Stavamo in silenzio da più di un minuto quando Dario l’ha rotto con una domanda delle sue:
- Allora, hai visto che ha vinto Bersani? – e, dopo una pausa: - Sarai contento -
L’ho guardato come si guardano quei barboncini che, con l’aria del cagnetto più innocente del mondo, aspettano che tu ti distragga un attimo per farti pipì sulle scarpe:
- Certo che sono contento. Era il mio grande favorito. E poi, contro il ragazzo Franceschini, parliamoci chiaro, non c’era partita -
- Dì la verità - ha proseguito con un mezzo sorriso – ora cominciate a preoccuparvi anche voi –
- Senti, Dario, amico mio – mi sono un po’ soffermato su quest’ultime parole prima di andare avanti: - Se nella parola “voi” includi anche una mia presunta appartenenza a questo o a quello schieramento, devo disilluderti: io appartengo a me e a nessun altro. Per quanto mi riguarda, “voi” sono “loro”. Non delego la rappresentanza delle mie idee a nessuno e non aderisco a nessun manifesto, programma o ideologia. Ovvio che vivo in questo mondo e mi muovo in questa società; ed è quindi altrettanto ovvio che posso farmi varie opinioni su certi aspetti o certe tematiche anche se, comunque, sempre molto marginali. I grandi temi, come la salvezza del mondo, la lotta ai cambiamenti climatici (ebbene sì: c’è chi la fa) e il perseguimento della felicità universale li lascio ad altri, posto che abbiano la faccia tosta di sentirsene investiti dopo che c’è già stato, e ci aspetta al varco, quello che ha già detto molte parole, e definitive al riguardo. Per le piccole cose, le baggianate, le ordinarie amministrazioni e i gossip temporanei però, eccomi: sono pronto. E per ribattere alla tua frase, se intendo bene ( e lo intendo) quello che vuoi dire, penso che il Cavaliere stesso cominci a preoccuparsi. Io, al suo posto, lo farei. E non certamente a motivo di un Bersani qualsiasi –
L’avevo spiazzato, lo vedevo. Titubava, non sapeva dove andare a parare. L’ho subito tolto dall’incertezza:
- Il Cavaliere da qualche tempo, lo stanno attaccando da tutte le parti. Ora, dopo che Repubblica, i magistrati, gli studenti, i centri sociali, i sindacati, i terremoti, i rifiuti e le crisi mondiali non sono riusciti a scalfirlo, ecco che ci si sono messi anche i suoi. Soprattutto i suoi. Fini non lo sopporta, Tremonti pare voglia andarsene, le sue TV sono piene di conduttori, giullari e opinionisti (sic!) che lo sbeffeggiano peggio e più degli altri e perfino sua moglie lo tratta come una pezza da piedi. A dire il vero ultimamente, forte della storia delle escort e fresco di Noemi era riuscito alla grande a riconquistare la popolarità scalfita, a rifarsi la faccia, a gettare nello sconforto e nell’affanno i suoi nemici. Che diamine! In Italia un settuagenario che si fa diciottenni, veline e prostitute con registratore incorporato non si era mai avuto! Roba da dargli una popolarità inattaccabile, un gradimento popolare inarrivabile. Chi lo avrebbe potuto contrastare, e con quali argomenti, uno così: un superman? –
- E invece – ho proseguito tristemente – cosa si inventa la sinistra? Coup-de-theatre! Deus ex machina! Ti tira fuori dalla manica un Marrazzo d’assalto insperato che si rivela essere contemporaneamente cocainomane, fedifrago e puttaniere e non di quelle qualsiasi, ma di quella specie particolare di uomini-donne chiamati vezzosamente viados che hanno gli strumenti di poterti far sentire uomo e donna allo stesso tempo! Impagabile! Il Cavaliere con le sue amanti donne-donne si è trovato dall’oggi al domani con l’arma, finora vincente, spuntata. A chi può interessare uno che, tutto sommato, come unica trasgressione va squallidamente a letto con le donne, sia pure di oltre settant’anni (lui, non le donne), rispetto a questo gigante, questo tribuno che dagli studi di Rai Tre si scagliava contro i profittatori della credulità della povera gente e che, ora vien fuori, da oltre cinque anni andava di nascosto dalla famiglia con transessuali prezzolati a fare porcherie sotto l’effetto della cocaina (pagata, fra l’altro, assai profumatamente) –
Dario stava in silenzio. Concordava con me?
