repubblica" della nuova puntata di Nero Wolfe: "...e così, il bravo investigatore, riuscirà, dopo un'ora e mezza di indagini a scoprire che l'assassino è il giardiniere filippino il quale aveva compiuto il delitto irrorando con il curaro una rara forma di Orchidea Fluminensis...".
Un libro giallo, tra i personaggi elencati all'inizio:
"Miss Marple..................una signora inglese;
Sir Edmund Gordon.......antiquario
Lady Rosanna................sua moglie
Il maggiordomo...............l'assassino"
La recensione di un nuovo thriller:
"tutti bravi i protagonisti di questo giallo moderno, con una menzione speciale per l'ottimo Mauro Pollersi, bravissimo nella parte dell'amico del marito della vittima che si rivela, alla fine, essere proprio lui l'efferato killer....".
Dicono che la RAI sta già pensando di produrre un film poliziesco intitolato: "L'assassino sono io". Nel manifesto si vedrà il protagonista, rappresentato a grandezza naturale, che con una mano impugna la pistola mentre con l'altra si indica il petto. A scanso di equivoci.
Pubblicato da Roberto Mulinacci alle 16:15 0 commenti
Il polso del Paese
martedì 8 maggio 2012"Forza, raccontami quale è la cosa che ti ha così turbato. Di che si tratta?".
Senza riportare integralmente le parole di Dario ecco qui il veloce riassunto di ciò che lo aveva così sfavorevolmente colpito: niente di eccezionale, solo alcune dichiarazioni che aveva sentito in televisione, al telegiornale. Il mio sensibile amico aveva ascoltato (o gli era sembrato?) il nostro beneamato Presidente che, di fronte ad una delle solite platee che giornalmente lo ospitano per dar modo ai cronisti di riportare in prima pagina le sue imperdibili frasi (siano esse mòniti, o dichiarazioni patriottiche, o larvate minacce a chi non fa quello che lui vorrebbe...) aveva detto (o gli era parso?)
1: che chi non paga le tasse è un antiitaliano, delinquente e traditore, e
2: che non bisogna voltare le spalle alla politica (intendendo con la parola "politica", i partiti appoggiaMonti).
Ma come? (diceva Dario) Per quanto riguarda l'evasione bisogna distinguere. Se le tasse sono spropositate o palesemente inferiori ai servizi che lo Stato ci offre, e in presenza di crediti da far valere nei confronti dello Stato stesso, l'evasione è comprensibile e l'accusa di antiitalianità non ci azzecca per niente; e per quanto riguarda i partiti politici, perché mai bisognerebbe continuare a dar loro credito dato che in passato hanno prodotto solo danni portandoci in questa situazione e al presente, ridotti a ratificare sic-et-simpliciter le decisioni dei professori, non servono a niente?
L'ho rassicurato (Dario).
"Vedi, amico mio" -gli ho spiegato- "Tu non hai capito niente di ciò che il Vecchio Nocchiero ha detto. Devi considerare che ad una certa età (anzi, ad una certissima età) e nell'Alta Carica che ricopre, il Nostro non può parlare, per così dire, papale papale. Le sue parole devono essere interpretate. La sua massima preoccupazione è il degrado del Paese, l'aumento della delinquenza, l'inflazione e la disoccupazione a tutti i livelli, quella giovanile e quella di chi più tanto giovane non è. Se la gente mandasse a casa tutta questa plètora di deputati, senatori, consiglieri, portaborse, segretari, sottosegretari e via cantando, tutta gente che vive di politica, che ha fatto sempre e solo politica e che non sa far altro che politica, cosa ne sarebbe di loro e delle loro famiglie? D'accordo, lo so, lo so - dice senza dirlo il vecchio Presidente - che sono parassiti, superpagati, supercoccolati, inutili e spesso corrotti o corruttori ma che facciamo? Li mandiamo a ramengo da un giorno all'altro? E non pensate alle loro mogli, ai loro figli, alle loro amanti, costrette di punto in bianco a vivere come tutti i comuni mortali senza esserci abituate? La perdita di potere è micidiale e passar da padreterni a str...zi patentati nemmeno in grado di fare una raccomandazioncina non è facile per nessuno. Molti si ammalerebbero, altri, forse, la farebbero finita..."
"Come quegli imprenditori che si suicidano perché non riescono a pagare le tasse?" ha interrotto Dario.
"Uguale spiccicato. E allora ecco il Gran Vegliardo che dall'Alto della sua Sua Carica ci indica la strada da seguire. Lasciare che la Casta resti là dove si trova a fare ammuìna (tanto la politica VERA, si sa, la fa la Merkel) e pagare le tasse che quelli della Casta ci impongono per permettere ai componenti della stessa Casta di mantenere le loro prebende, i loro stipendi, le loro indennità e i loro privilegi. Sennò, che Casta sarebbe? Quindi, caro Dario, rassicùrati, il Presidente non ha dato di fuori di brutto, anzi, ha cercato, con le sue parole, di contrastare la piaga della disoccupazione. E dovrai ammettere che la cosa è altamente encomiabile. Per conto mio, lasciami gridare: Evviva il Presidente!"
Dario non mi pareva convinto. Mi ha sventolato una pagina di giornale sotto il naso. Il titolo a caratteri cubitali era dedicato alle elezioni amministrative di Maggio. C'erano alcuni numeri: Astensione dal 30 al 40 per cento; Grillo dal 10 al 20 per cento...
Vedendo che Dario stava per dirmi qualcosa l'ho preceduto:
"Lo vedi? Non tutti si sono astenuti. E qualcuno è andato a votare pure per la Casta. Aveva ragione il Presidente: gli italiani amano la politica e i politici. Sembra un pò rinco , il nostro Presidente, ma bisogna ammettere che ha in mano il polso del Paese."
"Ma leggi qui! Ha detto che non esiste il boom del partito di Grillo! Ha detto che gli Italiani hanno dato fiducia al Governo Monti!" ha sbottato Dario.
L'ho guardato severamente:
"Ma insomma Dario! Si tratta di un ultraottuagenario! Una volta potrà farla fuori dal vaso pure lui, o no?".
Ci siamo lasciati in cagnesco.
Pubblicato da Roberto Mulinacci alle 15:44 0 commenti
Etichette: amministrative, Casta, Grillo, Presidente