Stamani ho incontrato Dario ai giardini pubblici. Ero uscito di casa presto, decisissimo a fare una bella passeggiata corroborante ma, fermatomi al solito bar per fare colazione, davanti ad un cappuccino caldo e con ancora in mano il cornetto alla marmellata di albicocche, non ero riuscito ad impedirmi (nonostante tutti i miei buoni propositi) a scorrere velocemente il giornale posato sul tavolino accanto al mio: il quotidiano che, a detta di chi se ne intende, meglio di ogni altro interpreta la cultura e lo spirito nazionale della minoranza più qualificata di questo Paese.
Poche occhiate ai titoli, qualche frase estrapolata dall'editoriale ed ecco che mi sono sentito tutto allegro e contento senza saper dire se quell'improvviso buonumore fosse dipeso da ciò che avevo letto o fosse l'effetto della corroborante colazione appena consumata.
Con Dario, sono andato subito al sodo:
"E così" gli ho fatto "per dimostrarti solidale col giudice Mesiano, anche tu avrai messo i calzini turchesi. Fai vedere" e gli ho toccato la gamba perché sollevasse un po' il pantalone e mi facesse vedere.
Lui si è schernito ed ha fatto un passo indietro, legegrmente incavolato:
"Scherza scherza" ha ribattuto "se non si fa sentire la nostra voce in difesa della Magistratura, lo sai dove si va a finire in Italia?" e ha fatto un gesto che voleva dire: autoritarismo, dittatura, fascismo e chi più ne ha più ne metta.
"Io penso che la più grande solidarietà al Mesiano dovrebbe fargliela pervenire l'Ingegnere che dai giudizi del giudice in questione ci guadagna netti 750 milioni di euri. Conoscendolo come persona generosa e disinteressata sono sicuro che non limitandosi ai calzini indosserà cravatta, camicia, maglione e mutande rigorosamente turchesi farà dipingere di quel bel colore anche le sue ville, farà vestire la livrea turchese al maggiordomo e al personale di servizio. Probabilmente farà stampare in turchese anche il titolo del suo giornale di proprietà. O forse tutto il giornale. Io lo farei" gli ho detto sorridendo. Ero sincero.
"Biri, una sentenza è una sentenza. E va presa sul serio da qualunque parte si stia" mi ha risposto duro il Dario.
"Sul serio?" ho ribattuto "per me è impossibile. Come faccio, pur con tutta la mia buona volontà, a prendere sul serio tutte vostre iniziative? Prima i girotondi con tutti quegli adolescenti invecchiati a far casino tenendosi per mano, poi i concerti rivoluzionari, quelli eco-solidali, quelli a favore di questa cosa, quelli contro quell'altra, poi la gran bischerata delle cosidette primarie per dar l'impressione alla gente di contare qualcosa e ora.. ora i calzini turchesi. I calzini solidali! I calzini antifascisti! I calzini progressisti! Ammazza che gesto rivoluzionario."
Dario doveva andare da una parte a fare una commissione, io dovevo ancora iniziare la mia passeggiata. Ci siamo salutati cordialmente e poi (io tutto contento), ognuno per la sua strada.
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