- Ovvio che il Cavaliere si sia attapirato (come si dice). Ormai le Noemi, le D’Addario, le veline, insomma le donne originali, sia pure giovani e avvenenti anzi proprio perché giovani e avvenenti, non fanno più notizia, non danno più scandalo. Ora ci vuole il trans. Ed ecco che Marrazzo ha rivitalizzato la sinistra. Altro che dimettersi! Altro che dimetterlo! Dovrebbero, ma farlo segretario. Altro che Bersani! –
- Semmai c’è un particolare che gli addebito. Uno solo; ma di poco conto – ho aggiunto. Aspettavo l’imbeccata ma Dario continuava a guardare in terra e a non parlare, così ho continuato:
- Mi riferisco al lato estetico dell’affare (quello morale come abbiamo visto si è rivelato un vero successo mediatico per gli avversari del premier). Insomma, dico: vuoi andare a puttane-maschie, vuoi provare il brivido del metti-e-prendi, del davanti-didietro, insomma di quella roba lì? Va bene, d’accordo. Ma, caro Marrazzo, scegliteli un po’ più belli i tuoi viados. Ci sono alcuni che, visti in TV, non hanno niente da invidiare (ovviamente a prima vista) alle più celebri modelle da calendario, alle cubiste più provocanti, alle pornostars più trasgressive… e tu che fai? Con tutti i soldi che ci hai speso, sei andato a prenderti dei veri cessi, tipi di marcantoni pelosi, con la barba fatta male, i seni siliconati alla bell’e meglio e con certi bracci che sembrano mortadelle di Bologna. Tu dirai: all’amor non si comanda ma insomma anche il buon gusto, non dico la dirittura morale, sarebbe richiesto a chi svolge una funzione pubblica. Tu dirai, l’amore è cieco. D’accordo ma allora prima di imbarcarti con certa gente e fare figure di m… (dal punto di vista estetico, dico, solo da quel punto di vista), chiedi consiglio a Sircana che se ne intende. Lui, i viados, andava prima a visionarli sulla strada, da dentro la macchina blu. Chiedeva il prezzo, soppesava la merce.. se costavano troppo o se non erano al top: ciao bello! Un cenno con il mento all’autista, una sgommata, e.. via! lasciando il poveretto con un palmo di naso. Ma forse è il segno dei tempi e certa gente, oggi, non c’è più. –
Dario taceva. Sono tornato a casa un po’ più sollevato.
Birituìt
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Le buone intenzioni
Consultazione
La verità.
Ma come si può definire la verità? Perché alcuni reputano vero un fatto (una dichiarazione, una confessione, una spiegazione, una ideologia, una ricostruzione storica, una teoria, una utopia) e altri no?
Perché si afferma che una cosa è vera? Se quello che ci dicono, o che scrivono, o che ci rappresentano, è conforme alla realtà dei fatti?
Bene; premesso che la Verità (quella assoluta, quella con la V maiuscola) non è di questo mondo, possiamo cercar di dare una definizione della verità (con la v minuscola) terrena.
Per me “Il tasso di verità che accordiamo ad un fatto che non sperimentiamo direttamente risulta dall’aderenza alle nostre aspettative culturali (apprese o sperimentate) dell’evidenza del fatto così come ci viene rappresentato”.
Parlando di tasso di verità (dato che la verità al 100 per 100 non esiste) ecco che siamo disposti a prendere una cosa per vera se la sua descrizione è più o meno conforme a ciò che, per la nostra formazione culturale, siamo disposti ad accettare.
Ma ecco che nascono subito i problemi; la descrizione del fatto ci è esposta da altri ed il nostro giudizio su quel fatto dipende dalla nostra cultura. Poiché un fatto può essere descritto in una miriade di modi (con omissioni, enfasi, punti di vista ideologici, alterazioni varie, mancanza di dati essenziali, ecc. ecc.) e da fonti interessate a provocare un certo tipo di reazione nel destinatario della descrizione del fatto stesso; poiché le formazioni culturali e le esperienze sono tante per ogni essere umano; e poiché possono esserci interessi nella rappresentazione di un fatto ecco che in pratica si può dire che:
a- la verità di ognuno non è che un atteggiamento personale indotto dall’esterno e che
b- la Verità accettata da tutti non può esistere.
A queste condizioni le basi su cui ci regoliamo per destinare ad altri la nostra fiducia, la nostra gratitudine, la nostra stima (e analogamente il nostro odio, il nostro disprezzo, la nostra sfiducia) dipendono quasi sempre non dai fatti (veri o non veri) in sé, ma da noi (come li giudichiamo) e da altri (come ce li propongono).
E allora perché ci danniamo l’anima a perorare certe posizioni, a professare certe ideologìe, a propagandare certezze, a fomentare odii, a concedere simpatie e a sposare tesi che domani, al cambiare di uno dei due termini in gioco (primo: fatti che modificano la nostra esperienza o le nostre conoscenze; secondo: nuovi o diversi mezzi per la presentazione del fatto in questione) possono rivelarsi come mal riposte?
Se il bene e il male, la giustizia e l’ingiustizia, la verità e la menzogna poggiano su basi così fragili come possiamo permetterci “responsabilmente” di giudicare un fatto, un avvenimento, una persona, e a volte un intero popolo, senza rischiare di prendere la posizione sbagliata?
Ecco che la mia posizione può essere, se non condivisa, almeno compresa:
Confessione (1)
I CLASSICI DEL CINEMA IN 3 BATTUTE
THE END
Il Difetto
I FALSI MAESTRI
La saggezza del Biri (3)
"Tutte le cose piacevoli della vita o sono illegali, o sono immorali, o fanno ingrassare"
Woodehouse
l'AFORISMA del mese
"Anche quando le leggi sono scritte, non dovrebbero mai rimanere immutate"
Quanti leggono il taccuino?
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Missione del blog
Ora, avuto il permesso di visionarlo, l'ho trovato per certi versi interessante (come tutto quello che concerne il Biri) e gli ho chiesto perché non lo pubblicasse in un blog. Impresa disperata: il Biri non sa usare nemmeno il telecomando del televisore, figuriamoci il computer! Impietosito ho deciso di aiutarlo e pertanto ecco qui il blog con le pagine del taccuino del Biri che potrete leggere e commentare ricordando sempre che il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità del contenuto essendo il suo contributo solamente quello di una collaborazione tecnica e poco più.
Per saperne di più, leggere il post dal titolo: Ouverture.
R.M.
(*) L'Agenzia di Ascolto e Collaborazione Morale della quale parlerò appronditamente in un prossimo futuro su queste pagine.
Roberto Mulinacci
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