Dario aveva fretta ed io anche. Si è fermato con me giusto un minuto:
- Hai visto che prova di democrazia? Non dovremmo, tutti, esserne orgogliosi? - Si riferiva alle primarie del suo partito.
Non ho saputo, o forse voluto, rispondere. E' bene che ogni tanto anche lui possa sentirsi fiero di qualcosa. In questo caso era fiero che, uno di due candidati scelti dall'alto, avesse prevalso sull'avversario in un conteggio di preferenze interno al partito al quale, entrambi, appartenevano (capito?). Potevo dirgli che non era poi un grande risultato aver vinto in una competizione di tal fatta: come vittoria di democrazia era abbastanza moscia, se anche era una vittoria.
-Valà che anche tu non puoi negare che si sia trattato di una vittoria della democrazia. Il partito delega ai suoi simpatizzanti la scelta del Segretario. E' importante. E' rassicurante. Vuol dire che il partito è aperto a tutti poiché è fatto da ognuno. Chiunque può partecipare al nostro progetto. Anche tu.- Provocava.
-E poi, ad essere sinceri, cosa impedirebbe ad uno come te di entrare a far parte del nostro partito?- ha insistito, galvanizzato dal mio silenzio.
Dario continuava (e poi aveva detto di avere fretta):
-So che non vuoi tessere, o impegni, ma potresti aderire, come dire? in coscienza. Cosa te lo impedirebbe? Dopotutto hai sempre detto di non essere né di destra né di sinistra; ecco. Il nostro partito non richiede niente a nessuno se non di aderire a certi principi generali che anche tu, sono certo, condividi.-
-Quali, di grazia?- ho chiesto, scocciato.
-Beh, sai, quelli soliti: non essere razzista, non essere fondamentalista, essere tollerante, essere pacifista e così via.-
Non potevo tacere, ora.
-Posto che volessi entrare nel tuo partito (e sai che me guarderei bene), sono certo che sareste voi a considerarmi incompatibile- gli ho detto. Poi ho aggiunto:
–Innanzitutto non sono propriamente un comunista-.
-Beh, quanto a questo non c'è problema. Come tutti sanno i comunisti ormai da noi, non ci sono più. Da anni- ha azzardato (parecchio) il mio amico. Ho dovuto continuare:
-Poi sono revisionista. Cerco sempre prove di ogni genere che dimostrino e confermino come certe bugie o certe esagerazioni siano assurte a miti. Sai: il Che; la Resistenza… Non mi accontento mai della cosiddetta verità ufficiale.-
Dario non si è arreso:
-Anche in questo caso non c'è problema. Ci sono fior di storici tra di noi che sono stati tra i primi ad indagare e a ristabilire certe verità che erano, come dire?, impopolari fino ad oggi.-
Non sapevo come fare a troncare quella penosa conversazione. Ho avuto un'idea.
-E poi, io sono eterosessuale. Come vedi, sono escluso. O no?-
Prima che mi potesse rispondere l'avevo già salutato.
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