Stamani Dario era particolarmente eccitato:
- Non dirai che le primarie del PD non ti interessano. Se sei, come ti reputi, imparziale, dovrai ammettere che si tratta di un grosso evento democratico: la base, il popolo intero, chiamato a decidere chi dovrà essere il Segretario del Partito. E considera la ricaduta mediatica: in TV e nei giornali si parlerà per giorni del dibattito interno, della vigilia della consultazione e poi dei risultati; un evento che potrà far conoscere il nostro programma e chi siamo al mondo intero. E che, anche se la pensi in un altro modo, dovrebbe interessare anche te. - poi, poiché preso alla sprovvista non rispondevo, ha proseguito, incauto:
- Tu chi vorresti: Bersani o Franceschini? –
L'ho guardato negli occhi, serio, stupito, con la bocca semiaperta.
- Bersani o Franceschini? Ber-sa-ni o Fran-ce-schi-ni?? Ma sei impazzito? – ho quasi gridato.
- Dai, non fare lo scemo. Dopotutto si tratta di scegliere il capo dell'opposizione. Ti pare poco? -
- Senti Dario, amico mio. – gli ho detto dopo un attimo di silenzio – Come sai io mi vanto di non appartenere ad alcun partito. Come potrei delegare ad altri il diritto di rappresentare le mie idee? Sono sempre restato al di fuori da ogni logica collettiva e rifuggo dalle ideologie come dalla peste mentre mi riservo il diritto di giudicare volta per volta ciò che mi sento di condividere da quello che reputo sbagliato e questo a prescindere dalla parte dalla quale provenga. Prima poi di appoggiare o sostenere o prendere la tessera di un partito politico (e puntualizzo: qualunque partito), preferirei iscrivermi alla Thin Earth Society, la società i cui membri affermano che la Terra non è tonda come una palla di biliardo ma piatta e sottile come un CD di Vasco Rossi (o di chiunque altro). Dovresti sapere quale è il mio motto: Pensa sempre con la tua testa. Quanto alle tue primarie devo confessarti che non parteggio per nessuno dei due contendenti. Chi li conosce, al di là delle parole che pronunciano? Quale è il loro curriculum? Che meriti hanno? Cosa hanno realizzato di buono, o meritevole, o degno di nota? Spero per tutti che prevalga il meno peggio, che comunque è il massimo che è lecito augurarsi in questa ed in qualsiasi altra occasione.-
Dario mi conosce bene, siamo amici da una vita. Non si è arreso:
- Bersani o Franceschini? Franceschini o Bersani? Forza, dichiarati. Non sei appassionato anche te da questo duello che ricorda un po' quegli scontri del passato divenuti proverbiali: Coppi e Bartali, Benvenuti e Mazzinghi, Togliatti e De Gasperi, Binda e Girardengo, Mazzola e Rivera, Borg e McEnroe… -
L'ho interrotto, abbastanza bruscamente:
- Non confondiamo il culo con le quarant'ore (scusa il modo di dire…). Qui si parla di Franceschini e Bersani, due candidati che, anche fossero il meglio che passa il convento, l'unica freccia che hanno da spendere, vista la mancanza cronica di risultati da far valere, è la fiducia che si ritrovano a dover chiedere sulla parola. Non è il massimo. E secondo me non sono aiutati nemmeno dal nome che portano. Prova a dire: Binda e Girardengo, Napoleone e Nelson, Annibale e Scipione.. e poi, di seguito: Bersani e Franceschini. Non va. Non funziona. Fa ridere. –
- E comunque – ho proseguito – tutti i duelli tra grandi personaggi che hai citato (e sai quanti ce ne sono ancora) a mio parere non si attagliano ai Nostri. Quelli erano tutti uomini che avevano compiuto qualcosa di importante nel rispettivo campo di competenza e converrai che, proprio per questo, non sono paragonabili ai tuoi candidati. Però, ora che ci penso.. c'è stato almeno un altro grande duello tra due uomini, due sportivi, che dettero origine ad una rivalità che appassionò per diversi anni tutta l'Italia sportiva in una sfida che potrebbe esemplificare quella tra Bersani e Franceschini. –
L'avevo incuriosito.
- Di chi si tratta? - ha chiesto Dario, incuriosito.
Non aspettavo altro che soddisfare la sua curiosità:
- Carollo e Malabrocca - ho risposto immediatamente. Poi ho spiegato:
- Ai miei tempi (e ai tuoi) tutti seguivamo il Giro d'Italia. Si faceva per Coppi o per Bartali che si disputavano ferocemente la Maglia Rosa, il simbolo del primato in classifica. Ma c'era anche chi, non avendo le capacità di correre per il primato ma desideroso comunque di uscire dalla mediocrità sia pure in negativo, si dedicava anima e corpo al suo unico scopo raggiungibile: la Maglia Nera, simbolo del corridore ultimo in classifica. I due campioni riconosciuti, in questa corsa per arrivare dietro gli altri, furono indubbiamente Carollo e Malabrocca. -
Dario, non sapendo dove andare a parare, ascoltava in silenzio.
- Durante ogni tappa i due, in coda al gruppo, si controllavano a vista studiando ogni mossa dell'avversario, pronti a rallentare fino a rasentare l'immobilità se l'altro dava segno di andare troppo piano.
Un giorno Carollo approfittando di una curva e di un attimo di disattenzione di Malabrocca si nascose con la bicicletta dentro un campo di girasoli. Per non essere scorto dalla strada si appiattì per terra nell'immobilità assoluta, quasi senza respirare, poi, dopo due orette, sicuro che l'altro avesse ormai proseguito, anche se lentamente, la corsa, si rialzò, fece colazione con il rifornimento che aveva con sé, e inforcata la bicicletta, proseguì allegramente, ovviamente piano, verso il traguardo, sicuro questa volta di essere veramente l'ultimo ed di aver conquistato l'ambita Maglia Nera. Non aveva fatto i conti però con quel demonio di Malabrocca il quale, accortosi dopo un po' di tempo che il suo avversario mancava nel gruppo dei ritardatari dove, come sempre, si trovava, aveva proseguito verso l'arrivo, scendendo di bici prima della dirittura finale e rifugiandosi in un bar. Qui, tra un panino e un bicchier di vino, aveva atteso alla finestra che dava sulla strada che l'altro arrivasse. Appena Carollo passa la linea del traguardo (era ormai quasi notte) ecco la sorpresa: Malabrocca esce dal bar, monta in bici e tutto pimpante arriva a conquistare l'ultimo posto dell'ordine d'arrivo e la fatidica Maglia Nera! -
Feci una pausa, doverosa perché mi ero accalorato nel racconto.
- Ecco a chi si potrebbero paragonare Bersani e Franceschini: a Carollo e a Malabrocca – ho concluso.
Ci siamo salutati frettolosamente.
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