"Il problema è serio, spero l'avrete capito. Con la caduta del Cavaliere tutta questa truppa di comici, battutisti, doppiosensisti, monologhisti e simili, i Cornacchioni, i Vauri, i due Guzzanti, Crozza, Benigni, la Dandini e tutti quelli che hanno vissuto e prosperato finora prendendo per i fondelli il Berlusca, adesso che la vittima designata non c'è più, rischiano di trovarsi disoccupati da un giorno all'altro. Pensate a Santoro. Dopo anni di denunce di complotti di ogni tipo, alla fine riesce ad uscire dalla RAI e a metter su un programma personale e adesso rischia di non avere argomenti da trattare. Nessun deputato da mettere in difficoltà, nessuno da diffamare, nessuna intercettazione da far leggere in diretta.... Mettetevi nei suoi panni. Tra un pò sarà costretto a fare un programma "normale" e imparziale e non se lo filerà più nessuno."
"Ma tutta questa gente non rischia niente" disse Franceschini che, giovane e inesperto, non aveva capito come girano le cose, in Italia; "Vuol dire che da oggi metteranno nel mirino della loro satira Monti, e oltre a lui frugheranno nella sua famiglia, fra le sue amicizie, le sue frequentazioni, il suo passato. Si concentreranno sui Ministri del suo Governo per trovare spunti alle loro facezie a luci rosse, alle diffamazioni varie, ai doppi sensi, agli anagrammi, alle poesiole divertenti.. Insomma, pensa solo ai nomi: c'è Profumo, c'è Passera... hai voglia a trovar spunti per prendere in giro anche questi! hai voglia a far satira!".
Gli altri lo guardarono con commiserazione scuotendo la testa; era giovane Franceschini e non aveva capito niente.
"Amico mio" gli fece D'Alema, "non so se lo hai capito ma le cose sono cambiate. Al Governo non c'è più nessuno da poter prendere in giro e se contro i potenti non si può satireggiare la satira muore. Che satira sarebbe quella che mette alla berlina non chi comanda, ma chi è all'opposizione? Insomma l'aria è cambiata. Irreversibilmente. E se i nostri amici "artisti" non se ne sono accorti, peggio per loro; non prevedo giorni facili per quelli che pensano di proseguire come prima. Adesso Monti e tutti quelli del Governo, si chiamassero pure Grullone, Porcellino, Gnocchetta o Discarica, sono intoccabili, inavvicinabili, intangibili. Escludiamo pure il Papa e Napolitano (specie quest'ultimo) e, di quelli che contano non si può più satireggiare nessuno. Ovvio che chi campava sul mettere alla berlina il Cav, ha ragione ad esser preoccupato."
Era il momento delle decisioni coraggiose; era il momento di prendere il toro per le corna. Maria Rosaria convocò tutti i manifestanti nella sala delle riunioni (democratica):
"Signori" disse con il tono delle grandi occasioni guardando negli occhi tutti i giullari della satira schierati davanti a lei (buffoni, imitatori, monologhisti, registi burloni, conduttori, vignettisti, attorini, cabarettisti, santorini, littizzetine, guzzantisti, benignetti, cornacchioni, vernacolieri e chi più ne ha più ne metta) ora che il Cav è stato defenestrato e non conta più una pippa non vi rimane che una cosa da fare."
Nella grande sala si fece un silenzio assordante; non si sentiva volare una mosca. Tutti quegli artisti erano in attesa di sapere quale sarebbe stato il loro futuro. Potevano forse rivolgere i loro strali satirici contro Monti? O su Passera? Potevano mettere alla berlina Fini forse? O fare battute al vetriolo su Napolitano?
La Bindi finalmente parlò:
"Sentite amici. L'unica cosa che potete fare, se non volete dover smettere di far satira, è quella di far finta che non sia successo niente! Cioè, anche se il Berlusca non c'è più ed il suo partito non è più al Governo: sotto! Fate finta che ci sia ancora, che comandi ancora, che opprima il popolo, le classi lavoratrici e gli estracomunitari più di prima! Mettete in ridicolo l'esenzione dell'ICI sulla prima casa e l'espulsione dei clandestini; preparate barzellette sulla Gelmini, sulla Santanché e su tutti i difetti fisici che notoriamente affliggono chi è nel PDL! Se il Cavaliere non c'è più, fregatevene!"
Un applauso scrosciante salutò queste parole. I timori di disoccupazione precoce per quei valenti satiri erano fugati; la Satira Antiberlusconiana Perpetua era ancora viva e lottava con noi.
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